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Gay & Bisex

Nella tana dei lupi


di valerio72
01.11.2020    |    1.819    |    2 9.4
"Anche su mio invito non volle mai portarmi dietro il bar probabilmente perché mi voleva in esclusiva o pensai perche si vergognava a scoparmi insieme con altri..."
Da adolescente nel periodo in cui miei genitori si stavano separando accettai d'andare in vacanza un mese in un paesino della Basilicata, terra d'origine della famiglia di mia mamma. Vi ricordo che avevo già preso cazzi in bocca e anche nel culo nonostante la mia giovane età, non molti ma abbastanza per saperlo prendere senza farmi male. Da subito notai l'arretratezza di quel piccolo paesino lucano molto lontano dal mare. Il mezzo di trasporto più comune oltre al piccolo pullman sembrava essere solo muli ed asini. Le persone erano tutte affaccendate da mattina a sera e anche i ragazzi in estate lavoravano, in più la sera sembrava esserci una sorta di coprifuoco solo gli adulti e maschi potevano uscire, stentavo a credere che mia mamma venisse da questo paese ma rammentai che sali al nord che era bambina. In paese l'unico svago sembrava il bar che i ragazzi della mia età frequentavano solo di pomeriggio per il gelato, per fortuna già nella mia prima settimana si svolse una festa patronale e il paese si rianimò grazie alla festa religiosa. Arrivò una banda musicale dal paese vicino che suonò per tutto il giorno lungo le vie e di sera si esibì in piazza, dal vicino bar uscirono tutti per ascoltare i musicanti e c'era tanta gente provenienta anche da paesi vicini e così ben presto mi trovai pigiato tra le persone. Come mio solito e facendo molto caldo ero in pantaloncini corti e canottiera, nella folla mi senti spesso schiacciato o con la mani di qualcuno sul culo, notai che fu soprattutto un signore a tampinarmi spesso, favorito dal buio della sera iniziò ad approcciarmi pesantemente palpandomi il culetto, ed entrando con una mano dall'alto dentro il pantaloncino e gli slip, io già annoiato da come si prospettava la vacanza mi lasciai toccare volentieri e così l'uomo diventò più deciso nelle palpate fino a che con un dito mi entrò lentamente nel culetto, poi spinti dalla gente smetteva per poi ritornare a farmi il ditalino, ci fu un momento dove la mano mi sembrò diversa, più grande e rugosa, più forte e più robusta e lo stesso dito che provò la consistenza del mio buco mi sembro un po' più grosso, anche se dietro di me vidi sempre lo stesso signore che ad un certo punto mi fece capire di seguirlo, percorremmo una piccola stradina acciottolata che saliva ripida di fianco al bar, in cima piegava ad angolo retto e divento buio pesto, mi abituai all'oscurità e nella poca luce vidi il signore aprirsi la patta dei pantaloni ed estrarre un bel cazzo duro bisbigliava nel suo dialetto e non capii niente di quello che mi disse comunque mi inginocchiai e gli presi in mano il cazzo pensando volesse da me un pompino, invece mi prese e mi girò contro il muro, mi calò e sfilò pantaloncini e mutandine per avermi a gambe un po' larghe e pensai che mi voleva fottere, aveva fretta o per la paura di essere scoperti o per la gran voglia, comunque prima s'inginocchiò mi allargo le chiappe e dopo diversi sputi sul mio buchino mi leccò molto bene facendomi venire una voglia pazzesca, peccato che quasi subito mi inculò, temeva che gridassi e mi tappò la bocca per un bel po' finché senti che il cazzo andava avanti indietro senza fatica, mi inculava abbastanza veloce e forse per questo mi sborrò molto presto nel culo, solo due o tre schizzi ma abbondanti di sborra, si tiro su presto i calzoni e nell'andarsene disse "ora tocca a te compare", non capii a chi si riferisse, ma subito mi fu chiaro, nell'ombra intravidi un altro uomo, pensai ad un altro che mi voleva scopare, era taciturno e mi si avvicinò che ero ancora girato verso il muro, nell'ombra con la mano gli cercai il cazzo con l'intenzione poi di guidarmelo sul buco voglioso e insoddisfatto. Quando lo ebbi in mano restai sorpreso, era di circonferenza il doppio dell'altro e se possibile al tatto mi sembrò anche più duro per fortuna la sborrata ricevuta prima mi stava uscendo dal buchino e fece da lubrificante, durò tanto e mi scopò lentamente schiacciandomi forte contro il muro e mentre con le mani sembrava mi volesse strozzare anche lui mi sborrò dentro, per poi andarsene con un ciao. La lunga scopata del secondo maschio mi aveva fatto sborrare contro il muro e avevo riconosciuto che era sua la mano grande e ruvida che mi aveva palpato giù in piazza, comunque i due uomini mi erano sconosciuti e per il buio e per la coppola che portavano in testa non avrei saputo riconoscerli. Rimasi sul posto un attimo in più di loro, non avevo niente per pulirmi e mi accovacciai per fare uscire un po' di sperma temendo che poi mi colasse giù dai pantaloncini lungo le gambe, ne approfittai per fare anche un po di pipì, fu dal buio che vidi passare un altro uomo e poco dopo un ragazzino di circa la mia età e compresi che in quel posto dietro al bar venivano inculati i ragazzi, i giorni seguenti fu mio interesse indagare e scoprire un po' le usanze del paese è compresi che la maggior parte degli uomini approcciava i ragazzini per mancanza di donne, quasi il paese ideale per chi era attratto dai maschioni vogliosi. Il grosso cazzo preso mi procurò parecchia soddisfazione e rilassatezza per parecchi giorni, poi si può dire che il mio buchino torno a restringersi e ad aver voglia, purtroppo però in paese non c'era svago ne divertimento e trovare ragazzi per farmi fottere era impossibile, speravo anche che i due uomini in qualche modo sì rifacessero vivi ma pensai pure di essere stato una preda casuale e che potevano essere venuti da fuori. Così dopo giornate noiose passate a fare i compiti delle vacanze, un pomeriggio accettai l'insistente invito del carrettiere del paese di fare un giro sul suo mulo, era un vecchio uomo segnato dalla fatica anche se ancora robusto che usava gli animali per portare i materiali su per la collina dietro il paese, non lo consideravo affatto un pericolo, lo avevo visto spesso lavorare ed era un tipo molto serio, solo quando mi aiutò a salire sull'alto mulo e la sua mano mi tocco le cosce nude che la riconobbi come quella del mio secondo stupratore, non ne avevo la certezza, poteva essere la mia una suggestione e allora lungo il percorso colloquiai con lui scoprendo che non si era mai sposato perché povero disse lui, che non aveva mai lasciato il paese se non per il militare e che non faceva altro che lavorare e andare a volte al bar, quindi il cliché dello stupratore gli calzava, ma non ero certo sembrava tanto buono quasi timido nei miei confronti mi disse di avere 50 anni ma il sole gli aveva abbrustolito la pelle e ne dimostrava molto di più, se però era lui gli dovevo riconoscere una grande virilità quella sera che mi scopò tra le gambe sembrava avere un paletto d'acciaio. Finita la salita scaricò prima tutti gli animali carichi di mattoni e cemento, poi venne a far scendere me ma non mi lascio in terra mi tenne sulla forte spalla destra e mentre si dirigeva verso la vecchia baracca magazzino inizio a palparmi forte il culo da sopra il pantaloncino, compresi che non mi ero sbagliato, dentro la baracca una volta chiusa la porta nel mettermi in terra spinse ancor più forte le dita nel solco tra le mie chiappe e mentre scendevo strusciandomi a lui lo senti duro sotto la stoffa. Senza dire una parola sì calo i pantaloni e le mutande in un colpo solo facendomi vedere di avere il cazzone di nuovo duro e scappellato, mi disse spogliati e mettiti sul letto che ho bisogno di fottere, ma io caduto in ginocchio dopo che mi aveva lasciato lo sorpresi prendendoglielo rapidamente in bocca, fu per lui una sorpresa, mai nessuno gli aveva fatto un pompino,gli soppesai lo scroto mentre succhiavo e tastai due palle da toro probabilmente piene, mentre lo avevo in bocca mi accarezzò più volte la testa e fu l'unica carineria che mi fece, perché quando fu vicino a venire me lo tolse in malo modo per mettermelo prepotentemente nel culo, era una bestia e pensai che per lui ero poco più che una pecora mi si scaricò dentro poco dopo, provai a leccarlo successivamente ma ormai il cazzone perse consistenza e dopo avermi lasciato leccare le palle ormai vuote si rivesti. Solo dopo che si fu sfogato riuscii a parlarci, ma che ignoranza, non sapeva cos'era un profilattico e a che cosa serviva, ammise di essersi spaventato quando glielo avevo preso in bocca pensava lo volessi mordere, sapeva fottere solo a pecorina e non conosceva il 69 cosa che mi proposi di insegnargli, almeno pensando o sperando di far sesso ammise di aver preso l'abitudine di lavarsi, gli chiesi visto che oggi eri pulito e anche le mutande lavate come facevi ad essere sicuro di fare sesso con me, ammise candidamente che gli bastava avermi sul mulo e poi o con le buone o con la forza mi avrebbe posseduto di nuovo disse che gli piaceva il mio culo bianco e senza peli. Nel ritorno al paese mi venne la curiosità di chiedergli se nel periodo del militare avesse fatto sesso con qualche mignotta, mi racconto della mancanza di soldi e che l'unica volta che si convinse a provare per perdere la verginità sbagliò via e sul marciapiede comprò le prestazioni di una bella prostituta, la più bella che avesse mai visto lavorare in strada in quel periodo, solo che era un travestito e se ne accorse solo dopo averlo pagato, fu lui ad insegnargli a come fottere piano e a lungo un bel culetto senza fargli male. Col buco slabbrato dopo un comunque 15 minuti di cazzo nel culo e un'altra mezz'ora passata su quella lurida branda a leccarlo dappertutto mentre parlavamo, era piacevole tornare a dorso del mulo, gli promisi che saremmo ritornati però ne approfittai per chiedergli com'era il "giro" dietro il bar, e mi confidò che i ragazzi erano pagati soprattutto per stare zitti, a quegli uomini non interessava se lo facevano per piacere o per soldi ma erano interessati solo a sfogarsi ed era molto importante la riservatezza, lui essendo spesso squattrinato approfittava di un suo amico che a volte gli passava qualche ragazzo già pagato da lui, o come pensava di me un ragazzo che provando la prima volta lo faceva gratis, per questo la prima sera aiutati dal buio avevano cercato di non farsi vedere in viso non sapendo la mia reazione, ne approfittò per chiedermi se anch'io volevo farlo per soldi gli risposi che se mi piaceva il maschio lo facevo volentieri, arrossendo mi chiese se lui mi piaceva e io ridendo gli dissi che mi piaceva il suo cazzo e quello bastava. Passai una bella vacanza con lui, soprattutto gli insegnai che un culetto prima di fotterlo lo devi leccare molto ma molto bene, prendemmo l'abitudine come preliminare di fare sempre il 69 io sopra col suo cazzo in bocca e lui molto più grande di me che da sotto imparava a leccarmi bene il buchino, lo convinsi anche ad accontentarsi spesso dei pompini che gli facevo sempre con ingoio ma almeno il buchino riposava, fosse stato per lui avrei dovuto sempre riceverlo nel culo. Anche su mio invito non volle mai portarmi dietro il bar probabilmente perché mi voleva in esclusiva o pensai perche si vergognava a scoparmi insieme con altri maschi, gli spiegai che al nord era normale che due uomini si facessero contemporaneamente, culo e bocca, un frocetto particolarmente voglioso, così gli dissi che venivamo chiamati noi giovani gay, fu irremovibile. Ma io ero tormentato e spesso non dormivo la notte al pensiero di quanti uomini insoddisfatti ci fossero in quella buia stradina di quel paese così chiuso e bigotto chissà se si smanettavano l'uccello mentre attendevano qualche bel culetto. Cosi l'ultima sera quando lui ormai mi credeva già partito ci andai, quel giorno oltre a convincerlo a fottermi come fossi una donna tenendomi per le caviglie su in alto,lo feci sedere su una sedia ed a cavalcioni mentre fottevamo provai ad insegnargli a limonare ma la cosa lo imbarazzava moltissimo, i giorni precedenti spesso gli avevo dato baci a stampo sulle labbra e niente più, era la scopata d'addio e lo convinsi a provare ad aprire la bocca alla mia linguetta e poi fu la sua lingua prepotente ad entrare nella mia bocca proprio mentre la sua sborrata mi saliva nel culo più copiosa del solito. La sera fui all'inizio timoroso d'avvicinarmi al bar e dalla piazza aspettai di vedere qualcuno salire la stradina, mi avvicinai al locale, mi ero pulito e lubrificato benissimo il culetto già allargato dalla scopata pomeridiana col mio amico, ma avevo una fissazione, un desiderio o forse volevo lasciare un ricordo indelebile di me, volevo che sapessero tutti che cos'era il pompino, infatti il mio amico mi aveva confidato che secondo lui tutti i maschioni del paese fottevano e basta, e così quella sera dopo aver succhiato e leccato il primo si passarono parola e si formò la fila per mettermelo in bocca oltre che fottermi mentre succhiavo, chissà se dopo in quel paesino sperduto della Basilicata diventò usanza metterlo in bocca al ragazzo che il compare fotteva mentre s' aspettava il proprio turno e non aspettare nell'ombra col cazzo duro come fecero con me. Questo era "il film", l'immaginazione che mi ero fatto ma dal bar non usciva nessuno e impaziente come sono quando ho voglia e ben sapendo di rischiare perché la sera in quel paese potevano uscire liberamente solo gli uomini cambiai programma, corsi a casa che distava poche centinaia di metri e velocemente mi profumai da femmina e misi un lucida labbra sulla bocca, poi indossai un perizoma rosso che tenevo nascosto e dei pantaloncini aderenti bianchi, in fretta ritornai al bar con l'intenzione di entrarvi se nessuno ne fosse uscito per andare sulla stradina. Aspettai, poi tirandomi su il perizoma in modo si vedesse entrai nel bar per comprarmi un gelato, l'ambiente era ciarliero e per la maggior parte gli uomini giocavano a carte, diventò silenzioso mentre io prendendo il gelato mi chinai verso il bancone frigor, sapevo di essere provocante chinandomi e soprattutto facendo intravedere il perizoma tirato più in alto del pantalone, sapendo di avere tutti gli occhi addosso e conoscendo il target degli uomini presenti la sera ero sicuro d'averne già fatti eccitare qualcuno, potevo uscire e lasciarmi seguire, il mio errore fu di non lasciare subito il locale perché intravidi da una porta semiaperta un flipper, di là c'era una saletta giochi, pensando di darci un'occhiata vi entrai subito seguito da un tipo basso e tarchiato che mi ci spinse con notevole forza, il classico bullo da paese che chiusa la porta, deciso mi diede due schiaffi molto forti che mi intontirono, senti il labbro sanguinare e caddi sul pavimento al centro della stanza svenuto, fu lui a svegliarmi col suo cazzo duro che mi scopava dopo avermi spostato il perizoma, i pantaloncini non li avevo più, gridai, chiamai anche aiuto ma ero intontito, poi apri la porta e arrivarono tutti e iniziò lo stupro, furono brutali e mi picchiarono tutti le chiappe prima di incularmi e per mettermi i loro cazzi puzzolenti in bocca mi tiravano per i capelli, dopo i primi che mi fecero veramente piangere inizio poco a poco a farsi strada il piacere e anche loro s'accorsero che il pisello mi era diventato duro, fu quando uno che mi stava inculando disse di avermi sentito sborrare che iniziarono ad insultarmi e qualcuno prima di andarsene mi piscio anche addosso. Cattivi erano i vecchi che non avendolo tanto duro non riuscivano ad incularmi e venivano a farsi succhiare e se non sborravano iniziavano a pisciare. Rinsavii quando mi capitò da succhiare un cazzone che non mi entro in bocca se non per un poco di cappella e allora si mise dietro mettendosi in attesa che si liberasse il buco, ero in trepida attesa pronto ad allargare il fiorellino spingendo all'indietro per riceverlo, spinse forte ma non entrava poi spinse di nuovo si ruppe il filo del perizoma ed entro tutto,e io sborrai subito di culo e di pisello, senza colpa diedi un morso al cazzo che avevo in bocca e mi beccai un pugno o uno schiaffo molto forte e per un momento persi l'udito e m'assopii sulle fredde piastrelle mentre dietro lo stallone mi fotteva come più gli piaceva. Ritornai lucido e mi trovai da solo, non riuscii subito a rialzarmi per il pavimento bagnato e la stanchezza, riuscii solo a ricordare cosa era successo. Nella saletta c'erano delle poltroncine e un tavolino ma fin dall'inizio fui costretto a stare sul pavimento, come fossi una cagna, tutti se gli era stato possibile mi avevano sborrato o in bocca o nel culo, a volte in due per la voglia e fretta di farsi succhiare mi avevano spinto due cazzi in bocca solo per questo avevo un poco di sperma rinsecchito tra i capelli o in viso, ma almeno nel culo sempre uno per volta, calcolai successivamente che lo stupro fu rapido, pensai un'ora e mezza forse due ore dall'inizio del mio sculettamento nel bar,.quando mi rialzai recuperai i pantaloncini e mi promisi di ricucire il perizoma rotto e uscii dalla saletta, il locale era vuoto col solo barista che mi passò dei fazzolettini di carta e un plaid per coprirmi o meglio per nascondermi mentre tornavo a casa, recuperai i pantaloncini e mi promisi di ricucire il perizoma lui si preoccupo con della segatura di pulire il pavimento. Il giorno dopo alle 7,30 di mattina presi lo sgangherato pullman e poi il treno per tornare a casa, durante il lungo viaggio di ritorno al nord pensai sorridendo a cosa avrei scritto nel solito tema sulle vacanze. Basilicata o meglio Lucania terra di lupi vogliosi
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