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Gay & Bisex

66,1 L’Officina: la pippa


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
08.07.2025    |    3.300    |    6 7.8
"Neve permettendo, domani mattina recupero il ricambio in città e per mezzogiorno sarà pronta..."
“Accidenti! È la terza volta che ti va giù appena infilato! Cosa ti succede? Non ti eccito abbastanza? Però sei venuto!”

Sono solo le nove, ha cominciato a nevicare ma il giovane uomo decide comunque di tornarsene a casa sua. Non fa molto freddo, è piacevole camminare a piccoli passi, per non scivolare, su quel nuovo marciapiede rialzato, realizzato dopo tante proteste e incidenti, accostato alla Nazionale e che conduce in sicurezza fino al limitare dell’abitato, alla sua officina - che poi è anche la sua abitazione.
I fiocchi bianchi cadono lenti, stagliandosi contro le macchie di luce dei radi e fiochi lampioni. Così pensieri e ricordi possono svolgersi.
In quell’atmosfera ovattata, quasi a intervalli regolari, il rombare arrancante di temerari autotreni diretti al Passo, dove i doganieri li fermeranno per controllarli con minuzia, nonostante il freddo. Che bello sarebbe, un giorno, passare il Confine come fosse il cartello di una semplice località.

Ha lasciato sola nel suo appartamentino lindo e profumato la rossa e riccioluta maestrina che negli ultimi mesi gli aveva fatto una corte discreta ma serrata: almeno una volta a settimana si presentava con un guasto alla sua vetturetta ‘bicilindrica raffreddata ad aria’. Anzi - a dirla tutta -, con evidenti manomissioni. Come l’ultimo, dove il coperchio dello spinterogeno era stato sganciato a bella posta e a motore spento, sfruttando la strada in discesa, era potuta arrivare fin da lui. Per quelle ‘riparazioni’ non le aveva mai chiesto nulla per cui fu facile, per lei, per sdebitarsi, invitarlo una sera a cena a casa sua; ‘una cosa semplice, fra amici’.
E dal tavolo nel tinello verso il letto erano poi salpati, avevano navigato senza grandi ondate, per la verità quasi una calma piatta, entrambi non del tutto convinti, fallendo infatti clamorosamente i tre tentativi di ‘attracco’.

Era stata la prima volta che nella sua vita, ormai di 24 primavere, una donna lo avesse avvicinato e che anche lui provasse, se non una sintonia e quel ‘qualcosa allo stomaco’, una certa attrazione, complici certe magliette di tessuti fini ben aderenti alle generose mammelle, intraviste sotto i larghi vestitini immancabilmente a fiori.

Vero però: il nostro cresciutello ometto non aveva mai avuto modo di interessarsi veramente ai piaceri della carne. Abbandonato ancora neonato in un istituto di suore, venne da queste amorevolmente allevato e istruito fino agli obbligatori 14 anni. Avviato poi a un apprendistato presso una piccola officina meccanica cittadina, dove il titolare gli aveva trasmesso tutta la passione, esperienza e conoscenza in fatto di motori e dintorni.

Amori, donne, educazione sessuale? Praticamente zero.
In collegio una conversa - suora laica addetta fra gli altri servizi ai lavori manuali -, fedele al proprio incarico, una volta a settimana, in cambio di un ditalino alla pelosa fica e alcune tastate alle tettine lo gratificava di una fredda e meccanica sega. Successivamente stessa procedura con la figlia del meccanico, di vari anni più vecchia di lui, piuttosto bruttarella e dalla scarsa igiene intima.
Aggiungiamo pudori, timidezza e la convinzione di non essere attraente, anche per un leggero claudicare dovuto a un piede difettoso.
Certamente il giovane praticava inevitabilmente anche autoerotismo spontaneo, dovuto all’età, ma nessuno gli aveva mai spiegato come esattamente funzionasse fra uomo e donna. Certo, gli venne in soccorso qualche rivista pornografica rinvenuta nella spazzatura dell’officina che gli schiarì almeno un poco le confuse idee.
Senza volere anticipare troppo, va detto che uno strano camionista - un po’ manesco per amichevoli buffetti e sculacciatine - gliene regalò una particolare che lo incuriosì e solleticò più delle altre, dove un uomo teneva in bocca il pisello di un altro e altre attività probabilmente non molto naturali. Almeno secondo il pensiero comune.

Motorista durante il servizio militare, poco dopo il ‘congedo illimitato’, superata la soglia dei 20 anni, ecco l’occasione: in un paesino di mezza montagna, situato lungo l’importante ‘Nazionale’ che conduceva al Valico di Confine, veniva ceduta una piccola ma fiorente attività. Gli anziani proprietari volevano trascorrere gli ultimi anni in città, lasciando una grande casa con:
- attrezzata e moderna officina a piano terreno,
- due ampi appartamenti ai piani superiori,
- vasto magazzino interrato e orto sul retro.
Nel ‘pacchetto’ erano pure - obbligatoriamente - comprese due ‘forze lavoro competenti e volenterose’.
In sostanza si trattava dei figli dei titolari, due gemelli che si sarebbe detto essere uguali di aspetto se non per il sesso: maschio e femmina. Ma anche per un altro scherzo che - come spesso accade - la Natura aveva tirato ai due: se lei era allegra, ciarliera e sagace, lui si presentava sempre riservato, silenzioso e impacciato. Niente da dire - invece - sulla loro preparazione tecnica e l’attaccamento al lavoro.

Un’ultima curiosità: i due ‘lavoranti’ - come allora venivano definiti - avevano esattamente due anni meno del protagonista della nostra storia.
Non sappiamo se questa circostanza avesse avuto influenza sul loro rapporto; fatto sta che sin da subito l’intesa fu eccellente: i due fratelli non mostrarono alcun senso di inferiorità nei confronti del loro nuovo ‘capo’ - così lo chiamavano - e lui seppe sin da subito apprezzare apertamente il loro impegno e bravura. Anche come vicini di casa - occupando i due consanguinei un appartamento e il titolare l’altro - non ebbero mai motivi di screzi o altri fastidi.
Cioè, non esattamente: il ragazzo, quando si trovava a dover parlare con il ‘capo’ tendeva a balbettare un po’ e a tenere lo sguardo basso, pur disponendo di due bellissimi e grandi occhi scuri.
Insomma, per tutti quegli ormai quasi tre anni sotto, dietro e sopra l’insegna ‘Officina meccanica & autosoccorso’ tutti gli ingranaggi avevano funzionato senza particolari intoppi.

Ma quella sera, la luce accesa nell’officina a piano terra avrebbe cambiato radicalmente la vita dell’inconsueto terzetto.

Fra il curioso e il preoccupato, sbirciato all’interno attraverso uno dei vetri della grande saracinesca, il giovane meccanico riconosce la sagoma di una grande berlina. Accanto un tipo di mezza età: alto, brizzolato, quasi impettito, elegante cappotto beige e guanti di pelle.
“Perdoni l’irruzione, mi ha lasciato entrare il suo lavorante, dicendomi di attendere il ‘capo’, solitamente non abituato alle ore piccole!”
Ripensando alla fallita scopata con la maestrina, la risposta, accompagnata da un sorrisetto, è: “Stasera ho rischiato di farle! Comunque, meglio così per entrambi, signore. Bellissima questa 115.117! Al momento forse la migliore vettura Diesel sul mercato!”
“Non mi pare: mi ha lasciato per strada sotto la tormenta in arrivo. Fortuna che sono quasi arrivato alla meta e ho pure trovato la sua officina. Ha cominciato improvvisamente a fumare bianco.”
“E’ uno dei - pochissimi! - difetti di questo motore: una membrana un po’ delicata. Mi permetta però una critica al suo manutentore: nel manuale di officina è chiaramente e caldamente consigliata la sostituzione preventiva al raggiungimento di un determinato chilometraggio che - vedo da qui - lei ha abbondantemente superato. La riparazione comunque è veloce ed economica. Neve permettendo, domani mattina recupero il ricambio in città e per mezzogiorno sarà pronta.”
Si lascia quindi andare ad una serie di sperticate lodi del modello e della casa produttrice.

Chiara e semplice la soluzione del problema tecnico, non altrettanto il futuro a breve dell’imprevisto cliente, evidentemente bloccato in quell’inospitale spazio dal montante fischiare del vento all’esterno.
“Nel mio appartamento qui sopra ho una camera da letto per gli ospiti, volesse favorire.”
Non essendoci evidentemente molte alternative, prelevata la robusta valigiona dal bagagliaio, l’uomo sale alla provvidenziale sistemazione.

Una tisana per rilassarsi nonostante l’ora ci può anche stare per cui, mentre la teiera posta sul fuoco della cucina a legna inizia a borbottare, le presentazioni diventano d’obbligo.
L’attempato ma non certo decrepito signore altri non è che un ingegnere mandato dal Ministero per effettuare i primi rilievi necessari alla nuova ‘strada veloce’, la quale permetterà di sostituire l’attuale, divenuta stretta e pericolosa per il costante aumento del traffico transfrontaliero.
È quindi il turno del giovane meccanico, il quale però viene interrotto non appena pronunciato il proprio nome.
“Amedeo! Ora capisco la sua passione per questa marca di auto: lei porta il nome del fondatore nella sua lingua: Gottlieb!”
In verità si tratta di un appellativo dato spesso in senso augurale ai ‘trovatelli’ come lui. Però, effettivamente - pensa il nostro protagonista - la coincidenza è azzeccata.

Prima di coricarsi, l’ingegnere chiede - con molto cortesia - di poter prendere un bagno caldo che l’educato padrone di casa gli prepara con piacere, infilando due ottimi ciocchi nel boiler a legna.
Poco dopo essersi messo a letto, complice probabilmente l’infuso di poco prima, un potente stimolo obbliga il giovane a rialzarsi e chiedere timidamente di poter entrare nella stanza dove l’ingegnere è immerso nella vasca.
“Amedeo, siamo fra maschi e abbiamo entrambi fatto il militare!”
Mentre il giovane fa il suo bisognino, qualcosa in lui lo induce a sbirciare verso l’uomo. L’altro non può vederlo senza girare la testa per cui constata che per l’età il fisico è notevole. Ma rimane soprattutto impressionato dalla vista della verga, galleggiante quasi a pelo d’acqua, decisamente importante ed evidentemente in piena erezione!
“Tutto bene, Amedeo?”
“Ehm, oh, sì, ottimamente, ho finito, mi scusi ancora.”

Tornato nella sua camera, in piedi dietro la porta, si accorge di essere piuttosto confuso: sotto ‘naja’ ha visto tanti ragazzi più o meno nudi, soprattutto in occasione delle docce comuni. Però quei giovani corpi, spesso armoniosi, non sono stati per lui causa di turbamenti particolari; talvolta ammirazione, anche fascino, certo, un po’ di invidia per il non zoppicare come lui ma nulla più. Almeno così gli era parso... Perché ora la vista di quell’uomo - ma specialmente del suo membro teso - gli sta procurando tanta agitazione?
E perché il ‘suo’ si sta svegliando da solo, come non gli accade spesso? Altro che risveglio: è diventato rigido come la barra di una ‘R107’!
Poche ore prima gli si era indurito - a fatica - per tre volte ma per tre volte gli si era pure ammosciato appena entrato nella calda spacca della maestrina. Era anche venuto, quasi dentro di lei.

Si stende sul letto, chiude un poco gli occhi e con dolcezza parte la sua mano…

Questa volta però è diverso: di solito l’orgasmo arriva in fretta, forse nemmeno un paio di minuti, come fosse un bisogno-dovere fisico da espletare e basta. Adesso, forse per la prima volta, il ‘segarsi’ non è più solo quello, gli sta regalando sensazioni nuove, molto più intense, come un rosolio fluente attraverso arterie, vene e capillari.

Si accorge anche di quanto sia bello impugnare il proprio fallo gonfio e pulsante, fermarsi per accerchiare e carezzare delicatamente la corona attorno alla cappella.

Vedere sgorgare la prima goccia di fluido preliminare, insolitamente grande. Il pollice la raccoglie dalla fessurina in cima, la tira in alto facendola filare… lo strano desiderio di volerla assaggiare. Poi il particolare sapore, quasi indescrivibile, che sembra acuire l’eccitazione. Sì, la acuisce! E allora ancora, estrarne ancora perché la voluttà cresca ancora!

Scendere ai testicoli, scoprirne la sensibilità, carezzarli, stringerli e tirarli con delicatezza, scorrere sugli inguini.

Un’altra parte inizia a reclamare attenzione, anzi due: quella coppia di bottoncini sul petto, fonte di nutrimento e sicurezza per chi si affaccia alla vita, di libidine per gli ometti adulti quando posti su seni più o meno importanti ma pure di piacere per le relative proprietarie. Convinti essere solo retaggio femminile, scoprire che i propri gradiscono considerazione; grattarsi e pizzicarsi i capezzoli aumenta il godimento!

Stavolta non i soliti centoventi secondi, stavolta vuole prolungare, concentrarsi sulle percezioni che il masturbarsi non più per ‘bisogno’ ma per appagamento sia fisico che interiore gli dona. Pensiero e immaginazione sono fermi, totalmente rapiti.

Così avanti, ancora, ancora, ‘non voglio venire ancora’!
Solo giunto al punto di non riuscire proprio più a domare lo stimolo, rilassare i muscoli per liberare le onde di seme, queste percorrere violentemente il dotto interno ed eruttare in getti potenti, tanto da inzaccherargli collo e mento, come forse mai accaduto mentre il corpo, sferzato dal poderoso orgasmo, sussulta, vibra, trema: scosse inedite irradiate fino alle estremità più estreme.

Finito, calmarsi, attendere che respiro e battiti tornino normali, rendersi conto che è anche piacevole sentire lo sperma asciugarsi e dare una sensazione di raggrinzimento alla pelle.

Il benessere finale, completo - oltre a quello fisico anche dell’anima: se fare l’amore con se stessi in questa maniera così intensa e trascinante dona tale soddisfazione, come sarebbe con qualcun’altro? E perché non lo è stato con la maestrina?

Il sonno giunge presto, tempestato di visioni e nuove fantasie.

Luglio 2023-2025
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