Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > Lui & Lei > Il Fotografo Cap.33 - Greta
Lui & Lei

Il Fotografo Cap.33 - Greta


di blueyes5
27.05.2025    |    386    |    1 8.5
"Lavorano per un’ora e mezza..."
È giovedì mattina. Maddie non ha risposto al messaggio. Marco prova a chiamarla più volte, le manda altri messaggi:
“Maddie perdonami.”
“Scusa ho sbagliato, ti prego rispondi.”
“Voglio farmi perdonare.”
Controlla le finestre del suo appartamento, ma non vede nessun movimento. Tutte le tende sono tirate.

Dopo un’ora e mezza di tentativi, Marco decide di prendere un vecchio lenzuolo, ci scrive sopra con un pennarello. Lo appende fuori dalla finestra, poi esce e va nel palazzo di Maddie.
Arrivato alla sua porta suona più volte il campanello. «Ti prego Maddie, so che ci sei. Ho sbagliato a comportarmi così e anche a dire quelle cose. Per favore parlami.»
Maddalena è seduta dietro la porta. Non ha nessuna intenzione di rispondere. Non sa se è più arrabbiata o delusa.
Marco si rassegna e scende le scale. Sul pianerottolo del quarto si trova di fronte la ragazza sua coetanea che abita lì. Rimane interdetto.
«Scusa, sentivo urlare e sono uscita» dice lei.
«Scusa tu, non volevo disturbare i vicini, me ne vado subito.»
«No, aspetta.»

Al suo piano Maddie incuriosita apre la porta senza fare rumore e si mette ad origliare la conversazione.
«Maddie sarebbe la ragazza del piano di superiore?» chiede la ragazza.
«Sì, sta esattamente sopra al tuo appartamento.»
«Cavoli, devi averla combinata grossa per farla arrabbiare così. Non ti parla neanche dopo lo striscione.»
«Ah, l’hai visto?» chiede Marco, imbarazzato.
«Beh, direi che è difficile non notare uno striscione sulla facciata del palazzo di fronte con scritto ‘Maddie perdonami sono un coglione’.» Ride.
«Già, in effetti.»
«Comunque io sono Greta, piacere.»
«Sì, scusa che maleducato. Piacere, io sono Marco.»
«Allora cosa hai combinato per far arrabbiare così la tua ragazza?»
«Non è la mia ragazza, è la mia migliore amica. Ieri sera le ho detto cose di cui mi sono pentito subito. Non avrei dovuto. Credo di averla ferita nel profondo. Vorrei non averlo mai fatto. Lei è così forte, generosa, mi sta aiutando tanto… non so cosa pensassi. Forse ho creduto che sparandole addosso i proiettili sarebbero rimbalzati sulla sua corazza. Invece… beh, questo è il risultato.»
Maddie al piano sopra sorride.

Marco si siede sui gradini. Greta si mette accanto a lui. «Hai detto delle cose bellissime. Sono sicura che lei ti darà un’occasione per parlarle e chiarire. Magari ora ha solo bisogno di smaltire un po’ la rabbia. Non le stare troppo addosso.»

I due si guardano negli occhi. Un silenzio lungo. Interrotto da Maddie, che compare in cima alle scale.
«Ehi, sfigato. Primo: non ho mai detto di essere tua amica. Abbiamo un accordo lavorativo, lo sai benissimo. Secondo: ti ho dato qualche consiglio su come si trattano le ragazze. Non puoi stare seduto su una cazzo di scala condominiale a parlare di un’altra persona con questa bella ragazza. Invitala a uscire, falle fare due risate, e parlale di lei, non di me, coglione.»
Marco corre su per la scala e l’abbraccia. «Maddie, perdonami. Scusa, scusa, non avrei dovuto…»
«Sì, sì, testa di cazzo. Ma non mi mettere le mani addosso che mi dai fastidio. Così non ci fai una gran figura con quella ragazza. Portala in un posto decente e trattala come si deve. Avanti, sparisci.»
«Sì, ehm… scusa, certo. Vado.»
«Perdonalo Greta, è un bambinone sfigato che non sa trattare le donne come meritano. Ma in fondo è un bravo ragazzo. Se fa qualcosa che non va, dimmelo che lo sistemo io. Tu invece, quando avete finito, avvisami. Abbiamo del lavoro da fare.»

Marco e Greta escono assieme. Lei lo conduce in una gelateria con i tavolini all’aperto. Ordinano due coppette e si siedono. Parlano del quartiere, della scuola, di viaggi. Lei gli racconta di aver vissuto a Barcellona. Lui le parla della fotografia, senza però accennare né allo spionaggio né ai contenuti con Maddie.
Greta è solare, divertente, con un’ironia sottile. Marco si rilassa, sorride. Si sente leggero.
Quando tornano, si salutano davanti al portone.
«Mi ha fatto piacere conoscerti meglio, Marco.»
«Anche a me… davvero.»
Lei gli fa l’occhiolino. «E non fare più incazzare Maddie. O la prossima ad appendere lo striscione sarò io.»

Marco rientra nel suo appartamento. Manda subito un messaggio vocale.
«Maddie, sono tornato. È andata bene. È simpatica, sveglia, ci siamo trovati. Niente male per un inizio, no?»
Pochi secondi e lei risponde con una gif di un pollice in su. Poi: «Dai, arrivo. Abbiamo roba da fare.»

Maddie raggiunge Marco, che ha già avviato il programma di editing. Le luci sono abbassate, sullo schermo scorrono le immagini del set horror.
«Queste vengono da Dio,» commenta lei.
«Sì, c’è roba potente.» risponde lui, poi cambia espressione «Senti, ieri sera io...»
«Sta zitto, abbiamo esagerato entrambi, capisco la tua frustrazione e capisco anche lei Markus è...affascinante, io...mi sono sentita...non so se fosse gelosia, impariamo dagli errori e andiamo avanti.»
«ah...non mi aspettavo facessi un passo indietro anche tu...aspetta in che senso Markus è affascinante?? Me ne hai dette di ogni ma mai che sono affascinante e poi...gelosa??»
«oh che palle che sei, non ho detto che sei affascinante»
«si lo hai appena detto, che sono affascinante e pure che ti sei ingelosita»
«ho detto che Markus è affascinante, lo so che tu sei lui ma non lo sei. È difficile da spiegare, credo di avertelo già detto una volta siete Dr.Jackill e Mr. Reflex, Marco e Markus»
«Non capisco, sono sempre io» dice lui spaesato.
«No, tu sei timido, impacciato, lasciatelo dire, sei uno sfigato di prima categoria, quando prendi una macchina fotografica ti trasformi, diventi potente, autoritario, ti cala addosso un fascino irresistibile, tutti pendono dalle tue labbra. Io ho scoperto Mr. Reflex avevo la pretesa di averlo solo per me ma forse tu non hai notato come ti guardano tutti quando sei lui, modelli, modelle, gli altri fotografi. Tutti ti desiderano, vogliono essere tuoi, vogliono che tu li trasformi in arte».
«oh certo...capito, mi stai prendendo per il culo...quasi quasi ci cascavo».

Lavorano per un’ora e mezza. Alle 15 in punto, Marco nota un movimento familiare nel palazzo di fronte. «Cambio della guardia al terzo piano.»
Puntano microfono e teleobiettivo. La porta si apre. Moretti consegna una cartelletta al nuovo arrivato: è il luogotenente Mancuso.
«Routine,» commenta Maddie.
Ma Marco ha già indossato le scarpe. «Moretti uscirà. Seguiamolo.»
Escono dal retro, lo agganciano a distanza. Dopo tre isolati, compare lei: la bionda conosciuta nel locale. Un vestito corto, borsa elegante, tacchi alti.
Si salutano. Ridono. Camminano affiancati. Li seguono senza farsi notare. Poco dopo entrano in un motel.
Marco e Maddie si fermano dall’altra parte della strada.
«Sesso?» chiede lui.
«Al 90%, sì. O sono entrambi agenti sotto copertura… oppure si stanno trombando.»
Si voltano, si sorridono. Poi tornano lentamente verso casa.

Venerdì mattina. L’aria è immobile. Il cielo è lattiginoso, una di quelle giornate in cui sembra che qualcosa debba succedere, ma ancora non sai cosa.
Marco è alla finestra con la reflex, mentre Maddie sorseggia un caffè. Al terzo piano si vede chiaro: Moretti è di nuovo in servizio. Indossa la solita maglia aderente nera, muovendosi in modo abitudinario tra cucina e soggiorno.
«Sempre lì, sempre a fare il carceriere,» mormora Marco.
«E oggi pomeriggio ci sarà il cambio,» aggiunge Maddie. «Magari ci dà lo spunto che cerchiamo.»
Non sbaglia. Alle 14:57 il citofono suona. I due puntano subito il microfono direzionale. Dalla finestra aperta si sente la voce roca e dura di un uomo.
«Sono il luogotenente Mancuso. Inizio servizio adesso.»
«Avanti» risponde Moretti, aprendo.
Lo scambio di consegne dura mezz’ora. Marco e Maddie seguono tutto con attenzione. Moretti esce alle 15:35, lo zaino a tracolla, il solito passo sicuro. I due lo seguono da lontano. Marco scatta foto, mimetizzato tra i passanti, mentre Maddie mantiene la distanza con attenzione.

Dopo dieci minuti, eccola: la donna bionda. Moretti la incontra a un angolo discreto, si salutano con un bacio sulle labbra. Lei indossa una minigonna nera e una camicetta sbottonata quel tanto che basta. Ridono, si scambiano frasi basse. Poi si avviano insieme verso il solito motel.

Maddie scatta in avanti. «Questa volta osiamo di più»
Corre, affitta una stanza accanto a quella della coppia. In pochi minuti è tutto pronto. Marco ha puntato il microfono direzionale attraverso il muro sottile. Le pareti vibrano appena. La registrazione inizia.
All’inizio solo voci ovattate, poi il suono si fa più nitido.
«…Quindi domani e domenica sei fuori servizio?» chiede la donna, voce bassa, suadente.
«Sì, rientro lunedì mattina. Finalmente un weekend intero.»
«Allora lo passerai con me…» sussurra lei. Si sente uno schiocco: un bacio umido, profondo.
Poi nient’altro che rumori inequivocabili.
Lo sfregamento dei vestiti, gemiti strozzati, sospiri.
«Togliti tutto, troia,» dice lui con voce dura.
«Sì, fammi tua. Sfondami… fammi male…»
Suoni bagnati, carne contro carne, la donna che geme senza ritegno.
«Sei la mia puttana, lo sai? Dimmi di chi sei.»
«Tua… sono tutta tua… scopami forte, non fermarti…»
Marco è immobile, arrossito, sudato, lo sguardo fisso nel vuoto. Maddie è accanto a lui, con un sorriso mezzo divertito, mezzo incredulo.
«Voglio sentirti succhiare come si deve, stronza…»
Dal microfono si sente chiaramente il rumore del sesso orale. Gorgoglii, schiaffi, parole sporche. Lei che ansima, lui che bestemmia tra i denti.
«Godooo… oh cazzo… ancora…»
Poi, come un’onda, l’orgasmo li travolge. I suoni si affievoliscono. Si sente solo il respiro affannato di due corpi che si abbandonano.

Marco si stacca lentamente dalle cuffie. Il suo volto è un misto di stupore e disagio. Maddie ride.
«Sesso, amore, spionaggio.»
«E adesso?» chiede lui, ancora scosso.
«Adesso voglio sapere chi è quella donna. E perché si sta attaccando così tanto a Moretti.»

Dopo un’ora passata tra doccia e chiacchere la donna saluta Moretti e va via. Maddie è pronta al pedinamento
«È il momento. Tu resta in contatto, io vado.»
«Fai attenzione. Non essere troppo visibile.»
«Tranquillo Markus Roggia, ormai sono una professionista.»

La segue per diversi isolati, tenendosi a distanza. La bionda entra in una zona più periferica della città, con villette abbandonate, capannoni chiusi e giardini incolti. Dopo un ultimo incrocio, si infila nel cancello semiaperto di una villa decrepita. Fa scorrere le ante arrugginite, poi sparisce all’interno.
Maddie si nasconde dietro un muretto. Il posto è silenzioso, ma nel giro di mezz’ora tre auto diverse si avvicinano e parcheggiano nelle vicinanze. Ne scendono uomini dall’aspetto straniero, lineamenti duri, accenti dell’Est Europa. Alcuni entrano senza nemmeno bussare.
Alle 23:47 ne entra un altro con un borsone sulle spalle. Una guardia gli apre, e la porta si richiude alle sue spalle.

Maddie registra tutto. Chiama Marco. «Abbiamo qualcosa di grosso. Gente dell’Est. Nessun segno di attività commerciale o privata. Solo movimenti sospetti. La villa sembra disabitata ma è tutt’altro.»
«Potrebbe essere un punto di incontro. Una base operativa. Un covo.»
«Appunto. E lei è la chiave. Ora però torno indietro. È troppo rischioso restare ancora.»
«Ti aspetto. Grande lavoro, Mad.»

Continua nella sezione “lui & lei”…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
8.5
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Il Fotografo Cap.33 - Greta:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni