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Al carcere femminile di max sicurezza (fantasia)


di lorpeppo1
16.02.2019    |    16.665    |    0 4.5
"Veronica fu costretta a baciare in bocca con la lingua tutte le detenute del carcere e a bere l’urina di quasi cinquanta detenute..."
ATTENZIONE: È un racconto di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con persone, vive o morte, accadimenti o località realmente esistenti è puramente casuale.

Veronica, 21 anni, dopo essersi diplomata in una scuola per lo più maschile, conobbe una ragazza di nome Stefania. Dopo qualche mese di conoscenza, esse diventarono grandi amiche. Stefania aveva dieci anni in più della sua nuova amica, ma quest’ultima seppe solamente all'ultimo che Stefania era una ladra di gioielli, infatti negli ultimi anni non era stata presa ed era abile nel travestimento.

Nelle vie limitrofe della casa di Veronica era presente una gioielleria con pezzi molto rari e Stefania decise di rapinarla, ma per dispetto per un altro motivo sconosciuto si travestì da Veronica. Essa aveva in mente di mandare in carcere la sua nuova amica 21enne per farle sperimentare il genere saffico e del bdsm.

Dopo qualche giorno la polizia andò a casa di Veronica e l’arrestarono con l’accusa di rapina. Veronica fu condotta al carcere di massima sicurezza. Ad attenderla ci fu il capo del carcere e si presentò come Simone.
Simone: “Salve, sono Simone. Ora la prego si spogli completamente! È un ordine!”
Veronica si spogliò nuda contro la sua volontà.
Simone: “Hai una prima di seno vedo. Sai qui ci sono ragazze da una quarta in su, ora verrai punita e poi si divertiranno anche le altre carcerate. Vedrai che ti piacerà”
Simone prese con forza la povera Veronica e le mise su un letto a pancia in su ove le bloccò le braccia e le gambe. Sulla bocca le mise la ball-gag. Veronica era impaurita, ma la sua figa diceva il contrario.
Il capo prese delle candele e le versò sul petto la cera nel frattempo che mise sulle tettine le mollette attaccate ai capezzoli. Successivamente prese la frusta e gliela picchiettò sui capezzoli. In un secondo momento le diede delle carezze, carezze leggere su tutto il suo corpicino. La ragazza sotto tortura aveva un corpo minuto, una taglia 38, ma ben sviluppata.
Dopo qualche minuto la vagina di Veronica era un lago, la clitoride era bello duro come un piccolo cazzo, aveva voglia di toccarsi, ma per lei era impossibile. Veronica immaginò che era questa la sua tortura.

Simone: “Vorresti toccarti vero? Bé non puoi!”
Egli continuò con le carezze, ma non toccò la vagina della povera ragazza.

Successivamente libererò Veronica, ma la tenne ben stretta e la obbligò ad inginocchiarsi a prendere il cazzo duro di ben 25 cm del suo padrone in bocca. Veronica faceva fatica a fargli il pompino in quanto aveva una bocca stretta e piccola. Nel frattempo Simone usò la frusta e gliela picchiettò sulla schiena. Precisamente con la mano destra teneva la frusta, con la mano sinistra una candela, che gliela versò lungo la schiena. Veronica provava dolore, tanto dolore, ma anche piacere, alla fine la cosa la eccitava tantissimo, non aveva mai provato una cosa simile ed in quel momento le piaceva la situazione.

Dopo qualche minuto Simone le sborrò in bocca e la ragazza bevve tutto, ingoiò tutto il suo sperma. Fece per rivestirsi, ma il suo padrone glielo impedì.

Simone: “Devi restare nuda. Le nuove carcerate devono restare così per almeno una settimana e farsi vedere da tutte le detenute!”
Veronica: “Ok, padrone”

La prima settimana le sembrò interminabile. Veronica fu costretta a baciare in bocca con la lingua tutte le detenute del carcere e a bere l’urina di quasi cinquanta detenute. Queste erano le prime cose che dovevano fare le nuove ragazze arrivate in questo carcere.

La vagina della povera Veronica era sempre in fiamme. rossa ed era più che allargata. Le sue compagne di cella ogni notte la penetrarono con uno strap-on nel frattempo che la frustavano. Durante la giornata per almeno un’ora al giorno, doveva succhiare le tette di almeno una ventina di ragazze, tutte avevano dalla quarta in su. Era per far capire alla povera ragazza senza tette, cosa significava avercele. Alla fine della settimana doveva aver succhiato le tette di tutte le detenute del carcere, ovviamente tutte quelle che avevano almeno una quarta.

Veronica un giorno chiese spiegazioni e le dissero che chi aveva il seno piccolo, una prima per la precisione, doveva essere punita. Dopo una settimana, il padrone le diete la tuta del carcere. Era di colore giallo, tutto un pezzo, ma con scoperti la vagina ed il culo.

Per almeno due anni Veronica doveva sottomettersi ai voleri di tutte le detenute del carcere ed agli ordini del padrone Simone.

Dopo sei mesi Veronica non era più quella di una volta, adesso era una ragazza forte con la passione per il sesso e per il mondo saffico.
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