trio
Piacere condiviso

24.05.2025 |
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"Ogni tocco, ogni respiro era amplificato dalla presenza dell’altro..."
Quella sera d’estate il caldo avvolgeva la città come una coperta sottile, appena disturbata dalla brezza leggera. Indossavo un vestitino rosso, leggero e svolazzante, che accarezzava la mia pelle senza alcuna barriera. Niente mutandine sotto, perché a volte il piacere più grande nasce proprio da quel senso di libertà nascosta, quella malizia invisibile che solo chi sa guardare può intuire.Il ristorante era quasi vuoto, il ritmo lento dopo la cena principale. Correvo da un tavolo all’altro con quel sorriso di chi sa di piacere, di chi ama la propria bellezza senza nasconderla. Le mie labbra carnose erano appena appena colorate, i capelli castani raccolti in una coda morbida che lasciava scoperte le spalle toniche, frutto di ore passate in palestra. Il mio sedere, sodo e compatto, si muoveva con naturalezza, attirando qualche sguardo attento e discreto.
Lui era lì, seduto al bancone, uno dei clienti abituali. Non era mai stato esplicito, ma quel suo modo di guardarmi faceva già salire la temperatura nella mia pelle. Aveva quell’aria di uomo sicuro, dominante, e io sentivo un brivido solo a immaginare cosa avrebbe potuto accadere se avessimo abbattuto quei muri fatti di convenzioni e prudenza.
Luca, il mio compagno, sapeva tutto di me, di quella voglia di trasgressione che avevo. Bisessuale come me, adorava essere dominato e dominare a sua volta, ma ciò che lo faceva impazzire era vedermi con altri uomini. Non c’era gelosia, solo un desiderio amplificato, un gioco erotico che ci legava ancora di più.
Quando il servizio finì, la sera si fece più fresca e l’aria era intrisa di quel profumo di libertà che amo. Lui si alzò, mi sorrise con quella sicurezza disarmante e mi chiese di seguirlo in una stanza dietro il locale. Il cuore mi batté forte, non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma sapevo che non avrei potuto dire di no.
La stanza era piccola, poco illuminata, ma sufficiente per sentire il calore delle nostre presenze. Le sue mani si posarono sulle mie anche prima che potessi rispondere, ferme ma delicate. Mi guardò negli occhi, e in quel momento capii che il potere era nelle sue mani, ma anche nella mia volontà di lasciarmi andare.
Le sue dita tracciarono un percorso infuocato dalla nuca alle spalle, fino a sfiorare la stoffa del mio vestito, così leggero da sembrare un velo che copriva appena la mia pelle. Mi chinai leggermente, sentendo il brivido della mancanza di mutandine, mentre lui si faceva più audace, sfiorandomi con la punta delle dita il lato interno delle cosce.
Sentivo il respiro farsi più rapido, il desiderio crescere come una fiamma che non si può spegnere. In quel momento, il confine tra dominatore e dominata si confondeva, entrambi giocavamo quel gioco di potere che ci elettrizzava.
Luca, che era rimasto fuori dalla porta, mi osservava con quegli occhi carichi di eccitazione e passione. Sapevo che quel suo sguardo aggiungeva un sapore unico a quella notte. Essere desiderata da un uomo, mentre un altro ti guarda con la stessa brama, era per noi una danza perfetta, un equilibrio sottile tra controllo e abbandono.
Arrivati nel nostro appartamento, l’aria era già carica di tensione. Lui ci seguiva con lo sguardo deciso, e io sentivo il cuore battere forte per l’eccitazione e l’anticipazione. Luca prese per mano il cliente, mentre io restavo un passo indietro, osservando quel gioco che stava per cominciare.
La stanza si fece piccola intorno a noi, il profumo della pelle e del desiderio riempiva ogni angolo. Luca si avvicinò a me, le sue mani forti e decise scivolarono sui miei fianchi, mentre con l’altra mano sfiorava il cliente, creando un filo di elettricità tra noi tre.
Cominciammo lentamente, alternandoci. Prima io con lui, le mie labbra carnose che si posavano sulla sua pelle, mentre sentivo gli occhi di Luca su di me, pieni di voglia e di comando. Poi Luca prendeva il suo posto, la sua forza che mi faceva tremare, mentre io osservavo e aspettavo il mio turno.
Era un gioco perfetto di dominazione e resa, una danza di piacere che ci univa in un legame profondo. Lui amava vedere come ci prendevamo cura di lui, mentre Luca e io ci scambiavamo sguardi carichi di complicità e desiderio.
Ogni tocco, ogni respiro era amplificato dalla presenza dell’altro. Sentivo la mia pelle accendersi, il mio corpo rispondere con un’intensità che solo in quei momenti riuscivo a raggiungere. Luca e io ci alternavamo, dando e ricevendo piacere, mentre lui diventava il centro di quell’attenzione condivisa.
Il vestitino rosso, ormai scivolato via, lasciava la mia pelle nuda alla luce soffusa, e la libertà di quel momento mi avvolgeva completamente. La sensazione di essere desiderata da entrambi, di giocare con il fuoco della dominazione e della passione, era un’esperienza che mi segnava dentro.
Quando finalmente il respiro si fece più lento, e il silenzio avvolse la stanza, rimasi lì, tra le braccia di Luca e con lo sguardo rivolto a lui e al cliente, sapendo che quella notte aveva cambiato qualcosa in noi. Quel sapore di desiderio e di trasgressione rimaneva inciso sulla mia pelle e dentro di me, un ricordo vivido di una notte in cui ci siamo lasciati andare senza paura.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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