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La mansarda

13.07.2025 |
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"Luca mi sorrise e mi chiese di rimettermi in posizione come dovessi suonare ma tenendo i polsi in alto..."
Il rumore di un motore, giù in strada, mi arrivò così attenuato nella stanza che non riuscii ad associarlo a un preciso veicolo, tuttavia sebbene fossi con gli occhi ancora chiusi, mi ridestò.Aprii pigramente gli occhi e vidi distintamente nell'oscurità, il display numerico color ambra del cronometro posto sulla mensola. Segnava 00:00 e pensai non stesse più funzionando ! Non stava segnando, a mio avviso, nessun'ora. Richiusi gli occhi pensando che avrei dovuto sostituire le batterie appena si fosse fatto giorno.
Mi sembrò fosse passato solo qualche istante quando sentii il mio cane abbaiare in cortile. Riaprii gli occhi con più convinzione decisa a infilare la testa sotto al cuscino per non sentirlo. Immediatamente notai il cronometro, che stava ora segnando le 06:48 e con altrettanta rapidità compresi che se stavo guardando il cronometro, non ero distesa nel mio letto a dormire di fianco a mio marito !
Mi bastò tentare di spostare una ciocca dei miei capelli con la mano per accorgermi che avevo i polsi ammanettati. Rammentai in quell'istante la scena della sera prima, in cui mio marito mi legava per gioco, i polsi e le caviglie sul tavolo della mansarda.
"Luca ! " chiamai sottovoce.
"Lucaaa!!" Dovetti insistere per ricevere un suono inarticolato di risposta dal mio uomo.
" Ci siamo addormentati in mansarda! Prendi le chiavi delle manette "
Per tutta risposta Luca mi disse di prenderle da sola perché voleva dormire.
" Luca , svegliaaaa! Non posso ! Mi hai lasciata legata tutta la notte. Me la sto facendo addosso "
Strabuzzando gli occhi finalmente Luca accese i faretti rossi che gli consentirono, illuminandomi, di liberarmi . Lo fece bisbigliando che si era addormentato sulla panca e che gli era venuto male al collo per l'innaturale posizione in cui si era abbandonato a Morfeo.
"Scendiamo che ti preparo colazione" dissi con l'energia del mattino in corpo, dopo essermi lavata con l'acqua tiepida e coccolata nella spugna morbida del mio accappatoio. Luca mi sembrava reduce da una sbornia, barcollava a piedi nudi sul parquet con gli occhi semichiusi.
"Scendi così ?" gli chiesi ironica indicando il suo membro penzolante. Non disse nulla, ma andò diligentemente a recuperare le sue mutande.
"Ti stanno divinamente gli anelli. Passerei ore a guardarli muoversi mentre respiri, mentre parli..." Luca alludeva agli anelli ai capezzoli che mi impose quando ci siamo messi insieme. Una storia iniziata ormai oltre dieci anni fa. Storia articolata, mai semplice, eppure sorprendentemente stabile. Mi sentii quasi subito la sua donna, la sua compagna per la vita, malgrado Luca abbia dieci anni più di me. Senza farci scoprire dai vicini e dalle nostre piccole, ci ritagliamo dei momenti durante le ventiquattr'ore in cui Luca e Laura diventano rispettivamente il padrone e la sua schiava. Amo vedere Luca che ammira il mio seno . Gli anelli mi fanno un po' male perché pesanti , ma conosco l'effetto che hanno su di lui e ne sono gratificata.
"Abbiamo qualche ora prima che tua madre arrivi con le piccole" mi disse
"Ieri sera siamo crollati senza neppure sfiorarci...uno spreco di energie!" gli risposi con un sorriso ammiccante
Mi baciò, avevamo entrambi il gusto di cappuccino sulla lingua. Lo baciai fino a sentire finalmente il gusto della sua bocca.
Sentii la sua mano su un seno , la passò in modo deciso e mi diede fortuitamente uno strattone al capezzolo perché impigliò un dito nell'anello.
Sentii una scossa di dolore. Se ne accorse anche Luca, non disse nulla ,abbassò il capo sul capezzolo dolente e lo portò fra le sue labbra, vi appoggiò la lingua ,delicatamente, per darmi conforto.
"Vorrei guardarti mentre fai qualcosa." Mi disse all'orecchio
"Che cosa amore? Vuoi che mi tocchi , che balli per te la lap dance?"
" Quello che vuoi Laura, la prima cosa che ti viene in mente. Voglio guardare mia moglie senza fare altro"
Mi alzai lasciando cadere l'accappatoio che ancora indossavo.
"bacio ! " Ordinai perentoria a Luca. Il bacio non si fece attendere. Sentii la sua lingua fra le grandi labbra.
Lentamente mi staccai da lui facendo un passo indietro. Andai a recuperare i sandali col tacco alto, scomodi quanto eleganti.
Nuda sui tacchi, mi voltai verso Luca lanciandogli un bacetto sulla punta delle dita. Nel nostro linguaggio del corpo Luca capì che lo stavo invitando a seguirmi.
Nel salone della mansarda tutto mi sembrò perfetto.
Un ultimo sguardo a mio marito mentre ero già di spalle; un mio sorriso soddisfatto.
Mi voltai e mi sedetti al pianoforte bianco.
Luca si accomodò su una sedia accavallando le gambe.
Mi guardava ,lo vedevo ma avevo già gli occhi sullo spartito.
L'attacco della Rapsodia Ungherese N.2 di Franz Liszt in do diesis maggiore...
Uno dei pezzi più difficili del mio repertorio domestico.
Quasi tredici minuti di pianoforte. Ogni tanto guardo Luca , vedo i suoi splendidi occhi lucidi . Suono più forte, batto con vigore le dita sui tasti, poi lo riguardo seria, sembra che lo stia sfidando. Ho i brividi sul finale , mi immaginai di aver avuto un amplesso con mio marito e di aver preteso che mi portasse all'orgasmo dopo pochi istanti.
Lo guardai riprendendo fiato ,dopo aver suonato l'ultima nota. Nessuno di noi pareva fosse disposto ad avvicinarsi all'altro. Intuii che mi stava guardando ancora una volta gli anelli . Abbassai gli occhi per guardarmeli quando li rialzai Luca era di fianco a me Mi accarezzò la nuca , si piegò per baciarmi , gli abbassai gli slip , Luca li tolse del tutto e mi disse : "resta così! Respira , vado a prendere una cosa per te!.
Ebbi la solita reazione .Iniziai a mordermi nervosamente le labbra. Aggrottai le sopracciglia e accompagnai Luca con lo sguardo mentre rapido svicolava nell'ingresso.
Sentii che apriva l'armadio dietro alla porta ,in cui custodiamo le scarpe invernali.
Curiosa e un po' preoccupata lo vidi rientrare nel salone.
Aveva fra le mani una gogna di acciaio .
Compiaciuto non batteva ciglio. Attesi qualche istante. Non disse nulla. Restò con la gogna in mano mostrandomi il grosso anello luccicante adatto a cingermi il collo.
Stavo per alzarmi , ma Luca mi fece cenno di restare seduta sulla panchetta del pianoforte. Mi si avvicinò e io voltai il corpo verso di lui.
Tenendo la gogna in bilico fra le dita delle proprie mani, Luca si fermò quasi offrendomela protendendo le braccia .
La fece ruotare sui palmi delle sue mani e i ceppi della gogna si aprirono spontaneamente. Sentii che era giunto il mio
momento. Alzai timidamente i polsi all'altezza del mio collo. Stavo tremando per l'emozione di essere protagonista ,non per la paura di essere imprigionata da mio marito. Luca mi sorrise e mi chiese di rimettermi in posizione come dovessi suonare ma tenendo i polsi in alto. Sentii il freddo collare calare sulla nuca. Voltai lo sguardo per mettere il mio polso destro nel ceppo. Luca lo chiuse . Voltai la testa verso il ceppo di sinistra e vidi Luca chiudermi il polso, Nervosamente strinsi i pugni e Luca se ne accorse. Per stemperare la tensione mi baciò .Con una mano allontanò i miei capelli dal collo con l'altra chiuse il collare della gogna. Mise i lucchetti alle chiusure e sentii con soddisfazione ciascuno dei tre click . Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Ero sicura che Luca mi stesse guardano gli anelli ai capezzoli.
Riaprii gli occhi sorpresa quando sentii che mi stava mettendo delle manette alle caviglie.
Girò la panchetta con me seduta sopra, mi divaricò le gambe e con dolcezza cominciò al gustarmi la fica, mi fece sdraiare per essere entrambi più comodi .Tenevo in tensione le braccia per non stancarmi incastrando il carpo nei ceppi ,il peso della testa fermava in qualche modo la gogna sulla panchetta imbottita. Le gambe spalancate ; incatenate.
Mi ci volle poco per venire, credo di aver urlato.
Sentii che Luca non mi leccava più . Improvvisamente mi comparve sopra il volto . Era meravigliosamente eccitato.
Aveva preso dal divano un cuscino , sentii che lo gettò a terra spostando l'aria.
Sentii il suo profumo .L'odore del maschio pronto per la propria femmina.
Aprii la bocca e lo sentii già umido . Richiusi le labbra della mia bocca attorno alla sua asta e cercai di ingoiarlo persino protendendo il collo. Non voglio pensare alle smorfie che feci per la veemenza con cui tentai di estendere il mio collo.
Amo sentire il gusto di mio marito, adoro sentirlo quando pulsa , quando cerca di trattenersi per durare, quando mi inonda del suo seme. Sono sua moglie e ne sono felice !
Assaporai il suo sperma e pensai a quanto intensi siano i nostri orgasmi quando io e Luca pratichiamo ,da innamorati, delle forme di sadomasochismo.
Facemmo una pausa in cui riprendemmo fiato.
Liberandomi , poco dopo, da ogni strumento di costrizione, mi baciò ancora.
" Questi li metti domani" mi disse mentre mi aiutava a togliere gli anelli ai capezzoli. Sapendo che non li tollero troppo a lungo.
" Dove la porti ?" Chiesi a Luca indicando la gogna che reggeva in una mano .
"In camera da letto , sotto.." Rispose tra il serio e il faceto.
"Vuoi che mi addormenti incatenata anche stanotte?"
"Voglio la mia Laura comodamente a disposizione nel lettone" "Niente torture, solo bondage per la mia splendida pianista"
Mi strinse in un abbraccio forte e sentii la gogna che poggiava a un'estremità fra le mie natiche
" Eri sexy da morire al pianoforte! "
"Ero nuda " dissi sorridendo
" Eri sensuale , facevi l'amore suonando, ero un po' geloso perché non sapevo se stavi pensando a me o qualcun altro.."
"Pensavo a te e a come sopportare i tuoi famigerati anelli ! "
" Ti fanno così male ? " chiese.
" se fossero stati più leggeri ...Ma vanno bene così ! Mi fanno tanto puttana e almeno psicologicamente sono piacevoli" risposi.
Quindi soggiunsi : " Porta sotto la tua camicia e la mia gonna verde per favore, le voglio stirare."
Il rumore dei nostri passi si confuse lungo scale. Luca mi deliziò con un bacio sul collo mentre stiravo
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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