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Tiramela fuori.......dalla glory hole


di Membro VIP di Annunci69.it evapetra
17.08.2016    |    12.817    |    5 9.1
"Io ho aperto le porte in modo che lui potesse entrare e io stare in ginocchio dietro la glory..."
Come avevo detto nel primo racconto relativo al nostro incontro (Tiramela fuori), lui ed io non ci annoiamo.

“Perché non facciamo una glory hole?”, la proposta mi intrigava parecchio.

L’idea di succhiare un cazzo senza sapere chi ci sia dall’altra parte, o di farselo succhiare senza sapere a chi appartenga la bocca è una fantasia comune a tanti e decisamente intrigante.

Ciò che eccita è proprio il mistero, amplificato dal buio, con una buona parte di istinto animale che, volenti o nolenti, ci portiamo dentro..
Vero che, nel nostro caso, il cazzo da succhiare era noto così come la bocca succhiatrice ma l’idea restava alquanto allettante e capace di stimolare gli ormoni.

Ho così recuperato un vecchio lenzuolo, ho fatto un paio di buchi,l’ho posizionato attaccandolo allo stipite della camera da letto e gli ho mandato la foto.
“Può andare secondo te?”, la sua risposta “direi di sì” non si è fatta attendere, a cui ha fatto seguire “vuoi provarla?”; io non aspettavo altro, lui idem perché, tempo dieci minuti è arrivato.

La scena era studiata, ci avevamo fantasticato parecchio e ora stavamo per dare libero sfogo al nostro istinto animale.
“Mentre si avvicinava a casa mia mi mandava messaggi per mantenere alta l’eccitazione. “Non una parola”, “entro, come se fossi un estraneo, lo infilo nella glory e succhi”.
Pur sapendo come sarebbe stato il cazzo che, nel giro di pochi minuti, avrei visto spuntare dal buco, ero eccitata a mille.
Mi eccitava mentalmente il fatto di spompinare senza dire nulla, farlo sborrare e farlo andare via.

L’ambiente contribuiva a creare la giusta atmosfera, luci molto soffuse, quasi buio. Io avevo una luce rossa, molto tenue, in camera.
Ero dietro alla glory hole, lui sarebbe stato nel corridoio.

La luce serviva per vedere meglio il cazzo, ormai la mia bocca conosce ogni sua vena ma vederlo spuntare, dritto come un fuso e duro come il marmo era uno spettacolo che non potevo perdere.
Il momento stava per arrivare “sto per parcheggiare”, “succhi, sborro e esco”.

Io ho aperto le porte in modo che lui potesse entrare e io stare in ginocchio dietro la glory. “Salgo”.
Stava arrivando.
Ho sentito aprire e chiudere la porta, i suoi passi nel corridoio.
Ho sentito che si toglieva le scarpe e il rumore dei pantaloni che cadevano sul pavimento. Da un momento all’altro sarebbe spuntato quel cazzone che stavo aspettando.

L’eccitazione credo che si percepisse anche nell’aria.

Lui era sicuramente eccitato.

Quando ha messo il suo membro nella glory era infatti già un po' barzotto e sono bastate poche succhiate per farlo diventare di marmo. Dalla glory adesso svettava in tutta la sua potenza virile, aspettava che la bocca facesse il suo dovere e lo facesse godere.
Io l’ho preso tutto in bocca, lo sentivo in gola.
Passavo poi la mia lingua sulla sua cappella, la luce soffusa mi permetteva comunque di vederla gonfia e vogliosa di una bocca. La mia lingua la percorreva tutta, girava attorno alla base e stimolava il suo orifizio. Poi scendevo e leccavo l’asta che rispondeva ai colpi di lingua pulsando e indurendosi.

“Non una parola”. Era l’accordo. Dovevo stare zitta e succhiare.
Lui invece parlava ma le sue frasi erano tutte finalizzate ad aumentare l’eccitazione. “Era questo che volevi troia?”, i suoi gemiti erano, di fatto, la mia risposta, aumentavo il ritmo e l’intensità della pompa per fargli capire che sì, era quello che volevo e il suo godimento era anche il mio.

“Con calma”, ha detto ad un certo punto. Lui, sempre così lungo per godere, complice la situazione e l’eccitazione, stava per sborrare.
Ho rallentato e mi sono dedicata all’asta e alle palle, per permettergli di mantenere a bada il succo che premeva per uscire.

Ma la glory non era solo quello.

Ne avevamo parlato e avevo preparato tutto. Un asciugamano era vicino a me, pronto all’uso. Ho capito che dovevo stimolare di meno il cazzo perché così sarebbe arrivato altro, impossibile altrimenti a cazzo troppo duro. Ho rallentato e il cazzo ha cominciato a diventare meno duro.

Ci stavamo avvicinando al momento. Ho aspettato. La lingua solleticava solo le palle. “Eccola”, mi disse e, di colpo, il suo piss mi stava lavando.
L’asciugamano svolgeva benissimo la sua funzione, raccoglieva tutto ciò che lui mi riversava addosso.
Dalla glory adesso spuntava un cazzo semi barzotto da cui usciva, come se fosse una fontana, un getto di acqua. Aveva bevuto perché era quasi trasparente.
Il getto caldo che mi buttava addosso aumentava la mia eccitazione, non succhiavo perché il cazzo si sarebbe indurito subito e avrebbe fatto smettere quel rubinetto. Il calore era notevole e la sensazione di sentirla addosso era particolare.
Quando ho capito che il liquido era esaurito ho ripreso a succhiare. Il cazzo si è indurito e, di nuovo, spuntava dalla glory in tutta la sua virilità.

“Adesso tirala fuori”, ecco la frase che, spesso, contraddistingue i nostri incontri.

La glory è eccitante anche per la brevità del gioco. Deve essere un mezzo per svuotare e basta.

Ho così ripreso a succhiare, alternando i movimenti della lingua, delle mani che scorrevano sull’asta bagnata per il piss e per la mia saliva e le pulsazioni della bocca.

“Dai, tirala fuori”, c’eravamo, stava per esplodere.
Ancora due succhiate e ho sentito il suo respiro aumentare, l’asta indurirsi e la cappella gonfiarsi, il getto è partito, la potenza con cui è esploso bene racchiudeva tutta la situazione e l’eccitazione.
Anche questa volta l’avevo tirata fuori.

Come da accordi, dopo aver fatto sgocciolare il cazzo all’interno della glory, e permettendomi così di vederlo ammosciarsi e ritornare nella posizione di riposo, si è rimesso i pantaloni, le scarpe ed è uscito.
Senza una parola.

Arrivato a casa mi ha scritto “piaciuto?”, indovinate la mia risposta.......
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