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Lui & Lei

Una donna e la sua vita


di mezzasuora
04.11.2011    |    10.536    |    3 9.4
"Maria mise giù la cornetta del telefono ed andò in camera..."
Era una fredda mattina di novembre. Una leggera nebbia abbracciava la città. Maria, seduta sulla tomba del marito, sospirò. L’aria umida le rendeva difficile il respiro e si sentiva appesantita. Osservò la foto posta sulla lapide. Il suo bel Marco era mancato pochi mesi prima. Era una sera di luglio. Non dimenticherà mai più quella sera. Stava preparando cena con i due figli. Nella pentola aveva messo a tostare il riso per fare il risotto, quando il telefono di casa era squillato. Pensando fosse Marco, aveva risposto, ma la voce fredda di un poliziotto le aveva detto: “Signora Maria, deve raggiungerci in ospedale. Suo marito ha avuto un incidente”. Allibita era partita ed aveva raggiunto l’ospedale. Suo marito era morto in un incidente d’auto. Un camion gli aveva tagliato la strada e per il povero Marco non c’era più stato nulla da fare. Di lui ora le restavano solo i ricordi: il loro primo bacio, il loro matrimonio, la nascita dei loro figli …
Poi, di cosa era successo dopo, non si ricordava nulla. Il funerale, la tumulazione eccetera erano pensieri confusi, accecati dal dolore e dalla rabbia.
Maria si alzò e volse lo sguardo verso la foto. In quell’immagine, scattata a maggio, quando erano andati al matrimonio di sua sorella. Che bel giorno che era stato!
“Ti amo”, sussurrò in direzione del marito e si allontanò.
Salì in macchina e si guardò allo specchietto retrovisore.
“Che cavolo! Marco è morto, ma la vita va avanti lo stesso. Se mi lascio andare io, cosa succederà ai miei due figli?”, disse rivolta alla sua immagine, “Ho 42 anni, sono ancora bella, giovane ed il mio studio da avvocato mi riempie le giornate di impegni e gioia. Devo farmi forza per rifarmi una vita. Ho amato e amo Marco, ma devo essere la prima a risollevarmi. Mi cercherò un altro uomo che possa essermi di sostegno e aiutarmi con i miei ragazzi.”
Detto questo, tornò a casa. I figli erano a scuola. Afferrò il telefono e chiamò in ufficio. Rispose Daniele, il suo tirocinante neolaureato in giurisprudenza. “Ciao Daniele, sono Maria. Volevo dirti che oggi non vengo. Sto malissimo.” “Va bene, ci vediamo domani”.
Maria mise giù la cornetta del telefono ed andò in camera.
Si spogliò completamente e, nuda, si coricò sul letto. Con le dita iniziò a sfiorare i peli del pube ed il leggero solletico la eccitò. Sfiorò le grandi labbra, sognando il viso di Marco. Aveva una gran voglia di fare l’amore con un uomo. Ma con chi?
Con due dita iniziò a giocherellare col clitoride e, con lievi tocchi amorosi, iniziò ad eccitarsi. Oh, si, adesso era sicura di cosa voleva. Si sollevò ed aprì l’armadio. Prese il suo vibratore, quello con cui lei e Marco avevano giocato tante volte, e si ricaricò. Si infilò il vibratore dentro la vagina e continuò a titillarsi il clitoride. Stava per raggiungere il culmine del piacere, quando il campanello squillò. Si sfilò il vibratore e corse al citofono.
“Si?”, chiese.
“Sono Daniele. Sono venuto a vedere come stavi. Posso venire su?”
Maria in un attimo scannerizzò le opzioni che le si paravano davanti: vestirsi in abbigliamento normale, coprirsi con l’asciugamano o restare nuda. Il panico la colse e rimase pietrificata davanti al citofono.
“Cazzo, sono la regina del foro, ma queste situazioni mi lasciano basita. Devo trovare una soluzione…”, disse, correndo verso le camere.
Suonò il campanello.
“Caaaazzo!”, ululò Maria ed afferrò la prima cosa che le si parò davanti: la copertina in pile del gatto.
Si avvolse la coperta attorno al corpo ed aprì la porta.
“Ciao”, disse Daniele, porgendole un bellissimo mazzo di rose rosse.
“Ciao, non dovevi… sei troppo gentile…” sussurrò Maria.
“Scusa l’impertinenza, ma tu normalmente giri per casa con una coperta con su scritto Friskie’s e con una marea di peli di gatto sopra?”, chiese sorridendo Daniele.
“Si, perché? E’ di gran moda! Ora vado a vestirmi. Puoi aspettare un attimo?”, disse Maria.
“Spero ti piacciano i fiori…Tieni….”, disse Daniele porgendole i fiori.
Maria allungò le braccia per afferrare le rose, ma la coperta le cadde ai piedi, lasciandola nuda con in mano il solo mazzo.
“Ommioddio”, esclamò Maria. Invano, cercò di coprirsi con la coperta ed i fiori.
“Non ti preoccupare, non mi scandalizzo. Lo so che domani per entrambi sarà imbarazzante, ma di donne nude ne ho viste a bizzeffe”, disse sorridendo il ragazzo.
“Ed allora guardami, se non ti scandalizzi.”disse Maria, posando fiori e coperta sul tavolino della sala. Si avvicinò al ragazzo.
“Scommetto che non mi stai guardando in faccia…” disse Maria rivolta al giovane.
“No, effettivamente, sto guardando il corpo di una bella quarantenne…” disse Daniele.
Maria si avvicinò e si mise davanti al ragazzo.
“Se io mi metto davanti a te, di modo da essere completamente a contatto con il tuo corpo, cosa fai?”, domandò la donna.
“Mmh, penso di fare questo!”, disse Daniele e baciò Maria.
Le labbra di Daniele erano morbide e delicate, lontane mille anni luce dalla bocca ruvida di Marco. Le mani del ragazzo sfiorarono la schiena di Maria e si impossessarono del suo fondoschiena.
La donna iniziò a sbottonare la giacca di Daniele. Il ragazzo la lasciò fare.
Maria guardò bene Daniele. Era veramente splendido: alto, muscoloso, capelli ed occhi scuri, indossava un completo blu scuro di Valentino ed era bello. I suoi lineamenti erano regolari, la fronte ampia e spaziosa, la mascella forte ed un collo muscoloso e fantastico.
Daniele sollevò Maria e la posò sul bordo del divano. Le fece allargare le gambe e si inginocchiò davanti a lei. Iniziò a leccarle quei posti che Marco si era sempre rifiutato. Maria sussultò. Fino a mezz’ora prima, quello per lei era un sogno da attendere. Daniele le succhiava le grandi labbra, il clitoride, le piccole labbra e, ogni tanto, le infilava nel buco della vagina la sua lingua. Maria raggiunse l’orgasmo, inondando con i suoi umori il viso del ragazzo. Da quanto tempo sognava questo momento?
Tremando, si sollevò dal divano e Daniele si alzò.
Non riusciva a guardarlo negli occhi ora, dopo quello che lui le aveva fatto. Daniele si spogliò completamente, rimanendo nudo davanti alla donna. Maria si avvicinò al suo amante e si inginocchiò. Afferrò il pene turgido del ragazzo e lo portò alla bocca. Iniziò a leccarlo dalla base fino al glande, a succhiarlo tutto ed a giocherellarci con la lingua.
Il pene di Daniele non era lunghissimo. Maria calcolò che non dovesse superare i 15 cm in erezione. Daniele si chinò ed iniziò a baciarla di nuovo. I due si sdraiarono sul pavimento e lui si impossessò totalmente del corpo e dell’anima di Maria. Daniele la penetrò in profondità, fino a quando si lasciò andare al piacere infinito e sublime di un orgasmo. Eiaculò nel corpo di lei. Maria, sopraffatta da tanto piacere, si abbandonò tra le braccia di lui, ancora intontita dagli ultimi baci del suo tirocinante.
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