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Una strana competizione tra uomini


di cockam68
13.06.2019    |    15.355    |    5 7.4
"Se sei davvero interessato a metterti alla prova come descritto nel nostro annuncio, sei pregato di presentarti all'indirizzo riportato qui sotto sabato..."
Premetto che il racconto che segue è di pura fantasia.

In quel periodo di qualche anno fa ero alla ricerca di nuove opportunità e nuove esperienze, e pertanto ero molto attivo sui social e sul web in generale. Una sera, dopo cena, come quasi tutte le sere di quel periodo, mi misi al computer ed iniziai le mie ricerche.
Ad un certo punto mi cadde l’occhio su un annuncio all'interno di uno strano blog, molto vago, a dire il vero, che recitava più o meno così:
“Siamo alla ricerca di uomini disposti a mettersi in gioco, a superare ogni tipo di limite, con forte spirito di competizione e privi di ogni tipo di inibizione e pudore. Se vuoi metterti alla prova, compila il format sottostante con i tuoi dati personali e sarai contattato per una prova”.
Incuriosito da quello strano inserto, compilai i vari campi con i miei dati personali e premetti sul tasto invia.
Rimasi in attesa un paio di settimane; mi ero quasi scordato di aver risposto a quel curioso annuncio, quando una sera, controllando la mia posta elettronica trovai il seguente messaggio:
“Caro amico,
grazie per aver dimostrato interesse per il nostro annuncio. Se sei davvero interessato a metterti alla prova come descritto nel nostro annuncio, sei pregato di presentarti all'indirizzo riportato qui sotto sabato prossimo alle ore 20:00. Stampa una copia del presente invito che dovrai presentare all'ingresso. ”
L’indirizzo riportato in fondo al messaggio non era molto distante dal paese dove vivo. Meditai qualche giorno sul da farsi, ed alla fine prevalse la grande curiosità. Sabato nel pomeriggio presi l’automobile, percorsi le poche decine di chilometri che mi separavano dall'appuntamento, dove arrivai puntuale.
All'indirizzo indicato sull'invito corrispondeva ad un edificio basso al quale si accedeva tramite una porta metallica posta in cima ad una breve rampa di scale. Davanti alla porta si era formata una piccola coda di uomini di tutte le età e di varie tipologie: vi erano uomini vestiti eleganti, con giacca e pantaloni, ragazzi più giovani vestiti casual, uomini di mezza età in jeans e camicia sbottonata, ragazzi molto giovani in pantaloni e maglietta. Ciascuno si era vestito e preparato a modo suo, seguendo il proprio stile personale.
Io indossavo un paio di pantaloni chiari ed una camicia bianca: questo abbigliamento mi metteva a mio agio sia in ricevimenti formali che in occasioni più sportive, e dato che non sapevo bene di cosa si sarebbe trattato, scelsi una giusta via di mezzo.
Nel vedere tutti questi uomini in attesa di entrare, pensai si trattasse di un provino per fare uno spot pubblicitario oppure per fare da comparsa in qualche film.
Mi misi in coda ed aspettai il mio turno per entrare. Quando arrivai in prossimità della porta, l’uomo che ritirava gli inviti controllò il mio invito e mi fece cenno di entrare. Oltrepassata la stretta porta metallica, percorsi un breve corridoio, al fondo del quale si trovava un’altra porta; un ragazzo appena ventenne mi fece cenno di entrare, ed improvvisamente mi trovai in una grande sala a forma circolare dove si trovavano già una quindicina di uomini disposti in piedi ed in circolo lungo la parete. Mi accolse un uomo di mezza età che mi condusse al mio posto a fianco ad un ragazzo snello, bruno sulla trentina e ad un uomo sui quarantacinque anni, leggermente sovrappeso, con i capelli rossicci e con una barba appena brizzolata.
La sala era illuminata da potenti lampade alogene disposte tutte intorno lungo la parete circolare ed orientate verso l’alto che davano all'ambiente un’atmosfera molto calda e rilassante. Sul pavimento notai che era stato appoggiato un grande telone di plastica che lo ricopriva quasi interamente; mi chiesi a cosa potesse servire quello strano tappeto.
Mentre mi chiedevo cosa stessimo facendo tutti in quella grande sala circolare disposti tutti in circolo, i due uomini che sembravano organizzare il ritrovo fecero entrare ancora una trentina di uomini che andarono a completare il cerchio; ci ritrovammo quindi in una cinquantina di persone o poco meno.
Quando venne chiusa la porta di accesso alla sala, l’uomo che mi condusse al mio posto si portò al centro della sala e fece cenno di fare silenzio. Prese la parola, e girando intorno in modo da rivolgersi a tutta l’assemblea, cominciò a spiegarci cosa avremmo fatto durante quel curioso incontro tra sconosciuti.
“Siete pronti a mettervi in gioco?” esordì con tono di leggera sfida. Quasi tutti sembravano essere pronti, chi più chi meno, dato che notai che qualcuno stentava ad annuire.
“Vi abbiamo convocato qui per una competizione molto particolare; chi non se la sente è libero di andarsene in qualsiasi momento. Ma veniamo al dunque!”
Intravidi qualche espressione perplessa negli uomini di fronte a me, ma anche qualche faccia divertita e piena di curiosità, soprattutto tra i ragazzi più giovani.
“Chi si vergogna di mostrarsi in pubblico lasci la sala!” Esclamò l’uomo al centro della sala.
Si levò qualche mormorio, non tutti probabilmente avevano capito bene il senso di quella frase, che invece improvvisamente chiarì molte cose dentro di me.
“Sì, avete capito bene: chi parteciperà alla competizione dovrà mostrarsi senza veli di fronte a tutti!”
Quattro tra le persone più avanti negli anni, almeno apparentemente, lasciarono immediatamente la sala. Io, personalmente provai un misto di vergogna all'idea di spogliarmi in pubblico, ma anche di grande curiosità: non avevo mai visto altri uomini nudi dal vivo fino a quel momento, e la cosa da un lato mi imbarazzava, ma dall'altra mi eccitava. Avvertii un leggero formicolio in mezzo alle gambe: la mia cappella si era impercettibilmente gonfiata e la sentii aderire al tessuto dei miei slip.
“In realtà la competizione consisterà in un torneo che si articolerà in diverse prove di varia natura. Le prove vi verranno presentate ed illustrate una alla volta. Come prima cosa vi chiedo di spogliarvi e di tenere indosso solamente la biancheria intima, gli slip o i boxer a seconda di cosa indossate, naturalmente!”
I ragazzi più giovani che si trovavano quasi tutti di fronte a me dalla parte opposta del cerchio non esitarono e si sfilarono immediatamente la maglietta; notai invece che chi, come me, aveva qualche anno di più, iniziò a guardarsi intorno per scrutare il comportamento degli altri. Quando anche un signore dal fisico leggermente tarchiato posizionato alla mia destra, qualche posizione più in là, iniziò a sbottonarsi la camicia scura che indossava facendo intravedere un petto robusto e coperto di peli neri, tutti ruppero gli indugi, compreso me, e si sfilarono camicie e magliette.
Rimanemmo per qualche istante tutti a torso nudo, scrutandoci ed osservandoci l’un l’altro, con la tipica espressione di chi non sa ancora cosa stia per succedere stampata sul volto. C’era chi ostentava leggermente la muscolatura del petto e delle braccia assumendo la posizione tipica dei culturisti, e chi come me, che non avendo un fisico particolarmente prestante, rimaneva con le braccia ciondolanti lungo i fianchi senza decidersi a continuare lo spogliarello.
Il coordinatore, dopo aver notato l’esitazione dell’intero gruppo a continuare a spogliarsi, ci spronò a proseguire. Ci levammo lentamente le scarpe e le calze, ma quando arrivammo al punto cruciale di levarci i pantaloni, esitammo nuovamente, scatenando quasi l’ira dell’uomo in mezzo a noi. A questo punto altri due uomini lasciarono la sala con maglietta e scarpe in mano in mezzo ad un sommesso mormorio di disappunto da parte di tutti noi.
“Adesso vediamo se avete il coraggio di proseguire! E pensare che non siamo neanche alla prima prova! Abbassatevi e sfilatevi i pantaloni!” esclamò con tono perentorio l’organizzatore dell’evento.
Ancora una volta i ragazzi più giovani di fronte a me ruppero il ghiaccio, portarono le mani alla cintura, la slacciarono con un gesto energico e la sfilarono dai passanti gettandola in terra. Presi il coraggio a quattro mani e li imitai con sguardo di sfida, trascinando anche le persone disposte a fianco a me. Mentre mi toglievo la cintura, i ragazzi di fronte a me colsero la sfida, sbottonarono i pantaloni e subito dopo, con un gesto lento ma deciso, si abbassarono quasi contemporaneamente la cerniera facendo intravedere un discreto rigonfiamento coperto da slip colorati in mezzo alle loro gambe.
Ancora una volta li imitai, ma invertii la sequenza dei movimenti: mi abbassai per prima cosa la cerniera, premetti con le mani tese sulle gambe facendo in modo che la fessura dei pantaloni si allargasse e lasciasse intravedere il lieve rigonfiamento del mio cazzo che si era leggermente eccitato. Poi sbottonai i pantaloni e li lasciai scivolare lungo le gambe per poi sfilarmeli completamente con un movimento alternato dei piedi.
Rimanemmo tutti in mutande; c’era chi, già leggermente eccitato dalla situazione, ostentava il proprio pacco spingendo in avanti il bacino, e chi invece, preso da un forte senso del pudore, si copriva il pube con le mani rannicchiandosi su sé stesso.
L’uomo in mezzo a noi fece una lenta passeggiata osservandoci uno ad uno. Alla fine del cerchio prese la parola e disse: “Molto bene, sono contento di voi che siete arrivati fino a questo punto, ma ora viene il bello! Fino a qui è stato facile: non avete fatto ancora niente!”
Provai ad immaginare in che cosa sarebbe potuta consistere la gara… forse vorrà vedere chi ce l’ha più grosso, oppure più piccolo, oppure più strano, dato che qualche minuto prima aveva accennato al fatto che avremmo prima o poi dovuto mostrarci senza veli. Provai immediatamente un po’ di vergogna, e l’attesa insieme alla suspense fecero scomparire in me la leggera eccitazione di qualche minuto prima.
“La prima prova è abbastanza facile!” esclamò l’uomo in mezzo a noi che non smetteva di girare in tondo.
“E’ una gara di masturbazione! Ciascuno di voi dovrà masturbarsi come preferisce con lo scopo di sborrare il prima possibile! Vince chi sborra prima! L’unico vincolo è che non potete sborrare negli slip o nei boxer, ma dovrete farlo in terra rivolti verso il centro della sala! Questo significa che prima o poi dovrete mostrare il vostro cazzo all'intera assemblea!”
Uno dei ragazzi più giovani dal fisico molto atletico proprio di fronte a me portò una mano sul proprio pacco, ma non fece in tempo a sfiorarlo che venne bloccato dall'organizzatore. “Nessuno cominci prima del mio segnale, altrimenti verrete penalizzati o puniti!” esclamò rivolto proprio al mio dirimpettaio.
Io mi sentii davvero a disagio; non solo non mi ero mai mostrato in pubblico, figuratevi doversi fare una sega in mezzo ad un gruppo di sconosciuti! Ebbi la tentazione di raccogliere i miei vestiti e di lasciare quella strana assemblea di uomini seminudi.
Esitai un po’ troppo, ed il coordinatore in mezzo a noi, dopo averci scrutati ancora una volta urlò:” Siete pronti? Tre… due… uno… via!”
Vidi che i cinque o sei ragazzi sulla ventina di fronte a me portarono le mani ciascuno sul proprio pacco, divaricarono leggermente le gambe ed iniziarono a massaggiarselo. Il ragazzo che stava cominciando in anticipo fu il più spigliato: dopo quattro o cinque carezze eseguite con il palmo della mano aperta sul tessuto dei propri slip attillati, afferrò, sempre attraverso il tessuto, la propria erezione con le dita mettendo in evidenza le forme del suo cazzo massiccio. Le fece scorrere stringendo verso il basso altre quattro o cinque volte per potenziare l’erezione, infilò l’altra mano negli slip, afferrò il suo cazzo e lo estrasse senza esitare.
Io rimasi interdetto e confuso per qualche istante senza decidermi a fare niente. Restai quasi ipnotizzato alla vista di ciò che stava succedendo di fronte a me. Mi guardai brevemente intorno per vedere cosa stessero facendo gli altri, e notai che non ero l’unico ad essere bloccato: anche i miei vicini erano intenti ad osservare sbalorditi ciò che stava facendo il gruppo di giovani di fronte a noi.
Un secondo ragazzo, alla vista del grosso cazzo scuro circondato da una folta foresta di peli neri che ricoprivano anche le due grosse palle penzolanti a forma di turgido seno sotto di esso del proprio vicino, nel momento in cui quest’ultimo lo scappellò completamente mostrando una cappella violacea, ruppe gli indugi e con due mani si abbassò le mutande mettendo a nudo un lungo cazzo chiaro dalla pelle rosata ancora floscio e dalla peluria bionda insieme a due palle rossastre molto pendenti e non molto gonfie.
I due ragazzi denudati si guardarono a vicenda, come se volessero sfidarsi. Colui che aveva iniziato le danze era già in piena erezione, e dopo essersi scappellato, aveva iniziato a segarsi con il pugno chiuso avvolto lungo la robusta asta del suo cazzo bruno. Il biondo strinse con la punta delle dita la base della propria cappella, accennò un robusto movimento di mungitura verso il basso facendo arricciare la pelle del prepuzio ad ogni passata provocando velocemente la propria erezione.
La maggior parte degli altri concorrenti aveva iniziato a massaggiarsi il pacco attraverso il tessuto della biancheria intima senza osare a tirare fuori il proprio gioiello.
Alla vista di quei due giovani cazzi che iniziavano anche a bagnarsi, vinsi finalmente la timidezza, strinsi energicamente il mio pacco ancora nascosto ed inerte dentro le mutande, ed iniziai a spremerlo e a rilasciarlo alternatamente per provocare l’erezione. Mi vergognavo infatti di mostrare il mio cazzo completamente floscio perché è di quelli che aumenta sensibilmente di volume e di lunghezza quando si eccita, ma sembra quasi il pisello di un bambino quando è a riposo.
Nel frattempo, tutti i ragazzi più giovani si erano denudati e si stavano masturbando ciascuno a modo loro; Fui colpito da un ragazzo mingherlino dotato però di un cazzo considerevole, che invece di segarsi con il classico movimento su e giù lungo l’asta o sulla cappella, stava massaggiandosi l’asta del cazzo facendo un movimento rotatorio quasi come se stesse accelerando in motocicletta. Tutti erano molto concentrati, e qualcuno di essi aveva già iniziato a far oscillare il bacino avanti ed indietro, segno che l’eccitazione era già notevole.
Mi resi conto di essere in ritardo, anche se nessuno di coloro che stava dal mio lato del circolo aveva ancora osato tirarlo fuori, e decisi di approfittarne. Sporsi leggermente in avanti il bacino mentre effettuavo gli ultimi robusti massaggi sul mio pacco che si stava risvegliando, guardai a destra e a sinistra per vedere cosa stessero facendo i miei vicini notando che il loro pacco si era notevolmente gonfiato, il mio cazzo barzotto si tese sotto gli slip mentre io afferrai le mutande dal bordo delle gambe e le feci scorrere lentamente verso il basso. Rivelai dapprima i miei folti peli castani, per poi liberare come un dardo il mio cazzo che oscillò in avanti finalmente libero.
I ragazzi giovani di fronte a me esultarono, ed il supplemento di eccitazione che aveva causato in loro la vista del mio cazzo finalmente nudo, fece sì che il biondino dal cazzo lungo e stretto, che stava sfregandosi convulsamente la pelle sopra la cappella senza coinvolgere l’asta e facendo oscillare freneticamente le palle emise un forte gemito, inarcò la schiena all'indietro, e scappellando finalmente il suo paletto, lo liberò dalla presa e schizzò abbondantemente in mezzo alla sala per cinque o sei volte.
Anche il ragazzo bruno dal grosso cazzo scuro, alla vista della prima sborrata, accelerò ed intensificò il massaggio del proprio cazzo, ma a differenza del primo, quando fu sul punto di esplodere, fece quasi un inchino in avanti, con la mano fece scorrere la pelle del proprio cazzo fino a farle ricoprire interamente la cappella, e fece colare lentamente la sborra con un flusso continuo e filamentoso che arrivò al pavimento.
Quello spettacolo, al contrario di quanto mi sarei aspettato, mi eccitò notevolmente. Afferrai il mio cazzo barzotto che continuava a gonfiarsi con la mano destra, e mentre iniziavo un lento movimento verso il basso e verso l’alto, con l’altra mano, sapendo che questo mi dava un estremo piacere, avvolsi i miei testicoli ed iniziai a massaggiarli dolcemente. Quando il mio cazzo raggiunse la piena erezione, lasciai per un attimo la presa del cazzo, tirai verso il basso lo scroto con dentro le palle e feci in modo da far apparire la mia cappella ormai gonfia e rosso scuro dal foro del prepuzio che si allargò per farla uscire. Ne approfittai anche per premere con un dito in corrispondenza del buco del mio culo per solleticare la prostata. Il mio cazzo reagì facendo colare qualche goccia di liquido trasparente e colloso che non esitai ad usare come lubrificante spalmandolo e facendolo schiumare sulla cappella e sul frenulo.
Il mio spettacolo fece esplodere il ragazzo che “andava in moto”: piegò il bacino in avanti e con un pronunciato movimento rotatorio e verso l’alto della mano che stringeva il suo cazzo accompagnò una lunga serie di getti di sborra densa che volarono rumorosamente sul telo posto sul pavimento.
Intanto anche gli uomini più anziani avevano infilato le mani dentro le proprie mutande e grazie ai movimenti sempre più pronunciati che coinvolgevano insieme il cazzo ed i testicoli, facevano intravedere i propri cazzi e le proprie palle, tipici di uomini di mezza età: cazzi corti, tozzi, venosi, dalle cappelle molto pronunciate e con le palle ricoperte da uno scroto molto rugoso con qualche pelo bianco.
Ne vidi uno che finalmente, anche solo per comodità, aveva abbassato l’elastico degli slip con la mano sinistra, mentre con l’indice ed il pollice della mano destra faceva oscillare la pelle del prepuzio del suo piccolo cazzo avanti ed indietro su una cappella di un rosa pallido che sembrava di gelatina.
Da parte mia, con la cappella ricoperta da una spuma biancastra che la rendeva viscida, continuai il massaggio alle palle e ripresi a segarmi a cazzo completamente scappellato estendendo la lubrificazione a tutta l’asta.
I primi tre ragazzi giovani si stavano ormai rilassando soddisfatti della loro prestazione, ed i loro cazzi si stavano afflosciando ancora leggermente arrossati per lo sforzo appena compiuto. Quella vista mi eccitò da morire, e sentii che tutti i freni inibitori dei primi momenti erano spariti. Mi lasciai andare all'ispirazione e cominciai ad imitare il movimento del coito con una donna facendo oscillare il bacino avanti ed indietro, mentre smisi di muovere la mano che impugnava il mio cazzo. Quando sentii risalire lo sperma alla base del mio cazzo, rallentai le oscillazioni del bacino, spinsi in avanti e con l’altra mano diedi una strizzata alle palle.
Notai che quasi tutti si erano concentrati su di me e stavano guardando in direzione del mio cazzo. Ebbi un accenno di vergogna che allontanai velocemente dal mio cervello concentrando il mio pensiero ed il mio sguardo sulla mia cappella spumeggiante che sbucava dal pugno chiuso. Feci indietreggiare ancora una volta il bacino trascinando indietro il mio cazzo che scomparve un istante alla vista del pubblico, per poi affondare un ultimo colpo in avanti che, insieme alla trazione verso il basso dei miei testicoli esercitata con l’altra mano avvinghiata ad essi, mi liberò dalla tensione accumulata. Dalla mia cappella ricoperta di schiuma bianca schizzò in avanti un lungo getto di sborra abbastanza cremosa che andò a cadere fragorosamente sul telo di plastica a mezzo metro da me. Ne seguirono altri cinque, di intensità decrescente, che accompagnai ogni volta con una leggera strizzata di palle e dal tipico movimento di mungitura sulla cappella. Quando ebbi terminato vidi il coordinatore espormi un cartello con su scritto “7”: era il mio piazzamento in questa prima prova del torneo.
Non male pensai, mentre mi riprendevo, ero comunque stato il primo tra gli uomini un po’ più avanti negli anni.
Mi guardai intorno e vidi molti degli uomini che mi circondavano, che innervositi dalla competizione, stavano strapazzando i loro cazzi sempre più energicamente. Quasi tutti si erano lasciati andare e li avevano tirati fuori dalle mutande, anche se qualcuno solo scostando di lato la parte anteriore degli slip. La maggior parte eseguiva sul proprio cazzo un movimento ondulatorio molto armonico che coinvolgeva la rotazione del polso, altri sembrava che stessero scrollando il proprio pisello dopo aver orinato.
Finalmente, l’uomo che avevo notato prima, che era dotato anche di una notevole pancia sotto la quale pendeva il suo cazzo minuscolo, a furia di strofinare la sua cappella che non divenne mai completamente turgida, aprì la bocca, emise un profondo gemito, e continuando il suo movimento a due dita in modo compulsivo, fece sbucare dalla cappella una goccia di crema giallastra che si gonfiò progressivamente ma che non degenerò in un vero e proprio getto di sborra.
Fu l’ottavo al quale ne seguirono molti altri con modalità molto simili: evidentemente con l’età si perde un po’ di slancio nel getto.
Rimase alla fine un solo uomo che non aveva ancora osato rivelare il suo cazzo. Il coordinatore e tutti noi fissammo l’attenzione su di lui, il quale non ebbe il coraggio di estrarre il suo cazzo. Si notava comunque attraverso il gonfiore delle sue mutande che era nonostante tutto eccitato; dopo qualche minuto, infatti, sempre senza abbassare gli slip, in cima al rigonfiamento creato dalla sua cappella si allargò progressivamente sul tessuto una macchia bagnata che a tratti faceva trapelare una crema biancastra che veniva presso assorbita dalla stoffa. Fu ovviante squalificato e gli fu proibito di ripresentarsi per la prova successiva.
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