trio
ElettroFigata

27.10.2022 |
1.845 |
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"Ero super eccitato, le porsi il mio cazzo dallo sportello lasciato aperto ed iniziò a succhiarmelo avidamente..."
Era un sabato pomeriggio di fine Ottobre quando assieme a Vanessa viaggiavamo in direzione lidi ravennati. Approfittando della temperatura ancora insolitamente mite, Vanessa si era vestita come in piena estate con una mini gonna nera che metteva in bella mostra le gambe nude ed una camicetta aperta che lasciava intravedere un reggiseno di pizzo. Non avevamo impegni particolari, un aperitivo per poi fermarsi in qualche locale per ascoltare buona musica e fare quattro salti. Arrivati nei pressi di un grande incrocio, il traffico pareva impazzito e tutto era bloccato. Sostarono a lungo in prossimità di una concessionaria di auto che aveva in bella mostra un nuovo modello elettrico. Vanessa, annoiata dalla situazione, d’un tratto esclamò: “perché non andiamo a vedere cosa presentano?”. Fui preso alla sprovvista in quanto non avevamo bisogno di un’auto nuova, ma visto che l’alternativa era aspettare in fila, girai nel parcheggio e scherzando le dissi: “ormai manca poco alla chiusura, non fargli far tardi!”. Una volta entrati notammo che non c’era nessuno, ma cominciammo ugualmente a girare tra le auto esposte. Dopo poco una voce alle nostre spalle ci disse: “benvenuti, posso aiutarvi?”. Era un distinto signore sulla cinquantina, vestito elegante e dalla faccia simpatica a cui Vanessa rispose subito: “certo, vorrei vedere le nuove diavolerie elettroniche delle auto moderne”, ma senza che finisse il venditore le apri la portiera dicendole: “si accomodi”. Lui salì dall’altro lato mentre io rimase fuori ad ascoltare dal finestrino. Avevo una strana sensazione data dal fatto che a Vanessa non gliene fosse mai fregato nulla della strumentazione, ma decisi di starmene a guardare . Il sedile sagomato aveva fatto salire un po’ la mini gonna e tutto mi fu più chiaro quando Vanessa me la sollevò per un attimo mostrandomi chiaramente di essere senza intimo. “Che troia” pensai e subito l’eccitazione mi avvolse deciso ad assecondarla fino in fondo. L’uomo parlava, ma era sempre meno fluido, fino a quando aprì il cassetto porta oggetti sbattendolo nelle gambe di Vanessa che in un baleno divaricò leggermente le gambe per permettere l’apertura completa. Fu in quel momento che la luce del cassetto si accese mostrando con chiarezza la sua fighetta completamente liscia e curata. Vidi l’imbarazzo in lui ed il mio essere complice mi portò a sfiorare con un dito una gamba, partendo dal ginocchio fino ad arrivare a sentire l’eccitazione di Vanessa già completamente bagnata. L’uomo, rassicurato dal mio gesto, fece lo stesso sull’altra gamba, ma non resistì dall’infilare un dito in quella fighetta fradicia mentre io continuavo ad accarezzarle la gamba. Venessa ansimava, era esattamente quello che voleva, ma ad un tratto si sentì chiudersi una porta costringendoci a ricomporci velocemente. Vidi la delusione negli occhi di Vanessa e con voce imperturbata dissi: “possiamo provarla?”. L’uomo capì subito e rispose: “certamente, ma per ragioni assicurative devo accompagnarvi”. “Certo” risposi, “ma siccome non ho mai provato un’auto elettrica vorrei guidare io”. Lui annuì e fece salire Vanessa dietro, ma quando andò per chiudere lo sportello lei lo trascinò dentro. Decisi di partire subito, l’auto era scattante e silenziosa a tal punto che mi sembrava di sentire Vanessa ansimare. Aggiustai lo specchietto retrovisore ed ebbi conferma: la stava masturbando questa volta con forza e potevo sentire le sue dita bagnate che la penetravano. Dovevo guardare avanti, ma non riuscivo a togliere gli occhi dallo specchietto. Ci fu un attimo di silenzio, utilizzavo tutti i sensi per capire cosa stesse accadendo, poi sentii lui sospirare profondamente. Conoscevo quell’esclamazione e raggiunto un semaforo rosso mi voltai: Vanessa aveva il suo cazzo in bocca e gli stava leccando delicatamente la cappella guardandolo dritto negli occhi. Da dietro suonarono perché non mi ero accorto che era venuto il verde, partii senza sapere dove stavo andando, ma fui molto fortunato perché vidi un enorme parcheggio forse di uno stadio completamente vuoto e abbastanza buio. Parcheggiai e finalmente potei gustarmi lo spettacolo alle mie spalle. Vanessa gli aveva sfilato i pantaloni e si gustava quel cazzo duro passando dalla cappella fino a sotto le palle la sua fantastica lingua. L’uomo gradiva molto e ad un certo punto le prese la testa e glielo ficcò dritto in gola: Vanessa ebbe un sussulto, ma era troppo eccitata e rimase in quella posizione tanto che ebbe fiato. Ripresasi, si alzò un attimo scoprendosi le tette, e guardandomi mi disse: “sono brava?”. Toccandole un capezzolo le dissi: “amore mio, sei veramente una gran troia!”. Riprese da dove era rimasta, questa volta rivolgendosi a lui: “cosa ti piace che ti faccia?”. Lui capì che a lei piaceva sentirsi troia e disse: “voglio che mi lecchi le palle mentre mi seghi, voglio sentire la tua lingua ovunque!”. Pensai “specialità della casa” tra me e me, ma Vanessa era già all’opera con le sue palle sempre più gonfie e bagnate in bocca mentre con la mano segava quel cazzo sempre più desideroso di sborrare. Passai una mano sulla sua splendida fighetta, ed iniziai a masturbarla prima delicatamente, poi sempre più energicamente. Vista la scena, l’uomo fermò la mano di Vanessa ed impugnando il suo cazzo glielo mise in bocca con forza prendendo il ritmo con cui stavo masturbando mia moglie. Era tutto un mugolio e decisi quindi di darle un piacere diverso che tanto le piace: leccandomi bene un dito, glielo infilai nel suo splendido culetto già prontissimo a riceverlo. Sentito il cambio di programma, senza togliersi il cazzo dalla bocca, disse: “bravo Roby, inculami, mettimi anche il secondo dito!” Non glielo feci ripetere ed in un attimo due dita furono dentro di lei, mentre l’eccitazione saliva il suo buchetto diveniva sempre più disponibile. Durò poco in quanto la sentii sospirare prima e tremare poi in preda ad un travolgente orgasmo. A quella vista l’uomo perse il controllo, ma Vanessa capì in tempo e si tolse il cazzo di bocca e gli disse: “sborrami sulle tette porco!”. Non riuscì a finire la frase quando il fluido caldo la raggiunse: mentre con una mano se lo cospargeva per tutto il seno, con l’altra continuava a segarlo guardandolo negli occhi con la lingua fuori. L’uomo uscì dall’auto e Vanessa rivolgendosi a me disse: “ora tocca a te!”. Ero super eccitato, le porsi il mio cazzo dallo sportello lasciato aperto ed iniziò a succhiarmelo avidamente. Lo leccava e con una mano mi massaggiava le palle conoscendo perfettamente i miei gusti. Mi voleva in bocca, intensificò il massaggio facendolo diventare un dito sempre più audace che girava attorno questa volta almio di culo. Non resistii a lungo e le venni in bocca. Lei mi tenne li prendendomi per i fianchi, ingoiò di gusto e con la bocca vuota mi ripulì con cura il cazzo. Si era fatto buio, l’uomo rientrò in macchina e guidò fino alla concessionaria. La fila era svanita e prima di lasciarci disse: “questi si che sarebbero incentivi auto!”. Fu la prima volta che si sentì felice anche senza aver venduto un’auto, aveva fallito sul lavoro ma si era divertito da matti e da quel momento spiegare le funzioni di un’auto ad una donna non fu più la stessa cosa!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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