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Gay & Bisex

Messaggio Anonimo [ Pt. 2 ]


di alchest
11.03.2015    |    6.494    |    4 9.1
"Soliti giri del campo, poi facciamo una partita veloce"..."
'Che ci fai online? Se hai tempo libero lo passi qui da me' gli scrissi. Era strano per me cercare ancora lo stesso ragazzo, ero solito scrivere a persone nuove ogni volta per non creare voci o sospetti. Ero discreto, scoperto da poco la mia attrazione per i ragazzi, non ero dichiarato e tale intendevo rimanere. Ma lui... Giancarlo aveva qualcosa... Quel qualcosa che ti fa saltare in testa quel pensiero, che ti dice 'scrivigli'.
Trr. Trr.
'Cominci ad annoiarmi, te lo dico'
'Ho persino dimenticato il tuo indirizzo!'
Sì, certo.. ci credo ben poco. 'Porta qui il culo'
Sta volta la doccia me l'ero fatta, dentifricio e spazzolino e mi preparai una spremuta d'arancia. Nel frattempo suonò il citofono, gli aprii il portone e la porta e tornai alla cucina. Quando entrò dalla porta, un sorrisetto dentro mi nacque ma fuori ero il solito indecifrabile. "Buongiorno rompi balle" "Hey.. rompi balle a chi? Ti ho anche preparato una spremuta d'arancia" gli dissi porgendogli il bicchiere, ma lui togliendosi lo zaino mi si fiondò contro afferrandomi il pantaloncino. "Vuoi sapere che spremuta vorrei ora?" mi disse guardandomi e tirando giù gli indumenti scoprendomi il cazzo. Io mi poggiai al bancone della cucina, guardando fuori mentre dall'altra parte del palazzo una ragazza guardava ridacchiando mentre fumava sul balcone. Gli feci un cenno con la mano, poi mi allungai per abbassare la tendina mentre Gianca mi succhiava il cazzo fregandosene della situazione. Mi mise le mani sui polpacci, salendo fino alle gambe e alle natiche, percorrendo poi gli addominali e i pettorali. "Ti piace, eh?" "Cosa?" "Il mio fisico.. ti piace toccare eh?" "Sì, moltissimo.. amo il tuo corpo". Gli sorrisi, e prendendo la sua testa mi girai e alzai una gamba sul bancone ficcandogli la testa tra le mie chiappe. "Ti piace quando ti metto la testa a posto?" lui fece sì con la testa, mentre a lingua fuori faceva su e giù sul mio buco. Con una mano mi menava il cazzo, con l'altra continuava a percorrere i muscoli delle mie gambe. Abbassai la gamba, tornai a guardarlo e gli misi una mano in fronte. "Fermo lì, voglio guardarti" lui era ancora vestito: aveva pantaloncino, canotta e un cappellino con visiera all'indietro. Feci scivolare la mano sul suo viso, carezzandogli la guancia e mettendogli un pollice in bocca che lui prese subito a succhiare. "Spogliati ma tieni il cappellino" lui si sfilò immediatamente la canotta mentre fremeva per succhiarmelo, ma lo tenevo a bada mentre glielo sventolavo ad un palmo dal naso. Si alzò per sfilarsi il pantaloncino e si tolse anche le scarpe. Tornò poi in ginocchio, davanti a me con quello sguardo bramoso che mi fece impazzire di ormone. Il cazzo mi pulsava così tanto che quando tornai a toccarlo mi fece salire un brivido. Chiusi gli occhi per quanto ero eccitato, il semplice segarmi mi stava facendo esplodere, così presi la sua fronte e mi piegai verso lui schizzandogli in faccia il mio seme che lui accolse subito a lingua tesa facendoselo colare dalle labbra fino addosso e sul suo cazzo duro che ancora non si era toccato. A stento mantenevo l'equilibrio, quella sega era stata esplosiva, ricordo ancora adesso quell'orgasmo e di simili ne ho avuti pochi.
Passato quel minuto per riprendermi, mentre gli allungai un tovagliolo per darsi una pulita, lui mi suggerì che forse era meglio se si dava una sciacquata. Andò quindi in bagno, mentre io ancora incredulo ero appoggiato al bancone. 'Possibile che con quel ragazzino andasse tutto dritto..?'
"Che schifo è sto sapone?" urlò dal bagno. "Ahah! Me l'ha portato mia mamma, è un sapone pregiatissimo ricchissimo buonissimo bla bla bla... Se ne usi un pò mi fai un favore, così vede che qualcuno lo usa" "Che cos'ha di sbagliato tua mamma per prendere un profumo al... fiore di loro?! Non sapevo nemmeno avesse una profumazione il fiore di loto" mi disse uscendo dal bagno e poggiandosi al muro. Era dannatamente sexy così, nudo con quel cappellino al rovescio e la faccia innocente mentre si asciugava. "...Ti sei offeso?" "No no, figurati.. mi ero distratto. Devi capire che mia madre è iper apprensiva e mi porta spesso cose che nemmeno le chiedo. Il problema è che mi porta cose che piacciono a lei, ma mi spiace nasconderle e non usarle" "Allora mi ci farò una doccia, così profumerò come tua madre.. Sei contento?" "Chi ha detto che tornerai a farti una doccia?" Mi guardò con faccia rabbiosa poi mi lanciò dietro l'asciugamano sparendo in bagno. "Io ci torno quando voglio!"
Rimanemmo un'ora abbondante seduti a tavola e poi tra le coperte a chiacchierare di me, di mia madre e della situazione dei miei genitori. A quel tempo mia madre aveva conquistato una solida indipendenza da mio padre che altrettanto si era preso lo spazio per i suoi club del golf e vari passatempo da uomini d'affari. "Spesso però si sente sola, per questo mi telefona così tanto" "Dovrei farle conoscere mia madre, secondo me andrebbero d'accordo.. Viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda.. Con l'unica differenza che lascia spazio a mio padre e a me, trascurandomi anche" "Per questo cerchi le attenzioni di qualcuno fingendoti così forte?" gli domandai sfrontato per sfidarlo. Lui in silenzio si ritirò un pò in se stesso, docile e indifeso "Può essere, non lo so.. E' difficile aprirmi con qualcuno perché ho paura che poi possa finire come mia madre, a trascurarmi mentre si beve un martini in piscina" "Ma ciccio ci sono io qui ora" gli dissi stringendolo sotto le mie braccia "Ema non scherzare.. Un ragazzino come me ci può credere facilmente a queste affermazioni che nel tuo mondo da super figo sono solo frasi fatte" "Ti ho mai detto che sei un pò troppo intelligente e maturo? Sicuro di avere 23 anni?" "In effetti ho mentito. Ne ho 14" mentre mi rispondeva con quella sua faccia seria e un pò imbronciata, decisi di rompere la tensione del momento con una risata.
Gli presi il telefono poggiato sul comodino al suo lato. "Che fai? Non andare sulla galleria!" "Ma che galleria... Non c'è nulla che non abbia già visto eh" "Ci sono foto di altra gente" rimasi un secondo in silenzio, forse geloso ora che ci penso.. "Nessuno è meglio di tutto questo" gli risposi mettendomi sulle ginocchia e facendo tensione sugli addominali. "Ma smettila" mi disse lui tirandomi il cuscino addosso. "Ecco" gli posi il telefono con il mio numero da salvare, come garanzia pensai. Volevo fare questo gesto per farlo sentire un pò più sicuro quando stava con me, ma lui non ebbe bisogno di sentirselo dire per saperlo. Salvò il numero con il mio nome e vicino una lingua. "Fammi uno squillo così ti salvo anche io" gli dissi "Non ti preoccupare che il mio numero ce l'avrai a tempo debito, sennò mi stressi troppo.." "Ma quanto sei stronzo? Basta. Da oggi non farò più nulla per te!" "Bravo, benissimo così!" e mi rubò un bacio sulle labbra scivolando poi fuori dal letto. "Devo scappare ora.. E' quasi pranzo" "Vai vai, tanto non vuoi rimanere" lo stuzzicai. Si rivestì, prendendo le chiavi e i documenti, poi mi baciò per bene e con un sorriso lasciò casa.
Rimasi un pò a letto a pensare alla situazione. Non capivo perché fossi così presente rispetto al mio solito menefreghismo. Era una sensazione particolare, che effettivamente conoscevo ma mi rifiutavo probabilmente di pensare a quello. Così presi quell'euforia per un piacere del nuovo, per un uomo che mi attraeva in un modo che finora solo le donne avevano fatto: sentimentalmente.
Mi preparai un pranzo veloce ma sostanzioso, contando che parecchie energie le avevo perse. Si fece ora di una corsetta al parco, tornai a casa per il borsone e andai all'allenamento.
"Ragazzi oggi Claudio non c'è, è passato prima lasciandomi il programma di oggi anche se già dovreste conoscerlo. Soliti giri del campo, poi facciamo una partita veloce".
Presi a correre, spensierato, quando mi si affiancò Tano. "Hey bello ci sei domani sera allora?" "Sisi certo, ho dato conferma a Claudio.. Ci sei anche tu, no?" "Sì, ho chiesto giorno libero poi così non devo svegliarmi presto" "Fatto bene, domani sera ci spacchiamo!". Ogni mese facciamo una cena tra noi compagni di calcio e sta volta abbiamo deciso di andare poi a ballare in qualche posto dato che si avvicina il weekend. L'unico sfigato che lavora il sabato è Tano. Finito l'allenamento andammo nello spogliatoio a farci la doccia e Sergio, compagno di squadra, entrando per primo notò sul mio armadietto una scritta. "Hey Manu questo è tuo no?" mi avvicinai, vedendo che disegnato c'era un numero di telefono con sotto un cuore. Partirono i cori e le pacche sulle spalle, pensando fosse il numero di qualche tipa. A me invece frullavano nella testa le idee peggiori. Se era stato Giancarlo era un'idea di pessimo gusto.. Ma poteva anche essere la persona che mi aveva lasciato quel biglietto la settimana precedente. Tenni il gioco dei miei compagni con una risata tronfia e mi segnai il numero "Sarà qualche bella porca del tifo della domenica che non resiste al mio fascino" "O magari i ragazzini della primavera! Con quella faccia da finocchione che hai.." mi disse Sergio. A quel tempo avrei dovuto immaginare qualcosa, ma la interpretai come la tipica battuta da etero. "Chi, i tuoi fidanzati?" ricominciammo ad urlare e a stuzzicarci, finché non arrivò il co-capitano a zittirci e a spedirci sotto le docce.
Il pensiero mi rimase, un pò turbato andai sotto la doccia sciacquandomi veloce e lanciandomi allo stanzino delle pulizie per cancellare quel numero con uno spruzzino preso a caso. Non si tolse, ma riuscii a cancellare qualcosa rendendo poco visibile il tutto. Mentre riponevo tutto nello stanzino, mi arrivò Tano alle spalle, facendomi sobbalzare. "Hey tutto bene?" mi chiese "Sì, perché?" "Non so, settimana scorsa ti incazzi senza motivo dicendomi che qualcuno era alle tue spalle, ora ti scrivono numeri sull'armadietto.." "Boh Tano non ne ho idea, dopo chiamo il numero e ti dico" "Va bene, dai.." mi rispose dandomi una pacca sul culo. "Bastardo con ste chiappe dure" "Nuoto, amico! Altro che calcio.." "Sì ma.. Cazzo, un minimo dovrei averle sode e invece nulla" disse mentre si tastava la chiappa. "Guarda cazzo, sembra il culo di un 50 enne! Non come le tue" "Sì ma basta che mi preoccupi.. Non è che mi inchiappetti sotto le docce? Io non raccolgo saponette" gli dissi sorridendo come battuta, ma lui rimanendo serio mi rispose a voce bassa "Peccato..." ci fu un momento di imbarazzo. "Ahaha ti piacerebbe sta pinga nel culo eh? E invece no, è solo per la mia tipa.. Avrai le chiappe del nuoto, ma il suo culo brasiliano te lo sogni" "In effetti sì, me lo sogno.." "BASTARDO!" mi urlò schiaffeggiandomi la spalla. Che pirla, me le faceva sempre ste scenette e puntualmente io ci cascavo.
Aspettai Tano sta volta, per non sembrare diverso come l'ultima volta che invece scappai di corsa. Salutato al parcheggio, salii in macchina e composi quel numero dell'armadietto. Squillò.
"Ok.. Chi hai ricattato per avere questo numero?" ci misi un secondo ma quella voce era chiaramente di Giancarlo. "Se sei stato tu, non è stato per nulla divertente" "..A fare cosa?" "Gianca ho trovato il tuo numero sull'armadietto scritto con la vernice" "Stai scherzando spero! Chi cazzo è stato?" "E io che ne so?" "Manu chi cazzo è stato? Ora comincio a spaventarmi, avevi detto che di te mi potevo fidare" Sentivo il panico nella sua voce e la cosa mi faceva arrabbiare. Gli avevo promesso fiducia e protezione e invece gli avevo procurato un maniaco. "Intanto calmati per favore, è solo un numero su un armadietto.. Dove sei ora? Voglio vederti, voglio saperti al sicuro" "Sono a casa, ma non so se sia il caso di vederci.. Ho un pò paura di cosa potrebbe succedere" "Gianca non mi allontanare, non sono io che voglio farti del male e nessuno te ne farà.. Ma voglio che tu stia con me" Qualche attimo di silenzio mi tenne in tensione, poi lui si convinse e mi chiese un minuto per avvertire la madre. Mi diede l'indirizzo di casa sua, lo passai a prendere e salito in auto lo abbracciai forte. Ma lui era arrabbiato, freddo, diffidente. Per un momento mi sentii un fallito.
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