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Dominato da una vecchia cicciona sfatta con un culo e due fianchi enormi e da ….


di licklick69
14.01.2023    |    13.059    |    10 9.2
"Vorrei scappare via ma il guinzaglio che ho al collo è ben stretto nelle sue mani..."
Non so come mi sono trovato in questa situazione. Stavo camminando per strada senza alcuna meta, era una bella giornata di primavera ed era piacevole quel primo caldo che mi aveva fatto lasciare la giacca a casa tenendomi solo il gilet di lana.
Davanti a me notai una signora anziana con un corpo davvero particolare: due fianchi enormi che spingevano sul vestito nero attillato che esaltava queste forme decisamente enormi.
Si poteva immaginare un culo maestoso ma soprattutto due borse di grasso ai lati
Indossava due scarpe con un tacco alto che la facevano incedere evidenziando questo suo culo enorme.
Ad un tratto la vedo inciampare e accasciarsi in ginocchio e mi precipito a soccorrerla.
Mi dice che le fa male la caviglia e che non sa se riesce a camminare e quindi le propongo di chiamare un’ambulanza ma lei rifiuta chiedendomi se la posso sorreggere fino a casa che si trova lì vicino.
Accetto e sorreggendola sotto un braccio ci incamminiamo verso casa sua. Nel camminare così vicini sento i suoi fianchi strusciare contro i miei e il mio braccio che la sorregge appoggia su un suo seno che sento piuttosto morbido anche perché chiaramente non portava reggiseno.
Camminando così vicini parliamo della bella giornata e della sfortuna che le è capitata e posso notare un viso pieno di rughe incorniciato da capelli ben curati di colore biondo rossastro e due occhi truccati con labbra rosso fuoco, segno che aveva messo una certa cura nel prepararsi a uscire di casa. Giunti in prossimità di un palazzo ottocentesco molto elegante mi supplica di accompagnarla fino al suo appartamento.
Scesi dall’ascensore, uno di quegli ascensori in legno antichi con le doppie porte, mi porge le chiavi per aprire la porta.
L’appartamento è molto elegante con mobili antichi e una collezione di quadri moderni in contrasto con il resto dell’appartamento. Si siede sul divano e mi chiede se gentilmente le prendo la borsa del ghiaccio che posso trovare nel freezer in cucina.
“Prendi anche la bottiglia con scritto limoncino: lo faccio io e voglio che tu lo assaggi”
Ritornato al salotto prendo un puff di tessuto e le posiziono la gamba su di esso appoggiandole sopra la borsa del ghiaccio. Mi indica la vetrinetta per prendere un bicchierino per assaggiare il suo liquore.
Devo dire che il sapore era molto buono e ne bevetti un buon sorso.
La gonna che è risalita lungo le sue cosce mette in evidenza una carne flaccida che mi turba. Non capisco perché una donna così anziana metta in evidenza tutte le sue debolezze nel frattempo sento una strana sensazione alla testa e mancarmi le forze.
Lei ha notato il mio sguardo alle sue cosce e improvvisamente cambia atteggiamento: mi apostrofa duramente: “Cosa guardi maiale?” ed io balbettando “Mi scusi signora… io… io” A quel punto si alza in piedi e tirandomi per i capelli mi ingiunge di inginocchiarmi ai suoi piedi. Sono stravolto, incapace di reagire, mi mancano le forze e lascio che lei mi schiacci la testa sul suo pube al di sopra del vestito.
“Solleva il vestito e leccami la figa” Sono senza possibilità di reagire, mi fanno male i capelli e mi appresto a eseguire i suoi ordini. Sollevo la gonna e mi trovo di fronte una figa gonfia parzialmente coperta dal una pancia molle e cellulitica. Non indossa mutandine e un costoso profumo all’ambra emana dal suo corpo.
Nonostante quel corpo vecchio e flaccido che ho davanti mi fa eccitare: sento il mio cazzo indurirsi e tendere la stoffa dei miei pantaloni. Mi avvicino a quella figa coperta da pochi peli biancastri e mi dedico a leccare quella fenditura che trovo già gocciolante di umori. Lecco e succhio quel clitoride gonfio e bagnato.
Lei ad un tratto mi spinge via facendomi cadere indietro sul tappeto e si toglie il vestito sedendosi su una poltrona, non posso non notare che con quei fianchi riempie l’intero spazio fra i braccioli.
Mi ordina di avvicinarmi a lei a quattro zampe “Come un bravo cagnolino” mi ingiunge e quando mi trovo vicino a lei mi allaccia al collo un collare di cuoio con una catena di ferro che aveva tirato fuori da dietro i cuscini della poltrona.
“Adesso andiamo in camera, non hai finito di servire la tua padrona…”
Comincio a credere che la caduta fosse solo una finta per accalappiami, sono in preda a uno svuotamento di volontà, credo che con quel liquore mi abbia drogato.
In camera si appoggia con le mani sul letto e si piega ordinandomi di sdraiarmi sotto di lei. Lo spettacolo lì sotto è disgustoso, un corpo flaccido con due tette pendule e vuote una pancia molliccia e cadente e una figa slabbrata.
Vorrei scappare via ma il guinzaglio che ho al collo è ben stretto nelle sue mani.
“Adesso mi siedo sulla tua faccia, voglio che mi lecchi la figa e il buco del culo” e piomba pesantemente sulla mia faccia. Vengo avvolto da tutta quella carne flaccida che si adagia sul mio viso impedendomi di respirare. Ho la bocca affondata nella sua figa che cola umori e mi sforzo di leccarla facendomi riempire la bocca di umori aspri. Si solleva solo un po’ per posizionare adesso il suo buco del culo davanti al mio viso. Sento l’ordine di penetrarle l’ano con la lingua che eseguo. Il suo buco del culo è pieno di grinze pendule segno che deve essersi fatta inculare da innumerevoli cazzi.
Ma non è ancora soddisfatta, si sdraia sul letto sulla schiena alzando in alto le gambe e ordinandomi di chiavarla: “Cerca di non venire troppo presto… perché saresti punito duramente come neanche ti puoi immaginare”
In piedi le monto sopra sprofondando il mio cazzo che inspiegabilmente era duro come il marmo, in quella figa sbrodolosa e dopo non molti affondi mi sento investito da un infinito getto acquoso.
I suoi vigorosi gemiti mi fanno rendere conto che sta avendo un orgasmo ma non mi fermo, continuo a pomparla vigorosamente e tirato fuori il mio cazzo dalla figa lo faccio sprofondare in quel buco di culo sfondato e glielo infilo tutto dentro fino alle palle. I gemiti che uscivano dalla sua bocca si sono trasformati in vere urla di piacere… “Siii sfondami il culo… cosiii” e le scarico nelle viscere l’intero carico di sborra.
Cado sfinito in ginocchio sul pavimento con la vista di quella figa gocciolante e di quel buco aperto da dove sta fuoriuscendo la mia sborra.
Improvvisamente mi rendo conto della situazione e presi al volo i miei vestiti mi precipito verso la porta d’ingresso da dove esco anche se sommariamente vestito.
Finisco di vestirmi sul pianerottolo e scendo le scale confuso e stordito come se tutto quello che era accaduto fosse solo un incubo da dove mi ero risvegliato…
La portiera che stava pulendo l’androne mi ferma e mi chiede “Sei stato dalla Signora Edvige?” Io balbettando rispondo “Non so come si chiama la signora del secondo piano” e lei “Si, la signora Edvige” e prendendomi per la maglietta mi trascina all’interno della sua guardiola chiudendo a chiave la porta e tirando la tenda della vetrinetta.
“La signora mi ha citofonato e mi ha detto di bloccarti e di riportarti su da lei, vieni su con le buone o con le cattive?
La portiera era una donna che doveva aver passato i 30anni, bassina con un seno enorme e una pancia prominente e con una forza inimmaginabile.
In un attimo si sfila la maglietta e con le due mani tira la mia testa nello spacco tra quelle tette enormi.
Mi manca il respiro ma il mio cazzo ha ripreso vigore, mi afferra le palle attraverso i pantaloni e strizzandomele mi ripete la domanda.
Il dolore mi fa ripiegare su me stesso e le rispondo: “Con le buone, si, si con le buone”
Usciamo dalla guardiola e dopo aver appeso il cartello con torno subito mi trascina verso l’ascensore
Sul pianerottolo la porta è socchiusa, la portiera mi spinge all’interno e chiude la porta dietro di sé.
Trovo la signora Edvige che indossa un corpetto di pelle con i suoi enormi fianchi che fuoriescono oscenamente. Ha un cane di bambù in mano e colpendomi su una spalla mi ordina di mettermi a quattro zampe.
Dopo avermi fatto indossare il guinzaglio rivolgendosi alla portiera: “Questo stronzo voleva scappare ma tu sei stata bravissima a riportarmelo; meriti una ricompensa”
“Spogliati che questo cane ha sicuramente voglia di leccarti la figa” e colpendomi con forza sulla schiena: “Non è vero brutto stronzo?”
La mia esitazione nella risposta mi fa cogliere il sibilo del cane nell’aria prima di colpirmi nuovamente sulla schiena.
Per evitare un’altra dolorosa frustata rispondo “Certo” ma la mia signora non è ancora soddisfatta e dopo un’ennesima frustata sulla schiena mi ingiunge: “Certo MIA SIGNORA, devi rispondere” e quando ripeto le sue parole mi colpisce nuovamente “Così non te ne dimenticherai”
Avevo la schiena in fiamme ma “a gattoni” mi dirigo verso la portiera che nuda era seduta sul divano.
Tonda e cicciotta aveva posizionato il bacino sull’orlo della seduta e affondo il viso in quel mare di pelo. Non solo la figa era pelosa, ma il pelo risaliva fino all’ombelico e riempiva l’intero inguine e le gambe fino ai polpacci.
L’ordine che mi viene impartito e di leccarla per bene… non scordando il suo buco del culo non prima di essermi spogliato nudo.
Dopo essermi spogliato mi dedico a leccare quella figa che immediatamente comincia a riversare nella mia bocca rivoli di umori salmastri.
La signora intanto con il cane colpiva con una certa delicatezza le mie palle che erano diventate dure come il cazzo. Lei si era accovacciata dietro di me e presomi in mano il cazzo cominciò a masturbarmi.
Sento la sua saliva bagnarmi il buco del culo e un oggetto gommoso forzarmi l‘orifizio mentre io continuavo ormai da più di dieci minuti a leccare quella figa dapprima con la lingua morbida, poi cercando di penetrarne il buco grinzoso.
Vengo afferrato per i capelli e fatto cadere sul fianco. Cadendo l’oggetto che mi era stato introdotto nell’ano mi provoca dolore e con la mano cerco di capire di cosa si tratta. La mia mano sente qualcosa che ne fuoriesce peloso, come una coda e la signora esclamare “Adesso sei proprio un bel cagnolino! Sai cosa fanno i cagnolini quando i loro padroni li portano a passeggio? Annusano gli angoli dove sentono odore di pipì!” e si accuccia e comincia a pisciare sul pavimento.
“Vieni qui ad annusare la figa della tua padrona e a ripulirla, dopo dovrai ripulire con la lingua anche il pavimento e senza colpirmi fece sibilare in aria il cane.
Mi precipito a leccarle la figa, non sarei stato in grado di sopportare un altro colpo: avevo il culo in fiamme.
Mi sdraio sulla schiena per procedere nel miglior modo possibile ad eseguire quell’ordine e vengo inondato da un’ulteriore getto di calda urina. Mi bruciano gli occhi ma continuo a leccare quella figa diligentemente.
Sento che la signora apprezza lasciandosi sfuggire mugolii di piacere e il mio cazzo che si erge eretto viene catturato dalla calda bocca della portiera che lo ingoia fino alle palle.
La signora si solleva dal mio viso che sento odorare di piscio e umori diversi. Sono impregnato di urina, le frustate che avevo ricevuto con il contatto con l’urina mi bruciavano ma non sapendo nemmeno io come fosse possibile il mio cazzo era di marmo come poche volte mi era capitato.

Continua…. forse
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