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Il figlio della collega


di Membro VIP di Annunci69.it evapetra
04.01.2019    |    38.123    |    16 9.7
""È a Londra, ha trovato un lavoro lì ed è partito"..."
Quando ho conosciuto M. per la prima volta era un ragazzotto di 17 anni. Sua mamma era, all'epoca, collega e mi capitava di vederlo quando arrivava dalla mamma al lavoro o in alcune uscite per aperitivi quando ci raggiungeva, dopo essere stato in giro con amici, per tornare a casa insieme a lei. Era un ragazzo che prometteva bene, alto, bel fisico forgiato dallo sport, giocava a calcio come portiere, occhi di un azzurro intenso, moro, barbetta di qualche giorno.Gli occhi però, oltre ad avere un colore magnetico, trasmettevano quella curiosità tipica dei ragazzi ma anche una malizia che, anni dopo, ho potuto sperimentare.
Con lui qualche battuta, qualche chiacchiera e stop. Poi cambiai lavoro, diminuì la frequentazione con sua madre e, di conseguenza, anche con lui.
Passarono un po' di anni. Credo 6 o 7. Un giorno, curiosando in un sito di incontri, degli occhi attirarono la mia attenzione. Quegli occhi magnetici e con quella malizia che, a distanza di anni, ancora mi trasmettevano. Era lui, era M. Un ragazzo ormai di 23/24 anni. Aveva pubblicato un po' di foto, il fisico si era ispessito, evidentemente aveva continuato a giocare a calcio e forse a praticare qualche altro sport. Il mio profilo era quello da trav, con alcune foto spinte. Il desiderio di scrivergli era tanto, ma non avevo il coraggio. Tanti pensieri mi frullavano nella testa. Avevo timore mi riconoscesse. Presi però coraggio e gli scrissi. Mi rispose. Iniziammo a chiacchierare. Cercava incontri, sesso senza problemi, mi disse. Gli feci notare che ero trav e la sua reazione mi lasciò di stucco. "Ottimo", disse "mi piacciono i trav e i trans, vado spesso a Torino a scoparne, una vicina a casa è ancora meglio". Hai capito il ragazzino! Avevo intuito la sua malizia, anzi la sua voglia di trasgredire. Un buongustaio! Chattammo per qualche giorno, scambiandoci foto e fantasie. Se nella realtà era davvero come nelle fantasie che mi raccontava, prometteva un gran divertimento. Io avevo sempre un po' di timore ma lui insisteva, voleva incontrarmi. La tirai ancora per qualche giorno e poi cedetti. Gli diedi appuntamento. Mi preparai per bene, temevo mi riconoscesse. Cercai di diventare il più sexy possibile. Mi arrivò il suo messaggio. "Dammi indirizzo che arrivò", glielo scrissi. "20 minuti e sono lì, ti voglio troia". Aveva davvero le idee chiare. Passai venti minuti di agitazione. "Sono sotto, apri". Gli spiegai dove salire. Lasciai la porta socchiusa, avevo preparato un ambiente accogliente, luci soffuse e musica di sottofondo. Io indossavo autoreggenti, un baby-doll nero, perizoma, tacchi, parrucca e trucco. Entrò. I miei occhi incrociarono i suoi. Magnetici, maliziosi, trasgressivi e vogliosi. Aveva una tuta, scarpe da ginnastica. Il fisico era migliorato, una muscolatura adulta aveva sostituito l'adolescente corpo che ricordavo. Ero in corridoio. Si avvicinò. Ero in agitazione, temevo la reazione. Reazione che avvenne. Iniziò a baciarmi, infilandomi la lingua in bocca. Un bacio appassionato, virile, voglioso, slinguammo in corridoio per un po'. Lo tirai verso la camera. Si spogliò nudo, rapidamente. Mi spinse sul letto. Ora era nudo, sdraiato su di me. La sua lingua sempre in bocca. Le sue mani cercavano il mio culo e si fermarono anche sul mio cazzo che pulsava nella sua mano. Lo stringevo a me. Quel ragazzetto, ormai uomo, mi stava facendo impazzire. Lo girai e lo ammirai nudo sdraiato sul mio letto. Petto villoso, gambe muscolose e un cazzo duro che chiedeva un pompino. Glielo presi in bocca e iniziai a pompare, lui ansimava, i miei occhi incrociavano i suoi, sempre più vogliosi. Gli feci un pompino profondo, ingoiando tutta l'asta che leccavo avidamente. La cappella pulsava e gliela solleticai con la lingua, lui continuava a godere. Leccai i suoi capezzoli e lo sentii fremere, gli leccai le gambe e i piedi, caldi e grandi. Lo girai. Mi apparve un culo sodo, con un po' di peluria. Lui aprì le gambe. Gli leccai e succhiai il buco. Lo sentivo pulsare, gli piaceva. Mi fermò. Mi girò e iniziò lui un pompino. Succhiava bene, puntando i suoi occhi nei miei. Poi mi girò e iniziò a dedicarsi al mio buco. Lo leccava, la sua barba di qualche giorno mi solleticava, aumentando il piacere. Mi sollevò il bacino e continuò a leccare il mio buco facendo aumentare la mia eccitazione. Mise le mie gambe sulle sue spalle, scostò il perizoma e iniziò a spingere. Stava entrando, il mio buco cedette e lui era completamente dentro. Iniziò a scoparmi forte, baciandomi e guardandomi negli occhi. Continuò così per parecchio, sentivo il suo sudore colare sulla sua schiena, i suoi respiri si fecero più profondi, i colpi aumentarono. Mi strinse e ansimò più forte. Stava venendo. Mi diede ancora qualche colpo e si sdraiò su di me. Il suo cazzo uscì col preservativo pieno. Si girò sulla schiena, gli tolsi il preservativo pieno di crema calda. Con delle salviette gli pulii il cazzo. Lui riprendeva la respirazione normale. Scambiammo due parole, mi disse che aveva un impegno e doveva scappare. Non capii se mi avesse riconosciuto. Non disse nulla. Mi salutò con un bacio e una pacca sul culo. Ci vedemmo ancora una volta. Poi sparì. Incontrai qualche tempo dopo sua mamma. Gli domandai come stesse M. "È a Londra, ha trovato un lavoro lì ed è partito". Beate le trav e trans inglesi. Buona vita e grazie, caro M.
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