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Strumento di piacere


di slavesToLove
19.01.2019    |    1.438    |    4 9.1
"' E mi lascia sull'orlo del letto, mentre si allontana, non so dove e per fare che cosa..."

Ci sono certe fantasie che si insediano nella mente. Inizialmente appaiono, provocano una sensazione, un piccolo momento, per poi continuare a frullare in testa, arricchirsi con altri dettagli, provocando eccitazione ogni volta che tornano nella mente. Le fantasie sono opportunità di gioco, di svago, di momenti per staccarsi dalla realtà. Nel mondo della trasgressione e del sesso estremo poi le fantasie sono infinite.

Ho imparato ormai che basta capire le fantasie, e la linea tra il desiderio e la realtà è sottile. Si trova tutto, si può fare qualsiasi cosa, ogni tipo di esperienza è a portata di mano, basta avere intorno le persone giuste e basta lasciarsi andare senza tabù, vergogna e false ipocrisie.

Non ho più fretta di fare avverare le mie fantasie più estreme, perché me le voglio godere appieno, quando succedono davvero. L'attesa e la preparazione fanno davvero parte dell'esperienza.

Una volta, circa un anno fa ho avuto modo di assistere all'interazione speciale tra lei e lui di una coppia. Mi è rimasta dentro la sensazione della serata. Ordini precisi e brevi a voce bassa, eseguiti da lei alla precisione. Punizioni senza una parola o un gemito. Ubbidienza incondizionata e perfetta. Mi sono immaginata un master senza mezze misure. Brutto, grasso, cattivo. Che opera in un ambiente cupo. Lentezza. Molta attesa. La condivisione tra più schiavi, seviziati del master, uno dopo l'altro. La loro assistenza al piacere suo, scelti a turno. E... e....

Ed ecco inaspettatamente si prospetta un'occasione. L'affiancamento di una slave nel servire il suo padrone. Fare parte del suo addestramento. Assistenza al legame della coppia. Essere il loro strumento del piacere. Annientarsi nel loro rapporto, diventare oggetto insignificante e allo stesso tempo essere il centro delle loro attenzioni.

Incontro la coppia per caso. Guardando indietro, non so cosa aveva catturato la mia attenzione, ma sono convinta che nessun incontro avviene casualmente in questo mondo, così non mi meraviglio che è stata subito intesa. Scambiamo le prime battute con lui su un possibile incontro tra noi tre. Lui, la sua schiava ed io.

E ogni volta che ci scriviamo, le nostre fantasie partono. E ci capiamo da mezze frasi. E pensiamo alle stesse cose. E alimentiamo le nostre fantasie a vicenda. Fino al punto di sentirmi lì giù pulsare tutto, semplicemente vedendo apparire la notifica di un suo messaggio sul telefono. Messaggi in cui mi riferisce le domande e le osservazioni della sua schiava.

Finalmente ci accordiamo per un incontro vero. Non dormo la notte prima, come succede, purtroppo sempre più raramente, prima di un incontro che mi eccita fino a farmi paura. Faccio passare le interminabili ore della giornata per arrivare finalmente all'ora concordata.

Mi apre la porta di casa sua lui, non mi dice nulla, ma mi aiuta togliermi il cappotto lungo che avevo messo per coprire il pizzo degli autoreggenti che, durante il mio viaggio sui mezzi, usciva ad ogni passo, da sotto del vestito corto nero scelto per l'occasione. Tacchi a vernice a spillo.

Mi conduce nella stanza, dove ho subito modo di ammirare la sua schiava nuda, legata ad una sedia. Da le spalle alla porta, così può solo percepire i suoni del bacio tra me e il suo lui, e il rumore dello zip del mio vestito quando lui me lo toglie. Posso solo immaginare la gelosia che le passa per le vene, le stringe lo stomaco e fa provare un mix di amore e odio per il suo uomo.

Lui mi invita a vederla. Ispezionare la merce. Come se fosse servita su un piatto d'argento. Mi fa ammirare la bellezza le sue spalle, mi fa sfiorare la schiena magra e bianca, mentre con un movimento improvviso le raccoglie i capelli e glieli tira bruscamente. Lei non emette suono, le sarà stato ordinato di stare zitta. Come non parlo neanche io. È solo lui, che ci dà ordini.

Finalmente arrivo di fronte a lei. Non alza lo sguardo, una schiava non deve guardare negli occhi. Da quella prospettiva vedrà soltanto il mio perizoma nero di pizzo. Lui mi spinge in ginocchio davanti a lei, posso ammirare la sua figa aperta, proprio davanti ai miei occhi.

Ma non è quello che lui vuole farmi vedere. Prende in mano una bacchetta di bambù e le colpisce le cosce. Non posso neanche immaginare la sensazione mozzafiato, vedere arrivare il colpo che ti segna il corpo. E lui mi fa osservare come appare una striscia rossa su entrambe le cosce. Aspetta a lungo prima di colpire ancora, ad una certa distanza dalla prima striscia.

Mi fa verificare se la sua puttana è già bagnata , inserisco il mio dito con grande piacere nella figa già fradicia della schiava. Mi ordina di allontanarmi e la bacchetta colpisce altre due volte. Lancio uno sguardo furtivo al viso perfetto della schiava, i suoi lineamenti si alterano leggermente dal dolore, ma non emette nessun suono.

Aspetto in ginocchio il mio turno. So che arriverà, e ne ho paura ma allo stesso tempo non vedo l'ora. Intanto lui slega la schiava lentamente, e quando è finalmente libera, le ordina di mettersi in piedi, piegata con un piede sulla sedia, modo tale che il culo si metta in bella mostra. Ora dà la bacchetta a me, e mi ordina di colpire, così tante volte che la puttana non possa più sedersi il giorno dopo in ufficio. I miei colpi non lo convincono però, e a breve prende in mano la situazione. A me fa contare i colpi, spingendomi di nuovo in ginocchio, fino ad arrivare a ben dodici.

La schiava geme, e lui la tocca sul sedere rovente. Credo ci vorrà un attimo per farla godere in quella posizione ed infatti lui mi ordina di mettermi sotto e leccarla, fino al punto di farla godere. Sento il suo orgasmo come mi squirta in faccia. Il liquido caldo mi inonda, mi penetra nel naso e nella bocca, per farmi quasi sentire soffocare per un attimo. Ma subito dopo lei si abbassa accanto a me e ripulisce il mio viso, su ordine di lui, con la sua lingua delicata e calda.

Concede un attimo di tregua alla sua schiava, e si avvicina a me. Aspetto con curiosità e con terrore, e mi chiedo se mi tocca sentire dolore o piacere. Senza una parola tira fuori il suo cazzo e me lo ficca in bocca. Sento il pezzo di carne indurirsi e ingrossarsi, quasi fino al punto di soffocarmi. Infatti, lui mi spinge la testa sempre più verso di sé, ed io sento la gola riempirsi di bava e gli occhi cominciano a lacrimarsi. Si toglie all'improvviso, ma senza lasciarmi un attimo, mi ordina di sdraiarmi sul letto e con la testa pedonzolante, mi scopa la bocca senza pietà.

Ordina alla sua schiava di mettersi in mezzo alla mie gambe e le carni. Sento ondate di piacere che mi arrivano, mi gira la testa, vedo delle stelline, il mondo comincia a sciogliermi intorno, quando lui mi informa che posso godere solo se chiedo il permesso. Ma come faccio a chiedere il permesso se ho la bocca piena del suo membro maestoso?... E così, continuo a salire, sempre più in alto, quando poi mi sento spinta nel vuoto dove comincio a volare... e godo...

Lui si arrabbia, si toglie dalla mia bocca, si accovaccia accanto alla mia faccia e mi schiaffeggia da destra e da sinistra, finché sento il viso bruciare, oltre che dai colpi, dalla vergogna. .. 'Ti ho detto di chiedere il permesso per godere, troia. Ti sei appena guadagnata una bella punizione.' E mi lascia sull'orlo del letto, mentre si allontana, non so dove e per fare che cosa.

Sento che da ordini alla sua schiava, a voce bassa, ma non li vedo. Dopo un attimo sento però l'inconfondibile rumore di una penetrazione. La sbatte a lungo, lei geme sotto i suoi colpi forti. Finalmente lui si rivolge a me, mi ordina di mettermi in ginocchio, davanti alla sua schiava che nel frattempo si è accomodata supina sul letto. Mi spinge la testa tra le sue gambe ed io mi perdo nel calore della sua figa bagnata. La lecco con molto piacere e percepisco il sapore diverso della figa appena scopata. 'Conta, troia' ordina alla sua schiava, e so già che le mie natiche non saranno risparmiate dalla bacchetta.

È arrivato il momento che io possa fare godere la schiava nuovamente. Lui mi passa il suo magic wand che avvicino al clitoride della ragazza. Gioco, mi diverto, osservo come cambia la sua faccia, ma lui non ci lascia molta pace perché lo sento lubrificare il mio ano con uno sputo generoso e non posso non urlare dal dolore quando il suo cazzo duro mi entra bruscamente.

Sento il mondo cominciare a girare, l'eccitazione che mi scende lungo le cosce, la sua schiava ha l'ennesimo orgasmo dal vibratore, quando lui si ferma all'improvviso e ci ordina di cambiare posizione. La ragazza si accovaccia accanto a me e comincia ad eccitarmi il clitoride col magic, mentre lui riprende a sbattermi da dietro. Non nego, è il mio modo preferito per godere, ed infatti dopo pochi secondi chiedo il permesso di godere. Lui mi tappa la bocca, non so se è per via dei vicini o perché vuole farmi sentire il suo controllo perfino sulla mia voce. Godo e sono al settimo cielo. Ma lui non si ferma. Mi spinge la testa sul lenzuolo e ordina alla sua schiava di continuare ad eccitarmi. Il secondo orgasmo mi raggiunge in pochi secondi. Penso di non farcela più, mi contorce il corpo ma non riesco a liberarmi dalla tenuta forte di lui. E continua. Ed io godo. Ma la sensazione diventa insopportabile e sento le lacrime riempirmi gli occhi. Ma lui non mi concede pace, fino allo sfinimento.

Arriva anche il suo momento, si toglie dal mio corpo, con un movimento brusco si leva il profilattico, e mi innaffia generosamente la schiena. Riprende fiato in un attimo e come incoronazione dell'incontro di addestramento della sua schiava, le ordina di ripulirmi alla perfezione con la sua lingua.
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