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Lui & Lei

La cascina


di mezzasuora
04.11.2011    |    47.368    |    2 8.5
"Silvio riempì di nuovo il clistere, le sfilò il vibratore e le riempì ulteriormente l’intestino di acqua..."
Ludovica aveva incontrato Silvio, il suo vicino di casa, mentre era in giro con la bicicletta a tentar di smaltire la cellulite.
Lui era fuori dalla stalla dove teneva una trentina di vacche da latte. Aveva guardato Ludovica, le aveva sorriso e le aveva chiesto, gentilmente:
“Ciao Ludovica, ti va di vedere il mio vitellino appena nato?”
Ludovica non se l’era fatto ripetere due volte ed era entrata nella stalla. Nel tanfo degli escrementi delle vacche, tra paglia, code e zampe aveva visto, e un lampo di amore e tenerezza l’aveva accecata, una dolce creatura che a mala pena si reggeva sulle zampe e che succhiava goloso il latte dai capezzoli della madre.
Ludovica non riusciva a staccare gli occhi dalla scena che le si parava davanti.
Silvio le sfiorò il braccio e le disse: “Ti va di bere qualcosa in cascina? Ho la Sprite in frigo fredda fredda”.
Ludovica annuì col capo.
Seguì Silvio fino all’interno della cascina.
Silvio, 46 anni, capelli sale e pepe, corporatura muscolosa, alto circa 1,80 m, sposato e padre di 2 bambine. Silvio, agricoltore e compagno di molti barbecue in giardino, tra le risate dei ragazzi e dei loro genitori. Silvio, davanti a lei, all’ingresso della cascina.
Ludovica entrò nella cascina. Alla sua destra c’era il bagno. La porta era aperta e vide che era tutto nuovo. Le piastrelle erano azzurre e gialle, alternate in una scacchiera, lavandino, water, doccia e bidé erano dello stesso azzurro delle piastrelle. Sembrava un bagno da albergo 5 stelle, non di una cascina. Seguì Silvio in cucina. Sul tavolo Silvio le aveva preparato un bicchiere di bibita e poi era andato in camera da letto a cambiarsi le scarpe e il maglione.
Ludovica era scioccata. La cucina era uno strazio. Il frigorifero era chiuso da un elastico agganciato a un chiodo della parete del frigo, tenuto alla porta dello stesso con lo scotch. I ripiani erano pieni di polvere. La tovaglia sul tavolo, se ne accorse appena sollevò il bicchiere, era appiccicosa al punto, che nel gesto di alzare il bicchiere, la tela seguì il fondo di vetro e Ludovica dovette staccarlo per riuscire a bere e non trascinare via la tovaglia. Un vecchio televisore giaceva su un mobiletto con un’anta semichiusa.
Chiamò Silvio, lui le rispose e le disse che era in camera da letto. Lo raggiunse per dirgli che se ne sarebbe tornata a casa. L’uomo era seduto sul letto, intento a compilare un mucchio di fogli, appoggiandosi a una cartellina.
Lei lo guardò intensamente, gli si avvicinò. Aveva un debole per quell’uomo. Lo trovava simpatico ed affabile. Lui sollevò lo sguardo, posò i fogli e la cartellina e si rizzò in piedi. Ora erano uno davanti all’altra. Con un dito sfiorò il seno di Ludovica, una seconda scarsa. Ludovica lo fissò negli occhi intensamente. Uno sguardo intenso, malizioso e provocante. Pensò a tutte le volte che aveva desiderato avere un uomo con cui fare sesso e si era sfogata sul letto con un fallo artificiale. Non aveva mai fatto sesso con un individuo di sesso maschile. Era orgogliosa di aver perso la verginità grazie a un pene di plastica comprato in un sexy shop in gita scolastica l’anno precedente.
Silvio avvicinò le sue labbra al collo di Ludovica e la ragazza avvertì una strana sensazione, una fitta intensa di desiderio. Le sollevò la t-shirt, scoprendo i suoi seni piccoli, sodi e con i capezzoli induriti dal piacere.
Silvio iniziò a sbottonarle i pantaloncini, glieli tolse e fissò la ragazza con addosso solo gli slip. Fu Ludovica a togliersi l’ultimo indumento e mostrandosi interamente nuda all’uomo. Con un dito, Silvio sfiorò i peli biondi che coprivano il pube della ragazza. Lei si coricò sul letto e lui si affiancò a Ludovica. Silvio accarezzava i suoi capezzoli, il suo ventre, l’interno delle sue cosce. Ludovica fremeva dall’impazienza. Desiderava solo essere scopata. Si sollevò e si mise a cavalcioni dell’uomo. Sentiva premere il pene di lui che si era indurito contro la sua vagina, nonostante mutande e pantaloni indossati da lui li separassero. Con un gesto rapido, Silvio la rovesciò sul letto, le si affiancò e posò una mano sul pube della ragazza. La guardò e le chiese: “Sei sicura di volerlo?” Ludovica annuì, divaricando leggermente le gambe. Silvio colse l’occasione per approfondire la conoscenza con la vagina di lei. Iniziò a sfiorarle le grandi labbra, il clitoride e l’ingresso della vagina.
“Sei già tutta bagnata?!”Disse e si allontanò dal letto. Si tolse i pantaloni e i boxer e rimase nudo.
Ludovica osservava la sua erezione incuriosita. Si sedette sul bordo del letto e si avvicinò all’uomo. Con dita tremanti prese il pene di Silvio e se lo portò alla bocca. Iniziò a leccare, con la stessa foga e golosità con cui si sarebbe dedicata a un cono gelato. Poi iniziò a succhiare profondamente e intensamente. Silvio era davanti a lei. Il suo respiro era accelerato, il battito cardiaco sembrava impazzito. Con un colpo deciso, Ludovica si allontanò verso il centro del letto, guardò Silvio vogliosa, divaricò completamente le gambe, mostrando quella che sua madre definiva pudicamente “patatina” a Silvio.
“Lo voglio” disse all’uomo.
Silvio si avvicinò alla ragazza e iniziò a penetrarla lentamente e non in profondità. Frottage, pensò Ludovica. Poi accelerò, fece sentire alla vagina della ragazza tutta la lunghezza del suo pene, penetrandola brutalmente.
Ludovica era in preda ad un’estasi infinita. Stava facendo l’amore con Silvio, lo desiderava mille volte ancora, seppur il loro primo amplesso non fosse ancora terminato. Non voleva che quei minuti terminassero. Silvio si allontanò dal corpo ansimante della ragazza e le sussurrò:
“Mettiti a quattro zampe, come i cani”. Ludovica obbedì e lui iniziò a penetrare la sua vagina con sempre maggiore foga. Ludovica, tenendo il petto contro i cuscini e avendo quindi un braccio libero, si titillava il clitoride con foga. Silvio accelerò e allontanò il pene dalla vagina. All’improvviso penetrò l’ano della ragazza che urlò per il dolore.
“Taci” disse l’uomo ed eiaculò.
“Perche’?” chiese Ludovica.
Silvio la guardò e sorrise.
“Sei ancora troppo giovane per diventare mamma” disse e si allontanò in bagno.
Tornò dopo qualche minuto con un clistere in mano, una bacinella di acqua e sapone e un asciugamano. Ludovica si era già rivestita.
Posò sul letto l’asciugamano disteso e disse alla ragazza:
“Spogliati, mettiti a pancia in giù sopra l’asciugamano e poi rilassati”
Ludovica obbedì. Silvio appoggiò la bacinella e riempì il clistere dell’acqua. Ludovica vide anche che sul letto giaceva un vibratore.
Strano, pensò, un oggetto del genere in una cascina.
Con la punta del clistere penetrò il retto della ragazza e svuotò il liquido contenuto. Silvio accese il vibratore, sfilò il clistere e vi inserì il vibratore in metà la sua lunghezza. Ludovica ansimava e un bisogno struggente la lacerava. Silvio riempì di nuovo il clistere, le sfilò il vibratore e le riempì ulteriormente l’intestino di acqua. Le reinserì il vibratore e dopo qualche minuto le disse:
“Vai in bagno, caga e poi torna che si continua”. Ludovica non attese la fine di quelle parole e si recò in bagno. Svuotò completamente, si diede una rapida lavata e tornò in camera da letto.
Silvio, appena la ragazza si era nuovamente coricata, la ripenetrò col clistere altre due volte e dopo la seconda evacuazione di Ludovica riportò in bagno il clistere e la bacinella.
La ragazza aveva notato la vistosa erezione dell’uomo e non ci mise molto a capire le intenzioni di Silvio. Si mise sul letto a 4 zampe e attese. Silvio si avvicinò e iniziò a penetrarla, alternando la vagina con l’ano diverse volte e infine dedicandosi solo alla completa sodomizzazione della sua vicina di casa. La penetrò a lungo, per un tempo che parve infinito, con piacere per entrambi. Silvio eiaculò e subito dopo aver inondato il retto della ragazza di sperma, avvicinò la bocca all’ano della ragazza e iniziò a leccare. Fece accomodare Ludovica supina e le leccò la vagina, fino a farle raggiungere un orgasmo intenso.
L’uomo si allontanò dalla ragazza ansimante e andò in bagno. Ludovica iniziò a rivestirsi. Silvio, di ritorno dal bagno, si rimise addosso i boxer e i pantaloni. Ludovica , rivestita, uscì dalla cascina, prese la bicicletta e ripartì.
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