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Gay & Bisex

Serata al cruising bar


di lomarco
16.04.2023    |    5.035    |    8 9.9
"Iniziamo a parlare e, senza troppi giri di parole, mi dice di essersi eccitato veramente molto a guardarci, apprezzando la mia disinibizione e proponendomi di continuare con lui la serata..."
Da parecchio tempo stavo fantasticando di lascivi incontri con perfetti sconosciuti con cui farmi travolgere dalla lussuria più sfrenata ma non avevo mai avuto il coraggio di andare fino in fondo.
Era tutto il pomeriggio che ero molto eccitato, anche parecchio su di giri, e la mia mente mi proponeva immagini di lussuria e depravazione. Ad un tratto mi ricordo di avere visto tempo prima la locandina di un locale per soli uomini, non troppo lontano da dove abito, che proponeva varie serate a tema. Faccio una breve ricerca su internet e individuo il posto: stasera ci sarà serata “naked o underware”.
Ormai ho deciso, le mie inibizioni mi hanno lasciato già qualche ora fa e non penso ad altro che a soddisfare le mie voglie.
Prendo un taxi e mi faccio lasciare vicino al locale. La porta d'ingresso è anonima e senza alcuna insegna. Suono il campanello. Mi viene subito aperto. Pago l'ingresso e dopo essermi spogliato consegno i miei vestiti al guardaroba. Resto solo con un perizoma color carne che tiro bene su per sentirlo insinuare in mezzo alle natiche.
Mi dirigo verso il bar e prendo un drink. Inizio a esplorare il locale. Dopo essermi ambientato inizio a scrutare le altre persone presenti. Una rapida occhiata per cercare di capire se qualcuno avesse potuto fare al caso mio, con lo sguardo che si soffermava sulla parte che più mi interessava, tenuta in bella mostra. Alcuni avevano già trovato un partner con cui appartarsi, alcuni in salette private, altri in una zona con luci fioche ma che permettevano di farsi guardare da chi passava nei pressi. L'eccitazione è alle stelle. Mi fermo a guardare un ragazzo molto ben fatto che inginocchiato su un cuscino stava facendo un lento pompino a un uomo un pò più in carne ma con un bel membro in mezzo alle gambe. Sto quasi sbavando.
Resto per qualche minuto a guardare mentre altri passavano e andavano oltre. Con gli occhi sempre sulla scena non mi accorgo che un tipo mi è venuto accanto. Mi sfiora un braccio con il suo e, un pò sorpreso, mi giro verso di luie mi fa cenno di continuare a guardare la scena poi mi prende la mano e la posa sul suo cazzo. I miei pensieri spaziano. Mi giro, guardo la mia mano che ha iniziato un lento andirivieni. Su e giù, su e giù...
Carnagione scura, bel fisico e sopratutto almeno 20 centimetri di carne dura. Non parla bene italiano, a fine serata mi dirà che è marocchino, ma mi fa capire che vuole che sostituisca la bocca alla mano. Andiamo in un posto un pò più tranquillo, mi fa inginocchiare e posa la sua mano sulla mia testa, tirandola verso di sè.
Apro la bocca e con la cappella tra le labbra inizio a rotearci la lingua sopra. Ha un buon sapore, sta diventando sempre più duro e inizio a pomparlo più a fondo. Piace a me e piace anche a lui, a giudicare dai mugolii. Dopo abbondanti dieci minuti che era nella mia bocca, si alza e mi fa poggiare le mani sulla panchina dove era seduto e, messosi dietro di me, mi prende per i fianchi e mi penetra senza riguardi, togliendomi il respiro.
Inizia a stantuffarmi con foga, veloce e fino in fondo, penso che in quel modo non durerà tanto. Mi allarga le natiche per entrare ancora di più, io mi appoggio con le mani sulla parete, spingendo il culo verso di lui, il rumore della sua pelle contro la mia sale di intensità. Scopro che il mio timore circa la sua durata è totalmente infondato. Dopo più di mezz'ora di sesso in tutte le posizioni a velocità folle ho bisogno di una pausa. Mi dirigo al bar a bere l'ennesimo drink. Mi tremano le gambe, quasi non riesco a camminare. Il barista mi serve e inizio a sorseggiare un ottimo Moskow Mule.
Sto bevendo quando Ahmed, questo è il suo nome, si avvicina sedendosi in uno di quelli sgabelli alti che si trovano in molti bar. Ce l’ha ancora in tiro, ben svettante verso l’alto. Mi fa avvicinare e inizia a strusciarmelo tra le natiche, io in piedi appoggiato al bancone con il bicchiere in mano e con altre persone attorno.
Si ferma un attimo e con fare deciso lo punta sul buchino e mi ci fa sedere sopra posandomi con forza le mani sulle spalle. Mette le mani sui miei fianchi e mi fa salire per poi tirarrmi nuovamente verso il basso, infilzandomi completamente, sempre più velocemente. Mi appoggio a uno sgabello per paura che non mi reggano le gambe sotto la sua furia. A un certo punto perdo la presa e mi ritrovo completamente piegato, con le mani sul pavimento, sempre sotto i suoi colpi.
Sento lo sguardo di quelli attorno a me, i loro occhi sulla pelle e la cosa mi piace da impazzire. Li guardo negli occhi mentre vengo sbattuto, i loro visi sono tirati per l’eccitazione. Stiamo dando spettacolo.
Approfitto di un suo rallentamento per sfilarmi. Sono esausto, ho bisogno di una pausa. Vorrebbe continuare ma riesco a convincerlo ad aspettare, promettendo di soddisfarlo ulteriormente.
Riprendo il mio bicchiere e cerco di riprendere le forze rilassandomi su un divano, in attesa di un ulteriore round.
Non passano nemmeno cinque minuti che viene a sedersi nella poltrona di fronte a me uno dei tipi che hanno assistito alla scena al bar. Iniziamo a parlare e, senza troppi giri di parole, mi dice di essersi eccitato veramente molto a guardarci, apprezzando la mia disinibizione e proponendomi di continuare con lui la serata. Stavo per declinare la sua offerta, spiegandogli che per quella sera ero più che a posto e che mi stavano aspettando quando mi viene in mente un’idea meravigliosa: potremmo fare un terzetto.
La mia proposta viene accolta con piacere e vado a cercare Ahmed per renderlo partecipe della mia pensata. Acconsente subito e, dopo un breve dialogo tra noi tre, ci avviamo verso una saletta abbastanza ampia delimitata solamente da delle tende e accessibile a chiunque l’avesse spostate.
L’arredamento consisteva in due cubi rivestiti di moquette e di una specie di panca imbottita con una parte dove si ci poteva inginocchiare offrendo il didietro all’altezza giusta che continuava con un piano inclinato munito di appoggi per il torso e le mani, in modo di stare nella posizione più comoda possibile. Mi ci inginocchio, guardando i miei nuovi amici con lascivia, invitandoli ad approfittare di me, secondo le loro voglie.
Ahmed viene subito dietro di me, penetrandomi di colpo fino alle palle. Ho un sussulto, ho sentito un po' di dolore ma mi sta piacendo tantissimo, gli dico di levarlo e di infilarlo nuovamente con forza e mi accontenta molte altre volte. Apro la bocca gemendo di piacere. L’altro tipo ne approfitta subito per mettermelo in bocca tenendomi la testa con le mani.
Sono in uno stato di eccitazione incredibile.
Faccio andare su e giù le mie labbra sul cazzo durissimo, poi mi fermo a succhiare la cappella con la lingua che rotea tutt’intorno, avida di cazzo. Poi riprendo con le labbra, scivolando alla base, fino in gola. Sento che il mio trattamento gli sta piacendo molto.
Nel frattempo Ahmed non smette il frenetico andirivieni dentro di me, con le mani mi apro le natiche per sentirlo più a fondo, sento le sue palle sbattere contro di me.
Le spinte si fanno ancora più frenetiche, mi dice che sta arrivando all’orgasmo. Allora con la bocca accelero l’andirivieni del tipo che sto spompinando, aiutandomi con la mano per cercare di portarlo all’orgasmo.
Poi sfilo entrambi da dentro di me, mi sposto di lato e, inginocchiandomi, li invito a riversare il loro godimento su di me, aprendo la bocca per fargli capire dove volevo che lo facessero. Non si fanno pregare e, masturbandosi uno accanto all’altro, in breve tempo godono quasi all’unisono, riempendomi la bocca e la faccia del loro sperma, che assaporo tenendolo in bocca senza ingoiare.
Soddisfatti entrambi e, soprattutto, soddisfatto me stesso, mi dirigo al guardaroba per riprendere i vestiti, senza pulirmi, con il viso imbrattato di sborra, sotto lo sguardo delle altre persone presenti, godendo del mio esibirmi e sentendomi infinitamente troia.
Uscito dal locale mi sono diretto verso casa, passando ogni tanto un dito sul viso ancora bagnato, portandomelo alla bocca per assaporare ancora il frutto della mia serata.
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