Lui & Lei
La Donna in rosso

21.11.2022 |
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"Parliamo, scherziamo tranne che per un minuto che diventa seria e sbircia nervosa fuori dal bar; chiedo il motivo ma mi risponde che è niente di..."
Per motivi di lavoro mi ero trasferito all'estero in una città molto bella. Lavoravo e spesso mi facevo passeggiate per conoscere la mia nuova sede; l'architettura era un misto di gotico e stile liberty che spesso ti lasciava ad occhi aperti ( la dominazione austriaca con Francesco Giuseppe aveva lasciato i suoi segni). Sia per il lavoro che per fare acquisti mi portavo dietro un vocabolario in doppia lingua. Avevo scoperto che era molto utile nelle trattative perché si andava direttamente al punto senza perdere tempo in chiacchiere.
Un sabato tornavo a casa da un supermercato e arrivato sulla piazza di fronte al mio palazzo vede una cavalla vestita in rosso che veniva nella mia direzione. Uno spettacolo della natura: alto un metro e ottanta, gambe lunghe e diritte, un seno non eccessivo ma bello; mi sorpassa e vedo il lato B più bello della mia vita che si intravedeva sotto il vestito corto.
Non ci potevo credere quando si rigira verso di me e io naturalmente gli sorrido e lei risponde.
Se ne va verso il supermercato e io rapido vado a posare nel mio appartamento e riscendo con il vocabolario sperando che ripassi.
Dopo venti minuti ecco che viene verso di me si avvicina dopo un mio sorriso e mi presento; purtroppo non parlava ne inglese ne francese e il mio caro vocabolario mi soccorre e funziona meglio delle trattative commerciali. Poi sicuramente nei miei occhi ardevano le fiamme della passione.
Ci mettiamo d'accordo per vederci la domenica pomeriggio.
Ero su un carro alato celeste e pensavo ad una canzone di Califano che in una frase diceva :”questa la porterei pure all'altare “ ( a Califano gli disse male).
Domenica scendo ma la Dea in rosso non si presenta. Per la miseria Paperino ha sbagliato un altra volta.
Quindi anche se non felice andavo al lavoro e il pomeriggio tornavo a casa; il giovedì me la ritrovo sulla panchina della piazza la saluto e andiamo a bere in un bar vicino; si scusa per domenica ma non indago perché mi piaceva troppo; un ora molto piacevole. Ci salutiamo e mi da appuntamento per il sabato successivo e non si ripresenta.
Per farla breve ogni tanto la trovavo che mi aspettava sulla panchina ed era inutile prendere un appuntamento tanto non si presentava. Un venerdì pomeriggio la invito a casa mia. Sapendo che non potevo programmare appuntamenti vado direttamente al sodo; Paperino si ma no scemo come Paperoga.
Nuda ancora più belli di quello che potessi immaginare: la pelle liscia e piacevole al tocco, delle gambe come colonne, il seno sodo e leggermente a punta ma il fondo schiena una vera opera divina.
Anche se era come persona non molto strutturata, sensualmente era molto viva e naturale. Nata per fare l'amore; non era come molte donne che sospirano prima che le tocchi (recitazione) ma se lo faceva ti attirava verso di lei; con lei ho perso il senso del tempo. Coinvolgimento totale; ogni tanto a Paperino dice bene, pensavo.
Nonostante una serata d'amore vero e coinvolgente il suo comportamento non cambia.
Un pomeriggio la trovo sulla panchina con la figlia di sette anni e mi dice di andare al bar; l'ambiente non era adatto per la figlia essendo pieno di vecchi e di fumo. La cosa mi da fastidio e gli dico quello che penso aggiungendo che al limite di andare in un parco.
Dopo di questo non la vedo per un lungo periodo.
Una domenica pomeriggio dopo aver passato la mattina in giro verso le due torno per vedere la formula uno; la vedo che mi aspetta sulla panchina, mi abbraccia e mi dice di andare al bar sotto casa sua. Era molto felice, ordina il vino rosso che gli piaceva. Parliamo, scherziamo tranne che per un minuto che diventa seria e sbircia nervosa fuori dal bar; chiedo il motivo ma mi risponde che è niente di importante
Mi propone di prendere una bottiglia di vino rosso e andare su da lei. Non me lo faccio dire due volte.
Arrivati da lei mi presenta Oscar il suo coniglio d'angora (orribile lo vedo al forno con le patate). Mi fa accomodare sul divano accende due candele chiude le persiane; Immaggino che qua vinco tutte le partite della coppo del mondo e divento : El Campeón.
Porta sul tavolo di cristallo due calici e va a preparare le tartine. Qui il destino cambia.
Oscar il mostro peloso sale sul tavolino di cristallo che lo fa pattinare; plana vicino ad una candela e prende fuoco. Azzzz e che faccio ? L'eros fa miracoli; rapido lo prendo e impavido con una mano spengo il fuoco su i suoi peli; lo poggio sul pavimento e con un calcio lo spingo sotto il divano e ogni volta che vedevo il muso lo rimandavo indietro.
Arriva Lei la dea sensuale,mi chiede di Oscar e rispondo che gli piace giocare sotto il divano; verso il vino e fra cin cin e baci profondi l'atmosfera diventa coinvolgente.
Suona il citofono ma continuiamo a baciarci, risuona risuona e gli chiedo di non rispondere. Il trillo del citofono diventa continuato e lei va rispondere.
Ti pareva che non succedeva qualche cosa?
Torna dopo tre minuti tutta trafelata e mi dice che devo andare via perché ha una cosa da chiarire; mi incavolo e gli rispondo che sarà il suo uomo nonostante che avesse detto che era singola ( ho ricollegato il fatto che guardasse fuori il bar nervosa). Mi risponde che è il suo ex e mi scongiura di andare via per chiudere una volta per tutto.
Per evitare che piangesse esco da casa sua e penso di farmi le scale a piedi per non incontrare lo stronzo. Ma Paperino ha un impeto d'orgoglio :” Le scale se le facesse lui pure in salita, l'ascensore lo prendo io”
Nell'ascensore ero incavolato nero; il nemico furbamente aspettava di lato all'ascensore e non so con quale intenzioni.
Apro la porta in maniera decisa e me lo trovo di fronte, in maniera secca dico:” Cosa vuoi?” Mi guarda impaurito e mi chiede scusa. Sicuramente nei miei occhi ha visto le fiamme dell'inferno più profondo. Me ne vado.
Dopo tre giorni la chiamo al telefono; si scusa in tutte le maniere e gli dico che non chiamo per le sue scuse ma che lei o il suo cagnolino mi devono ripagare la bottiglia di vino. Gelo. Dopo una pausa mi dice che non sono un gentiluomo e io meglio essere un selvaggio che un falso gentiluomo.
Non l'ho vista più.
Caro Califano mi ha detto male come a te nella tua canzone, ma a me era capitata una femmina rara.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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