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Gay & Bisex

col manager in ufficio


di spruzzoATTIVO
08.09.2014    |    14.423    |    8 9.4
"La sua risposta mi sorprende: mi dice di andare da lui in ufficio per bere un caffè insieme, tanto era lì vicino e non c'era nessuno dell'azienda se non la..."
Il secondo incontro con il manager bsex avvenne un paio di mesi dopo la prima volta in albergo a Roma. In questo periodo continuammo a scriverci sms molto spinti su quello che ci sarebbe piaciuto fare in un successivo incontro.
Il caso volle però che quando ricapitò l'occasione, il tempo fosse veramente troppo poco per quello che avevamo in mente. Ero a Milano per motivi personali, e arrivato alla stazione centrale scopro che il mio treno era in ritardo di oltre un'ora. Erano le 15 del pomeriggio, e non sapendo come trascorrere il tempo scrivo al mio amico per proporgli un caffè in stazione. La sua risposta mi sorprende: mi dice di andare da lui in ufficio per bere un caffè insieme, tanto era lì vicino e non c'era nessuno dell'azienda se non la segretaria. Seguendo le sue indicazioni raggiungo in poco tempo la sede della sua società, effettivamente a poche centinaia di metri dalla stazione. Mi viene incontro in strada e mi accompagna nel palazzo, senza preoccuparsi del fatto che avessi un'ingombrante valigia con me, e passando davanti la stanza della sua segretaria saluta come se niente fosse e senza dare spiegazioni della mia presenza. Entriamo nel suo ufficio, in fondo al corridoio, e lascia la porta ben aperta. Mi fa accomodare e mi prepara un caffè dalla macchinetta automatica, poi si siede sulla scrivania vicino a me. Elegante come lo ricordavo, in completo grigio, con camicia chiara ma senza cravatta, e un cavallo dei pantaloni che sembrava facesse difetto ma era solo in tensione per la sua spaventosa erezione.
Mi sorride, e allora allungo una mano per palpare il suo pacco, riuscendo a percepire la forma di tutto il suo uccello da sotto la stoffa. Lo maneggio un po' e dopo poco lui si apre la patta per farlo uscire. Era dritto e nodoso come ricordavo...
Gli chiedo della segretaria e mi risponde che la porta è aperta apposta per poterla sentire se esce dalla sua stanza in fondo al corridoio, dai tacchi.
Poi mi chiede di fargli un pompino e nonostante non ami molto le situazioni particolarmente rischiose, la voglia di assaggiarlo di nuovo è tanta e inizio con gusto a succhiarlo. Parto dalla cappella lucida e pian piano ne faccio entrare in bocca più che posso. Lo lecco, lo accarezzo con la lingua in lungo e in largo, mi concentro solo sulla cappella oppure faccio profondi affondi cercando di non avere conati. Mentre mi so dedicando al suo cazzo, lui si accorge che effettivamente in quella posizione, lui seduto sulla scrivania e io davanti a succhiarlo, dalla finestra alle sue spalle non si poteva vedere completamente la scena, ma l'atto era in ogni caso inequivocabile.
Allora ci alziamo e mi fa avvicinare ad un angolo della parete in fondo all'ufficio, vicino ad uno schedario. Mi mette schiena al muro e stavolta è lui a sbottonarmi la cerniera dei jeans per liberare il mio cazzo in tiro. Si inginocchia e prende a succhiarmelo con foga. Ci sono vari cm di differenza tra i nostri attributi, ma sono durissimo ed inizio a farlo entrare ed uscire dalla sua bocca, nel massimo silenzio per essere pronti nel caso di arrivi a sorpresa. Continuo a fotterlo in bocca con passione, dentro e fuori e poi ancora fino in fondo alla gola schiacciandogli il viso sul mio pube. Lo guardo mentre è così, in ginocchio nel suo abito elegante ai miei piedi, e gli dico che avrei tanta voglia di toccargli il sedere. Sorridendo si rialza e si gira, e allenta la cinta dei pantaloni per far calare un po' la vita del vestito e scoprire le natiche, ma mi chiede di essere attento perché dobbiamo fare piano ed essere pronti a rivestirci al volo, in caso d'allarme.
Mi sputo su una mano e inizio a frugare sotto la sua camicia, tra le sue chiappe sode e lisce, alla ricerca di quel buchetto che un paio di mesi prima m'aveva fatto perdere la testa. Quando lo trovo mi metto a giocarci con le dita, lo massaggio, lo accarezzo, e piano piano infilo dentro le punte delle dita per sgrillettarlo delicatamente. Il manager ansima di piacere e si piega in avanti poggiandosi al mobiletto. Siamo schiacciati in un angolo della stanza, uno dietro l'altro in una posizione inequivocabile, e la porta aperta per sentire la segretaria. Non credevo che fosse un maiale di tale portata e avrebbe osato tanto sul posto di lavoro, e invece è così.
Basta! Il buchetto è troppo invitante, gli dico che non resisto e voglio assaggiarlo ancora, lo tengo bloccato per i fianchi, mi inginocchio dietro di lui, e cercando di liberare più pelle che posso dal vestito, affondo il viso nelle sue chiappe e inizio a scoparlo con la lingua! Gli do dei colpi così forti da farlo continuamente sbattere in avanti, nonostante il suo fisico possente. Godo a poter giocare con quella parte del suo corpo, così invitante e soprattutto pulitissima e profumata. Godo a vederlo in quella posizione, alla mia mercè. Mi rialzo e infilo l'uccello tra le sue chiappe, tirandolo per i fianchi con forza verso di me. Inizio a simulare una penetrazione, cercando insistentemente il suo muscolo con il cazzo, e quando la mia cappella dura trova il buco, inizio a martellarlo di colpetti. Quasi vorrei che cedesse di colpo per lasciarmi entrare, ma in una situazione del genere è impensabile, e non ho neppure un condom.
Continuo allora a sbatterlo così, nel più totale silenzio, mentre lui si sega il cazzone arrossato dall'arrapamento e dopo pochi minuti sborra, schizzando nel bicchierino del caffè. Ci fermiamo senza che io venga, perché dovevo raggiungere la mia compagna dell'epoca e non potevo presentarmi a palle vuote. Ci risistemiamo e riprendiamo a parlare con tranquillità, cercando di far finta di nulla. Poi dopo qualche minuto mi riaccompagna all'uscita passando di nuovo davanti la stanza della sua segretaria, con la massima scioltezza.
Molto eccitante anche se frenati dal contesto...ci salutiamo con la promessa di continuare su un bel lettone la prossima volta...
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