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L'amica del cuore


di frenesia72
14.06.2016    |    4.226    |    4 9.9
"Era corteggiata, la fila piuttosto lunga, e a me toccava fare da spettatore passando molto tempo con lei..."
La nostra era più che amicizia, ci conoscevamo da bambini, lei come una sorrella ed io come un fratello.
Fin da bambini ci si divertiva a giocare a mamma e papà, senza alcuna malizia, era un gioco, eravamo bambini.
Ma il tempo si sa cambia le persone, si cresce, e anche lei cresceva, e quella bambina, divenne prima un'adolescente e poi una donna ben fatta, mentre io restavo l'amico fraterno rospetto.La nostra amicizia si rinsaldava con il passare del tempo e maturava con noi, ma fù inevitabile invaghirmi quando raggiunta l'età dell'adolescenza iniziai a sentire l'istinto del maschietto.
Non passava giorno che non mi masturbassi pensando a lei, tutto restava ben definito nelle mie fantasie, anche perchè lei era decisa nel rifiutare i miei primi tentativi timidi e goffi di baciarla ed accarezzarla, mi diceva affettuosamente sorridendo "trovati una ragazza".
Gli anni passavano, uscivamo insieme, parlavamo, ci confidavamo, io per lei ero come un fratello mentre io mi ammazzavo di seghe.
Lei più grande di me di un anno, a vent'anni si presentava già ben formata, su un corpo esile, piccolina tutta minuta presentava già una terza abbondante di seno. Era corteggiata, la fila piuttosto lunga, e a me toccava fare da spettatore passando molto tempo con lei.
Un giorno improvvisamente parlando in giardino, mi sfiora la gamba, mi sorride e guardandomi con aria furbetta mi fa "quanti pelettini che hai, inizi ad essere un vero ometto". Il suo sorriso, il tono della voce fin da subito mi colpisce, mi fa sentire strano, ma cerco di scacciare ogni fantasia, poichè per me erano solo fantasie.
Due giorni dopo, una sera, ci ritrovammo a casa mia. Non sapevamo che fare, e mi propose di giocare a carte, mi disse "giochiamo a scopa?", accetai di buon grado e rilanciai "cosa ci giochiamo?" e prontamente mi rispose "un bacio, se vinci tu mi baci dove vuoi, idem se vinco io", cercai di non diventare rosso dall'imbarazzo rompendo il silenzio con un sorrisino da pesce lesso.
Mai avuto tanta fortuna in vita mia nel gioco delle carte, quel giorno vinsi alla grande, chiudendo la partita di scopa anche in fretta. E finalmente il mio momento, un sogno che si avverava potevo baciarla.
Lei era divertita, rilassata, io sudavo, quasi tremavo.
Mi avvicinai, lei continuava a sorridere, io invece le farfalle nello stomaco ed un groppo in gola per l'emozione.
Le sfiorai subito le labbra, la sua bocca piccolina, le labbra sottili si ritrovarono per un attimo a contatto con le mie labbra carnose. Presi più decisione e la baciai e da quel momento non capìì più nulla veniva tutto spontaneamente. Infilai la lingua, accarezzandola sulla nuca la tenevo stretta a me, ma da come roteava la sua lingua non pareva volesse scappare anzi. Una mano mi scivolò sul seno, inizia a palparla mentre lei iniziava ad agitarsi lo sentivo dal suo respiro che si era fatto affannoso.
Ad un certo punto la feci sedere sulla sedia, davanti a lei mi sbottonò i pantaloni per tirarmelo fuori.
Non riuscì a nascondere la sua meraviglia mentre il mio pisello le se parava duro davanti agli occhi, esclamando divertita "eh bhe non l'avrei mai detto, ma quanto è grosso!".
Si tolse la camicetta, io le tolsi il reggiseno in modo da poter iniziare una magnifica spagnola tra le sue magnifiche tette sode, interrotta ogni tanto dalla sua lingua che roteava con disinvoltura sulla mia cappella.
Cambiammo posizione, mi sedetti divaricando le gambe lasciando il mio pisello duro svettare dritto dritto pronto ad accoglierla. Leccai ancora un po il suo seno, succhiavo i suoi capezzoli con delicatezza e con una mano le sfioravo le labbra della vagina. Si sedette su di me e iniziò a muoversi sbattendomi le tette in faccia, ero dentro di lei, la stavo possedendo, il sogno della mia vita era lì.
Mi sbatteva ansimando, io non capivo più niente, sapevo solo che le palle erano ormai dure da quanto fossero piene. Mi ordinava di leccarle il seno non voleva che smettessi, mi diceva "succhiamele dai , leccami leccami, mordi".Non durò molto, ad un certo punto si strinse forte a me urlando di piacere "ohhh siii vengooo".
Non potevo più trattenermi nemmeno io, giusto il tempo di rialzarmi, appoggiare il mio cazzo duro alla sua bocca, giusto il tempo di prendermelo in mano, uno due tre colpi su e giù, ed un enorme getto caldo la bagnava sul collo e sul seno. Esclamò divertita" ma quanta ne hai fatta!" mentre io ero sempre lì che non capivo niente di ciò che stava succedendo. La guardai, aveva schizzi ovunque, i miei schizzi, mi accarezzava ancora il cazzo dolcemente, le dissi con la voce rotta dall'emozione " io ti amo".....

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