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Lui & Lei

Tutto può succedere...


di frenesia72
31.08.2017    |    8.005    |    3 9.5
"Mi riavvicino, lentamente, la fisso negli occhi, sfioro il suo naso, le sue guancie, le mie labbra finiscono sulle sue, le bocche si schiudono, le..."
Fermo in macchina davanti al cancello di casa in attesa di entrare e parcheggiare, la mia attenzione si sposta sullo specchietto retrovisore.
Scorgo una ragazza in bicicletta, lentamente si affianca a me, alla ricerca della cassetta della posta, per lasciare un volantino.
Saltò giù dalla macchina, richiamo la sua attenzione “scusi può lasciarlo direttamente a me, grazie!”.
Mi guarda sorridente, mi allunga un volantino, lo osservo velocemente, è il programma della festa parrocchiale.
Ricambio il sorriso, aggiungendo “che peccato, ma non frequento la parrocchia mi dispiace”.
Nel frattempo il mio sguardo indiscreto è già su di lei, la fotografo in ogni parte del suo corpo.
Un corpo minuto ed esile, alta non più di 1,60, un vestitino corto a fiori con le spalline che lascia impudicamente scoperte le gambe abbronzate, un seno piccolo perfettamente incastonato in quel corpo, i capelli mori raccolti in una coda di cavallo, due occhi scuri che mi sorridono.
Un istante e ne sono già rapito, estasiato.
Alla mia affermazione, mi guarda un attimo interrogativa, non sapendo che rispondere.
Approfitto della giornata molto calda, e per recuperare le offro gentilmente da bere, fortunatamente accetta di buon grado.
La faccio accomodare sotto al portico per non metterla in imbarazzo, nel frattempo entro in casa per prendere due bicchieri e qualcosa di fresco da bere, intanto continuo ad osservarla dalla vetrata che da sul portico.
I miei occhi sono incollati sul suo corpo, che ripercorro istante dopo istante.
Esco con i bicchieri, le sorrido, lei mi guarda e ricambia con un sorriso nel silenzio totale.
Rompo il ghiaccio scusandomi per la mia affermazione di prima “scusa non volevo essere sgarbato, è che ho un rapporto un po conflittuale con gli ambienti della chiesa”.
Mi risponde con una voce gentile, calda, domandandomi “ lei non è credente?”
Io..“Puoi darmi del tu, se ti fa piacere, e sono credente un po come tutti, credo quando mi fa più comodo, a ciò che mi fa più comodo”;
Lei..“Hai scelto una posizione comoda quindi?”
Io..“Preferisco credere nel destino”
Lei..” Quindi non credi che ci sia qualcuno al di sopra di noi”
Io sorridendo” Credo d’essere qui a parlare con una persona gradevole”
Lei altrettanto divertita “Non posso oppormi ad un complimento, grazie, ma ricorda che tutto ciò che accade è nel volere di Dio”
Io “Allora mi toccherà ringraziarlo per questo incontro!”
Le strappo un’altra risata, le verso ancora da bere, porgendole il bicchiere sfioro la sua mano, ci guardiamo, adesso nessuno dei due ride.
Io “ Abbiamo iniziato a fare un discorso molto impegnativo, c’è il rischio di fare notte qua!”
Lei “ Se ciò serve per raccogliere una pecorella smarrita…”
Io “La pecorella sarei io? Grazie eh! Almeno non mi hai dato della capra!”
Lei “ Ma che dici non mi permetterei maiii, nemmeno ti conosco”
Io “Ops hai ragione” allungo la mia mano “Piacere Giovanni”
Lei “ Come l’apostolo!Piacere Paola” stringendo la mia mano.
Il contatto con la sua mano è elettrizzante, ha le mani piccole, curate, un tocco dolce delicato. Cade il silenzio.
Lei “Allora dove eravamo rimasti?”
Io “Alla capra! Anzi no alla pecorella smarrita, beeeee beeee” faccio il cretino come al mio solito per nascondere l’imbarazzo, mi piace, mi piace da morire, e penso che lo abbia capito.
Lei “ Hai sempre la battuta pronta eh”
Io” Già, mi serve per uscire indenne dalle situazioni più difficili”
Lei, sgrana gli occhi, non capisce “Come? “
Io “ Davanti allo sguardo di una bella ragazza, mi perdo!”
Lei “ E’ un’altra battuta Giovanni?”
Io “ No Paola, è vero come è vero che forse esiste un Dio!”
Spiazzata dalla mia risposta, si fa rossa in viso e abbassa gli occhi.
Io “ Scusami non volevo imbarazzarti, sono stato sincero!”
Lei “Scusami tu, sono molto timida, grazie del complimento, credo che sia l’ora per me di andare”.
Non riesco a nascondere la mia delusione “Davvero mi dispiace, non volevo esagerare, non andare!Resta!”, con un gesto istintivo le sfioro nuovamente la mano.
Io “ Sai cosa credo, che tutto può succedere, anche adesso!”
Lei “ Che intendi dire”
Fa appena in tempo a finire la frase, la bacio sulle labbra delicatamente, un bacio lampo di quelli rubati, mi stacco, mi aspetto uno schiaffo che però non arriva.
Mi riavvicino, lentamente, la fisso negli occhi, sfioro il suo naso, le sue guancie, le mie labbra finiscono sulle sue, le bocche si schiudono, le lingue si incrociano, ci avvolgiamo in un bacio lungo una vita, mi si ferma il cuore, la respirazione, devo staccarmi o svengo!. La trascino in casa, lontano da occhi indiscreti. L’appoggio contro il muro.
Io “Non parliamo più, baciami ancora e non smettere mai”
La stringo, ci baciamo nuovamente, con sempre più passione, le mie mani si fanno più audaci, la stringo per i fianchi, poi scendo sul sedere, un sedere piccolo sodo. Paola respira affannosamente, è agitata, è eccitata.
La stringo a me, sente la mia erezione, aumenta la passione dei suoi baci, le bacio il collo, abbasso la spallina del vestito, bacio la spalla, abbasso la spallina del reggiseno, ed è un attimo mi ritrovo un seno piccolo, non più di una seconda con un magnifico capezzolo che mi invita a succhiare.
Fa scivolare il vestito, mi resta davanti mezza nuda, con indosso un intimo tutto nero che risalta sulla pelle abbronzata.
Mi riattacco alla sua bocca, scendo sul seno, sul ventre piatto, lei sobbalza, sono in ginocchio davanti a lei, le abbasso le mutandine, mi guarda come a chiedermi cosa vuoi farmi?
Mi infilo tra le sue gambe, e inizio a leccarla dolcemente, sento le labbra bagnarsi al contatto con la mia lingua, la lecco ritmicamente, succhiando di tanto in tanto il clitoride. Ha un sapore dolce, pazzesco, mi inebria, ho il viso bagnato dei suoi umori e dalla mia saliva.
La sento gemere, mi tiene stretta la testa con le mani, gode ad occhi chiusi, probabilmente per pudore.
Mi rialzo, la sua mano percorre la patta dei miei pantaloni, sente il mio pene duro, il tempo di guardarla negli occhi, e già lo stringe tra le sue mani.
Lei “ Com’è duro! E’ così caldo!”. Mi sega dolcemente, su giù, su giù, lo scappella, ogni tanto il suo sguardo si abbassa per guardarlo in tutta la sua erezione, aumentando il ritmo della sega.
Io “Ti voglio Paola”
Lei “ Si prendimi ti prego”
La giro, la faccio appoggiare al muro con il palmo delle mani, bacio la sua schiena, strofino la mia cappella dura sulle chiappe, lentamente la penetro, dolcemente, la sento stretta, contratta. Entro piano, prima la cappella, esco lo sbatto sulla chiappa, rientro e piano piano sempre più in fondo, fino a quando non sono completamente dentro. Respira profondamente, passa le sue mani sui seni, inizio a penetrarla ritmicamente, sempre più forte serrandola per i fianchi.
So di non poter resistere tanto, ma voglio godere guardandola negli occhi.
Mi fermo, la giro bruscamente, le sollevo una gamba, è leggera minuta, mi riesce con un colpo ad essere nuovamente dentro di lei.
La possiedo, con colpi secchi e profondi, la tengo ferma stretta a me, traballa sotto i miei colpi, allungo la lingua e le succhio i capezzoli come un dannato.
E’ totalmente inebriata di piacere, quasi inebetita, riceve i miei colpi abbandonandosi completamente, con un filo di voce “ Si dai, dai, più forte ti prego, si, vengo, ohhh siiii vengooo”, sento il suo orgasmo da come si contrae e si stringe ancora più forte a me.
La scena di lei che gode, mi da il colpo di grazia, ho giusto il tempo di sfilarlo, che vengo copiosamente sulla sua pancia, sulle gambe, con il palmo della mano lo accarezza raccogliendo il mio seme portandolo sui suoi seni.
Ci baciamo , ci guardiamo quasi increduli ma estasiati, sorrido, “tutto può succedere”…..

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