Lui & Lei
Bocca di fragola

16.05.2020 |
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"Alzo lo sguardo per incontrare il tuo mentre lascio defluire il dono lungo la mia gola ed incrocio lo sguardo poco distante del pescatore che nello scomparire tra il fogliame, mi lancia un bacio…..."
...Ore 13.00 appuntamento parcheggio Piazzale Kennedy, ti aspetto qui, aspetto di vedere auto ics, così come da tue indicazioni, affiancare la mia e sorriderci tra i finestrini aperti. Cosa che da lì a poc’anzi avvenne. Scendi dall’auto, bello come il dio Nettuno, camicia bianca e jeans cinque bottoni denim classico (sorrido, ti sei ricordato cosa ci si diceva nelle nostre lunghe conversazioni, il mio amore per le camicie ed in particolare, di quelle di colore bianco), non rammento cosa calzassi, il mio sguardo spaziava sulla fila dei bottoncini che da poco più giù del pomo di Adamo, si perdevano laddove congiunge il plesso solare. Ti affacci nel mio finestrino proprio mentre ero pronta a scendere ma, ti sei avvicinato e ci siamo sfiorati le labbra lateralmente ma, quanto basta per me, di sentire il tuo profumo ma, riconoscerne anche il maschio alfa.Posso scendere dall'auto, la mia è alta quel tanto che devo allungare le gambe per farlo, la gonna sale, la blusa collo a barca molto ampio, scende ancor più morbido, un reggiseno che sostiene il basso ma, da idea di un nudo…
Sento contrarsi il mio ventre, le labbra della mia figa induriscono tanto che le percepisco piene. Mi piace sentirmi accarezzata dal tuo sguardo. Scendo, sorrisi imbarazzanti ma sereni, il tempo di un abbraccio a rafforzo e mi fai accomodare nella tua auto, più bassa, la sinistra dentro la destra ancor fuori, gambe semi aperte, un attimo di più, quel tempo “giusto” di sentirlo il tuo sguardo carezzevole su quel contenuto di tessuto. Si parte… sx, dritta e dx… La strada scivola, le parole escono fluenti ma, sono le farfalle nello stomaco a fare la differenza, due indicazioni e si è giunti. Nell’auto ho avuto modo di osservarti, attratta dalle lunghe dita affusolate che accarezzano il volante in una guida agile e morbida, chissà cosa avrebbero catturato come sensazioni nel delinear contorni e confini del mio corpo e cosa, le mie dita avrebbero percepito nel momento cui, mi avresti permesso di farle scivolare sui tuoi pettorali.
Me lo avresti permesso? Nessuna garanzia, il timore dell’essere adulta e forse ridicola c’è ma, la mia testa è capace ed eclettica nel suo pensare che non si risparmierebbe se solo mi dessi opportunità. Cammino con i miei sandali sul terreno accidentato, ciò mi permette di tenermi a te, di cercare il tuo contatto… Ti guido accompagnati dal nostro chiacchiericcio, nell’oasi naturale dove siamo giunti, è presente anche un chiosco dove poterci sedere rilassati ma, previo scambio di occhiate complici, si è preferito proseguire, passeggiando sulle sponde del lago, trattando argomenti più svariati, nessi logici sconclusionati, ho un azzeramento della saliva in bocca e una tensione che sale dal centro delle mie gambe, fino ad una radura che si, resta alquanto discreta. Mentre la si raggiunge, ti avverto alle spalle, sale la tensione, attesa… Sento avvolgermi, sento sulle mie natiche protette dal tessuto strusciante della gonna, una sottanina che lascia ben poco al dubbio, alle tue mani che sento scorrere su, lateralmente, circoscrivendo i confini delle mie cosce fino a tirarsi sulle natiche e salire verso il davanti, palmi aperti, si racchiudono solo una volta giunti sui seni…
Tutto ciò mentre le tue labbra scorrono lungo il mio collo fino a sfiorarmi le labbra facendomi leggermente girare la testa per poi, farmi fare la mezza piroetta su me stessa, quelle mani che prima tenevano i seni ora, arpionano le natiche, spingendole verso il tuo bacino, ciò che prima sentivo sfiorare il mio sedere sopra il tessuto, ora lo percepisco appieno, lo spessore ha quella consistenza che fa montar sani appetiti. Sento spingermi piano piano indietro, prendi il mega foulard che è legato alla mia borsa, lo apri sul tavolato alle mie spalle, prendendolo con le due mani e sbattendolo a mo’ di lenzuolo. Apparecchiata la tavola, pronto il banchetto, mi sollevi su, m’inviti a scendere sdraiata, fai scivolare giù le mie mutandine e mentre lo fai, appoggi il tuo viso lì, sento il tuo respiro forte, mugolio di approvazione, ciò che vedi ti garba, semi rasata, labbra glabre, sento un dito, roteare, sfiorare, passare e poi sento la tua lingua...
Lappi lentamente, lo fai così in modo lascivo che penso che sei un bellissimo porco, il mio. Mi sento caricare, sento alternarsi ritmico il movimento lingua e dita. Vorrei urlare, primordiali sensazioni ma, ciò mi toglierebbe il piacere di sentirti parlare con la mia figa…
Sento le mie gambe essere percorse dal mio umore misto a saliva…
Ti chiedo di farmi alzare, voglio baciare la tua carne, liberare il tuo cazzo che sembra scoppiare così costretto…
Mi siedo sulla panca, approfitto del telo messo lì a riparo, sbottono un bottone alla volta, i contorni si evidenziano sempre più sotto il tuo boxer a quadrettino bianco e blu, esaltazione del tuo profumo, metto il viso li, nella tua patta semiaperta, le mie labbra sul tessuto delle tue mutande ad inumidirle, a stringere il tuo piacere tra le stesse protetto dal cotone, con una mano dietro la mia testa, mi tieni li, spinta.
Spingo la testa indietro, quel tanto che basta per alitare su quel tessuto oramai inumidito e che trasmette la frescura dell’alito in un preludio di sensi vivi ed allerta. Alzo lo sguardo e non per chiederti l’ordine a procedere ma, per darti modo di ritirarti, proseguire sarà come andare all’inferno…
Restituisci sostenendo lo sguardo, vuoi sentirti avvolgere, liberi il tuo membro e mi chiedi: Lavinia per favore, apri le tue labbra, lascialo scivolare dentro…
Come eseguo ordine sento partire dalle tue labbra un forte mugolio di accettazione, intenso, lasci scorrere l'asta, imprimendo ritmo…
Controllo il tuo ritmo, rallento e, proseguo lentamente, lasciando scivolare della saliva sul glande, la raccolgo con la punta della lingua, dando dei piccoli colpetti rendendo l’apice sempre più sensibile. Un rivolo sfugge al controllo ma, poco importa, lentamente lo inseguo con la punta della lingua e nel mentre, con le mani poste ai lati, faccio scorrere i tuoi pantaloni insieme alla biancheria, così… con le mani li poste, lascio la mia testa andare indolentemente su e giù, a volte lateralmente con le labbra unite e il tuo membro a scivolare tra esse semichiuse, altrimenti, facendolo andare internamente, fino a laddove il tuo forellino converge con la mia ugola e le mie labbra baciano a stampo la pelle che contorna la parte del tuo cazzo che emerge dal tuo corpo…
Sento un singhiozzo morirti in gola, le tue mani premere sulla mia testa e roteare leggermente il bacino, per cercare quella profondità impossibile… sento una litania uscire dalle tue labbra e il mio nome intrecciato a vezzeggiativi lussuriosi, la troia che c’è in me, gongola piacere, superba come poche femmine. Bagno le mie dita, il dito medio della mano destra in particolare modo, con la saliva copiosa che ricopre il tuo membro, porto la mano sul retro della tua natica, allungando il dito verso il tuo ano… succhio, bagno e massaggio, ripeto… Avverto il tremare delle tue gambe, irrigidite dal piacere, lo sproloquio oramai incontenibile, l’oscillare… dal prendere all’essere preso… rivoli di saliva scendono copiosi fino a ricoprire tratti dei tuoi testicoli privi di peli, invitanti… scendo per raccogliergli alternativamente in bocca, prima uno e poi altro. In questo modo lascio la natica per portare la mano lungo l’asta e, mentre lascivamente mungo e mugolo e te imprechi, lascio il palmo andare su e giù, in comunione con la bocca e le sensazioni che si diramano sono notevoli per entrambi…
Non durerà molto, la consapevolezza che possa esserci un proseguo, ti fa godere di quel tempo minimo ma di un piacere immenso.
Alzo lo sguardo per incontrare il tuo mentre lascio defluire il dono lungo la mia gola ed incrocio lo sguardo poco distante del pescatore che nello scomparire tra il fogliame, mi lancia un bacio… comprendo che è più di un semplice bacio, è il suo asserire di aver condiviso con altrettanto piacere… nel mentre sento le tue mani, sollevarmi, le tue labbra venirmi incontro e prima che si uniscono schiudendosi, sospiri… bella bocca di fragola.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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