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Lui & Lei

La dottoressa dei sogni


di frenesia72
01.09.2016    |    11.081    |    2 9.6
"Dopo tanto girovagare senza sapere chi cosa volevo, chi cosa cercavo, un giorno incontro lei, la dottoressa dei miei sogni..."
Dopo tanto girovagare senza sapere chi cosa volevo, chi cosa cercavo, un giorno incontro lei, la dottoressa dei miei sogni. Iniziamo a chattare, parlando del più e del meno, aggiungendo ogni tanto qualche piccolo particolare personale, piccoli tasselli di una descrizione a me tanto chiara ma in realtà piuttosto nebulosa alquanto misteriosa, quanto basta per accendere in me un'irrefrenabile fantasia e il desiderio di conoscerla e averla per un momento solo mia. Di lei non sapevo nulla, le foto del profilo non mi erano di nessun aiuto, chattando si limitava a descriversi in modo piuttosto generico, poteva essere chiunque, ma nella mia testa io la vedevo, non avevo bisogno di sentire altro, ciò che già sapevo mi bastava, mi pareva di conoscerla da sempre, una di quelle sensazioni che ti portano a fidarti, in un certo modo ad affezionarti a qualcuno, fino ad un istante prima totalmente sconosciuto. Continuammo a chattare per settimane, più o meno assiduamente, ognuno preso dalla propria vita reale, evidenziando una certa sintonia, un affiatamento inaspettato. Immaginarla con il camice bianco, intenta a visite scrupolose del mio corpo era diventata la mia rituale fantasia, del resto dottoressa lo era veramente, e chi di noi maschietti non ha mai fantasticato di sfilare un bel camice bianco durante una visiti specialistica? La svolta avvenne una sera tardi, non riuscivo a dormire, per passare un po di tempo aprii la chat e trovai un suo messaggio. "Ciao, stavo ripensando ad oggi, ai nostri discorsi, alle tue dolci parole, a come mi senti, come mi vedi, e vorrei tanto essere io a vedere te" il tutto seguito dal numero di cellulare e da "domani mattina se hai voglia di sentirmi e di vedermi chiamami e raggiungimi ti preparo il caffè". Non credevo ai miei occhi, decisi di rileggere il messaggio, una , due , tre volte, non potevo crederci, però quel numero era lì davanti a me, e restò fisso davanti a me quasi tutta la notte, agitando i miei pensieri.
La mattina seguente, senza tanti fronzoli, con l'indirizzo tra le mani mi presentai davanti la porta di casa sua, con due cornetti caldi giusto per tenere ferme le mani tremolanti dall'emozione. Suonai il campanello, il cuore a mille, bum bum bum, e finalmente si aprì la porta e me la ritrovai davanti.
Vestita da una t-shirt bianca senza reggiseno, un pantaloncino di jeans corto, lì davanti a me, 1,70 poco più, gli occhi grandi scuri, capelli mori, la bocca piccola, una terza di seno con i capezzoli già puntati verso di me, la pelle dorata abbronzata, ed un dolce profumo che emanava il suo corpo, tanto era bastato per lasciarmi di sasso sulla porta di casa, quando fui risvegliato dal suo sorriso e dalle sue prime parole " dai su entra che fai lì impalato". Entrai, ci scambiammo due baci sulla guancia, involontariamente strofinai il braccio sul suo seno, era sodo, era meraviglioso, mi si drizzarono i peli e non solo.
Mi offrì il caffè e accettò di buon grado i cornetti che avevo portato, parlammo di tutto e di più per una buona mezz'ora come se ci conoscessimo da sempre, così come avevo sempre immaginato. Spesso i miei sguardi cadevano sul suo seno che si intravedeva sotto alla maglietta, lei sorrideva con gli occhi, era divertita. Con una scusa mi alzai, le passai dietro alla schiena per baciarla sulla nuca, chinò la testa sul fianco in modo da lasciarmi baciare il collo, mentre le mie mani erano già vogliose protese per stringere i suoi seni. I suoi capezzoli erano così turgidi, duri, che non potevo resistere dal non passare davanti a lei per poterli leccare. Senza darle tregua, le sfilai i pantaloncini, scostai la mutandina, ed iniziai a leccarla in mezzo alle gambe. Distese una gamba sul tavolo in modo da aprire le cosce per potermi tuffare con la faccia sul suo clitoride gonfio. La leccavo, succhiavo, aiutandomi con le dita avevo iniziato a masturbarla, lei intanto con gli occhi chiusi gemeva e mi teneva stretta la testa tra le sue gambe. Nel frattempo sentivo il mio arnese spingere dentro ai pantaloni, pulsava, tanto era la voglia di uscire e svettare. Mi rialzai, sempre davanti a lei, mi sbottonai i pantaloni, ma fui fermato dalla sua mano, sempre seduta si avvicinò a me, sollevandomi la maglietta iniziò ad accarezzarmi il petto con una mano, mentre con l'altra esplorava dentro ai miei pantaloni, decidendo finalmente di tirarlo fuori, sorridendo compiaciuta alla vista del mio membro.
In un attimo lo vidi sparire nella sua bocca, tutto teso in avanti dritto duro entrava ed usciva tra le sue labbra, la lingua roteava sulla mia cappella sempre più grossa, delicatamente mi masturbava, impugnandolo con decisione eccitata da quanto fosse duro e grosso esclamando la sua meraviglia più di una volta. Il suo pompino mi aveva già portato a livelli estremi di eccitazione, dovevo decidere all'istante o schizzarle in bocca o agire immediatamente e possederla; ma io volevo possederla, desideravo averla, desideravo farla godere. La girai facendola appoggiare al tavolo per avere più stabilità, aveva un sedere piccolo ma bello tondo, sodo, da sportiva quale era. Strofinai il mio cazzo bollente sulle sue chiappe, poi dolcemente, lentamente iniziai ad esplorare la sua fica con il mio membro. Era completamente bagnata, fui dentro in un attimo, lentamente mi spinsi fino in fondo e altrettanto lentamente iniziai ritimicamente a spingerlo. Mi eccitavo alla vista del suo seno che si muoveva sotto i miei colpi, più l'eccitazione saliva in me, più spingevo, più lei godeva, ansimava, chiedendomi di sbatterglielo fino in fondo, di farglielo sentire. La strinsi a me quando ormai senivo il suo orgasmo vicino, strinsi forte affondando la mia verga con un colpo secco fino in fondo dentro di lei, quando la sentìì godere "ohhh siii siii". Ero ormai senza fiato, il cuore mi batteva, l'orgasmo trattenuto a stento, giusto il tempo di tirarlo fuori per vedere partire enormi schizzi diretti sulla schiena, al calore dei miei fiotti reagì inarcando la schiena, ultimando il mio orgasmo sulle chiappe tirando un gran respiro. Sulla sua pelle abbronzata risaltavano le tracce del mio orgasmo, ero felice di tanto piacere. Si girò a guardarmi con i suoi occhi sorridenti, ricambiai lo sguardo senza proferire parola, mi strinsi ancora a lei, baciandole la schiena...
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