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Gay & Bisex

Incontro a sorpresa nel bosco


di cockam68
03.04.2019    |    17.873    |    5 7.5
"Il mio cazzo barzotto si mostrò senza veli, dato che non indossavo biancheria intima..."
I primi giorni di primavera invitano molti di noi a riprendere le attività all’aria aperta che durante i lunghi mesi invernali vengono sospese. In una mattina di inizio aprile di qualche anno fa, invogliato dalla luce radiosa e dai primi germogli sugli alberi, inforcai la mia bicicletta e mi diressi verso le colline che sovrastano il piccolo paese dove abito. Dopo circa un’ora raggiunsi un tratto di strada sterrata che si inoltra serpeggiando all’interno di un bosco di faggi abbastanza fitto.
Dietro la quarta o la quinta curva notai un giovane ragazzo, avrà avuto al massimo una ventina d’anni, che passeggiava tranquillamente con le mani in tasca; tutto subito non prestai particolare attenzione, anzi, dato che la strada si era ridotta a poco più di un sentiero, feci attenzione a non urtarlo e per evitare che camminando scartasse involontariamente verso di me, gli feci un fischio. Il ragazzo si voltò all’indietro per guardarsi alle spalle, e quando mi vide mi fece segno di fermarmi. Pensai che volesse chiedermi delle indicazioni sui sentieri della zona come spesso capita su queste colline, e quindi non esitai a fermare la bici per ascoltare la sua domanda.
Rimasi molto stupito dalla sua prima richiesta; egli mi chiese infatti se avessi fretta, e dato che stavo facendo un giro di piacere quasi senza meta, fui sincero, e gli risposi di no, che mi stavo godendo la bella giornata di primavera all’aria aperta. Il ragazzo mi parve subito molto contento del fatto che potessi fermarmi, e senza troppi indugi, mi disse che aveva una grande curiosità e che io gli ero immediatamente sembrata la persona giusta per poterla soddisfare. Rimasi interdetto per qualche istante chiedendomi quale mai potesse essere la sua curiosità, se non quella di sapere dove portasse qualche sentiero della zona. Il giovane se ne accorse e mi stupì ancor di più quando mi chiese se fossi una persona dalla mentalità aperta, senza problemi, disinibita…
A quel punto cominciai a sentirmi in imbarazzo e leggermente a disagio, dato che mi trovavo di fronte ad un perfetto sconosciuto che mi faceva domande strane ed anche un po’ personali. Non sapendo che cosa intendesse dire, gli chiesi di spiegarsi meglio, e gli risposi che comunque sì, in generale, mi ritenevo una persona dalla mentalità abbastanza aperta e soprattutto rispettosa delle idee altrui. Il ragazzo, anche lui apparentemente imbarazzato, si fece coraggio, e chiedendomi di non arrabbiarmi e di non offendermi, mi descrisse la curiosità che secondo lui sarei stato in grado di soddisfare.
Mi disse che fin da ragazzo, pur non provando una vera e propria attrazione per gli uomini, avrebbe tanto desiderato poter almeno vedere dal vivo il cazzo di un altro uomo e mi chiese se fossi stato disposto a mostrargli per un momento il mio, dato che gli ero sembrata una persona di cui fidarsi fin da subito.
Io mi ritrassi, lo guardai con aria quasi schifata, e feci per andarmene, ma il ragazzo fece in tempo a trattenermi per un braccio ed a sollecitarmi la sua richiesta.
Gli dissi che ero etero e che non era mia abitudine spogliarmi davanti a degli sconosciuti, ma il ragazzo si fece implorante e molto insistente. Capii che sarebbe stato molto difficile sottrarmi alla sua richiesta in quanto era molto più corpulento di me e decisi di prendere tempo e di capire meglio le sue motivazioni. Gli dissi di lasciarmi il braccio, che non avrei cercato di allontanarmi, ma che volevo comprendere meglio le sue intenzioni.
Il ragazzo mi disse che la sua era una pura curiosità, che gli sarebbe piaciuto vedere il cazzo di un altro uomo, e che il suo più grande desiderio sarebbe stato quello di vedere un altro uomo segarsi.
Il mio imbarazzo crebbe ancora, ma ormai avevo promesso di non scappare e non lo feci. Gli proposi però di allontanarci dalla strada per evitare di essere visti da altri potenziali gitanti e ci inoltrammo per qualche decina di metri nella boscaglia. Quando appurammo di non poter essere visti dalla strada ci fermammo, appoggiai la schiena al tronco di un albero e chiesi allo sconosciuto cosa volesse che facessi.
Il ragazzo mi chiese di palparmi in mezzo alle gambe in modo da mettere in risalto le forme del mio cazzo e dei miei testicoli attraverso i pantaloncini; ubbidii, anche se in quel momento le mie parti basse erano ben lontane dal voler collaborare per il forte imbarazzo che provavo. Portai una mano sul mio pacco ed iniziai a farla roteare sul lieve gonfiore del mio cazzo ancora molle, individuai l’asta con due dita e con una lieve pressione verso il bacino feci in modo da far risaltare le mie forme attraverso il tessuto aderente. Fu l’espressione incantata ed incuriosita del mio spettatore ad innescare dentro di me una certa eccitazione, e lentamente il mio cazzo cominciò a reagire alle sollecitazioni della mia mano. L’idea di esibirmi, anche se non ci avevo mai riflettuto, iniziò a solleticare la mia fantasia.
Con un filo di voce il ragazzo mi ordinò di allentare la chiusura dei pantaloni: con due dita slacciai il legaccio e mentre continuavo a far roteare la mano sul mio pacco i pantaloncini inevitabilmente cominciarono a calare lungo le mie gambe leggermente divaricate. Spuntarono i primi peli da sotto il bordo dei pantaloncini ed il mio giovane spettatore fece un passo verso di me per avere una visione più ravvicinata dello spettacolo che si preparava per lui.
Mi chiese a questo punto di rompere gli indugi, ed io, esitando ancora qualche istante, mi feci coraggio, infilai l’altra mano dentro i pantaloncini e li feci cadere ai miei piedi. Il mio cazzo barzotto si mostrò senza veli, dato che non indossavo biancheria intima. Il prepuzio copriva ancora completamente la cappella appena rigonfia, mentre le mie palle pendevano alla base del mio cazzo duro a metà. Lo lasciai penzolare davanti alla faccia del mio “nuovo amico” fino a quando egli mi ordinò di mostrargli la cappella.
Strinsi la mano intorno all'asta del mio cazzo e per creare ulteriore tensione nel mio spettatore la feci scivolare in direzione della cappella facendo raggrinzire la pelle del prepuzio in punta ad esso. Aspettai qualche secondo e poi con un movimento lentissimo, dopo aver diretto il mio cazzo in direzione del viso del ragazzo, feci scorrere il pugno chiuso verso le mie palle. Il prepuzio si distese fino a quando la pelle scorrendo e srotolandosi si distese aprendo il foro dal quale la mia cappella rossastra fece la sua comparsa.
Il ragazzo aprì leggermente la bocca in segno di piacere e di stupore e si complimentò con me ringraziandomi con lo sguardo. Notai il suo sguardo languido ed andando incontro con il bacino alla mia mano che si avvicinava alle palle scappellai il mio cazzo ormai quasi completamente eretto.
“Voglio vedere come godi!” esclamò il giovane inginocchiato di fronte a me.
Ormai eccitato, vinti tutti i freni inibitori, mi lasciai andare, e con un lento movimento della mano iniziai a far scorrere su e giù la pelle del mio cazzo, coprendo e scoprendo ad ogni oscillazione la cappella sempre più turgida. Anche le palle, trascinate dai movimenti della mia mano sempre più veloci e decisi, iniziarono il loro ballo alla base del mio cazzo.
Notai che in mezzo alle gambe del mio spettatore si era creato un certo gonfiore dovuto alla sua eccitazione crescente; questo aumentò ulteriormente la mia eccitazione, e dissi al ragazzo che se voleva vedermi sborrare avrebbe dovuto abbassarsi i pantaloni e mostrami il suo cazzo. Il ragazzo tutto subito rimase interdetto, esitò, ed io, per rendere più credibile la mia minaccia, smisi di segarmi ed accennai a rivestirmi. Il ragazzo, non potendo più resistere per la curiosità di vedere il mio cazzo sborrare, fermò il mio gesto afferrando il mio braccio, e nel fare questo sfiorò il mio cazzo involontariamente.
Il suo sguardo si accese di eccitazione, e mentre avvicinava una mano per afferrare il mio cazzo, con l’altra si diede da fare per abbassare la cerniera dei suoi jeans. Spinto anche io dalla curiosità di vedere il suo cazzo, lo lasciai fare mentre iniziava a prendere contatto con l’asta e con la cappella del mio cazzo. Inarcai il bacino verso di lui porgendogli la mia erezione e assecondando i suoi movimenti oscillatori lungo l’asta del mio cazzo.
Nel frattempo, vinta la resistenza della cerniera, slacciò la cintura e lasciò scivolare i jeans lungo le sue gambe lasciando comparire il gonfiore dei suoi genitali da sotto gli slip. Dopo un breve massaggio al suo pacco, scostò l’elastico e fece balzare fuori il suo cazzo scuro e le sue grosse palle ricoperte di peli neri.
A quella vista non resistei più, e dopo una decina di energici massaggi da parte del mio amico, gemetti intensamente, inarcai il bacino verso di lui e sborrai con cinque o sei getti sopra il suo cazzo che veniva segato dall'altra sua mano.
Rallentò gentilmente il movimento della sua mano sul mio cazzo, mentre aumentò sensibilmente la velocità del massaggio che stava facendo al suo. La mia sborra sopra la sua cappella, grazie al movimento, si trasformò in una spuma bianca che presto iniziò a colare lungo la sua asta fungendo da lubrificante.
Il ragazzo lasciò la presa del mio cazzo che iniziava ad afflosciarsi, si afferrò le palle, le strinse dolcemente facendole roteare mentre con l’altra mano continuava furiosamente a massaggiarsi il cazzo reso viscido e caldo dalla mia sborra. Lo guardai mentre si lasciava andare dolcemente al piacere che dal suo inguine si propagava lungo tutto il suo corpo fino a quando i getti cremosi della sua sborra si mischiarono alla mia.
Ci guardammo stupiti ma soddisfatti per qualche istante mentre ci ricomponevamo; ci salutammo e ci separammo come se niente fosse avvenuto.
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