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La Mia domina Sessantenne mi cede alla sua amica cicciona


di licklick69
27.12.2023    |    3.372    |    3 9.2
"Si avvicina, la sua figa è a pochi centimetri dal mio viso..."

Eravamo nel salotto e la mia domina aveva voluto che le leccassi la figa. Io mi ero inginocchiato sul pavimento e lei seduta sul divano aveva aperto le gambe e aveva schiacciato il mio viso sulla sua figa. Mi stavo dedicando al mio compito come lei mi aveva istruito ma ad un tratto con un piede mi scalcia via facendomi cadere all’indietro.
“ Mi hai stufato, non mi ecciti più come una volta e per questo ho deciso di cederti a Irina. Mi informerò su come ti comporterai e in base a questo deciderò se onorarti ancora della mia presenza”
Mi si gelò in sangue nelle vene: ero ormai diventato completamente dipendente da lei, non riuscivo a pensare ad altro che a soddisfare le esigenze della mia padrona.
Prese il telefono e chiamò Irina. “ Ho deciso di cederti il mio schiavo, non so se per sempre o solo per un po’, quando vuoi che te lo mandi?
Riuscii a sentire la risposta di Irina “ Oh ti devo ringraziare di cuore, ma come mai hai deciso di sbarazzartene?
“ Ti ho già detto che non so se sarà per sempre o solo per un po’, ho bisogno di nuove emozioni”
Ti ringrazio, sono dalla parrucchiera sai mi sto facendo rossa e non sarò a casa prima di un’ora, digli di presentarsi tra due ore.
Con il cuore spezzato mi sono chinato a baciarle i piedi supplicandola di riprendermi presto al suo servizio.
“Vestiti e vattene” furono le sue parole.
Veramente sconsolato mi sono presentato a a casa di Irina all’ora esatta che mi aveva indicato.
Indossava un corto vestito di latex blu che metteva in evidenza il suo seno enorme e quella pancia tonda che mi aveva soffocato quando a casa di Vanessa si era seduta sul mio viso per farsi leccare la figa.
Io in piedi con le mani dietro la schiena le chiedo “ Come posso servire la mia padrona” Mi volevo fare vedere con la massima disponibilità, avevo in mente le parole della mia padrona Vanessa che in base al mio comportamento con Irina forse mi avrebbe ripreso al suo servizio.
Irina che non indossava mutandine e alzando il vestito di latex mi mostra la sua figa pelosa e mi ordina di inginocchiarmi con le mani dietro la schiena. Si avvicina, la sua figa è a pochi centimetri dal mio viso.
“Vorresti leccare la mia figa vero?” ed io rispondo:
“Sarebbe un onore se lei me lo concedesse”
“Dovrai meritartelo” e chiama Andrea, il suo schiavo con il quale era venuta da Vanessa.
Rivolta a lui gli ordina: “Portalo di sotto e preparamelo”
Andrea mi mette un collare di cuoio al collo e facendomi alzare in piedi mi dice di seguirlo.
Scendiamo delle scale che portano al seminterrato e a aprendo la porta mi si presenta una stanza tinteggiata di nero e di rosso dove sulle pareti e sugli scaffali si trovano ben ordinati una serie di strapon, parrucche di vari colori, fruste e abiti di varie fogge.
Sul muro una Croce di Sant’Andrea circondata da luci led azzurre, due gabbie di metallo, un inginocchiatoio con gogna, un tavolo rivestito di pelle da cui scendono cinghie e al centro una poltrona dove il sedile presenta un buco e sotto una scatola nera con un buco rivestito di pelle rossa.
Andrea mi fa spogliare e dopo avermi legato alla croce di Sant’Andrea mi mette un costrittore a palla in bocca ed esce dalla stanza.
Non ricordo quanto tempo sia passato ma avevo le braccia e le gambe indolenzite da quella posizione quando si spalanca la porta ed entra mistress Irina.
Indossa una stretta corta gonna in pelle nera che evidenzia il suo ventre obeso, un corpetto sempre in pelle che a fatica contiene le sue grosse tette e stivali alti sopra il ginocchio.
“Una delle cose che più mi eccitano è vedere quanto il mio schiavo sopporta il dolore, ti porterò oltre ogni limite di sopportazione” e ridendo avvicina il suo viso al mio e mi da una lunga leccata al mio viso. Poi mi ordina di aprire la bocca e mi sputa in gola una grossa dose di saliva.
Mi rendo conto di essere un vero schiavo per come il mio cazzo è diventato duro e punta verso l’alto.
Lei mi da allora una serie di schiaffi al cazzo che non fanno altro che rendermelo più duro, poi apre un cassetto e tira fuori un anello di metallo che infila al mio cazzo.
Non capisco cosa possa essere ma quando lei comincia a girare una vite a farfalla di questo anello sento degli aghi pungermi il pene. Sghignazzando continua a girare quella vite e il dolore diventa fortissimo: credo che il mio cazzo cominci a sanguinare. Allora lei mi afferra i capezzoli e li strattona, poi vi pianta le lunghe unghie pizzicandomeli.
I dolore è adesso insopportabile, non riesco a non urlare e lei avvicinando il viso al mio mi striscia la lingua su tutta la faccia sghignazzando.
“ Il vederti soffrire in questo modo mi ha reso completamente bagnata, credo sia il momento che tu ti dedichi alla mia figa.”
A questo punto chiama Andrea che probabilmente era pronto dietro alla porta e gli ordina di liberarmi mentre si siede su quella poltrona trono posizionata in mezzo alla stanza.
Mi ordina di avvicinarmi a lei in ginocchio e aprendosi le grosse labbra della figa mi ordina di leccarla.
La sua figa è lucida e bagnata, nel procurarmi tutto quel dolore si era veramente eccitata. Mi ordina di girarmi con la faccia in su e di leccarle anche il buco del culo.
E rivolgendosi ad Andrea gli ordina di togliermi l’anello con gli aghi dal cazzo e di farmi un bocchino. Ma questo invece di darmi piacere mi da ancora dolore per le ferite che mi avevano procurato gli aghi.
Mi dedico a far scorrere la lingua dal quel buco grinzoso del culo alla figa dove insisto a picchiettare lon la punta i clitoride che ere diventato duro e sporgente. I suoi lamenti sono un chiaro segno che sta per raggiungere un’orgasmo e uno lungo e caldo spruzzo di urina investe il mio viso.
Anche io ero prossimo a venire, devo dire che Andrea era proprio bravo a fare i bocchini e un lungo getto di sborra gli arriva fino in gola. Continua a leccarmi la cappella e a forzarmi il buchetto con la lingua.
Irina che si era ripresa dall’orgasmo mi ordina di andare in una delle due gabbie e di chiudermi dentro e ad Andrea di chiuderla con il lucchetto dopo avermi dato un disinfettante per il mio cazzo che presentava delle piccole goccioline di sangue ormai rappreso
“Per oggi può bastare, adesso telefono alla mia amica e le racconto come ti sei comportato”
Mi accuccio in quella bassa gabbia sfinito e mi addormento.
Non ricordo quanto sono rimasto li ma ad un certo punto sento Andrea maneggiare con il lucchetto e dirmi di uscire fuori.
Mi porge una corta tunica di pelle che copre a malapena il mio cazzo e che presenta due buchi all’altezza dei capezzoli e noto che è uguale a quella che indossa lui.
Dopo avermi messo un collare al collo mi dice di seguirlo.
Saliamo le scale dello scantinato ed entriamo nella sala da pranzo dove Irina seduta al tavolo sta cenando.
Mi ordina di accucciarmi di fianco a lei e noto una ciotola da cani.
“Hai fame vero, mio caro? Ma prima manca qualcosa al mio cagnolino” e si alza in piedi e chiede ad Andrea di portarle la mia coda. Vedo Andrea porgerle un cazzo con una lunga coda di pelo che dopo aver sputato sul mio culo mi infila senza tanti riguardi. Risedutasi al tavolo continua la sua cena e ogni tanto getta nella ciotola un pezzetto di carne che io intuisco debba mangiare come fa un buon cagnolino. Gratificata dal mio comportamento ogni tanto mi accarezza la testa proprio come si fa a un fedele cagnolino.
Avrai sete dopo aver mangiato, vero caro? Vieni sotto il tavolo che troverai modo di dissetarti” Io obbedisco a questo ordine e mi posiziono pronto a leccarle la figa. Sporgendosi fuori dalla sedia e sollevandosi il grosso addome mi ordina di leccarla. Dopo non più di due o tre leccate vengo investito da un getto di urina calda che prontamente cerco di ingoiare.
Ero ormai abituato dalla mia precedente padrona a bere i suoi liquidi.
Ormai alla fine della cena ordina ad Andrea di portarmi nello scantinato e di legarmi alla gogna.
Le mie mani vendono imprigionate negli anelli della gogna con la schiena piegata e il dildo con la coda ben piantato nel mio ano. Quasi immediatamente sento i tacchi della mia signora scendere i gradini dello scantinato e venutami vicina mi apostrofa con “ Hai veramente un bel culo, ma questa tua carnagione così bianca ha bisogno di un po’ di colore”
Vengo colpito con un gatto a nove code sul culo e mentre provo il dolore bruciante del colpo subito dopo sento la lingua di Irina scorrere lungo la mia schiena. Poi un'altra sferzata con la frusta e nuovamente una lunga leccata alla mia schiena.
Questo alternarsi di dolore e piacere mi fa rizzare il cazzo e la mia padrona accorgendosene si china a succhiarmelo.
E’ veramente fantastica questa sua perizia nel sbocchinare e sapientemente mi porta vicino a piacere per poi strizzarmi le palle e negandomelo più volte.
Ordina poi a Andrea di liberarmi e di legarmi sul tavolo a pancia in su. Mi vengono legati i polsi e le caviglie e Irina mi monta sopra soffocandomi con la sua figa umida. L’ordine è perentorio: “Leccamela” e aprendosi le labbra della figa si siede sulla mia faccia. Mi adopero a leccare quella figa gonfia e bagnata e i suoi umori misti alla mia saliva impregnano tutto il mio viso. E’ lei che si muove avanti e indietro e io affondo la mia lingua andando a solleticare anche il clitoride che sporge gonfio. I gridolini e i mugugni sono un chiaro segno che sta godendo e ordina ad Andrea di masturbarmi. “Faglielo diventare di marmo” ma non ce ne bisogno, il mio cazzo è dritto e talmente duro che mi fa male. E a quel punto si sposta e si infila il mio cazzo nella figa. E’ un lago, mi cavalca forsennatamente alla ricerca di un orgasmo che non tarda a venire ed io le scarico tutta la mia sborra nella figa. Si accascia su di me il suo peso mi toglie il respiro ma anche io ho raggiuto un’orgasmo provato raramente.
Scorre con la lingua tutto il mio viso per poi affondarla nella mia bocca in un bacio appassionato. Non riesco a trattenere le parole “Grazie mia sublime padrona”
Si toglie da sopra di me e sedutasi sulla sua poltrona trono ordina ad Andrea di ripulirla per bene.
Io rimasto legato sul letto cerco di immaginare cosa ancora mi riserva la mia padrona.
Continua…
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