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Gay & Bisex

Studio Medico


di sexasis70
05.07.2017    |    32.613    |    8 7.0
"Ero in preda alla più folle eccitazione, mista a vergogna, umiliazione e paura..."
La sala d'attesa era piena. La segretaria dava continuamente rassicurazioni sul fatto che il dottore avrebbe visitato tutti.
Ero emozionato. Lo ero sempre quando dovevo essere visitato dal dottor An---
Mi piaceva. Mi piaceva il suo volto autorevole e autoritario. Mi piaceva il suo fisico atletico, nonostante l'età. Mi piaceva la sua voce. Mi piacevano le sue mani quando mi toccava.
Il paziente appena entrato non aveva chiuso perfettamente la porta della stanza delle visite. Mi alzai e mi avvicinai alla porta simulando noncuranza.
Sbirciai all'interno. Intravidi solo il dottore che parlava. Ma l'idea di quell'intimità violata mi eccitò un po'.
La mia fantasia prese il via e trascorsi non so quanto tempo fantasticando su scene erotiche sia durante la visita che in sala d'attesa.
Fui interrotto dalla segretaria che mi chiamò per farmi compilare un modulo. Lo riempii e lo riconsegnai alla segrtaria. "Mi scusi, ma manca l'età" mi disse. "Quarantuno" risposi.
Finalmente arrivò il mio turno. La lunga attesa infarcita di fantasie erotiche col dottore mi avevano eccitato in modo preoccupante.
Entrai nella stanza e chiusi la porta. "Si sieda" disse il dottore. "Si tratta di un controllo generale, giusto? Ha qualcosa da segnalarmi?" chiese. "Non saprei" risposi. "Visto che ha superato i quaranta che ne idce di controllare la prostata?" "D'accordo" risposi sempre più eccitato.
"Si tolga la maglia e si sdrai". Il dottore cominciò ad auscultarmi e le sue mani che sfioravano il mio corpo completarono la mia eccitazione. Ormai mi era diventato duro e temevo che potesse notarsi.
L'operazione si protrasse per diversi minuti, poi mi disse di togliermi i pantaloni. Nel frattempo tornò alla scrivania per annotare le sue considerazioni.
Nel frattempo ero sul lettino, in mutande e... eccitato.
Il dottor si avvicinò. Stavolta aveva inequivocabilmente notato la mia eccitazione. Fece finta di nulla. "Deve togliere anche quelle" disse indicando i miei boxer.
Li tolsi imbarazzatissimo. Il mio cazzo era duro come un bastone. Il dottore, probabilmente per togliermi dall'imbarazzo e darmi la possibilità di ricompormi, uscì dalla stanza. Non sapevo cosa fare. Mi venne la strampalata idea di masturbarmi. Non ci avrei impiegato molto a venire e il mio cazzo sarebbe tornato a più miti consigli. Così cominciai a menarlo ma l'eccitazione cresceva a dismisura. Ormai completamente annebbiato presi un tubetto di crema che mi stava a tiro e me lo infilai nel culo. Stavo finalmente per venire quando mi accorsi che il dottore era rientrato e mi stava guardando. Provai a dire qualcosa ma mi inteeruppe con tono autoritario "silenzio!!! e fermo!" disse. Si avvicinò tolse il tubetto dal mio culo e ci infilò due dita. Con estremo vigore, quasi con vilenza. E con altrettanto vigore prese a massaggiarmi il culo dall'interno. Ero in preda alla più folle eccitazione, mista a vergogna, umiliazione e paura. Quasi in trance dissi "sono il suo schiavo, dottore". Quasi non riuscivo a credere che avessi pronunciato quelle parole. Ormai mi aspettavo solo di essere mandato via dopo quella umiliazione.
Il dottore aggiunse vigore e il massaggio divenne meravigliosamente violento. Sentire le sue dita che mi possedevano mi procurava un piacere indescrivibile, mi annebbiava i sensi. Venni. Senza ritegno. Ebbi la prontezza di far cadere il mio sperma a terra. Sarei morto se fosse caduto sul lettino. "Ora scendi di li. Inginocchiati e pulisci tutto con la lingua." disse il dottore. Ero interdetto. "Sbrigati !!!" continuò.
Lo feci. Leccai per bene ed ingoiai tutto quello che avevo prodotto. "Ora vestiti e vattene" mi disse "ah, la tua prostata è a posto".
Mi vestii in fretta ed uscii senza dire una parola.
Ancora stravolto mi fermai dalla segretaria. Lei mi guardò come se mi stesse radiografando. Aveva capito?
"Devo prendee un nuovo appuntamento" dissi. Ormai ero deciso a tutto pur di appartanere a quell'uomo. La segretaria mi guardò di nuovo e poi disse "venerdì prossimo, alle 19:00; sarà l'ultimo appuntamento". Aveva capito, evidentemente. Non mi importava. Tuttavia se lei aveva capito forse non ero l'unico; forse stavo entrando a far parte dell'harem del dottore.
Per tutta la settimana i miei pensieri furono rivolti al dottore, alle sue dita dentro di me, allo sgurdo della segretaria, alla mia lingua che raccoglieva con con cura lo sperma dal pavimento e, soprattutto, a quello che avrei trovato e fatto alla successiva visita.
Finalmente arrivò il tanto sospirato venerdì. Alle 18:45 ero in sala d'attesa. C'erano ancora tre persone. Le 19:00 arrivarono e passarono. Alle 19:20 eravamo ancora in due. L'altro era un uomo anche lui sui quaranta. Cominciai a fantasticare su di lui. Pensavo di inginocchiarmi davanti a lui, tirarglielo fuori e succhiarlo; proprio lì, davanti allo sguardo severo della segretaria. Questa fantasia mi diede la misura della mia eccitazione. Mi sentivo davvero pronto a tutto.
La voce della segretaria mi riportò bruscamente alla realtà. "signor Paolo! Signor Paolo! Il dottore la sta aspettando!". Ero in trance e non avevo sentito.
"Si, vado. Mi scusi" dissi. Entrai nella stanza del dottore e chiusi la porta dietro di me.
"Spogliati!" disse perentorio il medico. "Completamente. E sdraiati sul lettino." Lo feci, ovviamente. Altrettanto ovviamente ero visibilmente eccitato.
Non sapevo che cosa aspettarmi ma sognavo un trattamento come quello precedente. Il dottore tirò fuori da un cassetto un dildo. Un vero dildo.Me lo infilò nel culo ed uscì dalla stanza. Forse sarebbe tornato con altri giocattoli. Inaspettatamente rientrò insieme all'uomo in sala d'attesa e, cosa ancora più inaspettata, alla segretaria che aveva con se una fotocamera. Mi sentii imbarazzato ma non mi mossi.
"Ora farai quello che ti diremo. La sola parola che potrai pronunciare sarà SI". Meccanicamente risposi "Si".
L'uomo si tirò giu i pantaloni e disse "Mettiti in ginocchio e succhia". Scesi dal lettino e mi inginocchiai davanti al suo cazzo. Era piuttosto grosso, anche se non enorme. Lo presi in bocca e succhiai al meglio delle mie possibilità. La segretaria scattava foto.
Dopo un po', l'uomo mi fece alzare e appoggiare al muro. Istintivamente mi chinai, pronto a ricevere il suo cazzo nel mio culo. Con le dite mi cosparse il buco di crema e poi me lo infilò. Mi scopò con vigore e maestria. Sapeva come muoversi. La segretaria continuava a fotografare. Mi chiesi che cosa avrebbero fatto di quelle foto ma, ovviamente non dissi nulla. Mi limitavo a gemere e a ripetere "si si".
Me lo tolse bruscamente dal culo, mi afferrò i capelli e mi strattonò facendomi finire in ginocchio. Quell'uomo sapeva il fatto suo. Sempre tendomi per i capelli mise il suo cazzo davanti alla mia faccia e venne. Poi mi allontanò con uno strattone.
"Si, dottore aveva ragione. Questo frocio e proprio una puttanella!" Poi rivolto a me "dimmelo tu che cosa sei". E io dissi senza esitare "sono una puttana. una puttana pronta ai vostri ordini. farò tutto, tutto quello che mi ordinerete."
L'uomo sorrideva soddisfatto e anche la segretaria aveva un sorriso quasi malefico. Il dottore invece se ne stava seduto alla scivania impassibile.
Sulla scrivania, intanto, era comparso uno scudiscio. Il dottore lo indicò.
L'uomo prese l'oggetto e si avvicinò a me. Mi misi di nuovo appoggiato al muro per farmi frustare. L'uomo mi diede un scudisciata sul culo. Poi una sulla schiena. "Dimmi che cosa sei disposto a fare per il dottore, puttana!". "Sono pront a tutto, signore. La supplico di continuare." E lui continuò. Altre due scudisciate. Forti e dolorose ma eccitanti. Il tutto immortalato dalla fotocamera della segretaria.
"ora mettiti in ginocchio davanti a noi e masturbati". Lo feci. Mi segai fino a venire. Senza che nessuno dicesse nulla leccai e ingoiai il mio sperma.
"Prendi i vestiti e seguimi" disse la segretaria. Presi i vestiti e andai in sala d'attesa con la segretaria. Ero nudo ma la sala era vuota. La segretaria mi disse "ora vestiti e vattene. Ti chiamerò io quando il dottore vorrà usarti. Le tue foto saranno mostrate agli amici del dottore. Loro rideranno di te e forse qualche volta ti permetteranno di essere il loro oggetto". Me ne andai umiliato ed eccitato. Con la speranza di sentire al più presto squillare il telefono, con il numero dello studio medico. E nella speranza di sentire la voce severa della segretaria che mi ordinava di andare.
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