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Hotwife after quarantine


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
02.05.2020    |    7.988    |    7 9.7
"Mentre lo dice gode e schizza, a beneficio di entrambi..."
Una breve conversazione in chat, partendo dal sito.
Sono vicini, molto.
Pochi chilometri mi separano dalla prima coppia che mi ha contattato post-epidemia.

Una sorpresa, ma il divieto di oltrepassare il comune forse gioca a mio favore.

Pantalone elegante, camicia scura, scarpa nera.
Niente boxer, mi ha detto al telefono che vuole la pelle.

Suono al campanello, mi apre. Una donna, finalmente. Dopo mesi di astinenza, il cazzo già si smuove a sentirne il profumo.

Vestaglietta leggera, a contornare la pelle ambrata. Un caschetto di capelli neri, labbra infuocate, pelle pallida.
Non riesco a non notare il seno, gonfio, i capezzoli che spuntano dal tessuto trasparente.

“Vieni, ci aspetta di là” e mi prende per mano.

La casa è buia, ma profumata. Per fortuna, alcuni incontri sono stati proprio da dimenticare.

Le guardo il culo, mentre mi accompagna. Lo ondeggia, senza eccedere. Una donna, una di quelle che quando mi prendono in mano sanno toccare così bene che possono decidere quando farti sborrare.

Ho la testa invasa da fantasie e pensieri, troppi giorni senza esplodere.
Mi sono masturbato ieri, esplodendo schizzi densi e bollenti per nessuno. Spero di resistere.

Raggiungiamo la camera. Faccio un cenno verso il marito, ma lei mi ferma.
“Lascialo stare, per ora. Fai come fossimo io e te, e basta. Tanto la voglia non ti manca, vero?”.

Animali, questi giorni di astinenza da fantasie, giochi, sesso e potere, orge ci hanno trasformati in animali. Ho il cazzo che già scoppia nei pantaloni.

Siamo in piedi, inizia a ballarmi piano davanti, il marito ha fatto partire la musica che avevo comunicato loro, in qualche modo. Sono esigente, anche in quello. La mia playlist per i suoi orgasmi.

Balla, è calda, sexy, sento la pelle su cui è stata cosparsa crema, probabilmente da lui, per prepararla a me.

Lo vedo, con la coda dell’occhio, abbassarsi i pantaloni su un cazzo ancora moscio. Il mio è di marmo. Per un attimo mi chiedo se non sia più uomo lui, a godersi il racconto, di quanto sia io, con il cazzo che trema di voglia per sua moglie, che ora mi gira attorno, ben attenta a far notare al marito la mano che sfiora i pantaloni gonfi.

“Sei proprio femmina” le dico all’orecchio, ancora in piedi ma molto più vicini. Il suo profumo mi arriva dritto al cervello.
“Puoi chiamarmi troia, è quello che sono, ora”.
Mi sbottona la camicia, lenta, mentre la mano continua ad accarezzarmi sopra al tessuto. mentre sbottona l’ultimo, in basso, con i polpastrelli mi scappella, ancora dentro ai pantaloni.
“Capisci perché non volevo l’intimo attorno al tuo cazzo?”.
L’uccello freme costretto dal lino e dalle sue dita, mentre scivola in basso e finalmente inizia a sbottonarmi i pantaloni, lenta, e quando abbassa la zip il cazzo sbatte sulla sua faccia, troppo duro per trattenersi.

Mi prende letteralmente per il cazzo e ci avviciniamo al marito. Nessuno dice nulla nella penombra della stanza.

Ha la mano ferma sul cazzo durissimo e appoggia e spinge il pollice contro il frenulo mentre con l’altra mano inizia a massaggiarmi i coglioni gonfi.
“Due mesi di quarantena, quante volte di sarai segato?”.
“Diverse, sai? Un paio di volte ho sborrato sui vostri video”.
“Ah sì?” Inizia a muovere la mano, guarda il marito, poi di nuovo me. “Ma io voglio che tu resista, porco”.

E’ difficile, non impossibile. Avvolge la cappella ora, con bocca e lingua, mi bagna davvero tanto, mentre allunga la mano e accarezza il cazzo del marito, barzotto.

Prende il mio, duro, curvo, rivolto verso l’alto, lo ammira: “Un cazzo da punto g” non è la prima volta che me lo dicono, che lo provano. “Ma è anche buono da mangiare”. E lo fa scivolare tutto nella bocca. Lo tira fuori, fradicio, senza un conato. Mi sento sempre più arrapato, con sempre meno controllo.

Si mette tra le cosce aperte del marito, col cazzo tra nuca e guancia.

“Fottimi la bocca”.

Non me lo faccio ripetere. Mi avvicino, vedo gli occhi del marito completamente eccitati, mentre inizio a scoparle letteralmente la bocca. Profondo e superficiale, le sto facendo assaggiare quello che avrà la sua figa.

Le menti arrapate sono telepatiche, e mentre lo penso lei inizia a masturbarsi a mio esclusivo beneficio e geme con la bocca completamente piena di un cazzo che non ricordo essere mai stato così duro, così grosso.

Siamo invasi dalla sua saliva, il cazzo svetta, lei mi afferra e ora mi sega lenta ma decisa, percorrendo tutta la lunghezza dell’asta con una mano, sfidandomi a guardarle l’altra, occupata nel masturbarsi clitoride e labbra, nell’allargarsi la figa fradicia.

“Mi hai descritto la tua lingua, prima, ora la voglio” e si siede sul marito, lasciandoli cazzo e palle schiacciate dalla schiena. “Prendila”.

Non me lo faccio ripetere, mentre continuo a pensarci animali.

Ha un sapore magnifico, sono 60 giorni che sogno il sapore della figa.

Inizio lento, gioco col ritmo, con suo fiato.

“Dio che lingua che ha questo, cornuto, non mentiva”.

La clitoride risponde ai miei tocchi, le mie dita accompagnano la lingua, giocano, sfiorano, penetrano.

E’ così bagnata che mi assorbe, mi stringe la testa con le cosce forti, affusolate, e sfiora il cazzo con i piedi. “Sei un maiale, lo sai vero?” E non so se stia parlando a me o a lui mentre la scopo con le dita sul punto g e grida.

“Eh no, cazzo, non godo prima di te. Vieni da 60 giorni senza figa, no?” E ride un po’ mentre non le lascio tregua, salvo, poi, fermarmi all’improvviso. “Ahh cazzo, stronzo. Me lo fai volere e ti fermi” Si alza in piedi e si inginocchia ancora succhiandomi l’uccello come avesse la figa al posto della bocca.

Mi sta facendo morire.

Potrei sborrarle in bocca ora.

Lo sa.

Si ferma. Avvolge sono la cappella, picchia il frenulo con la punta della lingua, rallentando fino a fermarmi. Poi inizia a parlare sulla cappella: “Pensavi che ti facessi godere ora? Senza farmi scopare?”.

Le sue parole sono balsamo per l’animale che sta per uscire, che esce.

La prendo di forza, la metto a pecora e le spingo la testa sul cazzo del marito, ormai duro quanto il mio.

Le scivola in bocca fino in gola. Le tengo il collo, forte, la testa schiacciata sul cazzo ma poi assecondo i suoi movimenti, vuole scoparsi con la bocca quel cazzo, ora. La sua voglia è pari alla mia, penso, mentre infilo il preservativo con una mano e inizio a fotterla forte nella figa.

Velluto, letteralmente velluto fradicio mentre geme col cazzo in bocca.

“Cazzo si fottimi” grida forte, il mio cazzo è sempre più grosso e non resiste a quella rosa offerta dal bacino che si piega.

La inculo. Di colpo. Così brutale ero stato solo con una compagna, dopo mille rapporti.

Con questa moglie sconosciuta mi viene naturale. La inculo e le fotto il culo incurante delle sue grida. O meglio, con le sue grida che mi trasformano il cazzo e lo gonfiano, quasi da volerle esplodere ora in quel culo stretto che mi stritola e continua a muoversi per accogliermi sempre più profondamente.

Non ricordo, non capisco più nulla. La fotto, la scopo, furioso, le strizzo i capezzoli, siamo completamente bagnati di lei, entrambi.

Geme ancora lui, vicinissimo a godere. “Fallo sborrare, troia” le dico e lei lo prende in mano e accelera moltissimo, furiosa, guardandomi nell’esatto momento in cui fa esplodere il marito. Lo accompagna nell’orgasmo gridato da lui, e si cosparge il volto di sperma, giocandoci, assaggiandolo, mentre ancora il mio uccello freme nel suo culo.

“Che buona, ma son 60 giorni della stessa pasta”.
“Mettiti comodo” mi dice indicandomi il letto.

Eseguo, rapito dalla donna.

Mi sdraio. Lei dà il culo a pecora completamente fradicio e aperto allo sguardo del marito e inizia a masturbarmi e leccarmi lenta, profonda, mi accompagna, capisce il mio piacere dal gioco del mio respiro.

Accelera, scopre, ritrae, spinge e prende completamente il cazzo in bocca, mentre si bagna le dita nella figa e inizia a sfiorarmi anche il buco del culo.

“Ora ti voglio, maiale”. Manca pochissimo.

Lecca il frenulo, e accelera mentre infila prima un dito e poi due nel mio ano. E’ così brava, decisa e bagnata, spinge e lecca e non basta più trattenersi perché lo schizzo anticipa il mio orgasmo e la bagna e poi ruggisce il piacere esplodo in un grido e le inondo bocca e faccia in fiotti densi e bollenti accumulati in 60 giorni di quarantena.

Beve tutto, esibendosi per me con la mano sulla figa e godendo ora sul mio corpo.

Mi tocca ancora.

“Ora mi masturbo per voi, porci, per entrambi. Poi vi segherò, fino a farvi tornare duri. Vi sdraierete, gambe aperte, con il cazzo dell’uno contro quello dell’altro, duri. Vi voglio, entrambi, in questa figa”.

Mentre lo dice gode e schizza, a beneficio di entrambi. Sento già il cazzo muoversi, nonostante sia ancora sporco di sborra. Sarà una lunga giornata.


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