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Capire Dracula: il Racconto di Vlad


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
28.04.2018    |    4.547    |    0 7.4
"Pronta a tutto, capace di apprendere, modificare, insegnare..."
L’uomo era seduto in una sauna, calda, avvolgente, quasi stordente. Aveva attorno a sé un paio di singoli e due coppie. Come una sorta di racconto nudo attorno al fuoco. Aveva circa 50 anni, un corpo normale, quasi banale, ma uno sguardo ricco di carisma. Gli astanti ascoltavano, quasi rapiti da quella voce profonda, calda, strascicata dal calore intenso che si generava, tra i vapori e le nudità.

“Avevo circa 38 anni, quando ho capito il mito di Dracula, quello originale, di Bram Stoker, ripreso da Coppola nel film.

Sapete no? I romanzi horror sono un passo fondamentale nella formazione adolescenziale, come la cinefilia per chi ha pretese intellettuali. Quanto ero pretenzioso da ragazzino. E pensavo di averlo capito, il mito di Dracula. La sensualità del vampiro, il morso come possesso, la conoscenza millenaria di creature non morte né viventi.
Ma solo intorno al guado dei 35, quando il mezzo del cammin di nostra vita era passato, ho cominciato a sentire e comprendere diversamente le cose. Solo con la maturità ho cominciato a percepire completamente desiderio e piacere.
E quel mito, è il mito che porta un uomo maturo, sì, a 38 anni io ero già completamente maturo, a inseguire ragazzine e ventenni. 
La freschezza della pelle, la voglia di godere, continuamente.
Quelle labbra che si avvolgono alla tua cappella e gli occhi che ti guardano tra la sfida e la paura, labbra di ventenne sconosciuta che vuole impressionarti, che cerca dominanza e saggezza.
Dracula.
Possedere la giovinezze a lungo, nutrirsi degli umori di una donna che sta cercando la propria identità, che cerca conoscenza.
Come Gary Oldman morde Winona Ryder, le trasmette conoscenza e senso della perversione, peccati originali da ripetersi di continuo.

La ventenne che si contorce mentre eserciti le tue perversioni apprese in anni di esperienza, la ventenne calda nel tuo letto. Prima della rivelazione non avevo capito cosa cercassero da me. Ma dopo averlo capito, furono, come demoni, legione.”

La forza della dialettica teneva il gruppo attaccato alle sue parole, veritieri e meno. La donna più intraprendente di una delle due coppie stava cominciando a sfiorarti appena la clitoride, ascoltando. Era un modo per sfidare l’uomo, più vecchio di lei, alla distrazione.

“Gli umori bevuti dal corpo di una ventenne ti ringiovaniscono, come conversare dopo gli orgasmi. Squarci di una vita che inizia a non esserci più, ed eppure è sempre più presente.
Mordere il collo, infilare i canini fino al sangue è come prendere e dominare una ragazza che insegue conoscenza e piacere, che non può avere dai corpi atletici che accompagnano le giornate normali. Non tutte le ragazze sono pronte, non tutte sono adatte.
È l’incontro tra diverse inquietudini, a genere il mito del vampiro.
L’inquietudine dell’esperto, che sente l’età passare, ma le cui erezioni sono sempre più frequenti, che ha bisogno di bocche e mani esperte, molto esperte per godere e di corpi freschi, menti aperte, elisir di eterna giovinezza è l’umore di una vergine.”

La donna della coppia ha preso letteralmente in bocca il cazzo del narratore, che si ingrossa. Lui non fa una piega, e continua, ma è inevitabilmente eccitato.

“Il vampiro contemporaneo non è un predatore. Quelle sono pallide imitazioni. Per godere davvero del corpo di una ventenne, della sua mente, bisogna avere passioni raffinate. Sapere che la conoscenza passa dalla dominazione, dal legarla per darle modo di essere libera. Dal controllare i suoi orgasmi con la punta della lingua, per farle capire che non serve la scena, ma la sostanza del piacere.
Insegnarle come si masturba un uomo vero, alternando il ritmo, giocando con il corpo e con la mente, spiegando la biologia e la psicologia del Vampiro. 
Il Vampiro che improvvisamente decide di fotterle la bocca fino alla gola, per insegnarle che si accelera e si rallenta, che potrebbe avere il potere, ma ancora non sa completamente usarlo”.

E su queste parole la donna ingoia completamente il suo cazzo ormai durissimo, mentre l’altra lei è tra le sue gambe e le lecca un fica che dire fradicia è dire poco. Gli uomini sono ammirati dalla scena, la luce sembra quasi calare sul vampiro 50enne che sta facendo bagnare le loro donne. Anche i singoli sono tranquilli tanto la scena è tesa e rischia di rompersi con niente.

“Mordere un collo fino a lasciarne i segni di possesso, questo vuole la vera adepta. Godere e bagnare la casa del vampiro, per ore, per provare a tenere vicino qualcosa di impossibile. E lui vuole che non lo scordino, che non scordino come l’uccello scivola nei loro corpi tesi e attenti ad ogni desiderio, ad ogni variazione, ad ogni scossa di una piacere che non è solo fisico e diventa anche mentale. È la scoperta del piacere assoluto, quello che il vampiro dona.
In cambio richiede l’innocenza, il sangue, la vita.”

La donna che lo tiene in bocca vuole distrarlo. Continua a succhiarlo mentre con le mani sta giocando con l’erezione dei due singoli, e l’altra lei continua a leccarla. I due mariti leccano questa, uno sul culo e uno sulla figa. Certamente la vogliono preparare per una doppia. Ma hanno tutti il desiderio che il racconto del vampiro continui.

“E prima o poi arriva l’ancella prediletta. La grande vergine, la grande troia. Pronta a tutto, capace di apprendere, modificare, insegnare. La perfetta complice sedotta prima con la mente, poi con lo sperma, prima con le fantasie, poi con la lingua, testa, corpo, peccato, santità”.

Forse sta sragionando un po’ tra la bocca che lo stimola senza pietà, giocando di accelerazioni e rallentamenti e la scena che le sue parole hanno creato, una scena di gemiti intensi, due uomini che fottono una donna in culo e in figa, questa donna che lecca l’altra, impegnata con tre uccelli. 
I due singoli stanno per venire, lei li fa godere sui seni, schizzi potenti di sperma le bagnano seni prosperosi mentre lo sguardo è rapito dal narratore.

“E quando la trovi, l’ancella perfetta, dal corpo liscio che sa tremare di orgasmi, il vampiro può trovare pace nel peccato continuo.
La feci godere per molto tempo, le insegnai a far godere gli uomini. Le insegnai ad essere la mia ancella, pronta a tutto per me, e la sadica dominatrice mentale o fisica delle altre donne, degli altri uomini”.

Il piacere si sta diffondendo e gli orgasmi piovono, i due uomini sulla donna, le due donne perse tra lingue e uccelli.

E una visione. Un corpo perfetto, liscio, una donna poco più che trentenne si avvicina al gruppo, a passo lentissimo.

“Vlad, ancora con i tuoi racconti?” Sorride. È una ninfa irreale. Uno sguardo di fuoco e ghiaccio, un rivolo di sperma sul labbro e sul capezzolo.

Il vampiro si rivolte a lei:

“Ti sei divertita, Mina? Ti guardavo con la coda dell’occhio. Buono il seme di quegli umani?”

“Mai quanto il tuo Vlad. E questa bocca? È meglio della mia?”

“Non si fanno queste domande al tuo ancestrale, Mina. Lo sai”

Gli altri sono attoniti, e guardano Mina, l’ancella, sottrarre il cazzo del suo uomo alla bocca di quella sconosciuta.
La sconosciuta resta a bocca aperta.
Mina regge il cazzo dell’uomo, con la mano, sulla bocca dell’altra.
“Però ti ha fatto eccitare, questa”.
“E tu ora mi farai godere”.

Parla Mina, rivolta alla donna: “Ora preparati. Solo il mio corpo può far godere il mio vampiro. Solo le mie mani e la mia bocca. Ora avrai il privilegio di assaggiare il suo sperma, ma non ingoiarlo”.

Mina masturba Vlad, con una mano e un polso che in pochi colpi, mentre lo guarda negli occhi e si china per sussurrargli qualcosa all’orecchio, lo fa esplodere nella bocca dell’estranea. Il vampiro geme, guardandola.

Mina ora si china verso la donna. Al suo orecchio:

“Lo sperma del mio uomo è mio, come il mio sangue e i miei umori sono suoi”.

E mentre Vlad sfiora la figa bagnata di Mina, Mina si fa versare lo sperma dalla bocca dell’estranea alla propria, baciandola con una dolcezza talmente estrema che sembra fuori luogo a un non adepto, a qualcuno che non capisce la dolcezza della lussuria estrema.

Mina guarda Vlad, con la bocca piena di sperma e saliva. Ingoia visibilmente, per farlo vedere a tutto il gruppo.

“Andiamo ora, vampiro, hai rinfrescato il tuo mito, non ti dimenticheranno, non mi dimenticheranno”.

Escono dalla sauna, che per fortuna era stata spenta a metà di quel racconto che aveva sostituito il calore artificiale, lasciando umori e gemiti dominare la scena.

Già, non li dimenticheranno, come Vlad non ha dimenticato nessuna delle ancelle abbandonate nel suo percorso verso la conoscenza del peccato, verso la vita eterna. Ricorderanno i suoi insegnamenti e i suoi denti, gli orgasmi dati e ricevuti, la caduta nel peccato e il desiderio di restarvi, di sprofondare.

Finché siamo umani, resteremo vampiri, godendo gli uni degli altri. Ma solo gli iniziati possono afferrare il piacere più pieno. Ora lo sanno anche le due coppie e i due singoli, svuotati di sangue, sperma, umori, come tanti, come tutti quando incontrano il Vampiro.

Il sussurro che ha fatto godere Vlad, sarà il racconto dell’ancella, il racconto di Mina.
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