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Gay & Bisex

Sesso, come mai prima d'ora


di Bsx_930
07.12.2016    |    12.564    |    8 9.3
"Un'ondata di calda sborra si unì alla sua e io ricaddi accanto a lui stremato..."
Entrammo in casa baciandoci, la sua lingua non si staccava dalla mia.
I miei denti tenevano le sue labbra.
Puzzavamo d'alcool. Vodka, vino, tequila, ci eravamo conosciuti due ore prima in discoteca.
Erano le 3 e mezza quando lo vidi e lui vide me. Non so come dopo pochi istanti ci ritrovammo a baciarci mentre la musica in sottofondo passava da “Perfect Illusion” di Lady Gaga alla più vecchia “Belive” di Cher.
Era tutto spettacolare, ero in estasi per l'alcool, i suoi occhi verdi ed i suoi riccioli neri.
Dopo poco eravamo al bancone a prendere due shot, e poi altri due, per poi finire sui divanetti a pomiciare come due quindicenni la loro prima volta in discoteca.
Inciampai sul tappeto e lui mi sorresse mentre cercavamo di toglierci i giubbotti cercando di fare il meno rumore possibile, ma era impossibile.
Entrammo in camera sua e i vestiti cominciarono a volare.
Scaraventai tutto via, sciarpa, felpa, maglione, tutto.
Levai le scarpe con un'incredibile velocità e subito dopo volarono via anche i pantaloni.
Lui era già li nudo sul letto col cazzo in mano che se lo menava.
Mi tolsi le mutande e mi fiondai su di lui.
Le sue mani mi strinsero mentre le nostre bocce si incrociavano ancora.
Salì su di lui e cominciai a strusciarmi al suo cazzo facendolo passare tra le mie natiche sode.
Mi buttò già di schiena e si avventò contro il mio cazzo prendendolo tutto in gola.
Sentivo la cappella schiacciarsi tra le pareti della sua gola e lui puntava a prenderne ancora di più.
Si staccò dal mio cazzo e cominciò a succhiarlo, mordicchiarlo, poi di nuovo fino in fondo. Gli tenevo la testa schiacciata mentre con i piedi segavo il suo cazzo duro.
Si staccò nuovamente e venne verso si me passandomi i miei sapori in bocca.
Lo atterrai io sta volta e mi abbassai a succhiargli il cazzo.
Era grosso, bello, non grosso quanto il mio però, lungo, con una bella cappella che pulsava di sangue e voglia di essere succhiata.
Mi fiondai e come lui cercai di prenderlo tutto, ma non riuscì.
Lui scoppiò a ridere poi mi spostò col corpo e mi disse di riprovare.
Lo presi tutto con mia grande sorpresa. Lui gridò un “Dio continua” mentre mi spingeva giù con la sua mano.
Mi staccai dal cazzo e un filo di bava calò dalla mia bocca dritto sulla sua cappella.
Dovevo riprenderla e gustarmela ancora per molto.
Mi abbassai e ripresi il mio lavoro.
Non lo vedevo bene, era disteso con la testa buttata giù e ansimava come pochi.
Mi staccò da lui per ribaciarmi come poco prima, poi si alzò dal letto e andò all'armadio dal quale prese una piccola boccetta di vetro.
“Usi?”. Chiese.
“L'ho provato, ma non ne faccio molto uso”. Dissi.
“Ne vuoi?”. Chiese avvicinandosi stappandola.
Sarà stata la botta dell'alcool, sarà stato che quel ragazzo mi piaceva da morire, accettai.
Tirai su di naso per cinque secondi il popper e ricaddi sul letto.
La mia testa girava ancor di più, mi sentivo ancor più leggero.
Anche lui tirò su e poi si fiondò a succhiarmi il cazzo. Era voglioso, fogato, lo voleva tutto.
Si alzò da terra, dov'era piegato in ginocchio e mi girò allargandomi il culo.
Cominciò a leccarmi il buco, era meraviglioso.
Gli presi la testa e lo schiacciai ancor di più verso di me. Sentivo la sua lingua entrare ed uscire, leccare le pareti. Poi si staccò e poggiò la cappella.
Entrò tutto insieme. Mi staccai da lui urlando mentre con una mano mi toccavo il culo con l'altra mi tappavo la bocca.
Lui si buttò subito su di me baciandomi e chiedendomi scusa, io lasciai il buco e r'indirizzai li il suo cazzo. Entrò, la cappella poi l'asta e alla fine sentì lo scroto che si poggiava sulla mia carne.
Iniziò lentamente mentre mi fissava negli occhi, poi aumentò, sempre di più.
Era stupendo, bravissimo. Lo fermai per un istante e lo feci uscire da me. Mi voltai ed allargai le gambe.
Non faticò a ritrovare l'entrata, tutto, di nuovo dentro.
Le nostre pelli al contatto producevano un suono quasi ipnotico. Lui mi passò la bottiglietta di popper e tirai ancora una volta.
La testa riprese a girarmi.
Mi vedevo la sul letto con lui che mi fotteva come un animale, come una bestia, ed io contento che gli stringevo la mano mentre la sua testa si poggiava sulla mia sussurrandomi parole che ora, e credo mai ricorderò.
I suoi muscoli si muovevano per far si che io godessi e per far si che non mi stancassi di lui.
I suoi dorsali si contraevano e rilassavano velocemente come le natiche.
Mentre mi teneva giù, con una mano andai a cercare il suo culo per farmi fottere ancora più velocemente. Non era da me fare quelle cose, non ero mai stato così selvaggio e animalesco come ora.
Si tolse da me e cadde accanto.
Stremato tirò su ancora del popper per poi fissarmi negli occhi.
Presi l'iniziativa. Salì sopra di lui e lo ripresi dentro.
Lui sussultò. Sapevo che non era ancora venuto.
Cominciai a muovermi, velocemente, sempre di più.
Lui mi prese la gola e cominciò a stringerla per portarmi a se e baciarmi.
Mi prese il cazzo gonfio e voglioso e cominciò a segarmi, ma poi lo lasciò subito.
Mi buttò sul letto e si staccò da me.
Si sputò su una mano e se la passò sul buco.
Si sdraiò come ed allargò le gambe.
Non aspettavo altro.
Entrai piano prima la cappella, poi fuori, poi di nuovo dentro, dopo un minuti lo stavo fottendo più forte di come lui mi avesse fottuto.
Urlava.
Gridava.
Godeva e mi implorava di non fermarmi.
Lo voltai, volevo vederlo negli occhi.
Ripresi a scoparlo, portai le sue gambe sopra le mie spalle e ripresi a fotterlo.
Ad un tratto urlò, urlò molto e una schizzata bianca gli colpì il viso, poi un'altra che arrivò al collo e così altre.
Il suo petto era pieno della sua calda sborra.
Io ero quasi arrivato e lui continuava a farsi fottere.
Mi staccai da lui e gli esplosi sul cazzo.
Un'ondata di calda sborra si unì alla sua e io ricaddi accanto a lui stremato.
Lo fissai negli occhi verdi mentre i riccioli erano ricaduti sulla sua fronte.
Mi baciò e poi si avvinghiò a me. Ci addormentammo in quella posizione.
La mattina dopo avevo la sua testa poggiata sul mio petto e lui che dormiva.
Si svegliò poco dopo e mi sorrise baciandomi ancora.
“Comunque, molto piacere, Giacomo”. Disse allungando la mano.
Risi. “Piacere Giacomo, io sono Giacomo”. Ridemmo entrambi e poi ci ribaciammo.
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