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la fiamma del peccato (double indemnity)


di Isaac
15.07.2013    |    4.671    |    0 8.3
"Ad un pompino ben fatto difficilmente si resiste a lungo, in capo a pochi minuti si irrigidì, inarcandosi sulla schiena, e mi riempì la bocca di seme, con..."
Dopo anni di corte assidua ma infruttuosa m'ero rassegnato a dover dichiarare chiusi i giochi, consolidando una perdita di tempo e di energie che al solo pensarci mi faceva montare una rabbia d'intensità superiore al trasporto amoroso che ancora provavo per lei.
Negli anni ci eravamo avvicinati al punto da essere divenuti la barzelletta dell'ufficio, stavamo sempre assieme, pranzavamo assieme, chiacchieravamo fitto fitto e chattavamo via messenger dall'una scrivania all'altra quando non parlavamo. Il lavoro ne risentiva, ma chi se ne importava, lei era così bella ...
Bella e dolente, frustrata dall'anaffettività di quel marito in carriera che s'era scelta, un bel partito rivelatosi egoista, prevaricatore ed in ultimo anche pervertito, visti i tentativi d'una coppia di amici di lui, di introdurre discorsi d'una vicinanza inappropriata che alludevano ad una qualche partouze (ma lei, con la schiettezza delle figlie di Maria cui apparteneva convintamente, parlava di "orgia"). Nulla di ciò era mai avvenuto, lei aveva rescisso ogni frequentazione e protestato vibratamente col marito quando aveva scoperto d'essere perdinata dal marito di quella equivoca coppia, amico e sodale di lui.
Così tutto era cessato, sebbene di quelle situazioni lei non avesse mai trovato il coraggio di parlare con la coppia di terapisti ... di coppia che li seguivano nel tentativo di recuperare un rapporto che, col senno di poi, non c'era mai stato, come aveva realizzato amaramente.
Ai terapisti non ne parlava, ma a me si, ed io m'indignavo all'idea di quel corpo scultoreo conteso tra due satiri desiderosi solo di insozzarla, in preda ad una qualche forma di gelosia immaginifica.
Ma tutte queste confidenze, queste emozioni, andavano diradandosi man mano che realizzavo d'essermi avvitato in una storia senza sbocchi, del tutto disincarnata, dove la mia tensione amorosa soddisfaceva certi suoi bisogni affettivi ed autogratificatori ma non trovava alcun tipo di sfogo a causa della tetragona morale religiosa di lei. Il culmine si raggiunse quella volta che mi disse qualcosa del tipo che in un'altra vita saremmo stati per sempre uniti, ma senza sesso, come puri spiriti ... lo diceva sgranando gli occhi da dietro le spesse lenti ed in quel momento capii che era in preda ad una sua quieta forma di follia.
S'era avvicinata alla religione da alcuni anni, alla fine di quella che era stata la grande storia d'amore della sua vita ed insomma, anche con lei come in tante altre circostanze, ero arrivato troppo tardi, d'una decina d'anni circa ...
Così mi licenziai, senza dirle nulla, e senza dirlo a nessun altro che al titolare cui avevo chiesto di mantenere riservata la cosa; durante il periodo di preavviso dissimulai il distacco che stavo operando da lei fingendomi sempre impegnato e rendendomi così petulante e noioso dal farla desistere d'approcciarmi in continuazione.
Finché venne il giorno in cui sparii, dalla sera alla mattina; il mio indirizzo di casa lei non l'aveva mai saputo (e, del resto, non aveva mai voluto ci frequentassimo fuori dal lavoro ...), il cellulare lo cambiai proprio per rendermi irreperibile, l'account messenger lo chiusi e con esso la mail personale che avevo usato sino ad allora.
Cambiata vita, dopo qualche mese mi iscrissi in palestra, per rimettermi in forma e fare un po' di vita sociale.
Cominciai a frequentarla assiduamente ed ebbi qualche storiella, il nuovo lavoro andava bene ed insomma, stavo meglio di prima e non pensavo quasi mai alla madonnina infilzata che m'ero lasciato alle spalle.
Una sera, come la altre, dopo l'allenamento andai in sauna; a causa d'una partita c'erano poche persone ed in sauna una soltanto, un mio coetaneo alto e prestante che avevo preso l'abitudine di salutare dato che ci si incrociava spesso; quella sera cominciammo a chiacchierare dato che, circostanzialmente, avevamo scoperto essere del tutto disinteressati al calcio; scoprii un conversatore brillante ed arguto ed anch'io dovetti piacergli perché le sere successive riprendemmo la conversazione sino ad un'altra partita ancora che ci rivide soli in sauna.
Ormai sapevamo diverse cose l'uno dell'altro, sebbene non potessimo dirci intimi, ed insomma, il discorso cadde sulle donne, una cosa grossolana, tra uomini ... scoprimmo così che in quella palestra più d'una s'era concessa ad entrambi e di una seppi che non disdegnava di cimentarsi con due amanti contemporaneamente.
La cosa accese la mia fantasia, non avevo mai vissuta una situazione del genere, così gli chiesi di raccontarmene in dettaglio e lui non si lasciò pregare. Racconto intrigante, ricco di dettagli boccaceschi, che eccitò sia me che lui, come dimostrava il rigonfiamento dei nostri costumi da bagno. quando ce ne rendemmo conto restammo imbarazzati, ridacchiando nervosamente e cercando di coprirci cogli asciugamani ma ormai il danno era fatto: tra di noi cadde il silenzio e certi pensieri, non del tutto inaspettati ma che pensavo relegati a certe esperienze di campeggio di venti e più anni prima, mi stavano attraversando la testa, contribuendo ad inturgidirmi ancor di più.
Il bello è che una cosa analoga stava accadendo al mio amico, ci guardammo negli occhi e, dopo una specie di segno d'assenso schiudemmo gli asciugamani mettendo alla luce le due nature scalpitanti ancora intrappolate dai costumi. Ebbi quasi un trasalimento: ero dinanzi ad un superdotato, come quelli che si vedono in certi film, mentre io, che pure non ho mai dato adito alle signore di lamentarsi non mi discosto dall'aurea mediocritas.
Questa constatazione stabilii una sorta di gerarchia tra di noi e così capii che dovevo essere io a ... che poi, caso mai ... ma la sauna non era il posto adatto, sebbene in tutta la palestra sospettavo ci fossimo noi due soltanto; il bagno turco, coi suoi densi vapori e la forma ad "L" che consentiva di appartarsi di modo da non essere immediatamente scorti da chi entrasse, si prestava decisamente meglio allo scopo. Così uscimmo, ci docciammo prima della reazione eppoi, tonificati, entrammo nel bagno a vapore, del tutto vuoto, accomodandoci dietro l'angolo.
Lui si sedette ed io mi inginocchiai dinanzi a lui, si sfilò il costume ed io mi ritrovai a pochi centimetri dal volto quel cazzo davvero ragguardevole, col glande già del tutto scoperto.
Vent'anni prima avevo vissuta un'esperienza analoga con un giovanotto tedesco ed efebico, in quel campeggio corso, e non m'era dispiaciuto affatto, ma dopo un paio di notti, in cui c'eravamo scambiati i favori ed anche i deretani nella pineta, all'insaputa delle nostre fidanzate addormentate nelle tende, avevamo preso direzioni di viaggio diverse, e non essendovi allora né internet, né cellulari, né la volontà di rivederci ... così non era successo mai più, l'esperienza omo l'avevo vissuta come un divertissement archiviato nella memoria e solo sporadicamente m'ero masturbato al ricordo di quelle notti, senza cercare mai più di riviverle.
Adesso il passato era ritornato, e di dimensioni decisamente più generose, schiusi la bocca e mi gustai quel nodoso ed arcuato bastone che mi riempì del tutto la bocca. Lui non fece e non disse praticamente nulla, di tanto in tanto per riprendere fiato mi staccavo da tutto quel ben di dio per rimirarlo adorante ed incredulo e per leccargli i sodi e grandi testicoli, poi riprendevo, stantuffando e succhiando con abnegazione, stando ben attento a non infastidirlo coi denti.
Ad un pompino ben fatto difficilmente si resiste a lungo, in capo a pochi minuti si irrigidì, inarcandosi sulla schiena, e mi riempì la bocca di seme, con entrambe le mani a stringere la base perseguii l'opera sino a farlo scaricare tutto e solo allora deglutii voluttuosamente godendomi quel sapore che non provavo da tanto tempo ... con l'asta ancora sussultante ma in divenire detumescente la mia lingua e le mie labbra lo pulìrono delicatamente ma accuratamente, sino a che il glande, il prepuzio, l'asta e tutto il resto non furono perfettamente liberati da ogni traccia di viscidume, solo bagnati come appena lavati.
Subito dopo il coito lui s'era preso il viso tra le mani, gemendo e sussultando mentre lo nettavo a perfezione, rialzando gli occhi credetti di vedere attraverso il vapore il suo sorriso imbarazzato. Mi confessò essere la sua prima volta con un uomo e che mai un pompino l'aveva ridotto in quello stato ... capii che non era in grado di proseguire o contraccambiare, sconvolto com'era, ed un po' lo ero anch'io, visto che sino a mezz'ora prima nulla avrebbe lasciato presagire sviluppi del genere.
M'accomodai accanto a lui e riprendemmo, dapprima impacciatamente, poi con naturalezza, a chiacchierare disimpegnatamente del più e del meno, in quel momento entrò una ragazza che s'accomodò sulla seduta di fronte alla nostra, senza nulla vedere o capire di quanto successo appena pochi minuti prima; l'essenza profumata, poi, aveva coperto gli afrori di quell'amplesso ed insomma, tutto era tornato nell'ottica d'una scontata normalità.
Uscimmo dal bagno turco, andammo in doccia, poi ci ritrovammo negli spogliatoi ed uscimmo dalla palestra da quei due amiconi che eravamo diventati, stavo per salutarlo quando mi sorprese con un invito a cena per la sera successiva. Lo sapevo sposato, così realizzai, non so se con delusione o con sollievo, che la cena a nulla avrebbe preluso se non ad una piacevole serata tra amici. Accettai, naturalmente e finalmente ci congedammo.
L'indomani sera arrivai puntuale all'indirizzo che m'aveva dato, una bottiglia di liquore in mano ed un po' di batticuore, scampanellai una volta, poi dopo una ventina di secondi un'altra, pochi istanti dopo sentii l'armeggiare della serratura ed infine la porta schiudersi con fatale lentezza su di una bella e stupefatta signora, dal corpo scultoreo e dallo sguardo sgranato dietro le spesse lenti ...
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