Gay & Bisex

rosso


di nazario89
07.03.2018    |    1.656    |    1 8.8
"Mi ritrovai davanti a lui con calzettoni e pigiama di pile! E mi disse:” scusami ho dimenticato il portafogli, ci sentiamo domani…” d’un tratto di avvicinò e..."
Basta! non se ne poteva più…decisi che era il momento di staccare la spina, sparire per un po’ da tutto e da tutti, di cambiare aria.
Feci le valigie in un attimo, il bus a mezz’ora dalla partenza! destinazione? uno dei tanti paesi arroccati in montagna che guardano con indifferenza e fascino lo jonio dall’alto, dove tutto progredisce e procede piano ,dove ancora il susseguirsi dell’inverno e dei profumi, dell’estate e delle pioggie, della primavera e della luna e dell’autunno e il sole scandiscono un ritmo di vita lento ma meraviglioso ,dove la gente semplice che abita lì accoglie chiunque, ma forse non molto chi come me non può adeguarsi all’antico codice uomo-donna, dove l’apparire conta e “i gìanti”(la gente) sono giudici sovrani anche sul colore nero di un luttuoso vestuario che copre in realtà a volte la trionfante fine di un matrimonio e di una convivenza pesanti.
Scesi dal bus e mi incamminai verso la mia casa in periferia, sotto gli occhi scrutatori di chi mi vide in piazza e chiedeva negli occhi degli altri chi fossi…non mi piacque questo xeno-trattamento e andai al quel tavolo apparecchiato con amari e briscola e dissi il mio nome e cognome anzi no, il mio nome ,patronimico e nome della stirpe, in quei luoghi i cognomi sono roba da burocrati…tutti furono pronti a offrirmi un passaggio e di buon grado accettai poiché la mia casa era sommersa nelle vie più sperdute del paese.
Salutai il mio tassista per caso e scesi prima del viottolo sterrato che guidava il mio punto di arrivo, mi ritrovai lì davanti alla mia casa, quella casa in cui avevo visto le spalle di mio nonno curvarsi sotto il peso della vecchia fatica e della faticosa vecchiaia ,le spalle della mia adorata nonna danzare lievemente al suono flebile di quei saettanti ferri da maglia e reggere severamente e coraggiosamente il carico di una famiglia numerosa, le spalle di mio padre che usavo da bambino come lettiga, le mie spalle ,quelle che avevo voltato a questo mondo e le stesse che però avevano bisogno di quella casa per sorreggersi e sorreggermi…se c’è un luogo in cui sono stato davvero felice, questa casa era una di quelli e piansi nel vedere quanto questa potesse essere mendicante di attenzione e cura, ma un inevitabile e nostalgico sorriso mi sovvenne diviso fra il vecchio forno ,il camino e i bauli con le segrete di castagno. Ero nel mio castello, sempre bellissimo anche in quel severo novembre.
Mi accorsi che la legnaia non era molto fornita e, attraversati tutti campi con quei neonati germogli di grano ,andai a raccogliere quanta legna potessi portare, ritornai e accesi il camino e quelle fiamme avevano illuminato anche il ricordo dell’antico splendore…mi riposai un po’.Scesi in paese per salutare I parenti ma soprattutto per fare scorta in uno di quei minimarket (più mini che market) di cibarie varie, andai anche al tabacchino per le altre scorte vitali ;) e d’improvviso il cellulare iniziò a inviare notifiche all’impazzata, all’epoca usavo un’app che localizzava ragazzi nel raggio, in quel pezzo di mondo dove almeno metà degli abitanti supera i 60anni non è che ci fosse molto da localizzare ,ma non ero lì per quello….mi aspettavo la classica sfilza di domande “aop?,foto? foto cazzo?” in realtà ricevetti un messaggio molto cortese corredato da foto :”ciao mi chiamo I. ho 25 anni, sono napoletano mi trovo qui per qualche settimana per impegni di mio padre che è nativo di qui, non vedo l’ora di andar via da questo mortorio…nel frattempo se ti va potremmo fare amicizia”. Anche io mi presentai e gli promisi che sicuramente un giretto avremmo potuto farlo, I. era uno di quelli che chiamano ginger, aveva infatti i capelli rossi sintetizzati in un ciuffo stirato in aria, un leggero pizzetto tendente all’oro che faceva da palco ad una manciata di lentiggini, occhi verdi brillanti e un incarnato bianco marmo…non era proprio il mio tipo! oggettivamente un tipo carino ma io avevo ben altri canoni…
L’indomani mi svegliai alle 8 in punto, insieme al mio rituale sacro del caffè il buongiorno di I..
Decisi di chiamarlo per chiacchierare un po’ e parlammo del più e del meno, parlammo di noi e a dire la verità ,non so se per il suo accento, ma era davvero divertente ;) il sole quel giorno aveva deciso di lavorare era una giornata fredda ma soleggiata e decisi di proporgli una delle cose più entusiasmanti che potessimo fare insieme, andare al mercatino in piazza…ridemmo insieme come due idioti! io non sono mai stato un tipo da “ tragos y baile toda la noche” ma ammetto che di movida lì non se ne poteva trovare. Decidemmo di trovarci alle dieci in punto sotto le scale del convento.
Lo trovai lì, seduto sul primo scalino vestito in maniera particolarissima ben lontana dal dress-code di quelle zone, ma molto molto fashion, un po’ effeminato è vero… e con tutta l’invidia del caso esageratamente magro!!!! Ci stringemmo la mano e decidemmo di prendere un caffè…girovagammo per tutto il mercato fra bancarelle e acquisti vari, e battute a raffica da parte sue aspre e divertenti. Ormai l’ora del pranzo era arrivata e decidemmo di mangiare insieme…fortunatamente aveva la macchina, allora decisi di portarlo con me al casolare. Mangiammo insieme e io gli raccontai di quanto amassi la sua città e lui di contro mi raccontava quanto potesse odiare il mio paesello…ma parlavamo molto, era un tipo divertente e molto intelligente. Andò via…e io restai solo davanti il camino acceso.
L’indomani mi chiamò e decidemmo di uscire nel pomeriggio …. dopo pranzo venne a prendermi e scendemmo giù verso il mare e passeggiammo un po’ fra negozi di abbigliamento(per i quali aveva una fissazione)e lungomare…ormai si era fatta una certa ora e decidemmo di fermarci in una pizzeria.
Eravamo quasi arrivati a casa mia…quando mi chiese se poteva entrare per riscaldarsi un po’.
Tirò fuori dal cofano una bottiglia di vodka alla pesca, io pensavo volesse scaldarsi al fuoco hahaha…entrammo e iniziammo a bere a bicchierini, dopo qualche bicchierino eravamo allegri e con la ridarella…e senza neanche accorgercene erano le 2!!! ! E in effetti mi sentivo assonnato…dissi a I.:”mi sa che è arrivato il momento che tu vada ,è tardi…” e lui rispose:” hai ragione…è meglio che me ne vado…”ci salutammo, e io salìì al piano di sopra per mettermi in pigiama e correre a dormire…sento di nuovo la macchina nell’aia…scendo e apro la porta, era I..
Mi ritrovai davanti a lui con calzettoni e pigiama di pile! E mi disse:” scusami ho dimenticato il portafogli, ci sentiamo domani…” d’un tratto di avvicinò e mi baciò e mi disse “buonanotte”,e mi baciò di nuovo…io in alcune situazioni sembro e sono un decerebrato…quel bacio era particolare, un bacio strano non sperato ma nel complesso non sgradito! mi strinse forte e io con mia grande sorpresa iniziai a contraccambiare quel bacio…mi avvinghiò iniziando a toccarmi dappertutto e disse: ”andiamo in camera?”mi prese per mano e andammo sul letto, io ero quasi assente ma nello stesso tempo curioso ed eccitato, ci ritrovammo fra quelle vecchie lenzuola di lino sotto il damasco di seta nato fra i seni e cresciuto fra le mani dei miei avi…ci baciammo intensamente e ci ritrovammo abbracciati e nudi! iniziò a leccarmi la cappella,e invitandomi a sedere sul cuscino con le spalle ben poggiate mi ritrovai a gambe aperte con lui in mezzo disteso che si aggrappava con le mani alle mie cosce…succhiava divinamente! era instancabile…succhiò per oltre un quarto d’ora poi si alzò e iniziò a giocare con la lingua su un mio capezzolo ,continuando a segarmi il cazzo,mi strinse il capezzolo fra i denti così forte che provai un dolore indescrivibile….lo scostai lo stesi sul letto e iniziai a strusciargli il cazzo in mezzo alle chiappe…venni dopo qualche istante schizzandogli sul culo e sulla schiena. lo girai e bastarono due minuti di pompa e due colpi di mano e venne anche lui. mi baciò ….andai in bagno per fare una doccia e ritornai in camera, c’era I. avvinghiato al cuscino,io ero infreddotilto e cercavo di rivestirmi in fretta mi sedetti sul letto e stavo per rimettermi la maglia , I. mi accarezzava la schiena e gettandomi le braccia al collo mi sussurro:” ti prego posso restare qui con te?”, dormire con un quasi sconosciuto era un atto così intimo che sinceramente non avrei mai fatto,ma me lo chiese in modo così dolce che non risposi lasciandogli intendere che sarebbe potuto restare…passammo la notte insieme coccolandoci e ritrovandoci addormentati profondamente in quella notte così silenziosa immersa in un silenzio che accettava soltanto il vento fra le fronde degli alberi,il gorgoglio dell’acqua di quei canaletti di irrigazione e qualche animaletto di passaggio…un silenzio che suonava poche melodie che portavano ad un sentore di serenità,il respiro di I. accanto a me faceva da piacevole contralto.
Il mattino seguente venni svegliato da I. che mi portò il caffè a letto, mi svegliò con un bacio sulla guancia aprì gli occhi e mi diede un bacio sulla fronte e dissi: ”buongiorno rosso!mi dai questo bacio in fronte come ai defunti?”e lui rispose torcendo le labbra:”era per essere dolce cretinaaaa! Sei un insensibile…riprovo a darti il buongiorno!”…presi la tazzina con il caffè fumante e ne feci un sorso,I. si mise a letto,e si fiondò verso il mio cazzo tirandomi giù pantalone e boxer e iniziò a succhiare, aveva talento!su questo non c’era ombra di dubbio!e io tranquillamente finiì il mio caffè e mi accesi anche una sigaretta…fumare a tiri profondi una sigaretta quando qualcuno ti sta sbocchinando è celestiale!I. si mise un dito in bocca e lo insalivò per bene, mi scappellò il cazzo e iniziò a strusciare con le dita la cappella…e mi disse:”finita la sigaretta?” e io risposi di si….si alzò e puntandomi il cazzo sulle labbra disse: ”fuma questo”,iniziai a spompinarlo stringendogli le chiappe con entrambe le mani,lo pompai a lungo,fino a quando non si voltò e mi mise il culo in faccia riprendendosi il mio cazzo in bocca….iniziai a leccargli il buco leggermente e iniziò a gemere e allora presi a affondare la mia lingua in profondità e con una mano lo segavo con l’altra davo qualche sculacciata a quel culetto bianco scarno ma molto carino…d’improvviso si girò mi diede u bacio e si sedette sul mio cazzo lo tenni dentro a quel culetto neanche cinque minuti e I. sborrò sul mio addome, lo feci spostare lo stesi sul letto e tenendogli la testa ferma sul cuscino gli sborrai in faccia. In silenzio fumammo entrambi una sigaretta…e andammo a fare la doccia insieme, ero intento ad asciugarmi i capelli davanti allo specchio e I. mi abbracciò da dietro e con davanti al nostro riflesso lui esclamo: ”hai veramente una faccia da culo! Fortunatamente io no…guardaci saremmo carini insieme!”…non volli dare nessuna interpretazione a quella frase…ci vestimmo e andammo a passeggiare nei boschi lì vicino. Dopo la notte trascorsa insieme e tutto il resto ero molto imbarazzato…I. invece frizzante e spiritoso come sempre, mi faceva ridere molto!I. decise di tornare a casa per cambiarsi…ci saremmo rivisti dopo pranzo.
Non so cosa mi prese…decisi che era il momento di staccare la spina e sparire, di cambiare aria.Di nuovo. Feci le valigie…e le poggia vicino la porta, I. arrivò con quel sorriso sul viso illuminante che svanì quando vide le valigie… ”perché parti?! Resta qui qualche altro giorno” mi chiese , io risposi: ”devo ritornare a cosenza…ti stavo aspettando per salutarti,ho il bus fra due ore”….ero seduto e tendendogli la mano gli feci cenno di avvicinarsi, lo feci sedere in braccio a me, gli diedi un bacio stampo e lo abbracciai. I. mi fece un sorriso e mi disse:” lo so che non te ne frega un cazzo, ma è stato davvero bello conoscerti” e io nn riuscìì a dire nulla e lui accarezzandomi mi disse : “tranquillo piccolo iceberg lo so che anche a te è piaciuto”, mi misi a ridere e feci un cenno di assenso con la testa.
Ormai ero sul bus sulla via del ritorno…e pensavo a I. e a quanto quel ragazzo con i colori per me sbagliati mi avesse fatto trascorrere dei momenti bellissimi, pensavo a quante volte avessi perso momenti colorati con qualcuno che spietatamente avevo giudicato da una foto da frocia quale ero e in parte sono, e a quell’arcobaleno che avevo portato quasi dissacrante in quel vecchio casolare dove c’era la mia storia e la storia di chi questi miei colori non ha voluto accettarli.
Perché se è vero che “i colori dentro al buio hanno il peso delle mani”, i colori nella luce anche se non ci piacciono, esistono e a volte sono meravigliosi …davvero meravigliosi.
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