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Il fratellone GUIDO (2)


di lonchite
17.07.2009    |    45.254    |    2 8.5
"La sua sega profonda ma delicata, mi procurava gemiti continui e, alla fine, venni anch’io con una abbondante sborrata che colò dalla punta del cazzo sulle..."
Ciao a tutti, sono ancora Marco e sto per riprendere il racconto che vi ho fatto mesi fa. Allora quella meravigliosa mattina il mio bel fratellone Guido mi ha concesso di spompinare quel suo bel cazzone, 25 centimetri abbondanti di puro godimento. Era tanto che sognavo di farlo. La mattina di quel sabato galeotto passò stancamente. Io dovevo studiare, mentre Guido era indaffarato a riparare il box doccia. A pranzo abbiamo mangiato una bella pastasciutta che avevo preparato con attenzione: durante il pranzo, tuttavia, nessun cenno di quanto era successo al mattino … ed io ero molto perturbato della cosa. Forse Guidone si era pentito/vergognato di quello che aveva fatto e non ne voleva più parlare. Dopo mangiato siamo andati a riposare, ognuno nella propria stanza … Ero oramai rassegnato nel mio dolore quando, dopo circa un’oretta di ritiro, sento bussare la mia porta. Oddio Guido! Pensai. Il cuore mi batteva forte … Guido entrò e si sedette accanto a me e con il suo fare dolce cominciò ad accarezzarmi la testa. “Non preoccuparti, fratellino caro, ti ho visto crucciato prima a pranzo, non sono né arrabbiato né scontento di quello che è successo questa mattina, anzi sono contentissimo!”. In un impeto di contentezza abbracciai forte mio fratello e lui mi strinse a se facendomi sentire il suo respiro e il suo cuore che batteva forte. Netta era la sensazione di una nuova complicità, il bisogno di approfondire quella meravigliosa esperienza del mattino. Ho notato che, nell’eccitazione crescente del momento, il suo cazzone stava crescendo nel pacco dei pantaloni jeans: era eccitato e voleva mostrarmi che ero io la causa di tanta abbondanza! Mi avvicinai alla patta oramai sul punto di scoppiare e cominciai a palpeggiare avidamente. Lui mugolava di piacere e, togliendosi i pantaloni, il suo cazzone sgusciò erompente durissimo dalla mutanda che difficilmente poteva contenere tali calibri. Mi sono avventato su quel bastone pulsante, mentre mi toglievo tutto e restavo completamente nudo. Anche Guido si stava spogliando, godendosi però le mie attenzioni. Leccavo e leccavo ancora, partendo dalle cosce arrivando alla punta della cappella che stillava nettare di dolcissima sborrina. Giocavo con quel tumido membro gigante e palpitante di piacere Guido sembrava gradire. Ad ogni ciucciata profonda la cappella diventava sempre più dura e prominente: mio fratello stava godendo come un pazzo! Leccavo le palle pelosissime e dure per l’eccitazione, passando spesso la lingua nel solco dello scroto, mentre mio fratello mugolava fuori controllo e continuava ad incitarmi a leccare con più foga. Mi piaceva lavorare a due mani quel suo tegone imperiale lubrificato dalla sborrina che sgorgava incessante come una fontana … Ad un certo punto Guido mi sussurrò la proposta di incularmi: oddio, ero timoroso della cosa, non l’avevo mai fatto ma per Guidone questo e altro! Mi misi in posizione col culo alto, mentre lui mi lubrificava con la saliva, inserendo un dito e poi due dita e poi tre, sempre piano piano. Dolcemente avvicinò la cappella e cominciò a penetrarmi lentamente ma con fermezza … Mi faceva male e lui lo sapeva benissimo, ma mi rassicurava fermandosi ogni tanto e dicendomi che, alla fine, il piacere estremo avrebbe preso il sopravvento. Soffrivo ma morivo dalla voglia di sentirmelo tutto dentro: dopo interminabili minuti io e Guido eravamo una cosa sola! Mi abituavo a quel pezzo di marmo che mi dilatava e lui cominciò a stantuffare lentamente e poi via via sempre più forte rapido e deciso negli affondi. Mi sembrava di morire: il piacere immenso partiva dal basso e mi arrivava alla testa facendomi impazzire. Esortavo Guido a cavalcarmi più forte e lui si dava da fare come non mai, veloce ed impetuoso. Quando arrivò a stimolarmi la prostata eruppi in un orgasmo devastante, mai provato: Guido affondava la sua cappellona nella mia prostata mentre io sborravo a fiotti violenti contorcendomi dal piacere, facendo godere pure lui che si sentiva stringere il cazzo dalle contrazioni anali. I fiotti erano sincroni con gli affondi del cazzo di Guido e con le le mie contrazioni anali. Mi scopò per almeno 20 minuti buoni e alla fine mi disse ansimante che stava venendo: gli dissi di farlo dentro. Gli ultimi affondi furono potenti e devastanti: mi pareva che il suo cazzone mi fosse arrivato dritto in gola tanto premeva e stantuffava forte. Poi, finalmente, Guido eruppe in un orgasmo mai sentito, gridando forte e in modo maschio e riempiendomi il culo di così tanta sborra che mi colò al di fuori del buco scivolando dentro alle mie cosce. Guido, dopo interminabili secondi uscì da me e si distese sul letto, oramai distrutto: tutto coperto di sudore, aveva il cazzo mezzo moscio e ancora intriso di sborra. Pulii per bene il cazzone, leccando anche il seme che colava sulle mie gambe. Ci siamo addormentati così, abbracciati l’uno con l’altro. Al risveglio il mio cazzo era ancora duro: il contatto con il corpo caldo e peloso di mio fratello mi faceva impazzire; ma lui dormiva ancora. Ho preso in mano delicatamente il suo membro e, stimolando il filetto, è diventato duro. Stringevo il cazzone, iniziando una bella segona. Guido sembrava gradire e, nel dormiveglia, emetteva gemiti di piacere. Alla fine però si è svegliato e mi ha incitato ad andare più forte. A due mani ho cominciato a massaggiare il cazzo dalla radice facendo letteralmente ululare Guido dal godimento estremo. La stimolazione profonda non tardò a provocare i suoi effetti: il fratellone se ne venne sul petto villoso con tre schizzi di sborra molto fluida, gemendo come un pazzo furioso. Ho leccato con avidità il suo sperma che aveva un gusto decisamente più salato. Guido mi disse che mai e poi mai aveva goduto con una donna in quel modo! e aggiunse che ero davvero bravo a dar piacere agli altri. Poi, all’improvviso, mi prese il cazzo in mano perché, a suo dire, meritavo di godere anch’io come si deve. La sua sega profonda ma delicata, mi procurava gemiti continui e, alla fine, venni anch’io con una abbondante sborrata che colò dalla punta del cazzo sulle mani di mio fratello. Eravamo esausti ma eccitatissimi. Ero contentissimo: io e il mio fratellone Guido eravamo i re del mondo e potevamo godere della nostra nuova complicità. E in effetti quel sabato fu solo l’inizio. (CONTINUA…).
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