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L’amica di mia sorella mi usa per conoscere gli uomini


di cockam68
05.04.2019    |    20.686    |    8 9.5
"Cominciavo infatti ad eccitarmi anche grazie al fatto che dopo le prime carezze da sopra la camicetta avevo delicatamente introdotto le mie mani nella..."
Premetto che il racconto che segue è di pura fantasia e che la situazione descritta vuole solamente dare la sensazione dell'inaspettato cercando di ispirare eccitazione.

Mi ricordo quell'inizio estate, la scuola era terminata da qualche giorno ed iniziavano i primi caldi. Mia sorella Maria quell'anno avrebbe dovuto dare l’esame di maturità, mentre io, al secondo anno dell’università, stavo preparando un grosso esame.
Quel pomeriggio mia sorella aveva invitato la sua compagna di classe Monica per ripassare fisica, materia nella quale non era particolarmente ferrata. Dalla mia stanza dove stavo studiando le sentivo discutere, correggersi a vicenda, ripetere i teoremi; ad un certo punto notai di sfuggita che avevano abbassato la voce e che ogni tanto ridevano tra loro sottovoce, ma non diedi peso alla cosa e continuai a concentrarmi sul mio libro pensando che stessero scherzando tra loro.
Dopo qualche minuto mia sorella comparve alla mia porta e mi chiese se potessi andare in camera sua; non esitai un momento, dato che pensai tra me e me che avessero bisogno di qualche spiegazione di fisica. La seguii lungo il corridoio ed entrai nella sua camera dove trovai la sua amica Monica seduta alla scrivania. Avevo conosciuto Monica qualche anno prima, quando era ancora una ragazzina con l’apparecchio ed un paio di occhiali spessi che le nascondevano gli occhi, ma negli ultimi anni non avevo più avuto modo di incontrarla. Rimasi sorpreso nel trovarmi di fronte una giovane donna con una folta capigliatura bruna, un paio di occhi azzurri non più adombrati dagli spessi occhiali e soprattutto con un petto che faceva bella mostra di sé costretto dentro una camicetta bianca dalla sbottonatura generosa.
Mia sorella, mentre io salutavo Monica, chiuse la porta, diede un giro di chiave e tolse la chiave dalla toppa; le chiesi per quale ragione avesse fatto quel gesto, ma non ottenni risposta. Mia sorella mi passò a fianco e si andò a sedere sulla sedia rimasta libera a fianco a Monica; mi guardò dritto in faccia e mi disse senza peli sulla lingua, come era sua abitudine, che entrambe volevano togliersi una curiosità: volevano osservare da vicino il corpo di un uomo dal vivo.
Rimasi sbigottito, arrossii visibilmente ed indietreggiai verso la porta fino a quando non potei più allontanarmi. A quel punto mia sorella si alzò e, camminando con passo sinuoso, venne verso di me continuando a guardarmi con uno sguardo intenso e pieno di sensualità. Io non potevo uscire dalla stanza e non potei fare altro che rimanere immobile appoggiato alla porta.
Quando mia sorella mi raggiunse si accovacciò di fronte a me e senza perdere un istante allungò una mano e mi abbassò la cerniera dei pantaloni; provai a proteggermi con le mani, ma nel frattempo anche Monica si era avvicinata a me, e con un gesto deciso mi prese entrambe le mani e le allontanò dal mio pacco; ero immobilizzato con il viso di Monica a pochi centimetri dal mio e le braccia allargate contro la porta. Annusai il suo dolce profumo mentre la guardavo dritta negli occhi vivaci e pieni di curiosità.
Nel frattempo, mia sorella si aprì un varco con le dita all'interno dell’apertura dei miei pantaloni e andò in cerca dell’oggetto della sua curiosità e di quella della sua complice. Il mio corpo era ancora teso a causa dello sbigottimento e della sorpresa e non aveva ancora avuto modo di reagire. Sentii le dita di mia sorella esplorare il mio inguine fino a quando individuarono il gonfiore ancora soffice del mio cazzo attraverso gli slip. Avvertii la sua presa decisa che cercava di afferrarlo attraverso il tessuto, mentre con l’altra mano andava in cerca dell’elastico delle mie mutande. Quando lo trovò, con un gesto deciso, tirò verso il basso ed il mio cazzo ancora moscio, appena ingrossato da un principio di eccitazione dovuto alle palpate frettolose di qualche istante prima, balzò di fronte alla faccia di mia sorella oscillando leggermente.
Mia sorella rimase stupita di cosa si trovava di fronte, rimase interdetta per qualche istante, ed esclamò: “Accidenti! Come è cambiato da quando eravamo bambini! Quanti peli neri, e soprattutto, come è diventato grande! Complimenti!”
Monica distolse lo sguardo dai miei occhi e lo indirizzò velocemente verso il basso per soddisfare la sua curiosità; la vidi sorridere soddisfatta alla vista del mio cazzo che lentamente, sotto lo sguardo voglioso delle due giovani ragazze, stava iniziando lentamente a drizzarsi. Sentii allentare la presa delle mani di Monica sulle mie e cercai di divincolarmi, ancora sopraffatto più dalla vergogna che dall'eccitazione. Non feci in tempo a fare nulla che Monica afferrò nuovamente le mie mani guidandole con decisione verso il suo petto. Sentii sotto i palmi delle mie mani il cotone bianco della camicetta di Monica inturgidito dai suoi giovani seni; realizzai subito che non portava il reggiseno perché avvertii al centro la sporgenza dei suoi capezzoli eretti: era evidentemente già eccitata, e la sensazione che provai mi dissuase definitivamente dal cercare di sottrarmi.
Maria, superati i primi istanti di sbigottimento e confusione, non perse tempo, mi slacciò la cintura lasciando completamente nudi sia il mio cazzo che le mie palle. Notò ad alta voce che anche le palle adesso erano ben marcate dentro lo scroto gonfio, mentre se lo ricordava come una sacchetta raggrinzita appena visibile.
Osservò da varie angolazioni i miei genitali che andavano inturgidendosi, poi si decise a tornare all'azione e volle dapprima capire che consistenza potessero avere le mie palle; sentii di nuovo le sue dita contro il mio corpo palpare il mio scroto facendo roteare delicatamente al suo interno i testicoli; ad un certo punto strinse un po’ più energicamente e li tirò verso il basso mettendo in tensione la pelle del cazzo lungo l’asta. Questo movimento aprì il mio prepuzio dal quale emerse la cappella rosso bruno del mio cazzo quasi completamente eretto.
Gemetti di piacere, il che sorprese le due ragazze e le rese, se è possibile, ancora più intraprendenti. Cominciavo infatti ad eccitarmi anche grazie al fatto che dopo le prime carezze da sopra la camicetta avevo delicatamente introdotto le mie mani nella scollatura di Monica assaporando il tocco del suo seno caldo e vibrante dalla pelle setosa come quella di una pesca.
Maria rimase incantata dalla vista della mia cappella, ed incuriosita, aveva iniziato a palparmela delicatamente con le dita dell’altra mano. Ebbi un brivido di fastidio al contatto diretto delle dita di mia sorella sulla mia cappella non ancora lubrificata, ed ella accortasi di aver fatto qualcosa di sbagliato, mi chiese scusa, e mi chiese di mostrare a lei ed alla sua amica Monica come maneggiare un cazzo.
“Ci mancava solo questa!” pensai tra me e me, ma sopraffatto dalla situazione, non me lo feci ripete, e lasciando a malincuore il seno di Monica, divaricai leggermente le gambe, afferrai con la mano destra l’asta del mio cazzo e posi la sinistra semichiusa sotto le mie palle.
Le due ragazze si sedettero sulle loro sedie ed iniziarono ad osservarmi mentre si accarezzavano delicatamente il seno da sopra gli indumenti. Mostrai alle due giovani il movimento tipico con il quale gli uomini si masturbano: strinsi il mio cazzo aumentando la pressione del pugno chiuso e feci scorrere la pelle verso la cappella richiudendo il prepuzio e spiegai che la pelle della cappella è molto sensibile e delicata e che non bisognerebbe toccarla prima che venga lubrificata.
Iniziai così ad andare su e giù lungo l’asta del mio cazzo con il pugno facendo alternatamente comparire e scomparire la cappella attraverso l’apertura del prepuzio. Le due ragazze si eccitarono, sbottonarono le loro camicette, e mi mostrarono i loro seni. Mentre io continuavo il mio massaggio sempre più veloce e deciso, Maria allungò una mano verso Monica e prese ad accarezzarle il seno. Monica, rotti gli indugi, fece altrettanto, e le due ragazze, con lo sguardo fisso sul mio cazzo, si scambiarono carezze molto sensuali sul seno.
Dopo qualche momento, Maria, imparata la lezione, decise di voler passare alla pratica, si alzò, venne verso di me ed afferrò il mio cazzo scostando le mie mani. Anche Monica si avvicinò a me, ed allungata una mano, iniziò a palparmi le palle. Maria imitò il mio movimento ed iniziò a masturbarmi, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, mentre Monica faceva roteare le mie palle.
Allungai le mani verso le due ragazze e ricominciai ad accarezzare i loro seni concentrandomi sui loro capezzoli; quelli di Maria avevano un colore rosato e si estendevano molto sulla calotta del suo seno; quelli di Monica, dalla carnagione più scura, erano meno estesi, ma dal colore bruno.
Monica, apparentemente più timida di mia sorella Maria, mossa probabilmente dall'istinto e dall'eccitazione crescente, mentre mia sorella continuava a segarmi, avvicinò il viso alla cappella del mio cazzo, socchiuse le labbra, e le appoggiò su di essa.
Avvertii il calore della sua bocca sulla punta della cappella e non resistetti dall'inarcare il bacino in avanti facendo entrare più a fondo il mio cazzo nella sua bocca. Urtai la sua lingua, la quale non esitò ad avvolgere la mia cappella in corrispondenza del frenulo.
Mia sorella accelerò i movimenti lungo la parte dell’asta rimasta libera. Io sentii i primi lievi spasimi avvolgermi le palle per salire e coinvolgere tutto il mio cazzo, iniziai a far oscillare il bacino, e le due ragazze, guidate dal ritmo dei miei movimenti, si accordarono su di essi. Contrassi potentemente i muscoli come a trattenere l’urina per prolungare il piacere che sentivo salire dirompente attraverso il cazzo manipolato da mia sorella ed ospitato nella bocca calda ed umida di Monica, poi diedi ancora uno sguardo ai seni delle due ragazze che ballavano sotto di me, rilassai i muscoli spingendo in avanti e lasciai esplodere il mio piacere nella bocca di Monica che presto non riuscì più a contenere la mia sborra bianca.
Vidi colare fiotti di sborra sui loro seni, mentre mia sorella, avida, curiosa e forse un po’ invidiosa della sua amica, diresse verso di sé il mio cazzo ancora pulsante che continuava a spruzzare getti di sborra aiutato dai suoi movimenti di mungitura e se lo mise in bocca, regalandomi un prolungamento sublime del mio piacere.
Rimanemmo tutti e tre qualche minuto l’uno di fronte all'altro, ancora eccitati, sorpresi e coinvolti dalla situazione che si era venuta a creare. Il mio cazzo cominciò a perdere vigore mentre continuava a colare sborra e saliva. Mi ricomposi rivestendomi e chiesi a mia sorella di aprire la porta della sua stanza.
Le due ragazze si abbottonarono le camicette, Maria mi diede un bacio fraterno su una guancia, mentre con mia grande sorpresa Monica mi diede un focoso bacio alla francese durante il quale percepii il sapore della mia sborra.
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