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Gay & Bisex

Giochi tra quattro amici


di cockam68
12.05.2019    |    20.588    |    4 8.8
"Mario si avvicinò a Marco e gli porse il suo cazzo per farselo segare a sua volta..."
Negli anni di studio all'università frequentavo tre amici con i quali ero solito ripassare prima degli esami e con i quali spesso e volentieri, a rotazione, passavo le serate a casa dell’uno o dell’altro. Dopo le ore di studio di quei lunghi pomeriggi, si prendevano le pizze e poi, molto spesso, ci si sedeva sul divano a guardare un film in videocassetta affittato, sorseggiando una birra.
L’atmosfera era sempre molto divertente, si facevano battute, si raccontavano barzellette, Mario si cimentava nell'imitazione di qualche professore, oppure si faceva qualche commento sulle ragazze del corso di laurea.
Quella sera, mi sembra fosse circa metà maggio, eravamo tutti a casa di Giorgio, faceva già caldo; ci eravamo seduti in tre sul divano, Marco, Giorgio ed io in mezzo, mentre Mario aveva preso posto di fronte a noi su una poltrona. Non avevamo affittato un film quella sera, Mario se ne era scordato, e stavamo quindi scherzando animatamente e goliardicamente sulle nostre prime esperienze con le ragazze.
Ridevamo come pazzi ed il clima era disteso e sereno come tante altre volte. Ad un certo punto notai che, mentre Giorgio stava raccontando di quando aveva fatto sesso per la prima volta, scendendo nei particolari di come aveva convinto Elena a sbottonarsi la camicetta e a slacciarsi il reggiseno per farsi mostrare i capezzoli del suo seno sodo ed abbondante, Mario aveva fatto scivolare quasi con noncuranza una mano dal bracciolo della poltrona verso il suo basso ventre. Nessuno se ne accorse, ma io incrociai lo sguardo di Mario, il quale si rese subito conto dalla mia espressione esterrefatta ed un po’ stupita e dal mio disappunto, che avevo notato il suo movimento.
Giorgio continuava a raccontare con dovizia di particolari di come si avvicinò ad Elena, si fece strada con una mano nella scollatura aperta della sua camicetta e di come avvolse teneramente nel suo palmo uno dei suoi seni tremanti di emozione ed eccitazione. Mario, per provocarmi, fece scivolare ulteriormente verso il basso la sua mano e diede una energica strizzata al suo pacco che iniziava a prendere forma grazie al racconto di Giorgio. Il mio disappunto crebbe, ma non feci in tempo a dire niente perché anche Giorgio aveva notato che Mario si stava eccitando ed interruppe bruscamente il suo racconto. Marco, tutto preso dal racconto di Giorgio non si era ancora accorto di cosa stesse succedendo, e quando Giorgio smise improvvisamente di raccontare di come Elena aveva appoggiato il palmo della sua mano sul suo pacco in cerca della sua eccitazione, si voltò di scatto verso Giorgio chiedendogli la ragione di quella interruzione.
Giorgio non fece altro che indicare in direzione di Mario con un cenno della testa, e fu subito chiaro anche per Marco il perché di quell'improvviso silenzio. Rimanemmo tutti e tre qualche secondo interdetti dal comportamento di Mario che continuava a stringere ed a rilasciare il suo pacco nella mano. Non facemmo in tempo a fare domande che Mario, sorridendo beffardamente e posando a rotazione lo sguardo su ciascuno di noi pronunciò le seguenti parole: “Scommetto che adesso siete tutti curiosi di vedere cosa c’è qui dentro, e che nessuno di voi ha il coraggio di venire a vedere!”
“Ma cosa dici Mario, sei impazzito?” Rispose Marco, che era il più timido di noi quattro. Anche io rimasi di ghiaccio, e non riuscii a proferire parola. Giorgio, che come Mario era un ragazzo molto estroverso, quasi spavaldo, sfidò Mario dicendogli: “Dai, allora, facci vedere cosa hai lì dentro, se ne hai il coraggio, e facci vedere di cosa sei capace!”
Mario raccolse la sfida di Giorgio, e continuando a guardarlo dritto negli occhi, intensificò i movimenti della sua mano sul rigonfiamento che sporgeva visibilmente in mezzo alle sue gambe leggermente divaricate. Marco ed io rimanemmo come bloccati dallo stupore di quella scena inaspettata, ma non potemmo fare a meno di osservare attentamente le forme dei genitali di Mario che si ingrossavano sotto il tessuto dei suoi pantaloni.
“Continua a raccontare, Giorgio!”, esclamò Mario. Giorgio non si fece pregare troppo, e preso anche egli dalla strana situazione che si stava creando nel nostro gruppo, riprese il racconto. Ci disse che quella sera la sua amica Elena era particolarmente su di giri, e che non appena sentì la pressione della sua mano sul proprio seno, non esitò a ricambiare il favore appoggiando una mano sulla cerniera dei suoi pantaloni.
“Cominciò ad andare in cerca del mio cazzo esplorando ogni centimetro del mio basso ventre, fino a quando non individuò l’asta del mio cazzo che si stava rigonfiando. Io allargai leggermente le gambe e le spinsi incontro il bacino per facilitale il compito, mentre iniziai ad accarezzarle il seno con entrambe le mani per farle inturgidire i capezzoli”, disse Giorgio.
Mario, alle parole di Giorgio, sempre più eccitato, ruppe gli indugi, e con un gesto deciso, abbassò la cerniera dei suoi pantaloni mentre con l’altra mano diresse il suo cazzo verso l’apertura. Grazie alla parziale erezione, in un attimo il suo cazzo si fece strada e sbucò fuori scappellandosi. Rimanemmo tutti a bocca aperta nel vedere un cazzo tozzo, massiccio, dalla pelle scura sovrastato da una cappella importante dal colore quasi violaceo, il tutto avvolto in una folta peluria nera. Mario, soddisfatto per l’effetto che aveva ottenuto su di noi, ci scrutò uno dopo l’altro, afferrò il suo cazzo, ed iniziò lentamente ad accennare il movimento di una intensa sega.
“Adesso scommetto che non avete il coraggio di imitarmi, lo so che siete timidi!” ci disse Mario con tono di sfida.
Giorgio non ci diede il tempo di rispondere, e per incitare Mario, continuò a raccontarci della sua serata con Elena. Ci disse che da quel momento in poi Elena andò su di giri e, dopo aver passato qualche volta la sua mano lungo il rigonfiamento dei pantaloni dovuto al cazzo che si stava ergendo, gli abbassò la cerniera, slacciò quasi con violenza la cintura, e intrufolò le dita nell’apertura in cerca dell’oggetto del suo desiderio.
“Non immaginate che sensazione provai quando finalmente le dita di Elena localizzarono l’asta del mio cazzo, la avvolsero energicamente, e tirando verso l’esterno, la liberarono dal tessuto insieme alla cappella ed alle palle!” ci disse Giorgio, che per farci capire, abbassò anche lui la cerniera dei suoi pantaloni ed estrasse con un movimento energico il suo cazzo.
Mario, alla vista del cazzo di Giorgio, si alzò dalla poltrona e proseguì a masturbarsi in piedi di fronte a noi; la sua cappella violacea scompariva e ricompariva attraverso la carnosa apertura del suo prepuzio che scorreva su e giù sotto i colpi del suo pugno chiuso, mentre le sue grosse palle ricoperte di peli scuri dondolavano alla base del suo cazzo.
Anche Giorgio poco dopo si alzò e andò a posizionarsi di fronte a Marco ed a me mentre anche lui iniziava lentamente a segarsi. Il suo cazzo era diverso da quello di Mario: la pelle era chiara, la peluria biondastra, ed aveva una forma molto allungata, ma non eccelleva in quanto a diametro, mentre la cappella era di un rosa chiaro che ricordava la pelle dei bambini.
Marco ed io, ancora seduti sul divano uno di fianco all'altro, ci guardammo imbarazzatissimi, e non sapevamo più come comportarci, anche se la curiosità era tantissima.
Fu Giorgio, che tornato a sedersi di fianco a me, mentre continuava a massaggiare lentamente e voluttuosamente il suo lungo ed esile cazzo, ruppe gli indugi nei miei confronti, mi mise l’altra mano sul pacco, ed andò in cerca del gonfiore delle mie parti intime. Io timidamente accennai a chiudere le gambe, ma Giorgio insistette, allargò le sue palpate alle mie cosce costringendomi a tenerle allargate, ed io, vinta la prima timidezza e sopraffatto dall'eccitazione crescente, lo lasciai fare. Individuate le forme del mio cazzo che si stava risvegliando sotto i miei vestiti, Giorgio, con un movimento brusco, abbassò la cerniera dei miei pantaloni, scostò l’elastico delle mie mutande ed afferrò il mio cazzo portandolo allo scoperto. Tutti rimasero stupiti perché non si aspettavano, conoscendomi, di vedere un cazzo dalle dimensioni paragonabili alle loro: la loro reazione mi eccitò ulteriormente e Giorgio ne approfittò per scappellarmelo completamente.
Io, avendo le mani libere, e vedendo che Marco, seduto di fianco a me dall'altro lato rispetto a Giorgio continuava a rimanere immobile, allungai una mano verso di lui e la intrufolai dentro i suoi pantaloni da sopra la cintura. Mi aprii un varco tra i suoi indumenti fino a quando le mie dita incontrarono la pelle calda della sua cappella già umida. Anche se molto timido, Marco, a forza di vedere tutti noi che ci davamo da fare, si era eccitato, e con mia grande sorpresa non oppose resistenza al mio gesto nei suoi confronti. Anzi, allargò le gambe e si distese, permettendomi di scappellargli il cazzo ancora dentro i suoi pantaloni.
Mentre Giorgio con una mano segava il suo cazzo e con l’altra il mio, io armeggiai con i vestiti di Marco fino a quando liberai il suo cazzo tozzo ed iniziai a segarglielo. Eravamo ormai tutti e quattro mezzi nudi, con i cazzi in erezione l’uno di fronte all'altro. Mario si avvicinò a Marco e gli porse il suo cazzo per farselo segare a sua volta. Ci sedemmo in circolo l’uno a fianco all'altro e cominciammo a segarci a vicenda. Prendemmo tutti lo stesso ritmo, poi, Mario, che aveva cominciato il gioco propose di fare una gara a chi fosse riuscito a far venire prima l’amico che stava segando.
Vidi Marco stringere l’intero pugno intorno al cazzo di Mario e fare molta pressione sulla cappella con il pollice ad ogni passaggio, come se volesse spremerlo. Mario iniziò a gemere di piacere, e vedendo che Marco era un po’ indietro con l’eccitazione, iniziai a far roteare il suo cazzo oltre che a far scorrere la sua pelle su e giù sulla cappella rossastra: anche Marco parve apprezzare la mia variazione di movimento, e si mise a muovere il bacino per assecondare il mio ritmo.
Giorgio, che aveva in mano il mio cazzo, prese a far roteare il polpastrello del suo pollice sul mio frenulo, provocandomi una scossa di piacere, mentre Mario, che aveva iniziato a segare il lungo ed esile cazzo di Giorgio, si concentrò sulle sue palle rosee.
Il movimento deciso del pugno di Marco sul grosso cazzo di Mario lo mandò in estasi, e Mario, il quale aveva iniziato per primo ad eccitarsi, emise un forte gemito di piacere, spinse in avanti il bacino ed inondò la mano di Marco di una crema lattea e viscosa, la quale non smise di mungere la sua fonte.
Marco fu dichiarato il vincitore, e per questo decidemmo di premiarlo: Giorgio ed io ci alzammo e ci portammo entrambi di fronte a lui. Io lasciai la presa del cazzo di Marco e Giorgio lasciò quella del mio, ed iniziammo a segarci tutti e due con i cazzi orientati in direzione di quello di Marco.
Conoscendo bene ciascuno il proprio cazzo, dopo qualche intenso massaggio, Giorgio ed io inondammo di sborra il cazzo eretto di Marco rimasto abbandonato. Il calore della nostra sborra che colava lungo l’asta di Marco lo fece gemere di piacere, e noi, spremuti i nostri cazzi a dovere ci concentrammo su quello di Marco: Giorgio impugnò lo scroto ed iniziò a spalmargli la nostra sborra sulle palle, mentre io afferrai l’asta viscida del suo cazzo e presi a segarlo. La nostra sborra fungeva da lubrificante perfetto: ben presto si trasformò in una spuma calda dalla quale vedevo comparire e scomparire la cappella di Marco.
Giorgio ed io sincronizzammo i movimenti fino a quando non percepii il cazzo di Marco che mi scivolava tra le dita pulsare violentemente ed aggiungere altra sborra alla nostra già montata a spuma. Giorgio strinse leggermente le palle di Marco, le tirò dolcemente verso il basso, rendendo il suo orgasmo estremamente intenso: il lago fu completo, e Marco si ritrovò il pube stracarico di sborra calda.
Da quel giorno la nostra amicizia si rinsaldò notevolmente, e non nascondo che ogni tanto ci si trova ancora per qualche giochetto tra maschi.
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