Racconti Erotici > Gay & Bisex > Si comincia da piccoli [Pt. 4]
Gay & Bisex

Si comincia da piccoli [Pt. 4]


di alchest
25.08.2013    |    11.737    |    0 9.3
"Mi riservai Teo e Robi per ultimi, cominciando quindi da Claudio e Christian..."
E' un racconto che ha del vero, ma non verrà detto quali parti lo sono. Questo racconto sarà un pò più lungo degli altri. Armatevi di pazienza e spero ne verrete ripagati!

Quindici centimetri d'altezza, 8 kilogrammi, una tinta castana ai capelli un pò cresciuti, un look meno sportivo e più casual, un cambiamento di voce non così evidente, un fisico atletico mantenuto tale dalla scoperta della ginnastica. Questi i cambiamenti fondamentali che la crescita aveva portato. Il tempo, invece, aveva portato via il rapporto intimo che condividevamo io e il mio Dennis. Nuove amicizie, ormai, mi avevano portato su di una strada completamente diversa. Avevo 14 anni quando ho conosciuto Anika, una ragazza polacca nata in Italia, la mia compagna di banco. Un pò sulle sue, un pò particolare, mi catturò immediatamente.
Entrammo in confidenza facilmente, entrambi condividevamo un segreto: la nostra omosessualità. Lei aveva uno stile molto punk: capelli neri, rasati sul lato sinistro, una ciocca rossa, trucco nero molto pesante, felpe larghe, calzini a strisce bianche e nere. Spesso veniva ripresa per quel suo trucco così evidente, ma lei lo portava ogni giorno come fosse la sua personale ribellione a quel sistema scolastico che tanto odiava.
Un giorno, in terza superiore, decise di parlarmi un pò più di sé. Mi disse che amava studiare ma odiava la scuola, che i suoi ricchi genitori erano sempre assenti e poteva fare ciò che voleva, che fumava spinelli e il sabato sera faceva la cubista in una discoteca. Mi vide così affascinato dai suoi racconti che per lei erano ormai quotidianeità, che decise di portarmi ad un parco con la sua compagnia. Da quando io persi i contatti con Dennis, non ebbi più grandi amicizie con cui uscire, quindi vidi una ottima opportunità per tornare a vivere la vita sociale che ogni adolescente merita.
Quel giorno mi vestii senza pensarci particolarmente: un jeans blu stinto, una maglia gialla con il collo a V e un cappellino con visiera larga, un pò da rapper. Incontrai Anika al centro commerciale dove, dietro, ci sarebbero stati i giardinetti che lei frequentava. Entrammo sul vialetto, costituito da alcune piastrelle in pietra, avvicinandoci alla statua sui quali scalini stavano seduti i suoi amici. E li vidi. Quattro ragazzi, due ragazze, bellissimi. Mi presentai subito, timidamente, abbozzando a testa bassa e voce debole "Ciao, io sono Alessio". Non venni deriso, non mi incitarono ad alzarono la voce. "Io sono Robi, lui è Claudio, Teo e Christian. Loro due sono Lea e Michela". Non li avrei mai ricordati tutti, probabilmente. Di sicuro avrei ricordato il nome di Lea, ma soprattutto la sua faccia. Sembrava una pin-up: capelli rossi raccolti, una linea nera sugli occhi, piercing al labbro e una fascia attorno ai capelli. La invidiai moltissimo. Teo e Robi, invece, li trovai subito i più carini del gruppo. Sapevo già che avrei preso una cotta per qualcuno, se li avessi frequentati.
Quel pomeriggio passò in fretta, loro erano molto simpatici, ma io rimasi ad ascoltare e a studiarli. Il giorno dopo, però, cominciai a parlare ad Anika, dicendole quanto mi fossi divertito.
"Ieri è stato bellissimo, i tuoi amici sono molto simpatici.. Grazie di avermeli presentati!"
"Nessun problema, avevo già parlato loro di te e volevano conoscerti" mi disse, e io ne rimasi sorpreso. "Ma allora mi vuoi bene!" le dissi con gli occhi dolci, che lei odiava "No mi fai schifo, scemo". Risi subito, lei odiava le smancerie e io amavo provocarla.
"Hai 17anni ormai, hai bisogno di cazzo, senno qua rimani vergine a vita" esordì, poi. "Che? Non dirmi che sono quattro ragazzi gay!" "Sì, scemo. Siamo tutti gay, in compagnia. E' ora che cominci a conoscere e a farti qualcuno. Ma non toccare i miei amici, tra amici non ci si tocca. Esci con noi, vieni a vedere dove lavoro, nei locali.. Lì ti aiuteremo a conoscere... I ragazzi conoscono una marea di gente" "Ma a me in realtà piacevano i tuoi amici... Sono così uomini, cazzo! Teo e Robi hanno quei muscoli che..." - "Allora.. Non te lo dirò più. Gli amici non si toccano, non fare casini." mi zittì. "Che palle" le risposi. "Senti ragazzino, esci da un giorno con noi e già non fai più il puritano? Troppe parolacce" mi disse punzecchiandomi il fianco "Dai scema che soffro il solletico!". Lo stava facendo per distrarmi, ma comunque pensai che non poter fare nulla con quei ragazzi sarebbe stato un gran peccato.
Le serate si susseguivano, avevo avuto rapporti con ragazzi conosciuti in serata, mi alcolizzavo, mi avevano anche fatto provare le canne.. E solo noi sappiamo quanti vetri abbiamo rotto la sera del compleanno di Christian, tornando ubriachi a casa.
Una sera le ragazze avevano una festa per una loro amica e quindi uscimmo tra noi ragazzi. Ci trovammo ai giardini, alla solita statua. Nemmeno seduti, già tirammo fuori le bottiglie di vodka. Tempo un'oretta e cominciammo a parlare di porcate.
Claudio: "Settimana scorsa mi ha fatto un pompino Giorgio.. il peggior pompino della mia vita: ho sentito solo denti". Robi: "Bella merda, te l'avevo detto. Ti sta solo bene a non ascoltare il tuo amico" Claudio: "Cazzo me ne frega di cosa dici te in giro, magari hai il cazzo piccolo e non riusciva a succhiare. La mia nerchia è difficile da succhiare perché non entra mai tutta" Robi si alzò in piedi calandosi la tuta, tirò fuori il cazzo e, prendendo per la testa Claudio gli disse "Ti sembra piccolo, stronzo?" e Claudio gli rise in faccia. Si continuò a parlare di sesso con estranei, fin quando Teo non chiese "Oh ragà, a voi che piace fare di strano?" "Cazzo vuol dire strano?" gli rispose Claudio "Strano. Oltre a pompini e scopate cosa vi attizza?"
"A me scoparmi un tipo assieme a un altro" disse Christian "Cosa a tre? Già fatta" disse Robi. "Sì, anch'io scemo. Intendo insieme, doppia penetrazione" "Minchia che male!" gli risposi "Hai già provato?" mi chiese Teo "No, all'idea deve fare un male cane." "Di certo solo tu puoi dirlo.. Qui nel culo solo tu e Robi lo prendete" disse Teo "Tua madre lo prende nel culo" gli rispose Robi.
"Va beh a te che piace allora?" mi chiese Teo. "Boh un sacco di cose.. Vorrei provare anch'io una cosa a tre, o anche di più.. Le maschere da wrestling mi piacciono un sacco.." Si misero a ridere, quasi increduli nel sentir dire da me, che fino a quel momento non avevo mai parlato delle mie perversioni, che fantasticavo su qualcosa oltre ad un'ordinaria scopata. "Come cazzo fai a sapere che ti piacciono le maschere da wrestling?" mi chiese Teo "Ma poi perché?" aggiunse Robi. "Ho visto un porno una volta, con questi ragazzi bonissimi, dotati palestrati... che si scopavano due tipe... Penso sia il fatto che non so chi c'è sotto la maschera!" "Il titolo del film?" "Sack the wetback, o una roba simile"
"Ma guarda te che perverso il ragazzino!" disse Teo.
Continuammo il discorso fino a notte fonda.
La settimana dopo andammo ad una serata gay, era il mio compleanno, i ragazzi conoscevano i proprietari e riuscirono ad avere la sala del privee tutta per noi. Eravamo noi otto, come sempre, ma quella sera non eravamo ubriachi come al solito. I ragazzi giravano canne ma non le fumavano, dicendo che le avremo tenute per il momento giusto. Erano le 3, le ragazze erano stanche morte, quindi ci salutarono lasciandoci soli tra noi ragazzi. Il proprietario ci portò una bottiglia di spumante, per farmi gli auguri di buon compleanno. Teo lo ringraziò, prese la bottiglia scuotendola e la aprì lavandomi in pieno. "Stronzo! Alcol sprecato, dai qui!" E mi attaccai alla bottiglia bevendo a pieni sorsi. "Vatti a sciacquare sennò poi puzzi!" mi disse Christian. E così feci, andando al bagno del privee. Mentre mi sciacquavo ridevo come uno scemo, pensando a quanto mi stessi divertendo in loro compagnia. Pussarono alla porta, e io aprii.
Appena aperta, vidi un ragazzo canotta bianca, jeans azzurro e maschera da wrestling blu. Pensai 'No questo è uno scherzo.. O un sogno'. Entrò nel bagno prendendomi per il collo e spingendomi verso il muro. Lasciò lo spazio per entrare ad altri tre ragazzi, anche loro mascherati e in canotta. Pensai subito che fossero quei quattro scemi dei miei amici, ma avevano abiti diversi. Il ragazzo con la maschera blu si slacciò la cinta e sbottonò il jeans lasciandolo aperto. Si mise dietro di me, tenendomi i polsi in alto e dando la possibilità agli altri tre di mettermi le mani dove volessero. Mi sfilarono la maglia, aprirono pantaloni e mi misero due dita nel culo a brucio, senza sputare e senza farsi strada pian piano. Dritti nel culo.. Un male cane.
Il ragazzo dietro tirò fuori il cazzo, puntandomelo sulla mutanda, mentre gli altri tre cominciarono a toccarsi il pacco.
Uno di loro mi si avvicinò all'orecchio e mi disse "Sei pronto?" non fu molto che riconobbi la voce di Teo: erano loro. Feci un cenno con la testa e piegai le gambe, il ragazzo dietro di me mi fece abbassare e sfoderarono i loro tre piselli: grossi, venosi, svettavano da quelle mutande come fossi il protagonista di un porno con super dotati. Mi misi in ginocchio e provai ad aprire bocca per iniziare a gratificarli, ma neanche tirata fuori la lingua Teo mi infilò il cazzo in bocca fino in gola. Spalancai gli occhi per il colpo ma lui subito prese a scoparmi la bocca. "Non tutto subito" gli disse quello vicino, che riconobbi come Christian. Spostò Teo e, afferrandosi l'uccello, me lo direzionò in gola anche lui, con un colpo secco. Ma lui lo sfilò subito "Vai Cla" e anche il terzo, che quindi era Claudio, me lo infilò in gola. Entrarono e uscirono a turno, strisciando i loro cazzi sulla mia lingua che si gustava i loro primi gocciolii di precum. Da dietro il ragazzo mi alzò, era rimasto solo Robi, il mio preferito. Mi prese per i capelli e mi leccò il collo, tenendomi il cazzo puntato sul jeans. "Andiamo di là", disse uno dei tre. Non guardandoli, non li riconoscevo. La musica del club era alta e sentii solo la porta aprirsi. Li guardai uscire dal bagno e girandomi dissi a Robi "Io voglio te".
Mi prese per i capelli, mi portò fuori dal bagno e tornammo ai divanetti. I ragazzi stavano chiudendo le tendine, senza far vedere cosa stava succedendo in quell'angolo di paradiso che sapevo già sarebbe stato il miglior regalo di compleanno della mia vita.
Robi si sedette, tenendomi ancora per i capelli, e mettendomi in ginocchio mi disse "Ora succhi". Si sfilò il pantalone e vidi finalmente quel cazzone. Coglione Claudio a dire ce l'avesse piccolo, era il più dotato di tutti e lo presi in bocca come fosse un frutto raro. Quel gusto non lo dimenticherò mai, era il cazzo più buono che avessi mai succhiato e Robi era di un sensuale mentre mi spingeva piano la testa che mi fece venire nelle mutande. Mentre gocciolavo lo guardai in faccia: vedevo i suoi occhi attraverso la maschera e immaginavo la sua espressione da duro. Quei muscoli che si contraevano, quel braccione che mi spingeva la testa.. Cominciai a sentirmi toccare il culo e sfilare i pantaloni. I ragazzi presero a giocare col mio buco, prima leccandolo, poi infilando le loro belle dita tozze. Io continuavo a succhiare, e muovere il culo per far scivolare meglio le loro dita. Poi uno mi prese per i fianchi, puntò il cazzo e lo infilò: non a forza, dolcemente, cominciando ad affondare e ritirare per allargare il buco. Dandosi i turni, mi dilatavano come una vacca e io mi godevo il momento. Ci sapevano fare come pochi.
Poi Robi mi fece un cenno con le mani, afferrò le mie e mi fece alzare "Cavalcami sto gran cazzo" mi disse.
E così feci. Misi le ginocchia vicino alle sue gambe e, tenendomi allo schienale del divanetto, appoggiai il culo per farlo entrare. E fu semplice.. Ero ormai dilatato. Saltellavo guardandolo gemere e sentivo i ragazzi schiaffeggiarmi le chiappe. Mi appoggiai a Robi e mi girai per guardarli. Teo si stava preparando il cazzo, voleva entrare.. Non ebbi nemmeno il tempo di spaventarmi, che era già sul buco a cercare di entrare. Non sentii troppo dolore, forse per la posizione, forse per l'alcol. Ma godevo come non mai. Con Robi sotto, i ragazzi si alternavano nel mio buco, chi più forte chi più lento.
Dopo un bel pò, Robi disse "Accendiamo, va" e dal tavolino presero le canne, mettendosi uno vicino all'altro seduti sul divanetto. Cominciarono a svampare con modi rilassati. Capii quindi che erano pronti per l'orgasmo.
Mi riservai Teo e Robi per ultimi, cominciando quindi da Claudio e Christian. Sentivo le loro vampate di fumo e mi sballavo assieme a loro. Christian mi prese di impeto la testa e la spinse sul cazzo. Mi venne in bocca, ma con pochi schizzi.. Non fu difficile ingoiare tutto. E così anche con Claudio, che preferì invece venirmi sulla lingua quasi a canestro.
Mi spostai su Robi e Teo che ancora si segavano. Feci per leccargli le palle, per aiutarli a venire, ma ancora nulla. Allora Robi disse a Teo "Dai girati". Teo si alzò, si mise in ginocchio sul divano appoggiandosi con i gomiti sullo schienale e mise il culo in fuori. Robi si alzò e comincò a scoparlo. Cazzo che visione. Non me lo sarei mai aspettato, e tra la sopresa e l'eccitazione mi bagnai di nuovo le mutande di sperma.
Robi si girò e mi disse "Leccami il culo" e non esitai a farlo. Gli appoggiai la lingua al buco, mentre con la mano insalivata sfregavo il cazzo di Teo. "Tieniti pronto" mi disse Robi. Allora mi misi all'altezza del buco di Teo e Robi, rallentando, gli venne dentro. Presto colò tutta quella calda crema che Robi, spostandosi, raccolse col cazzo e mi mise in bocca facendomela ingoiare. Intanto Teo, ancora goduto dalla sborrata e dalla mia lingua, fece per venire. Mi misi quindi con la testa sul divano, accogliendo il suo sperma in gola.
Era stato fantastico: li guardavo ansimare a pieni polmoni, soddisfatti, sdraiati sul divano. Io mi lasciai andare a terra, tenendomi solo con le mani per non cadere su quel pavimento sporco.
"Tanti auguri a te,
Tanti auguri a te,
Tanti auguri ciuccia cazzi,
Tanti auguri a te!"
Mi cantarono. Io scoppiai a ridere, loro si alzarono e ci mettemmo a ballare. Robi mi passò il suo spinello spento, lo riaccesi e lo fumai. La serata finì come sempre. Non pensai a nulla di male, Anika mi disse che tra amici non ci si doveva toccare, ma nulla quella sera mi fece pensare che quei quattro non ci avessero già dato tra di loro.
Poche settimane dopo, però, il discorso saltò fuori. Anika si incazzò come una iena, sentendosi tradita dai suoi stessi amici. Ci allontanammo un pò tutti: Anika, Lea e Michela rimasero amiche; Robi, Claudio e Christian anche. Teo si trasferì. Io semplicemente tornai alla mia vita ordinaria, senza amici gay o etero.
Ma all'età di 19 anni, grazie a Facebook, rintracciai Dennis.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Si comincia da piccoli [Pt. 4]:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni