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La mia domina Sessantenne e la sua amica cicciona


di licklick69
08.03.2021    |    22.741    |    6 9.5
"Madame Irene era rimasta in quella posizione e aveva ordinato al suo schiavo di venire a pulirle in culo cosa che lui prontamente mettendosi in ginocchio stava..."


Trascorse più di una settimana senza che ricevessi una telefonata dalla mistress ed ormai disperavo di poter essere nuovamente accolto al suo aspetto ma una notte verso le 2,30 ricevetti quella agognata telefonata:
“Domani alle 16 presentati a casa mia!”
Non ebbi il tempo di ringraziare la mia signora; solo queste poche parole e la telefonata fu interrotta.
Il giorno dopo ero nei pressi della sua abitazione con una buona mezz’ora di anticipo ma non osai suonare il campanello sapendo quanto precisa era la mia signora.
Girovagavo nel quartiere quando incrociai una coppia che attirò la mia attenzione: lei era una signora sicuramente oltre sessant’enne molto in carne con capelli corti ricci tinti di un rosso vivo. Indossava una gonna nera molto attillata che metteva in evidenza il grosso ventre e un giacchino corto sempre nero che si apriva su un seno decisamente abbondante che la maglietta scollata lasciava intravedere… Scarpe nere con un tacco di almeno 12 cm che mettevano in risalto i grossi polpacci ben torniti.
Il lui della coppia era decisamente più giovane, non più di 35-40 anni con un fisico asciutto e forse anche palestrato.
Alle 16 esatte suono il campanello della villetta e allo scatto del cancelletto entro e percorso in corto vialetto spingo la porta aperta chiedendo il permesso di entrare
La voce della mia padrona mi ingiunge di spogliarmi nudo, di indossare il collare di cuoio che vedo appoggiato sopra la sedia dell’ingresso e di entrare nel soggiorno a quattro zampe.
Entrando nella stanza rimango sorpreso nel trovare la coppia che avevo incrociato per strada. Lei seduta sul grande divano accanto alla mia signora con a lato l’uomo che era con lei completamente nudo con un collare di cuoio simile al mio accucciato a lato. Stanno sorseggiando un thè.
La mia signora alzandosi dal divano mi viene incontro e aggancia al collare il guinzaglio e mi ordina di seguirla strattonandomi. Mi fa girare in tondo e rivolto alla signora seduta sul divano:
“Questo mio nuovo schiavo ha una discreta stoffa, è ancora da “sgrossare” ma dimostra di metterci dell’impegno” e rivolto a me: “Guarda come sono impolverate le scarpe di Madame Ivana dopo che ha percorso il vialetto di ghiaia… come pensi di rimediare”
Ed io senza alcun indugio mi precipito a pulire con la lingua le scarpe della signora; ci metto tutto il mio impegno facendo scorrere la lingua dalla punta fino al tallone, scendendo a ripulire il lungo tacco.
Madame Irene a questo punto interviene dicendo: “Vanessa non credi che per i miei tacchi ci vorrebbe qualcosa di più efficiente...” e la mia padrona: Certo, cosa è meglio di un bel buco di culo!”
Io intuendo le loro intenzioni mi giro prontamente aprendo i miei glutei e offro il mio buco di culo.
Madame Irene infila con decisione il tacco della sua scarpa nel mio culo mentre con l’altro piede colpisce ripetutamente le mie palle. Nonostante il dolore il mio cazzo si è irrigidito e comincia a gocciolare seme.
A questo punto lei ordina al suo schiavo, che era rimasto immobile, di prendere in bocca il mio cazzo e a me togliendosi le scarpe di massaggiarle piedi e polpacci.
Metto la massima cura a massaggiare e baciare quei piedi grassocci e con la lingua comincio un lento leccamento dei piedi infilando la mia lingua tra quelle dita grassocce e infilandomele completamente in bocca. Mi dedico poi ai suoi polpacci massaggiandoli e baciandoli.
Un calcio in faccia mi fa cadere all’indietro e Madame Irene si alza in piedi per svestirsi. Si toglie gonna e maglietta ed infine un tanga che a mala pena copriva una pelosissima figa.
È veramente grassa, dalla mia posizione posso vedere le ampie cosce cellulitiche e quando si slaccia il reggiseno le sue grosse tette con i capezzoli grossi e scuri si adagiano su quella pancia tonda.
Viene avanti con me ancora riverso sulla schiena e non posso non ammirare quella grossa pancia che cade coprendole buona parte della figa.
“Adesso vediamo cosa sai fare con una figa de leccare; Vanessa mi ha detto che te la cavi egregiamente me voglio vedere come farai con la mia pancia che non ti permetterà di respirare” e così dicendo si siede sulla mia faccia aprendosi con le due mani quella figa grassoccia .
Mi è davvero difficile respirare, la pancia si era adagiata sulla mia faccia e la sua figa era già abbondantemente bagnata. Faccio il possibile per penetrarla con la mia lingua alla ricerca del grilletto che trovo rigido e gonfio e colpisco ripetutamente con la punta della mia lingua. Un getto di urina si aggiunge agli umori che già abbondantemente colano e sono sul punto di svenire quando la signora si rialza lasciandomi modo di riprendere fiato.
Rivolgendosi alla mia Signora “Hai trovato un bravo leccatore, il mio non è un granché” ed è solo allora che mi accorgo che la mia signora è intenta a farsela leccare dallo schiavo di Irene. Un ché di gelosia mi prende, vedere la mia signora a gambe aperte con quel tomo che la lecca non mi piace affatto.
Ma non ho modo di considerare la cosa più di tanto che Madame Irene strattonandomi per il guinzaglio e mettendosi alla pecorina mi intima: “ Adesso vediamo se sai apprezzare il mio buco del culo, voglio la tua lingua tutta dentro. E passando il guinzaglio in mezzo alle gambe mi tira a sé in mezzo a quelle enormi chiappe cellulitiche.
Chiedo timoroso il permesso di poterle aprire con le mani e lei: “Imbecille, come credi di poter arrivare al mio buco se non le tieni aperte!”
Arrivo a lambire con la lingua quel buco grinzoso parzialmente peloso. Faccio fatica a respirare perché anche se cerco di tenere aperte quelle due chiappe sono talmente grosse che si richiudono sulla mia faccia. Applico le mie dita direttamente al buco grinzoso e forzo con la lingua l’apertura. Il muscolo cede facilmente e mi viene da pensare che la Signora ama anche farsi inculare.
Dopo 10 buoni minuti di applicazione sento le gambe stringere spero che la signora stia raggiungendo l’orgasmo e mi metto a leccare furiosamente lo spacco dalla fica al buco del culo. Un getto di umori mi colpisce sulla pancia e la signora si gira riversandosi sulla schiena.
“Vanessa hai trovato l’America, questo ci sa veramente fare con la lingua, mi ha fatto squirtare due volte”
Io nonostante l’orgoglio che mi prendeva rimanevo con il capo chino, il viso tutto imbrattato di umori.
Invece il tuo non è un granché, non è riuscito a procurarmi nemmeno un orgasmo e adesso lo sto punendo duramente.
Giro il viso e vedo il poveretto legato allo stipite della porta con le braccia alzate e le gambe divaricate.
Ha due mollette attaccate ai capezzoli alle quali sono attaccati due grossi pesi e un collare di cuoio agganciato ai testicoli anch’esso zavorrato con un grosso peso.
“Bene Vanessa sii crudele con lui ha una resistenza al dolore molto alta. Io posso usare ancora il tuo?”
Certo Irene, oggi è a tua completa disposizione… ma solo oggi… mi intendi?
Irene rivolgendosi a me: “Sdraiati sul tappeto! Voglio scopare e mi sale sopra infilandosi il mio cazzo in quella piscina che è la sua figa. Il pancione pesa sul mio stomaco e quelle enormi tette si appoggiano sulla sua pancia.
Avvicina il suo viso al mio e mi ordina di aprire la bocca e vi ci sputa dentro, poi mi lecca tutto il viso e infila la sua lingua nella mia bocca per un bacio decisamente appassionato. Non posso non notare che ha un viso veramente bello, Il mio cazzo dentro di lei sta facendo il suo effetto,
mi cavalca furiosamente: “Non ti azzardare a venire, dopo lo voglio nel culo e allora potrai sborrarci dentro.”
Infine si accascia su di me con tutto il suo peso e mi ficca la lingua in bocca.
La mia padrona intanto aveva legato lo schiavo di Irene al tavolo da pranzo e lo stava inculando con uno strapon gigantesco che per fortuna non aveva mai usato su di me.
Lui aveva delle striature sanguinanti sul culo segno evidente che lei aveva utilizzato il “cane” su di lui.
Rimessasi a sedere sul divano con le cosce divaricate mi tira a sé dicendomi:
Ora occupati delle mie tette, voglio che mi succhi i capezzoli” nel mentre afferra i miei di capezzoli e li pizzica con le sue lunghe unghie rosse. Per sottrarmi a quel dolore mi butto su quei capezzoloni scuri e comincio a succhiarli e a morderli leggermente. Sento che gradisce molto quel trattamento dalle leggere contorsioni e dai mugolii che emette.
Ad un certo punto mi allontana da sé e mettendosi alla pecorina mi ordina di incularla intimandomi:
Ti dirò io se e quando potrai venire.
Quel culone enorme bianco e cellulitico mi fa indurire ancora più il cazzo e dopo averle leccato e sputato quel orifizio le punto la cappella e con un sol colpo la penetro fino alle palle.
“Siii così dai fottimi forte” sono le sue parole ed io comincio a stantuffarla duramente.
Sento la presenza di madame Irene dietro di me, sta puntando quel grosso strapon al mio culo, sento che è ben lubrificato ma avendone visto la dimensione vengo preso dal terrore. Sento entrare la cappella nel mio culo, il dolore è forte ma continuo a stantuffare Irene nel culo. Lo strapon si sta facendo strada nel mio canale aiutato anche dai miei movimenti.
Madame Irene intanto geme e mi incalza: “Dai stronzo, fottimi, più forte, siii cosiiii” La stantuffo con violenza, il dolore al culo mi ritarda la venuta ma è lei che mi incalza
“Siii, siii dai adesso sborrami in culo”
Ed io con il cazzo sprofondato in quelle due chiappone le riempo di sborra l’intestino.
La mia signora esce dal mio culo, sento il mio ano dilatato e dolorante ma giro la testa e le dico:
“Grazie mia signora” e lei “Adesso basta con lei, occupati della mia figa”
Devo dire che la cosa mi fa un immenso piacere; vedere la mia signora con quell’altro mi aveva un po’ ingelosito e
Dopo che si è sdraiata sul divano infilo la mia testa fra le sue gambe ed inizio a circumnavigare con la lingua la sua figa.
Madame Irene era rimasta in quella posizione e aveva ordinato al suo schiavo di venire a pulirle in culo cosa che lui prontamente mettendosi in ginocchio stava eseguendo.
Io mi stavo dedicando alla figa della mia signora: l’avevo trovata piuttosto secca, cosa che mi aveva ulteriormente inorgoglito: voleva dire che con l’altro non aveva avuto alcun orgasmo… e cercavo di infilare ben dentro la mia lingua e catturare il suo clitoride. Lei aveva preso con le due mani la mia testa e la teneva ben schiacciata sulla sua figa. Dopo qualche minuto di quel trattamento sento il sapore dei sui umori che la bagnano e allora comincio a fotterla con la lingua. Una stretta delle sue gambe sul mio viso mi confermano il suo orgasmo e lei allontana la mia testa.
Rimango cosi in ginocchio ai suoi piedi.
Anche l’altro schiavo era nella mia posizione e le due signore con le gambe aperte davanti a noi si lasciano andare ad un sonno ristoratore.
Dopo non meno di un’ora:
Madame Irene rivolta alla mia padrona:
“ Vanessa, devo proprio ringraziarti per questo pomeriggio, il tuo schiavo è veramente efficiente” e complendo lui con un calcio in faccia lo apostrofa:
“Tu non vali un cazzo, credo che dovrò sostituirti al più presto”
Alzandosi in piedi e raccogliendo i suoi abiti chiede il permesso di poter andare in bagno a sistemarsi e passandogli vicino sferra un potente calcio al viso del suo schiavo ordinandogli di seguirla perché deve pisciare. Chiaramente immagino dove dovrà espletare i suoi bisogni.
La mia signora mi ordina di sedere vicino a lei e di dedicarmi alle sue tette. Cosa che io prontamente comincio a fare non senza averla prima ringraziata di concedermi quella possibilità.
Dopo circa un quarto d’ora ricompare Madame Irene completamente rivestita come al suo arrivo e rivolgendosi alla mia signora:
“Grazie Vanessa spero che mi inviterai presto per un pomeriggio come questo” la mia signora mi ordina di accompagnare i suoi ospiti alla porta.
Mistress Irina sulla porta di casa attirandomi a sé mi infila la sua lingua in bocca in un bacio molto salivato e mi mette in mano un pezzetto di carta.
Tornando in soggiorno vedo che c’è un numero di telefono che io prontamente porgo alla mia signora.
“Brutta stronza cicciona, se lo sogna che la inviti nuovamente. E tu bravo, oggi mi hai reso fiera di te, adesso andiamo in bagno, voglio fare una doccia e tu mi laverai non prima di averti dissetato come tu sai…”
Dopo la doccia preparai la cena e la tavola per la mia signora che ritornò vestita in un elegantissimo tubino nero. Avevo abbassato le luci e acceso una candela sulla tavola. Con un buffetto sulla faccia mi disse:
Bravo! Sai servire una padrona come si deve!
Accucciato ai suoi piedi attesi che la padrona finisse la sua cena. Ogni tanto mi dava un pezzetto di cibo proprio come si fa con un cagnolino…
Stanotte ti terrò con me… Voglio che tu mi faccia godere….
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