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Tra compagni di classe - parte seconda


di Zibibbo2
15.12.2014    |    43.000    |    12 9.5
"Quando gli chiesi se mi poteva scopare mi disse: "No..."
La mattina seguente, prima di arrivare a scuola, ero abbastanza timoroso. Temevo infatti che Enrico mi avrebbe sputtanato con tutti i compagni, per non dire con tutta la scuola! Era stato bellissimo farmi scopare e avevo goduto tantissimo, ma ora temevo le ripercussioni. Forse avrebbe scritto cose indecenti nei bagni?
Invece, a scuola fu tutto tranquillo. Entrando, nessuno mi prese per il culo o mi lanciò occhiate strane. Ne fui sollevato, anche se sapevo che forse era ancora presto, e non era il caso di cantare vittoria troppo in fretta. Anche in classe, però, tutto si svolse regolarmente; Enrico non mi lanciava occhiate maliziose, anzi, mi rivolse la parola solo un paio di volte per chiedermi delle cose, come se nulla fosse accaduto.
Mi fermò a ricreazione, pochi minuti prima che suonasse la fine dell'intervallo.
"Ehi ciao. Grazie per ieri, le ripetizioni, sai com'è."
Annuii, con un groppo in gola.
"E grazie di tutto. Potremmo rivederci, che ne dici? Anche oggi pomeriggio, se ti va... Sono a casa da solo, i miei sono via e mio fratello Davide ha un impegno."
"Va bene!"
"Verso le quattro?"
"Certo!"
Ovviamente non ascoltai nulla delle ultime due ore di lezione, pensavo solo a Enrico su di me e al suo bel cazzo che mi penetrava. Sarebbe stato tutto più facile, ora che mi aveva sverginato.
Ma una sorpresa mi attendeva.
Alle quattro mi presentai puntuale a casa sua. Mi fece accomodare, e ci sedemmo sul divano. Iniziammo a parlare, un po' impacciati per essere onesti. Mi doveva confessare una cosa: "Io, ecco, non vorrei ti fossi fatto pensieri sbagliati."
"Di che tipo?" Possibile che tutto fosse già finito?
"Io, ecco... non voglio iniziare una storia con te. Cioè se ti va ci troviamo per scopare, ma non mi vorrei mettere assieme."
Mi avvicinai, trovando un coraggio che non pensavo di avere. "Non te lo avevo chiesto".
Lo baciai; le sue labbra erano calde, morbide e carnose come le ricordavo. La lingua era ruvida, e mi penetrava la bocca. Io non volevo perdermi un secondo di quella meraviglia, e iniziai a toccarlo con le mani ovunque. Sentivo il suo corpo tonico, i muscoli duri per la tanta attività sportiva. Mi piaceva sentire il suo corpo sotto le mie mani. Mi sincerai che non ci fosse nessuno in casa, poi cominciai a spogliarlo. Il suo petto mi faceva impazzire, i pettorali tondi e grossi, i capezzoli piccoli da leccare e mordicchiare.
"Quanto... mi... fai godere..." gemeva lui.
Gli abbassai i pantaloni e le mutande, il cazzo svettò fuori. Era un gran bel cazzo, in particolare la cappella era grossa e pulsava. Lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo, a passare la lingua sotto il prepuzio e a soffocarmi ficcandomelo in gola. Lui era sempre più preso, oramai non avevamo più vestiti indosso. E arrivò la sorpresa. Quando gli chiesi se mi poteva scopare mi disse: "No... tu..."
Aveva già preparato il preservativo, non mi aspettavo questo cambio. Mentre lo indossavo, felice di quella novità, lui si metteva a novanta sul divano. Si tenne con le mani allo schienale e mi puntò contro il culo, più chiaro del resto del corpo (evidentemente si faceva qualche lampada, ma questo particolare mi eccitava ancora di più). Mi avvicinai e puntai il cazzo... e entrò come nel burro. Non era la prima volta che lo prendeva! Per me era la prima volta, ma desiderai subito affondare più possibile dentro quel culetto meraviglioso... piccolo e duro, ma caldo all'interno. Iniziai a penetrarlo e a stantuffare, sempre più veloce. Sentivo il suo culo che aderiva al mio cazzo e mi avvolgeva e il piacere che partiva dal glande e si estendeva prima all'asta e oi a tutto il corpo, intenso. Lui gemeva come una cagna, non gli interessava più essere un maschio, ma solo godere di culo, gli sollevai la schiena e lo sentii mugolare di piacere. Ero dietro di lui, saldamente conficcato dentro.
"Scopami... ancora..." continuava. Gli toccavo il corpo e non mi pareva vero che si lasciasse fare tutto questo!
Sentii l'eccitazione che arrivava, gli chiesi: "posso sborrarti dentro?"
"Sì.... riempimi!"
Esplosi dentro il preservativo, e subito dopo anche lui. Rimasi con il cazzo infilato dentro per un po', poi uscii. Lui mi guardò e disse: "Ti prego: ogni pomeriggio."
Le cose non erano destinate ad andare così.
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