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Nipote e nipotina


di Urcaloca
05.06.2018    |    53.320    |    4 9.1
"Tutto restava però appeso nel vuoto, un desiderio inconfessabile e basta..."
Nei luoghi comuni c’è quello di: “Non tornare a casa all’improvviso senza avvertire”, un vecchio adagio che dovrebbe evitare strane sorprese. Io sovrappensiero mi dimenticai di lui e avendo dimenticato a casa alcuni documenti entrai usando le chiavi, dal momento che la mia professione di agente immobiliare mi aveva portato dalle parti di casa. Che avrebbe potuto succedere? Trovare mia moglie nuda, sai che dramma.
A dire il vero era realmente nuda, mia moglie, ma non per cambiarsi o uscita dalla doccia, bensì inginocchiata di fronte a un ragazzo nudo anch’esso seduto su una sedia e intenta a succhiargli l’uccello.
Un bel colpo al cuore, metteteci pure che Ada pareva estasiata dall’operazione e che il tipo che coordinava il pompino tenendola per l’orecchio era mio nipote, il figlio di mia sorella e il quadro é completo.
Per fortuna visto il loro impegno, non avevano sentito il mio ingresso, ma i gemiti e i risucchi mi avevano insospettito evitandomi la figura da coglione di un ingresso giulivo magari con un: “Ehi cara come va?”, giusto per vedere Gigi sborrarle il faccia.
Fra l’incazzato e l’incuriosito mi ero messo in posizione defilata per veder quel gran pezzo di merda di mio nipote fare il galletto con mia moglie, pareva condurre il gioco con prepotenza e arroganza, cosa che mi stupì dato il carattere peperino di Ada.
Invece con il mio palestrato parente si comportava da geisha obbediente, Gigi la sollevò per le tette piazzandosela sul cazzo con un gemito reciproco e incitandola a dimenarsi con l’uccello piantato nella figa.
Io perso l’attimo della rabbia, ero indeciso sul da farsi, si trattava di una situazione tanto tipica e se vogliamo banale, da rendere qualsiasi azione altrettanto banale.
Che avrei potuto fare? Entrare strillando e fare un casino, e magari sentirmi dire: “Zio non è come sembra?”, l’unico risultato sarebbe stato la demolizione del mio amor proprio e frantumare la pace familiare.
E poi diciamola tutta, lo spettacolo mi piaceva, se non fosse stato direttamente interessato avrebbe potuto essere un bel porno. Lei anche se insidiata dall’approssimarsi dei 50 anni era una discreta figa, e conservava una chioma corvina che per i sobbalzi si riversava ora sulle tette sode e compatte ora sulla schiena. Pareva godere molto, anche se conoscendola era probabile una certa enfasi, l’unico neo era mio nipote, avrei preferito averla trovata con chiunque altro. Il figlio di mia sorella, personaggio antipatico e narcisista, aveva un curriculum sessuale da generare invidia.
Era stato sorpreso a dodici anni nel letto di una coetanea dai genitori di lei, con il casino che potrete intuire. Da allora era stato tutto un susseguirsi di storie, avventure, amorini e amorazzi con ninfette, alcune conosciute in ritrovi familiari e tanto fighe e provocanti da meritare una sega omaggio.
A quanto vedevo si era orientato sulle tardone o magari era il fascino di trombare la zia a dargli tanta foga?
Infatti pareva essersi stufato di farsi ballare sul cazzo la mia metà e con decisione, dopo aversela sfilata da sopra la aveva appoggiata a pecorina sul bordo del tavolo sussurrandole qualcosa all’orecchio.
Cosa fosse quel che le aveva detto fu chiaro quando strillò al sentire la sbarra di lui entrarle nel culo. Era insolito sentire mia moglie prima supplicare di fare piano e poi ansimare il suo godimento accompagnando i gemiti con le considerazioni su quanto il cazzo le stesse fracassando il buco del culo.
Per la prima volta intesi le parole di lui mentre la fotteva, parole di una volgarità esagerata.
-Brava zia, fatti scassare il culo, mignotta di merda. Scommetto che zio Marco non ti fotte così, maiala stronza. Ora ti faccio un bel clistere con la sborra-
E così sproloquiando, scaricò i coglioni dentro Ada, che a dire il vero, accolse la cosa con un certo sollievo, sapevo che fare sesso anale le procurava un certo fastidio e con quell’uccello, che ora Gigi controllava per vedere se c’erano tracce di merda, il dolore doveva essere stato considerevole.
Come risvegliato dal trance compresi che dovevo allontanarmi, essere scoperto a fare il guardone avrebbe rappresentato una figura di merda persino maggiore e senza appello di piantare una scenata.
Mentre guadagnavo silenziosamente l’uscita sentivo i due si erano diretti verso il bagno, li sentii cinguettare mentre si sentivano scrosci di docce e poi appena prima che chiudessi la porta un risolino di Ada, indicava con entusiasmo di aver di nuovo l’uccello di Gigi da qualche parte dentro di se.
Inutile negarlo, ero sotto shock, un conto è veder la tua compagna fare sesso con altri in condizioni particolari, come era a volte accaduto frequentando dei privé, dove è vero che altri si scopano la tua donna ma tu monti a pecorina la loro, ma così era davvero irritante.
Fra l’altro da quanto andava avanti la cosa? E particolare che ancora più infastidiva, era la disinvoltura con cui si era messa in posizione per farsi inculare. L’ultimo rapporto anale con lei risaliva a vari anni prima e non ricordavo niente di esplosivo come quel che avevo visto prima.
Mi stava montando una certa rabbia, ma poi mi resi conto di quanto fossi ridicolo. Forse c’era qualcosa che non andava nella nostra famiglia, o forse a volte la casualità apre a situazioni inconcepibili.
Se la mia dolce mogliettina si faceva trapanare da mio nipote diciassettenne, io andavo a letto con la nipote di mia moglie, figlia del fratello, da quasi due anni.
Alida era mia amante da quando aveva diciassette anni, e anche se ora viaggiava sui diciannove continuava a rappresentare una nota felice della mia vita. Forse la ragazza più bella che abbia mai scopato, dai quattordici anni provocava in me un dolce sdilinquimento erotico.
Ma quando con l’approssimarsi della maggiore età, oltre allo snellirsi e arrotondarsi del corpo nei punti giusti, comparve una certa lascivia nei comportamenti e nei discorsi che diventavano sempre più provocanti, tanto da farla entrare di prepotenza nel mio immaginario erotico.
Tutto restava però appeso nel vuoto, un desiderio inconfessabile e basta.
Il destino aveva però deciso che imboccassimo una diversa strada, e il bivio si presentò quando Alida prese a giocare in una squadra di Softball che aveva il campo di allenamento vicino allo studio immobiliare dove ero impiegato.
Dal momento che gli allenamenti finivano verso le diciannove e entrambi risiedevamo dall’altra parte della città, niente di strano che mio cognato mi chiedesse di andare a prenderla e tornando scaricarla a casa loro.
Per le prime volte nulla da segnalare, discorrevamo sul suo sport e sulle tattiche di quel gioco di cui in verità capivo ben poco.
Nelle volte successive i discorsi presero una piega più intima, ma quando si stava per scivolare sul sesso si era in prossimità di casa e tutto finiva.
Ma in un pomeriggio di giugno molto caldo le cose cambiarono.
La vidi uscire dallo spogliatoio con indosso unicamente una maglietta e con i capelli completamente fradici.
Entrata in auto la guardai stupito.
-Mi sono dovuta arrangiare – disse –Indosso l’unica cosa asciutta che mi è rimasta-
Mi spiegò che avevano cominciato a giocare sotto la doccia e poi la cosa era degenerata in una serie di gavettoni a ciclo continuo.
Dalle bottigliette svuotate addosso nude si era passate alle secchiate, poi al tubo di gomma per lavare in terra fino a raid negli armadietti con borse da palestra gettate sotto le docce.
Alla fine della giostra non c’era un asciugamano, un accappatoio, uno slip rimasto asciutto.
La guardai, era splendida e il velo di umidità residuo le conferiva un aspetto diafano.
-Meglio andare a casa in fretta- dissi mettendo in moto
Vista la stagione il climatizzatore era a palla e lei istintivamente a sentire il getto d’aria gelata si era rannicchiata tirando le gambe a se sul sedile scoprendo così i fianchi e la figa.
Quando vidi lo spettacolo dovetti fare uno sguardo davvero buffo, tanto da spingerla a dire
-Cavolo zio, alla tua età pensavo sapessi bene come è fatta una femmina-
Per poi aggiungere
-Ma se vuoi fare un ripasso io sono qui…-
Quel che accadde dopo in tribunale si definisce di solito: perder la testa.
La baciai sfilandole la maglietta con una mano mentre l’altra rimestava nella figa.
-Calma zio, calma- ma non si trattava esattamente di una protesta, piuttosto di un invito a gustare il momento.
Dopo un periodo che mi parve lunghissimo abbassai il sedile e le salii sopra, mentre lei continuava a baciarmi e con fare esperto mi scappellò l’uccello facendomi posto dentro di lei.
Cominciammo a fare l’amore e concentrandomi, nonostante l’eccitazione riuscii dosando le spinte a evitare di trasformare l’atto in una squallida sveltina.
Cominciammo anzi a godere, ci baciavamo, le succhiavo le tette e lei mi guardava dolcemente, fino a quando cosa rara, anzi rarissima non venimmo insieme.
Anche lei rimase stupita della sincronia e del godimento contemporaneo che provammo.
Non so da cosa dipenda, ma il fatto di riuscire a dosare i nostri ardori fino a raggiungere l’orgasmo insieme, è sicuramente il fattore che a dispetto del tempo, della differenza d’età e dei suoi molti giovani fidanzati ci spinge a continuare a vederci.
Il ricordo dei primi incontri con Alida mi aveva risollevato il morale, dopotutto come diceva il titolo di una scollacciata commedia sexi anni settanta: “Non esageriamo, è solo questione di corna”
Del resto come potevo biasimare Ada se cercava di godere ed essere appagata, tutti cerchiamo questo. Però la storia del culo era da approfondire, la prossima volta non mi sarei arreso ai suoi rifiuti, tutto sommato romperle il culo era un giusto risarcimento alle mie corna e la giusta punizione a quanto fosse troia.
Non resistetti sebbene l’ora fosse poco abituale chiamai Alida, sentire la sua voce fu una sferzata di adrenalina.
-Dimmi caro zio Marco, come mai a quest’ora-
-Ero in giro e avevo voglia di sentirti…veramente volevo proporti se ci si poteva vedere nel pomeriggio-
Lei ci pensò qualche secondo
-E dimmi dove mi porti questa volta?-
Alida si riferiva al fatto che dopo la prima improvvisata volta in auto, grazie alla mia professione di agente immobiliare, avevo sempre chiavi di appartamenti in vendita in cui portarla da usare come scopatoio.
-Tranquilla ho le chiavi di un appartamento davvero da siuri, pensa che ha anche la vasca idromassaggio funzionante, misura king size-
-Mmmmh fece lei, davvero interessante, ci vediamo la sotto-
-Ok ti mando ora ed indirizzo-
Mi avviai verso l’agenzia a sbrigare alcune cose ma soprattutto a prendere le chiavi dell’appartamento.








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