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Gay & Bisex

Si comincia da.. etero [Teo version]


di alchest
28.10.2013    |    8.133    |    1 9.8
"Mi alzo con lui e gli rimango alle spalle, stimolandogli il buco alternando medio e alluce mentre con le altre dita gli tasto le chiappe..."
Quasi ora di chiusura. Bagno pieno, come al solito. Aspetto alla porta che si liberi un pò il passaggio. Di fronte a me la sala fumatori, vicino a me le solite due o tre tipe con la voglia alimentata dall'alcol in circolo. Quella alla destra è una gnocca da paura: una panterona, mora alta e labbra carnose. La sua amica bella ma non il mio tipo: un pò più sobria, quindi già meno abbordabile. Devo scaricarla e portarmi a casa la sua amica.
Chiacchieriamo un pò io e la mora - credo si chiamasse Holly, studentessa universitaria britannica - ma la sua amica continua a stare in mezzo alle palle. Butto un occhio di fronte e ci trovo sto ragazzino con pantalone elegante e una polo attillata. "Hey, che ne dici se ti presento un mio amico?" dico alla terzincomoda avvicinandomi a lui. "Ciao bello, ti ricordi di me? - gli dico facendogli l'occhiolino - Non ci si vede da un pò!". Ci scambiamo i nomi sottovoce giusto per fingere che ci conosciamo davvero e introduco nel discorso le due ragazze, così ce le dividiamo. Nel corso della serata, dopo un altro drink sembrano starci entrambe, quindi lascio Chris con l'amica della mia tipa e cerco di andare via. Ma lei si oppone, dice che la sua amica non conosce ancora bene l'italiano e che ha paura che si perda. Mi dice "Tutti insieme o niente" col suo accento britannico. Inizialmente sbuffo, ma ho così tanta voglia che non ci metto molto a dire "Va bene, andiamo da me". Ecco come ho conosciuto Chris e come ogni weekend abbiamo cominciato a portarci ragazze a casa mia per farci la scopatina.
Quella sera però niente disco, abbiamo conosciuto quelle due ragazze al pub e solo una ci stava: dovevamo dividercela. Nei miei pensieri alleggeriti dall'alcol pensavo 'chi se ne frega? voglio scopare' e poco ci misi a realizzare che avevo già il cazzo fuori dai pantaloni assieme a Chris e Sam che ce li stringeva in mano. Saliti a casa, io e il mio amico gestivamo alla perfezione i nostri spazi: uno alla bocca e uno alla figa, uno nella figa e uno nel culo. Poi Chris mette lei a pecorina e inizia a scoparla. Mentre guardo la scena mi sale di nuovo il sangue al cazzo e devo unirmi. Mettendomi dietro Chris, le punto la figa e comincio ad affondare, tenendomi ai fianchi di lui. Quasi sembra che tra me e la tipa non ci sia nessuno e stia reggendo i fianchi di Sam mentre la scopo. Appoggio la testa alla schiena di lui, finché non si gira e mi invita sottovoce ad entrargli nel culo. Io apro gli occhi e vedo la sua schiena liscia e sudata terminare con le sue natiche sode e glabre. Mi stacco per un momento per razionalizzare, per quanto mi sia possibile dopo quei drink che vagano nella mia testa. Dopo poco lui mi conferma l'invito e sta volta, quando apro gli occhi, lui mi sta guardando, questo mi dà la conferma di ciò che ho sentito. Afferro ancora il suo fianco con una mano e con l'altra mi impugno il cazzo che affonda dolcemente nel suo culo stretto. Tanto stretto che di lì a poco lo inondo di sborra calda che mi permette di affondare sempre più fungendo da lubrificante. Un culo così stretto non lo sentivo da un bel pò e per quanto fossi brillo in quel momento, ricordo ancora adesso di aver goduto come un porco. Adesso, 3 settimane dopo. Chris ha avuto un incidente qualche giorno dopo, non grave, ma ha la gamba fasciata per un taglio che è stato provocato dall'urto. Oggi dovrebbero dimetterlo, comunque, quindi vado ad aiutarlo per tornare a casa. Vestito e pronto, scendo di casa in direzione dell'ospedale. DIECI MINUTI E SONO DA TE, gli scrivo con un sms. DAI MUOVITI, VOGLIO ANDARE A CASA.. HO IL CULO PIATTO. Mi risponde.
"Salve, sono venuto ad aiutare il mio amico nella stanza 12 che oggi viene dimesso" dico all'infermiera al bancone del reparto. "Sì, vada pure, le lascio la chiave della stanza. E' l'ultimo paziente, quindi uscendo chiudete pure a chiave riportandomela" mi risponde lei porgendomi la chiave attaccata ad un cordoncino.
"Ciao pirla" gli dico, entrando nella stanza. "Finalmente sei qui, portami via per favore!" ci abbracciamo e lo aiuto ad alzarsi. Ha il camice da paziente e la gamba destra fasciata. Gliela appoggio a terra, dopo aver alzato lo schienale del letto. "Guarda che non sono così messo male, ho solo bisogno di appoggiarmi quando mi alzo e un aiuto per rivestirmi" mi dice orgoglioso per il troppo aiuto che sta ricevendo. Lo aiuto ad alzarsi in piedi e gli scappa un gemito "Chi prendi per il culo? Ti fa male, lasciati aiutare" gli dico, avviluppandogli un braccio attorno. Sento che il camice è aperto dietro, così lo richiudo, intravedendo che sotto è nudo. "Cazzo ma sei nudo, non hai freddo?" "Ma che? Con sta ingessatura fa un caldo boia.." mi risponde scazzatissimo. "Stai tranquillo, te la toglieranno nel giro di pochi giorni". Lo accompagno al mobile, ritiriamo i suoi vestiti e si piega per raccogliere lo zaino appoggiato lì a fianco. Butto un occhio ed esclamo "Allora lo fai apposta!" con un acciacco si gira e mi guarda confuso "Eh? In che senso?" scuotendo la testa gli chiedo "Rifallo". Lui nuovamente confuso si gira e si china nuovamente. Io gli afferro le palle e con una leccata vado dalle palle, su per il perineo, fino ad entrare nel suo sfintere sentendolo gemere. Resiste pochi secondi, ma la gamba gli tira troppo e deve sollevarsi. Mi alzo con lui e gli rimango alle spalle, stimolandogli il buco alternando medio e alluce mentre con le altre dita gli tasto le chiappe. "Altro che culo piatto, è tutto fantasticamente al suo posto." Lui mi prende la mano, penso in cerca del mio cazzo. Invece mi blocca il polso allontanandolo. "Non voglio che diventi un'abitudine..". Questa frase mi rimette per un attimo in sesto, ricordandomi quale sia la realtà dei fatti. L'ultima volta eravamo ubriachi, con una donna di mezzo. Eppure sembrava lui quello più coinvolto... "Mettiti sul lettino" mi dice. "Perché?" gli chiedo, un pò confuso. "Tu fallo e basta" mi intima con espressione un pò rude.
Vado verso il lettino ma poi, pensandoci, prendo la chiave dal pantalone e chiudo la porta a chiave. Vado sul lettino e mi ci siedo poggiandomi sullo schienale. Intanto Chris si è fatto strada saltellando al bordo del lettino. "Dammi una mano" mi dice, dandomi la mano per farsi tirare su. Saltando sul piede buono, si slancia sul lettino e mette il ginocchio vicino a me, si gira dandomi le spalle e si piega in avanti con la faccia verso le mie gambe. Il camice gli scorre sulla schiena aprendosi come una tenda, scoprendo il suo culo marmoreo che si apre a pochi centimetri dalla mia faccia. Posso sentire il profumo di bagnoschiuma dalla doccia appena fatta con l'aiuto di un infermiere. Quasi geloso glielo faccio notare: "Sai di bagnoschiuma.. avrei voluto lavartele io le chiappe" senza rispondere, avvicina a fatica il culo alla mia faccia chinandosi sempre di più con la testa sul lettino arrivando con il buco dritto alla mia bocca. non devo fare nemmeno uno sforzo per arrivarci con la lingua e cominciare a leccarglielo. Le palle dure si mescolano alla leccata, e ad ognuna sento il suo cazzo pulsare. Lui mi apre i pantaloni, abbassandoli leggermente e scoprendo svettante la mia asta durissima per l'eccitazione. Ma lui lo ascia lì a pulsare, senza leccarlo baciarlo o toccarlo. Mi sfila le scarpe, le calze e comincia a baciarmi i piedi strofinando il petto sul mio cazzo. Sapevo fosse feticista e la cosa non mi importa. Sinceramente le mie mani che incorniciano le sue perfette natiche e il sapore del suo buco sulla mia lingua sono un'eccitazione efficace per farmi pulsare il cazzo senza essere toccato. Chris fa per alzarsi un pò, togliendomi quel sapore dalle labbra "No! - mi faccio sfuggire con disappunto - perché me lo togli? Stavo per venire" "Senza venir toccato?" mi chiede. Alza la schiena, appoggia il buco al mio cazzo e, puntandolo in mezzo alle chiappe, comincia a muovere il bacino per infilarselo. Sono praticamente al climax e mi lascio andare, afferro le sue chiappe e faccio partire a fiotti la crema che non aspettava altro che uscire. Gemo così tanto che sembro io il malato dolorante. Lui si piega in avanti, stringendo le natiche e poi rilasciandole, facendo fluire il mio seme. Impugnando ancora le sue chiappe, lo tiro a me, nella posizione precedente, e comincio a leccargli il buco gustando sia il suo buco che il mio seme. L'insieme ha un qualcosa di dolce che mi fa impazzire. Comincio a sbuffare dal piacere, esausto, soddisfatto come poche volte in vita mia. Chris si alza, appoggia il piede a terra con cura e si solleva dal letto. "Aspetta, no? Ti do una mano" lui con un sorriso mi dice "No tranquillo.. fingevo solo di essere dolorante, sto benissimo". Mi passa un dito sulle labbra e poi lo ripassa sulle sue, assicurandosi di leccare per bene come allusione ad un pompino. "Stronzo" gli dico, alzandomi dal lettino per rivestirmi. "Perché?" mi chiede con un sorriso da furbetto. "Perché vorrei che la mia sborra finisse sulle tue labbra senza le dita come tramite.." si inginocchia e mi bacia la cappella, poi gli dà una gustosa leccata, guardandomi negli occhi. "Così?"
Gli prendo la testa con una mano e con l'altra afferro il mio arnese ancora mezzo duro. "Ricordi vero che mi piace sborrare più di una volta?" gli dico cominciando a menare il cazzo. "Certo che lo ricordo.. lasciami fare, allora" mi risponde allungando una mano. "No, stai fermo" gli dico bloccandolo. Faccio scendere la mano dalla sua fronte alla bocca, aprendola con il pollice. Lo faccio passare sulle labbra umide, mistando la saliva della lingua. Lo guardo mentre la sua salivazione accellera, con la fame di cazzo scritta in volto. "Quante volte hai voluto essere nella mia stanza al posto delle tipe che ci scopavamo?" gli chiedo "Tantissime" mi dice lui ansimando, impaziente, affamato. "Tantissime" ripete cominciando a spingere la testa per divincolarsi dalla mia presa. Io continuo a segarmi, avvicinando il cazzo sotto il suo naso per farglielo annusare. "Ora stai fermo e tira fuori la lingua" gli dico. Prendo l'asta alla base tenendola dura verso di lui, poggiando appena per un secondo la cappella alla sua lingua. "Ti piace, ne vuoi?" lui fa sì con la testa, tenendo la lingua fuori impaziente di riceverne altro. Non l'avevo mai visto così, sempre tutto impostato ed elegante per attirare le donne. E ora qui in ginocchio davanti a me che implora di avere il mio cazzo. Decido di premiarlo e appoggio completamente la cappella alla sua lingua. "Continua a stare fermo" gli dico. Gli strofino l'asta sulla lingua, andando sempre più verso la gola. Man mano che si abitua al movimento, comincia ad affondare anche lui, stringendo le labbra attorno al cazzo e scivolando la lingua insalivata. "La vuoi?" gli chiedo. E senza rispondere, lui affonda con la testa e continua a spingere. Fiotti gli schizzano direttamente in gola, mentre io non posso far altro che stringere le mani ai suoi capelli spingendo la testa verso di me. "Cazzo come te la ingoi" gli dico sfilando piano il cazzo ancora sensibile dalla sua lingua avida. Mi abbasso e lo bacio gustando la sua lingua dolce intrisa di seme. Ci alziamo assieme continuando a baciarci, mentre lui continua a segarmi il cazzo. Rimaniamo abbracciati, ma lui non riesce a togliermi le mani dal fallo ancora duro. Poco ci vuole a bagnargli il camice di una nuova sborrata un pò più contenuta.
"Basta, basta, ti prego. O non ne rimarrà più nulla" gli dico, sorridendo. "Sì, cazzo. Dovremo anche andare!" mi risponde sfilandosi il camice. "E allora sei veramente stronzo!" gli dico ancora, guardandolo nudo. Ma stavolta non ce la faccio davvero più, lo aiuto a raccogliere la roba, ci sciacquiamo nel bagno della stanza e andiamo via. In auto, mi racconta di come sono andati i giorni in ospedale, ma più torno alla realtà e più sono confuso. 'Ma che cazzo sto facendo? Io non sono così' continuo a ripetermi, confuso.
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