Racconti Erotici > trans > Milano, via Novara
trans

Milano, via Novara


di Isaac
28.04.2014    |    19.490    |    1 8.3
"La mia nuova amica sembrava apprezzare, con una mano curatissima ancorché indubbiamente grande, cominciò ad accarezzarmi la nuca, a passarmi le dita tra i..."
Ai milanesi è una location ben nota, da decenni vi battono trans e travestiti di tutti i tipi, da quelle francamente orrende o, perlomeno, inverosimili, a quelle davvero notevoli, vuoi per le delicatezza dei lineamenti, vuoi per l'importanza della dotazione.
Da ultimo aveva fatto la sua comparsa una bellezza più sfrontata delle altre, alta, longilinea, con un viso, ahimè, fortemente connotato (mascella volitiva, labbra sottili, naso adunco, orbite pronunciate) ma con un membro davvero succulento, che esibiva sfrontatamente sedendo a gambe aperte alla pensilina dell'autobus e carezzandoselo di tanto in tanto.
La prima volta che la vidi, da lontano, rallentai per quanto il traffico me lo consentisse e, passandole davanti, quasi mi mancò il fiato per lo spettacolo; dovetti assumere un'aria stupefatta perché ebbi il tempo di vederla sorridere, ma proseguii, memore d'una brutta sorpresa di qualche anno prima: un'altra che m'aveva ingolosito in forza delle dimensioni eccezionali che poi scoprii essere dovute ad una protesi. Quando le contestati la circostanza, garbatamente che non sono tipo da lasciarmi andare a manifestazioni esacerbate di scontento, si irritò parecchio e con una sgradevole voce baritonale cominciò ad insultarmi e a minacciarmi, pretendendo le dessi tutto il denaro che avevo nel portafogli oltre quello che le avevo dato prima che desse inizio alla insoddisfacente prestazione (mi inculò senza alcuno sforzo e dopo un po' mi dichiarai "soddisfatto", pregandola di smettere); per fortuna avevo messo il veicolo in moto e, cercando di rabbonirla con moine e tentennamenti, puntai verso il commissariato di polizia dinanzi al quale mi fermai, Gli insulti si fecero parossistici ma scese dall'auto senza concretizzare alcuna delle orrende minacce che, essendo assai poco femminile e piuttosto nerboruta, m'avevano inquietato per davvero.
Insomma, il cazzo fenomenale della nuova arrivata lo associavo al rischio d'una disavventura analoga e così, nei giorni successivi, ancora rallentai ed indugiai, scrutando l'inguine del nuovo acquisto sia perché ingolosito, sia perché volevo valutarne la concretezza effettiva. Ogni volta mi sorrideva ed ogni volta traevo la convinzione che no, doveva essere tutto vero: la luminosità buona, la distanza limitata, l'aspetto più che verosimile ... ebbi modo di apprezzare altri dettagli: il ventre piatto e glabro, i testicoli alti e sodi, depilati anch'essi, le cosce tornite ed inguainate dentro a delle eleganti autoreggenti nere.
Man mano che passavano i giorni anche il viso m'appariva più aggraziato, evidentemente mi stavo abituando all'idea e, del resto, il trucco pesante ma ben dato e la folta capigliatura, posticcia ma non dozzinale, contribuivano ad ingentilire quel volto sempre sorridente e dalla dentatura perfetta.
Finii così, un giorno ch'ero più stanco degli altri (la stanchezza mi disinibisce, ahimè) col fermarmi e col chiederle del prezzo; peraltro avevo ben chiaro che cosa volevo: succhiare, senza perder tempo e senza digressioni per altri pertugi, che mi sapevo non in ordine né fresco di doccia.
Dalla voce capii che era straniera (ovviamente) ma non sudamericana, anglofona piuttosto, concordammo sulla cifra (non negozio mai, del resto), parcheggiai l'auto (un po' troppo in evidenza per i miei gusti) e la seguii per un sentierino appena accennato, tra l'erba alta e gli alberi, sino ad una specie di gazebo acconciato tendendo dei teli tra le betulle.
Era d'una spanna abbondante più alta di me, magra e dinoccolata, la voce impostata, gentile ed educata, le diedi il pattuito e mi inginocchiai dinanzi a lei; le reciproche altezze si sposavano a perfezione: il suo membro semi-inturgidito mi dondolava dinanzi agli occhi nella sua imponenza, ebbi ancora modo di apprezzare il ventre piatto, l'ombelico perfetto, la pelle candida ed il profumo inebriante che ha il cazzo quand'è pronto alla pugna ma ben pulito, con un sentore di salvietta all'aloe vera; rivolsi un'occhiata grata e compiaciuta dal basso verso l'alto, cortesemente ricambiata da un sorriso che mi parve splendido, ed avvicinai il viso a quel ben di dio, strofinandomelo sul naso, sulle gote, sulle labbra socchiuse, baciando e leccando i testicoli sino a farlo inturgidire del tutto, sino a farlo svettare nella sua imponenza sussultante dinanzi alla mia bocca socchiusa.
Allora lo presi e cominciai l'esperta opera bocchinara di cui mi piace considerarmi esperto; cautamente cercai di spingerlo per quanto possibile in bocca, sin quasi al velopendulo ma, conscio delle mie possibilità, non esagerai, arretrando prudentemente al primo accenno di fastidio, presi un bell'andante, che rallentavo ed interrompevo di tanto in tanto, vuoi per prendere fiato, vuoi per ammirare qual prodigio della natura imperlato della mia saliva.
La mia nuova amica sembrava apprezzare, con una mano curatissima ancorché indubbiamente grande, cominciò ad accarezzarmi la nuca, a passarmi le dita tra i capelli che ho ancora folti, a sussurrarmi complimenti leziosi, sembrava non avesse alcuna fretta ma cominciavo ad averla io: l'auto così esposta avrebbe sicuramente attirata l'attenzione d'una pattuglia che fosse passata di la (e ne passano tante, purtroppo) ed io avevo il desiderio viscerale di raccogliere l'effusione del piacere nella mia bocca, di assaporare il gusto albuminoso dello sperma, di avvertire il fremere orgasmico del maschio. Così fu, da li a poco si irrigidì in una posa inarcata e rovesciando la testa all'indietro mentre profferiva un elegante ed arrochito "my god!", sentii un quasi impercettibile flotto di seme sul palato e sulla lingua, poi il tenue ma persistente ed inconfondibile sapore che custodii con voluttà nella bocca prima di deglutire ingordamente; ancora cercai per qualche secondo di stillare qualche goccia di linfa succhiando avidamente ma ormai il frutto era spremuto del tutto e così languidamente rallentai sino ad estrarre l'esausto e, finalmente moscio, bastone dalla mia bocca rovente, diedi qualche bacino ancora tutt'intorno e mi rialzai in piedi.
Ci salutammo affettuosamente, la ringraziai del dono, sebbene in cuor mio avessi sperato in una quantità di seme più consistente ma, evidentemente non ero stato il primo, né il secondo o il terzo, quel giorno, le sfiorai le guance con baci accennati e riguadagnai, quasi di corsa, l'automobile.
Malauguratamente non le avevo chiesto nulla e, segnatamente, a che ora arrivasse lì, di modo da farmi trovare e fruire per primo di tanta grazia, ma il suo sapore m'accompagnò sino a casa e, quella sera, mi guardai bene dal lavarmi i denti.
Ripasso spesso per via Novara, almeno tre volte a settimana, ma non l'ho più ritrovata ...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Milano, via Novara:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni