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Valvola di sfogo


di mezzasuora
04.11.2011    |    14.713    |    4 9.6
"Lino adesso si è staccato dalla bocca della ragazza..."
Sono seduta su un tavolo di legno. Mi adagio meglio coricandomi. Sento il freddo contro le spalle e un brivido mi corre lungo tutta la schiena. Tengo le gambe a penzoloni dal tavolo e, ogni tanto, le lascio oscillare per riattivare la circolazione sanguigna. Dalla mia posizione riesco ad avere un panorama pressoché completo della stanza dove mi ritrovo. E’ chiaro che l’arredamento è quello tipico di un’enoteca che si rispetti. Alla mia sinistra e dietro, poggiano su scaffali numerose bottiglie di vino. Alla mia destra, invece, tavoli da quattro persone sono preparati in attesa di avventori. Davanti a me c’è la porta della cucina, da cui provengono odori di soffritto e di cibo. Il profumo che regna sovrano e incontrastato è quello del legno umido. Il locale era in origine una vecchia stalla, con le pareti basse, a volta.
Non so cosa pensare.
Osservo oltre i tavoli e noto la perfezione delle vetrine con archi a tutto sesto. Il vetro è pulitissimo e dall’altra parte vedo solo il dehor deserto, delimitato da una siepe alta come un uomo.
Accavallo le gambe, per sentire meno freddo e, più di tutto, per migliorare la circolazione sanguigna che sta scemando.
E’ impossibile che da fuori mi vedano. Non ho toccato alcol, sono lucida.
Guardo la mia roba, i pantaloni e la maglia che giacciono su una sedia. Poco più in là, su un’altra sedia sono posati i miei slip e il reggiseno.
Sono nuda su un tavolo di legno.
Sto attendendo da più di mezz’ora, un’eternità, che i miei due amici decidano il da farsi.
Probabilmente si stanno mangiando il solito piatto di spaghetti del dopo cena. I soliti.
Sto fissando ancora il soffitto.
Ad un tratto, sento una mano fredda appoggiarsi delicatamente sulle mie ginocchia. Mi sembra un gesto insicuro, di una persona poco convinta di quello che fa. Sollevo leggermente il capo e vedo Paolo. I suoi occhiali sono appannati, segno che proviene dalla cucina. Con la mano, tremante e insicura, mi obbliga a divaricare le gambe. Lo vedo esaminare la mia zona più intima. Con il pollice e l’indice apre le grandi labbra della mia figa perfettamente depilata il giorno prima (ceretta a freddo, un dolore lancinante). Non voglio osservarlo. Adesso il mio corpo gli appartiene e può fare quello che vuole. Le sue dita, dopo aver divaricato il recondito accesso alla mia vagina, mollano la presa. Mi tira verso la sua direzione , di modo che adesso le mie natiche sono poggiate sul bordo del tavolo. La prima cosa che penso è che adesso voglia scoparmi. Invece no, sento il suo dito indice esitante sul mio clitoride ed inizia un valzer tra le sue dita e quella piccola protuberanza. Ansimo, non so perché, ma Paolo è l’unico che ha capito che, stimolando il mio clitoride, riesco a raggiungere un orgasmo intenso. Gli altri si occupano solo del loro piacere. Paolo continua in questa deliziosa manipolazione che vorrei fosse eterna. Ad un tratto, sento che sto per venire, ho raggiunto il punto di non ritorno. Le gambe mi tremano, i miei sensi sono intorpiditi, non sento più nulla. Solo un grande calore tra le cosce. I miei umori inondano la mano di Paolo che mi guarda soddisfatto.
Sorrido.
Sento la sua lingua vogliosa leccarmi la figa. Vedo la sua testa agitarsi avanti e indietro, su e giù.
Lino compare sulla soglia della cucina. Sta osservando la scena.
Paolo si stacca dalla mia figa e mi ordina di mettermi in piedi. Mi fa chinare a 90° contro il tavolo. Sento il suo pene entrare con insistenza nella mia vagina. Mi pregusto il secondo orgasmo in poco tempo, ma il pene di Paolo si allontana dalla mia figa. Entra con una forza inaspettata nel mio ano, strappandomi un urlo di dolore. Insiste e spinge. Con le sue dita inizia a strizzarmi i capezzoli. Con le mani scende sempre più giù e inizia a titillare di nuovo il mio clitoride. Continua a spingere e ora, dal dolore, sono passata a un immenso piacere. Sento l’ano dilatato, immenso. I miei seni appoggiano sul tavolo freddo, i capezzoli sono durissimi. Sento Paolo aumentare la foga, insistere e poi, con un ultimo colpo deciso, venire all’interno del mio corpo. E’ soddisfatto: mi omaggia di una pacca sul sedere, segno inconfutabile del suo piacere. Sto per sollevarmi, per sgranchirmi la schiena e per chiedere delucidazioni su cosa fare, quando una mano mi respinge contro il tavolo e un pene enorme accede in modo brutale nel mio ano. Essendo un gesto inaspettato, ansimo dal dolore, sia per il colpo sul tavolo, decisamente brutale, che per il male che avverto al buco. E’ Lino, lo sento da come ansima. Però non dura molto e lo sento, dopo una breve accelerata, eiaculare nel mio intestino. Sono consapevole che il mio corpo è pieno di sperma. Rischio di macchiare qualcosa. Mi rizzo in piedi, stringendo con le natiche per non far fuoriuscire lo sperma, ma improvvisamente una lingua calda e umida, da dietro, inizia a leccarmi il buco del sedere. Non riesco a contrarre i muscoli, il piacere è notevole. Guardo verso le mie gambe e vedo che le dita che si stanno insinuando verso la mia vagina hanno lo smalto. Una donna, a vedere dalle mani ed è molto giovane. Continua a leccare dal mio ano e inizia a giocare con le mie grandi labbra, cercando di insinuare le sue dita all’interno della mia vagina. Paolo e Lino, accomodati su una sedia, stanno osservando la scena.
La ragazza, dopo aver scolato lo sperma, mi fa accomodare sul tavolo. Adesso sono riseduta su quella superficie fredda e odiosa. Una quarta persona sbuca dall’uscita posteriore. E’ un uomo, nudo, peloso,con una lunga barba scura, di circa 50 anni e con un pene enorme. Sono stupita, perché in genere i nostri incontri erano solo tra tre persone.
La ragazza inizia a leccare il pene a Paolo e poi a Lino. La sua lingua alterna il pene di uno e dell’altro. Entrambi, quando è il loro turno, presi dalla libidine, chiudono gli occhi.
Quel signore sconosciuto mi guarda.Mi sento intimidita, anche perché temo che voglia penetrarmi con quel suo bestione. Mi si avvicina. Sento freddo. Inizia a strizzarmi i capezzoli tra il pollice e l’indice. Non è piacevole perché è fatto in modo brutale. Mi distendo sul tavolo per non vedere il suo volto (che, lo ammetto, mi ricorda Mangiafuoco), e tengo chiuse le gambe, nella speranza che capisca che non voglio essere toccata da lui. Con una forza bruta, mi spalanca le gambe. Tremo, ma non per il freddo. Ho paura che il suo pene mi laceri le interiora. Inizia a penetrarmi con un dito, lentamente e poi accelera, aggiunge un altro dito e sento un calore inaspettato. La mia vagina diventa sempre più umida, e il mostro ne approfitta per penetrarmi. Il suo pene è enorme: 20 cm di lunghezza per almeno 5 di diametro. Lo sento spingere e, tutto sommato, non è male. Alla mia destra la ragazza sta leccando il pene di Lino, mentre Paolo la penetra in vagina. Sono un po’ gelosa: in fondo sono innamorata di Paolo, e vederlo far l’amore con un’altra mi fa imbestialire. Però, a pensarci bene, cosa sto facendo io? Mi sto facendo scopare da un bestione peloso. Sono sicura che Paolo ricambia i miei sentimenti. Lui è sposato da 20 anni, ha 23 anni più di me. Io ne ho 24, lui 47. L’ho conosciuto perché lui faceva il camionista e io la commessa del negozio dove scaricava. Siamo usciti diverse volte insieme, centinaia di volte abbiamo fatto l’amore sulla sua macchina. E’ da un anno che ci frequentiamo, ma solo da pochi mesi abbiamo iniziato a frequentare anche Lino e la sua enoteca.
Lino adesso si è staccato dalla bocca della ragazza. Paolo non la sta più penetrando. E’ passato un po’ di tempo da quando il bestione ha iniziato a penetrarmi con il suo bolide. Ansima e spinge sempre con la stessa forza. Osservo Lino prendere una bottiglia. La ragazza viene obbligata dai due uomini a mettersi a 90° appoggiata contro un tavolo. Mentre Paolo le tiene divaricate le natiche, Lino inizia a penetrarle l’ano con la bottiglia.
Il mostro accelera, segno che sta per eiaculare. Mi fa scendere, sempre restando appollaiata sul suo pene. Mi solleva in braccio. Sento il suo petto contro il mio e inizia a farmi sobbalzare, spingendomi contro lo stipite della porta. Non reggo: adesso in questa posizione sto godendo follemente, poi raggiungo rapidamente l’orgasmo, fatto che mi pareva impossibile visto il mio partner. Lui eiacula all’interno della mia vagina. Lo sento allontanarsi e sto per crollare, non fosse che lui mi trattiene di peso. Il mio corpo sta espellendo il suo sperma che sta ora scorrendo tra le mie gambe. Vengo appoggiata sul tavolo. Volto la testa a destra e vedo Paolo e Lino che si stanno sorseggiando la bottiglia a turno. La ragazza si sta masturbando con un vibratore.
Io sono adagiata sul tavolo e il mio mostro ha iniziato a leccarmi tutta. Sento la sua lingua insinuarsi nella mia vagina e poi fuori, le sue mani accarezzano le mie natiche. Con un gesto rapido, ma molto malfermo, scendo dal tavolo, mi inginocchio e inizio a leccare l’enorme pene del mio partner. Adesso lo rivoglio. Lo guardo: è intorpidito e molliccio, ma rivoglio quell’ebbrezza provata. Inizio a leccarlo e sento qualcosa spingere tra le mie gambe. E’ la ragazza che sta cercando di penetrarmi con il suo vibratore. Divarico meglio le gambe e lo sento molto umido. Probabilmente è stato ricoperto dalla vaselina. Inizia a penetrarmi mentre lecco il pene al mostro. Lino sta filmando la scena con la sua telecamera e Paolo se ne sta seduto nudo su una sedia a fumarsi una sigaretta. Sto godendo di nuovo. La presenza della telecamera mi eccita. Il pene del mostro è di nuovo duro. Sopra l’enoteca ci sono 2 stanze private di Lino. Il mostro mi porta in braccio su per la scala (conosce bene il locale, noto), apre la porta con decisione, mi corica sul letto e con rinnovata forza mi penetra di nuovo. E’ un animale insaziabile. Lino continua a filmare.
Spinge, sento la vagina dolorante perché questa volta è gigantesco. Lui è sopra di me, in uno sconvolgente missionario. Sto facendo l’amore in maniera folle. Il mio partner mi bacia: volevo rifiutare quel gesto, ma in uno slancio di romanticheria ho lasciato che le sue labbra si appoggiassero sulle mie. La sua lingua inizia a penetrare le mie labbra e, nonostante la barba sia decisamente fastidiosa, ci baciamo appassionatamente. Continuiamo a far l’amore con passione. Con Paolo, con Lino, ma anche con gli altri uomini, non mi era mai capitato di raggiungere un piacere così pieno. Lo sento ansimare sopra di me. Non voglio che venga, voglio continuare a scopare con lui. Pianto le unghie nella sua schiena nella speranza di fermarlo. Sto quasi per piangere quando lo sento accelerare. I suoi occhi si illuminano per un attimo e lo sento fortemente eiaculare. Sul volto mi si dipinge un’espressione smarrita e addolorata. Lui si siede sul bordo del letto e noto che il suo fisico è molto muscoloso. Si alza e si allontana verso il bagno, probabilmente con l’intenzione di farsi una doccia.
Paolo, Lino e la ragazza si sono allontanati, hanno sceso la scala per andare a rivestirsi.
Io resto sul letto, con le gambe divaricate. Dopo qualche secondo mi addormento.
Mi sveglia Lino che mi invita a farmi una doccia, a rivestirmi e a tornare a casa. Mi butto sotto l’acqua bollente, mi insapono (adoro il bagnoschiuma alla vaniglia di Lino), mi risciacquo e mi asciugo. Mi rivesto e scendo giù le scale. Sotto sono tutti intenti a bere vino e, sembrano brilli. Li saluto e me ne vado.
L’aria è fredda e mi avvolgo nel mio cappotto stretta.
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