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X al Quadrato


di mezzasuora
04.11.2011    |    12.983    |    0 9.2
"Si muoveva su e giù ritmicamente..."
Irina è un transessuale laureato in ingegneria informatica in Italia da anni e anni.
Era la mia vicina di casa. Ora, nei miei confronti, ha cambiato status. E non solo…
Tutti i giorni la mamma mi mandava da questa splendida ragazza russa a studiare matematica. I miei genitori non sapevano che Irina fosse un lui. E poi tra me e lei non poteva esserci niente: siamo due ragazze…
Fu proprio Iri a farmi conoscere il sesso.
Un pomeriggio ero a casa sua e cercavo di risolvere una disequazione di secondo grado. Era mezz’ora che fissavo disperata il testo di questo grattacapo (per usare un eufemismo) e non ero ancora arrivata ad un risultato. O ad almeno un accenno ad iniziare a lavorarci su. Ok, non sapevo cosa combinare, lo ammetto.
Iri mi guardò e mi disse: “Non sai risolverlo, Paola?”
“Iri, guarda, io, quando l’insegnante spiegava, alla terza ora, pensavo ad altro…”
“A che cosa? Ai ragazzi, scommetto…”
Me lo ricordo come se fosse ieri, rivedo la sua espressione divertita. Le dissi:“Veramente, al mio personale cruccio”
Iri era intrigata: “A cosa?”
“Voglio fare l’amore, voglio provare questa cosa che tutte le mie compagne dicono e raccontano. Non m’importa con chi, voglio farlo”
Irina mi sorrise. Prese la mia mano destra e se la appoggiò sul suo seno.
“Sei sicura, Paola?”
“Si”, risposi titubante.
“Seguimi”
Mi prese per mano, mi alzai e mi accompagnò nella sua camera da letto.
“Paola, non l’ho mai fatto con una donna”
“Iri, nemmeno io…” e mi baciò.
Ci sedemmo sul bordo del letto e le sue mani si infilarono sotto la mia maglietta. Sfiorava in modo discreto i miei piccoli seni. Mi sfilò la t-shirt e il reggiseno, lasciandomi nuda dalla vita in su.
Iri iniziò a spogliarsi. Si tolse la camicia, il reggiseno, la gonna, gli slip e, in quel momento, vidi che aveva un pene.
“Vuoi continuare?”,mi chiese.
“Si”, risposi, sfilandomi i jeans e gli slip.
Mi coricai sul suo letto e lei al mio fianco. Con un dito sfiorai il suo pene indurito.
Iri si sollevò su un fianco e, con il dito indice, iniziò ad accarezzare il mio clitoride. In un attimo, mi sentii avvampare, ora sapevo cosa voleva dire godere. Iri continuò, sfiorando, di tanto in tanto, l’ingresso della vagina. Trascorsero minuti interminabili, fino quando il mio corpo si irrigidì, per poi abbandonarsi ad un orgasmo intenso e piacevole.
Irina si mise sopra di me ed infilò il suo pene nella mia vagina. Si muoveva su e giù ritmicamente. Durante questa danza ci baciavamo in modo appassionato. Il suo pene mi provocava immenso piacere. All’inizio era stato doloroso. Per me era la prima volta. Però Iri si muoveva in modo delicato… Ci ribaciammo e mi lasciai andare per la seconda volta in pochi minuti, al piacere immenso che questa creatura mi sapeva dare. Irina eiaculò tra le mie viscere, ma subito si allontanò da me. Spaventata, mi chiese:
“Hai preso precauzioni? Prendi la pillola, vero?”
“No”, risposi io, e mi sentii la più grande deficiente del pianeta terra.
“Non importa, magari non sei nemmeno in ovulazione”
“Mah, speriamo…” dissi rivestendomi.
Afferrai i miei libri e indossai la giacca. Salutai Irina in fretta e tornai a casa.
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