Racconti Erotici > trio > Una piccola verità su cuck e bull (la moglie del capo)
trio

Una piccola verità su cuck e bull (la moglie del capo)


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
21.02.2018    |    20.386    |    14 9.7
"La mia ho rinunciato a celarla..."
Troppi bull pensano che il cuckold sia semplicemente un cornuto. Sottovalutano la potenza del pensiero nella sessualità, la forza della mente sugli orgasmi.

Da parte mia, la vedo da fuori. Single inveterato, dal corpo diverso rispetto ai toy boy solitamente usate nelle coppie. Mentale, anche da singolo.

Per chi è come me, la ricerca di persone consapevoli e vogliose di giocare è spesso estenuante. La ricerca standard: alto, glabro, magro e muscolo, superdotato. Da far impallidire il dibattito sul corpo delle donne.

Ma sul desiderio è ingiusto sindacare: ognuno cerca quello che vuole.

La mia seconda esperienza da bull, della prima parlerò in un altro momento, è cominciata fuori da internet e dai siti.

Il mio capo doveva parlarmi di un nuovo progetto, entusiasmante lo aveva definito in ufficio. Mi invitò a cena, in un bellissimo ristorante del centro cittadino.

Amo mangiare bene, e bere meglio. Pensavo sarebbe stata una normale cena di lavoro.

Arrivo puntuale, come mia abitudine. Ma lui è già lì. Accompagnato.

Siamo entrambi ben vestiti, eleganti, si potrebbe dire: io un tocco più casual, retaggio di gioventù: lui è un 55enne affermato, io un 35enne brillante. Non è certo la sua cravatta a colpirmi, però; mi colpisce chi lo accompagna.

Non ho mai incontrato sua moglie, e in quel particolare momento non so se sia lei. Ma al suo fianco c’è una donna, bella, intorno ai 40. Vestita con un tubino nero, gambe accavallate, decoltè nera, fine. Non posso fare a meno di notare il tacco vertiginoso, affilato. Trucco leggero, capelli raccolti, di un biondo castano che sarebbe anonimo non risaltasse sulla carnagione scura da abbronzatura.

- Mi sono fatto accomaginare da mia moglie, si lamenta che lavoro sempre senza di lei - dice lui
- La moglie, penso io.

Mangiamo il pre-antipasto con un vino bianco piemontese ottimo, mentre inizia la conversazione sul lavoro. Mi loda, lui, quasi mi seduce. E’ diversivo dal solito, più espansivo, mi fa ripetuti complimenti davanti a lei, che scopro chiamarsi Elena (un pensiero si affaccia alla mia mente: non mi sono mai scopato una Elena. Non pensarci nemmeno, dice il mio cervello: non fare casini con il lavoro).

Elena era (ed è, per quanto ne so) raffinata, ma allo stesso tempo le movenze tradivano una sensualità appena nascosta, ma evidente ad occhi come i miei.

- E bravo il mio capo, pensavo, ama vivere bene: buon cibo, ottimo vino, belle donne.

Ero vagamente distratto da lei, lo ammetto, mentre lui continuava a parlare di lavoro.

Lo sapete, lo avrete capito: stiamo per arrivare al punto di non ritorno. Perché la svolta c’è, improvvisa, quando lui si alza per andare in bagno (sia coca o regolare funzione fisica, onestamente non so).

Mentre lui è in bagno lei mi guarda fisso negli occhi. Intensamente. Lo sguardo è cambiato.

Ho sempre avuto una mente abbastanza veloce per capire le situazioni. Ma in questo caso mi ripetevo che viaggiava troppo rapidamente.

Pensavo che la donna del capo volesse scoparsi il preferito. Perché questo ero.

Mentre cerco di cacciare questi pensieri impuri dalla mia testa la sua mano arriva alla mia coscia, la sua lingua alle mie orecchie.

- Non trattenerti, so che hai capito. Mi dice

Farfuglio un no, che non capivo, mentre le sue labbra avvolgono il lobo dell’orecchio e la punta delle dita scova il glande sotto ai pantaloni.

- Che c’è, non mi vuoi? - mi sussurra, seducente.

L’erezione sta crescendo, improvvisa. Sorride mentre la guardo, la sua mano mi avvolge completamente l’uccello attraverso i pantaloni.

- Sei duro, eh?

Mi sfotte pure.

Solo ora mi accorgo che l’adrenalina della paura (paura di essere scoperto, paura di perdere il posto, di fare qualcosa di irreparabile) l’erezione me la fa crescere, anziché diminuire. E’ spesso stato un mio problema con gli incontri: a volte l’adrenalina mi fa brutti scherzi; con l’età ho imparato a controllarla.

Ma lui sta tornando e lei non si azzarda a rimuovere la mano, pur nascosta dalla tovaglia.

Sudo freddo, il mio capo è un uomo intelligente, penso, capirà. Capirà perché lei è spostata verso di me.

Sono agitato, nervoso, mentre con gli occhi seguo il suo avvicinarsi. Sono tentato dal sussurrarle di levarsi da lì, e onestamente non ho ancora capito come abbia fatto, ma le sue dita sono sotto alla zip, e stanno scoprendo e coprendo la cappella con una maestria che raramente avevo provato.

Il mio cazzo è durissimo, mentre il capo si risiede al tavolo.

- Vi siete messi avanti con il lavoro, eh. Dice lui sorridendo.

Sono senza parole, ed è raro che io lo sia.

- Avevi ragione, è intelligente, brillante, e secondo me un gran porco - si rivolge a me - sei un gran porco, vero?

Il momento della verità: rischio il licenziamento. - Si, con esperienze - rispondo - e tu mi arrapi da quando ti ho visto stasera, ma lo sapevi già, lo volevi.

Mentre termino la frase volgo lo sguardo al mio capo che sorride.

- Sai, è da anni che offro quella troia di mia moglie al migliore tra i miei dipendenti. Mica tutti sono in grado di reggere la pressione. Tu hai qualcosa di diverso dagli altri, sei single alla tua età, e in azienda le storie girano.

Chissà che storie, girano in azienda, mi chiedo mentre allungo la mano sulla coscia della moglie. Ride: - sei sfacciato.

- Non hai idea di quanto. E per tutta risposta le mie dita scoprono che non porta mutandine. La mia mente lo sapeva già.

Amici miei, dopo quel momento, ci siamo rimessi a parlare di lavoro, come nulla fosse successo. Ma io sapevo: Elena è una donna esigente, vuole la mente del bull, non il suo corpo. E vi assicuro che parlare di lavoro con il cazzo così duro era difficile, molto difficile.

Finiamo, mentre lui paga lei si muove verso il bagno. Sono tentato dal seguirla, ma io e lui stiamo parlando di whiskey e grappe: io preferisco i primi, lui le seconde.

Elena torna, si avvicina: - leccami le dita, assaggia. Sanno di figa, calda, bagnata, eccitata. Guardo lui mentre lecco le falangi umide. Che mi dice:

- Lascia stare la tua auto, vieni con noi.

Mi accomodo sul sedile posteriore di un Suv lussuoso. Con mia scarsa sorpresa anche lei si accomoda dietro. Siedo composto mentre lui inizia a guidare, spiandoci dal retrovisore.

Un suo sguardo come un comando: lei si avvicina, io allargo le gambe. Mi libera una delle erezioni più potenti della mia vita, mi prende in mano e mi guarda negli occhi sorridendo, mentre comincia a masturbarmi.

Devo trattenermi, potrei sborsare in questo preciso istante. Ma non è quello che vogliono, vogliono che la monti dalla testa al culo fino a farla gridare. Mi trattengo, con una fatica inumana. Specie quando si china e parla: - adesso vengo a succhiarti, porco.

Avvolge la cappella tra le labbra e muove lenta la lingua sulla pelle e sul frenulo. Succhia appena il mio cazzo che cresce mentre continua a masturbarmi lentissima.

Poi scivola, lenta, guardandomi negli occhi con fatica, fino alla base mentre passa ad accarezzarmi i testicoli gonfi di voglie.

- Puoi massaggiarmi il buco del culo, se vuoi, le dico. So che la eccita ancora di più, saperlo, ma si rivolge a lui: - che ne dici del cazzo del tuo sottoposto, cornuto?

- Che ti farà godere come la troia che sei

Lui continua a guidare mentre lei fa scivolare saliva sulla cappella, ne insegue il percorso con la lingua fino alla pelle, prende la goccia sulla punta della lingua e la riporta in cima. E’ brava, fortuitamente brava.

- Arrivati. Fa lui con un cenno.

Ci ricomponiamo. Saliamo in casa. Dal vestito elegante il mio capo non può nascondere la sua, di erezione. La mia ho rinunciato a celarla.

Non starò a descrivervi la bella casa, arrivato a questo punto non credo vi interessi.

Ma posso descrivervi quella figa che comincio a leccare mentre Elena è ancora vestita, sollevandole il tubino, seduta di 3/4 sul divano.

Ha un ottimo sapore, mentre muovo la lingua dal perineo alla clitoride, lento, la assaggio, la succhio, la lecco. Geme.

- Non sarò un toy boy, ma sono un ottimo leccatore, dico ad entrambi mentre infilo due dita rivolte verso l’alto in quella magnifica troia di cui sto gustandomi gli umori.

Lui è seduto in poltrona, si è tirato il cazzo fuori dai pantaloni e si masturba guardando.

- Non fate caso a me, giocate pure, bambini

Geme e ansima, per le mie dita e la mia lingua. Mi rialzo, senza toglierle le dita dalla figa, e le porto il cazzo in bocca.

- Bagnalo per bene - e mi prende in mano
- Sì, ma dopo mi scopi, porco - fa lei
- Certo, troia. Devi godere - e mentre lo dico spingo forte il punto G liberandole il primo orgasmo feroce mentre le spezzo il respiro scopandole profondamente la bocca

Non è ancora quell’orgasmo potente che avrei potuto regalarle negandoglielo. Ma avevo voglia di sentirla gemere sul cazzo.

- Sei bravo, maiale - mi dice lei, ancora ansimando.

Non le dico nulla. La prendo, la faccio mettere a terra a quattro zampe, con il viso verso di lui che si gode la scena. E con il cazzo fradicio della sua saliva le penetro profondamente il culo.

- Ahia - grida, forte - stronzo, il culo mi fai
- E fa bene, dice lui mettendole tre dita in bocca

Comincio a scoparle il culo lento e ritmico, mentre lei gli succhia le dita: ha un buco magnifico, accogliente, che si allarga sotto ai miei colpi

- Vuoi lasciare da - ahia - sola - sì - la mia - figa?

Mentre lo dice la mia mano scende attorno al bacino, le massaggio la clitoride e le dico:

- La figa me la dai tu

Mi sdraio a terra: - Vieni, troia, prendilo in mano e guidalo tu. Sai cavalcare, no?

La sfida la fa impazzire. Mi guarda, sorride: - adesso ti faccio sborrare, enfant prodige.

Mi prende il cazzo in mano mentre guarda lui, ci gioca, io sorrido. Poi si mette a cavalcioni su di me e comincia a massaggiarsi la clitoride con il glande.

- Lo sai che posso farti morire anche io, vero?

Certo che lo so, penso, ma non voglio darle soddisfazione

- Ah, non rispondi? - Fa entrare solo il glande e comincia a roteare il bacino, lentissima.

Mi sembra letteralmente di impazzire, mentre il capo rivela la sua presenza con un piccolo gemito. Poi un colpo di tosse, e si alza in piedi, di fianco a lei, perfettamente vestito se si esclude il cazzo eretto fuori da pantaloni.

- Bagnalo, troia, che mi state eccitando troppo.
- Non te lo tocco, con lui qui, stasera - dice lei. Ma ride e gli sputa tre volte sulla capella - Segati, cornuto.

Lui esegue, sono sorpreso di quanto sia remissivo qui con lei e aggressivo in ufficio. Ma, come dicevo all’inizio di questo lungo racconto, capire il gioco del cuckold è da raffinati intenditori.

Ora mi sta cavalcando lenta, facendomi entrare e uscire ogni volta completamente. Lentissima. Mi invita a massaggiarle i seni, con lo sguardo. Mi alzo a morderle i capezzoli durissimi, grida e mi tira uno schiaffo in faccia. - Come ti permetti - ma già ride mentre accelera.

- Voglio farti sborrare dentro di me - dice mentre, accelerando, esplode in un secondo orgasmo, fradicio, su di me.
- Non sarai tu a decidere come farmi sborrare, troia - dico non sapendo dove trovo il coraggio. Ma mentre parlo il suo orgasmo si rafforza.

Fatico a rinunciare a quella soddisfazione che mi sta dando, ma la prendo e la metto sul tavolo. Gambe divaricate, caviglie sulla mia schiena, ora la monto forte. Voglio che goda ancora, prima di liberare quei coglioni che fanno quasi male tanto sono pieni.

La sto scopando forte, massaggiandole la clitoride e lei perde la testa ora, non controlla più il gioco, lo subisce.

- Sborrale sulla faccia, boss. Voglio vederla piena di sperma e aggiungere il mio.

Lui esegue, e la sensazione è potente per entrambi. Non la tocca e le sborra addosso una grande quantità di liquido caldo. Lei raggiunge con la lingua quello che può, mentre esplode ancora sulle mie gambe per i colpi che le fanno sentire il suono dei suoi umori.

Ma non posso resistere a lungo.

- Inginocchiati - le dico
- Devo pulirmi, mi guarda con un poco di sorriso e mi dice maliziosa.
- No, ma ora mi fai godere con la bocca

Mi ha leccato per una infinità di tempo. Voleva farmi soffrire prima di farmi godere. Inginocchiata a terra, schiena perfettamente dritta, seno in fuori. Quasi una posizione bdsm, mentre usa ora solo la lingua su cappella asta e frenulo. Senza mani. Il piacere monta fortissimo, non ho il coraggio di interromperla.
Mi parla.
- Sei bravo, sei stato bravo, se sarai ancora bravo potrai usarmi come vorrai. Ma non è facile domarmi - e mette la mano sul cazzo, accelera la masturbazione, mi porta quasi al punto di non ritorno. Salvo fermarsi per accogliermi completamente in bocca.

Mi sembra di impazzire, gemo, ansimo, voglio sborrare.

Lei ripete il gioco due, tre, quattro volte. Ha capito cosa mi fa impazzire e sono sono cazzi miei.

- Quanto ti piace avere quella troia del tuo capo che ti lecca così?
- Da morire, mi esce dalla bocca.

Ma sono vicinissimo. Quando sente che mi sto contraendo rallenta ancora e mi lecca feroce la cappella. Lo sa, sto per sborrare, e mentre il primo liquido pre-spermatico si affaccia sul buchino del glande, me lo avvolge tra le labbra. Ferma così, solo ti labbra e di lingua e di polpastrelli che mi accarezzano palle ed asta mi fa esplodere furioso nella sua bocca. Non riesco a contare i fiotti, quanto godo.

So solo che sono svuotato e che mi ha bevuto completamente. Con il viso ancora sporco della sborra del mio capo.

Non è semplice uscire da quel momento, non ho ricordi definiti. Ma abbiamo conversato piacevolmente, e stabilito che per un periodo sarei stato l’amante di lei. Con discrezione, ovvio.

- Ci vediamo domani in ufficio, dice lui riaccompagnandomi alla macchina. Nessun commento sulla moglie, solo un sms con il suo numero.

Ci saremmo rivisti, ancora.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Una piccola verità su cuck e bull (la moglie del capo):

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni