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Ci vediamo al cinema: io, la tua signora e tu!


di Diva-Scarlet
16.12.2013    |    18.034    |    3 9.7
"La cosa in un primo momento ti procura una punta di mal repressa gelosia, ma poi cominci a vederne i lati positivi: la donna frigida ed annoiata che avevi..."
Il contatto avviene per caso....Le mie lusinghe le fanno piacere ed apprezza oltremodo il fatto che a me piacciano le polpose signore senza preclusioni di età. Sebbene non abbia mai desiderato o fatto di queste cose, tende segretamente a riconoscersi nelle gesta delle “signore perbene” narrate. La cosa in un primo momento ti procura una punta di mal repressa gelosia, ma poi cominci a vederne i lati positivi: la donna frigida ed annoiata che avevi affianco sta sbocciando in un fiore caldo ed inimitabilmente sexy. L’intimo malizioso che hai cercato, per anni senza successo, di farle indossare, c ora il suo underwear abituale… Il suo aspetto è più ricercato, la sua femminilità più calda, tutto in lei diventa più aperto e disponibile. Ti poni qualche interrogativo ed inizi a pensare alla situazione: la cosa ti eccita senza dubbio alcuno.
Decidi, di nascosto da lei di fare un passo: mi contatti via eMail e ci vediamo in centro a Torino per fare due simpatiche chiacchiere. Parliamo amabilmente per circa due ore e ci convinciamo reciprocamente che possiamo fidarci l’uno dell’altro. Tu mi parli di coinvolgere la tua Signora ed io mi mostro entusiasta all’idea. Decidiamo di incontrarci al cinema per la settimana prossima e di dar libero corso agli eventi.
Alla fine ci lasciamo senza promesse, ma con molte eccitanti speranze.
Una settimana vissuta nell’incertezza: ci ripenserò?
Decido, per quietare il mio animo, che male che vada mi vedrò un bel film.
Sorge infine il giorno convenuto, un giorno passato nella spasmodica attesa della sera, che mi fa sospirare. Quando sono di fronte al cinema riaffiorano le incertezze, e mi rendo conto che nel caso mi deste buca, il film che vado a vedere non vale la spesa del biglietto. Sono costretto a pregare con tutte le mie forze, che la tua Signora mi offra veramente un erotico diversivo.
Mi accomodo nel posto convenuto ed aspetto nella sala semivuota. A film ormai iniziato, con le mie speranze ridotte al lumicino, arrivate voi, ti riconosco e faccio una sommaria conoscenza visiva della tua metà niente male. Peccato che la sala sia troppo grande e tu non riesca a convincere la tua signora a mettersi accanto a me. Decido di attendere tempi migliori e cerco di architettare un piano. Mi viene un’idea e fidando sul fatto che probabilmente tua moglie non mi ha visto, prendo la giacca e faccio finta di uscire dalla destra della sala, il lato a voi più lontano.
Dopo un giro di cinque minuti rientro dalla sinistra e vi individuo a poca distanza da me. Con salomonica faccia tosta, senza incertezze residue, mi dirigo verso di voi e mi piazzo proprio alla sinistra della tua signora, che rimane un po’ perplessa, anche se tu, avendomi riconosciuto, cerchi di tranquillizzarla.

Decido di starmene quieto per un po’ e lasciare sbollire questo quasi disappunto, sorridendole. Il sorriso viene ricambiato e comincio a valutare la tua signora con occhi pieni di desiderio. Una signora molto piacente che pare emanare sensuale femminilità da tutti i pori: uno bel viso dai tratti delicati è incorniciato da lunghi capelli, signorilmente raccolti con un fermaglio. Il corpo, a quanto mi c dato vedere, non risente dell’età e si presenta di giunoniche proporzioni, un seno di ammirevoli fattezze e di grande “respiro” e un paio di splendide gambe in calze scure, esaltate da una gonna grigio scuro stretta ma con uno spacco laterale notevole. Riabituando i miei occhi all’oscurità della sala, mi pare anzi di notare la sommità in raffinato pizzo delle autoreggenti.
Sopra la gonna un maglioncino nero di cachemire esalta le qualitr descritte, sottolineando l’impressione di possente autorevolezza delle sue poppe. Altro non riesco ad ammirare, ma intuisco un mandolino rotondo, in proporzione con il resto del corpo: un mandolino su cui mi piacerebbe strimpellare le melodie più goduriose.
Che splendida signora. Non commento oltre e cerco di agire, accostando il mio ginocchio al suo ed il mio avambraccio alle sue generose e poco discoste mammelle, con una manovra di accerchiamento dagli esiti fondamentalmente incerti. La Signora reagisce in modo brusco alle mie apparentemente casuali avances: scosta il ginocchio e la sento parlottare con il marito, che riesce a tranquillizzarla ancora una volta. Riavvicino il ginocchio e rinnovo la carezza al suo seno: vedo che ora sorride compiaciuta ed un po’ civettuola. Ha mangiato la foglia e le piace questa lusinga, faccio scivolare una mano sulle sue cosce e, per tutta risposta, lei accentua la pressione delle mammelle sul mio avambraccio.
Ho campo libero e decido di infiltrare la mia mano dentro lo spacco della gonna, mentre la sorprendo a sospirare sommessamente: evidentemente il palpeggio sulle cosce e sulle mammelle comincia a dare i frutti sperati. Ormai sono arrivato a sfiorarle la calda carne sopra le autoreggenti e continuo in cerca delle mutandine. Sull’altro fronte infilo la mano sotto il maglioncino e mi impossesso del suo globo sinistro, sprimacciandolo intensamente. I suoi gemiti sono ora gridolini acuti di godimento, meno male che la sala è semivuota.
Alla fine del lavorio sotto la gonna faccio un’eccitante scoperta: delle mutandine non v’è traccia, al loro posto una fica sensibilissima e bagnata, sormontata da un clitoride eretto di notevolissime dimensioni. Esploro ancora, infilando l’indice nel lago che qualcuno chiama vagina ed il pollice nella ricettiva apertura posteriore. Comincio un ritmico e rilassato andirivieni che in breve la porta all’orgasmo, anche perché il palmo striscia il suo sensibilissimo clitoride. La Signora continua a godere, ma c arrivato il mio momento: mi slaccio la cintura, abbasso la zip e ne faccio uscire un arnese in erezione. Le prendo la nuca e, quasi a forza, la costringo ad ingoiarlo tutto, a più riprese. Lei non deve essere tanto abituata a fare pompini, ma dopo l’iniziale pressione della mia mano si rilassa e labbra, lingua e gola si muovono all’unisono per regalarmi un pompino profondo. Con le mani le sollevo il maglioncino ed il reggiseno e mi balocco con le generose poppe: avevo proprio ragione sono di notevole consistenza e sono sormontate da piccoli cazzetti che mi diverto a strizzare fin quasi a farle male.
Nel frattempo noto che il lui mi strizza l’occhiolino, piu che compiaciuto per come stanno andando le cose, e si sfila il cazzo dal pantalone. Rimbocca la gonna alla moglie e in un attimo scompare dentro il suo intestino: avverto la fitta di dolore della signora dal serrarsi delle mascelle intorno al mio arnese, ma è un attimo ed il godimento riprende il sopravvento, aiutato anche dalla mano esperta della signora che si spara un ditalino accarezzandosi anche il clitoride.
Cerchiamo di fare tutto in silenzio, per quanto è possibile, anche se la signora viene altre due sonore volte. Alla fine, stremati, veniamo anche noi: il
marito le allaga l’intestino, mentre io le schizzo zaffate di caldo sperma dentro la gola. Le poche gocce che non riesco ad indirizzarle in gola le sfuggono sulle labbra, ma un impertinente colpo di lingua ne fa piazza pulita. Usciamo dai suoi orifizi e ci ricomponiamo.
Ci presentiamo e lei sorride compiaciuta dei complimenti che le faccio, restando piacevolmente colpita anche dal mio aspetto e dai miei modi gentili.
Come premio finale mi bacia dolcemente sulle labbra: ci voleva dopo tanto sesso selvaggio. Io la trovo stupenda e anche lei prova una certa attrazione per me. Vista l’intimità che si c creata, ci diciamo, chissà che non si possa replicare in futuro, al cinema o a casa loro…
Usciamo separati dal cinema. Fuori l’inverno torinese prodiga il peggio di sé, pioggia, freddo ed umidità ed il contrasto con la calda intimità che si era stabilita nel cinema mi fa immediatamente sperare di replicare la serata… chissà…
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