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Lui & Lei

stanza 212 | 3


di MarioArsan2
07.10.2022    |    212    |    0 9.2
"Era una sorta di estasi quella in cui si trovò quando lo sconosciuto (anche se, in effetti, sconosciuto era anche l’altro) uscì dalla figa e cominciò a spruzzare fiotti di sperma sulla sua pancia..."
“Se la vita smette di aiutarti è più difficile dimenticarti di quelle felicità intraviste, dei baci che non si è osato dare, delle occasioni lasciate ad aspettare, degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine quando il rimpianto diventa abitudine, una maniera di viversi insieme, si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti che non siamo riusciti a trattenere”.
Erano state le parole di una canzone, prima di incontrarla, a costringerlo a sfuggire il rimpianto e l’abitudine, ad allontanarlo dai luoghi comuni. Per questo l’aveva cercata senza sapere dove trovarla e non fu solo per fortuna che l’aveva trovata.
E ora, dopo tutte quelle settimane passate a regalarsi ogni piacere nella stanza 212 di un anonimo e elegante albergo, dopo essersi sorpresi ogni volta, dopo aver goduto di ogni parte del corpo, lui aveva deciso di regalarle qualcosa in più, di spingere oltre i loro sensi.
L’aveva privata della vista coprendole gli occhi con una benda rossa, le aveva stuzzicato il gusto con piccole gocce di vino rosso. Le aveva penetrato la mente e lei aveva goduto senza bisogno di altro, allagando le proprie mutandine e la poltrona su cui era seduta. Le aveva appoggiato il cazzo alla bocca e lei lo aveva leccato, succhiato, ingoiato. Ma si era fermata quando altre mani le presero il seno e cominciarono a toccarlo con voglia.
Era solo sorpresa, non aveva paura. Si fidava di lui e dire ciecamente era letteralmente vero.
Riprese il suo cazzo tra le labbra mentre le mani giocavano con i suoi capezzoli stringendoli e a farla rabbrividire di voglia. Lui si allontanò un poco fino a toglierle il sesso dalla bocca, lucido della sua saliva. Le prese le braccia con leggerezza e decisione e la fece alzare. La baciò mentre il suo corpo si ritrovò stretto tra i loro, le mani di lui a tenerle il viso, le altre che scendevano piano, che dal senso si erano spostate al suo sesso. Era un uomo, sentiva la sua erezione dietro di lei mentre con le dita la stava aprendo. Era bagnatissima e non fece alcuna fatica a inserirne due, ad aggiungerne un’altra mentre l’altra mano aveva trovato il clitoride.
Lui la baciò ancora, con foga. Le loro lingue avevano continuato a cercarsi, le loro bocche si erano fuse e dicevano tutto senza bisogno di parlare.
La fece girare baciandole il collo, mordendolo, e la risposta di lei si vide immediatamente sulla pelle increspata e sensibile mentre l’altro uomo avvicinò il cazzo alla sua figa. Entrò piano senza trovare resistenza, lei godette immediatamente, le gambe cedettero un poco.
Cercò il viso di quell’uomo che le era dentro, ne cercò le labbra ma non trovò nulla. Teneva distante la testa. Per lei era solo mani e sesso, nient’altro. Erano questi gli accordi che avevano preso e lui li stava rispettando. Mani e sesso.
Lo aveva scelto con mani belle come le sue. Volava raddoppiare le sensazioni che lei provava ogni volta che si incontravano. Doveva essere un suo doppio. Doveva essere lui che la possedeva come fossero soli, come fosse uno ma con quattro mani e due cazzi. Il primo stava cominciando a muoversi dentro di lei quando quello di lui si appoggiò al suo sedere. Il cazzo era ancora umido della saliva di lei. Spinse piano, lei lo aiutò aprendosi le natiche. Si fermò per consentirle di abituarsi alla sua presenza ma lei punto il suo sedere fino a farlo entrare, fino a sentirsi piena, fino a sentirsi completamente sua.
I due uomini, o per meglio dire quello strano uomo che aveva pensato per lei, si muovevano dentro il suo corpo. Dapprima con uno strano pudore, una forma di attenzione che presto svanì. I colpi si facevano più rapidi e profondi. La stava inculando con forza mentre lei godeva. E godeva. E godeva. Trafitta e felice.
Sarebbe caduta a terra se il suo corpo non fosse stretto tra quelli dei due uomini. Era una sorta di estasi quella in cui si trovò quando lo sconosciuto (anche se, in effetti, sconosciuto era anche l’altro) uscì dalla figa e cominciò a spruzzare fiotti di sperma sulla sua pancia. Venne senza rumore, attenendosi alle consegne ricevute. Lui, invece, le venne dentro e lei sentì il seme caldo riempirla, facendola godere ancora una volta.
Quando le tolse la benda dagli occhi non c’era nessuno in camera con loro. Lei lo guardò e sorrise, senza alcun desiderio di sapere chi l’aveva scopata- Per quello che ne sapeva, per quello che ne voleva sapere erano solo loro due. Forse lui era un mago, forse un illusionista. Più probabilmente un uomo carismatico in grado di ottenere quello che voleva. E questa volta lui aveva voluto esser tutto.
Non si sarebbero persi con questo rimpianto
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