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Noia al mare 3


di Urcaloca
10.06.2020    |    10.469    |    1 9.5
"Estate 2005 Passai i giorni successivi all’ultimo incontro in un clima di ansiosa attesa..."
Concludo la serie dedicata alla presentazione del diario di mia sorella a sedici anni, rinvenuto in un mobile ormai in disuso. Mi piacerebbe sapere se ha tenuto altri diari e se sono ancora disponibili, ma visto il tema non me la sento di chiederglielo. Ora è una donna sposata e come suol dirsi seria e in carriera. Godiamoci le sue avventure da adolescente.

Da qualche parte al mare. Estate 2005

Passai i giorni successivi all’ultimo incontro in un clima di ansiosa attesa. Temevo che la mia irresponsabilità mi avesse fatto rimanere incinta. Ma infine tutto si risolse per il meglio, le mestruazioni decisero di graziarmi arrivando con insolita puntualità.
Furono accolte con altrettanto insolito entusiasmo, cosa che fece storcere il naso a Lorena.
-Abbiamo rischiato eh, bamboccia?-
Io risposi con una linguaccia, papà come al solito non aveva capito nulla e si orientò meglio la sdraio in giardino.
Approfittando del mio “stato”, che a detta loro mi precludeva il mare. Ci levammo il pensiero del lato culturale della vacanza facendo la nostra Via Crucis fra Borghi inanimati per il sole estivo e chiese in cui il salto di luminosità fra l’esterno assolato e le navate inchiostrate dai vetri colorati ci rendeva quasi ciechi.
Esauriti i rituali culturali tre giorni dopo ero nuovamente sulla via del mare, passai davanti alla nota casa.
L’Antipaticissima Micropeppia stava polemizzando qualcosa con qualcuno all’interno. Riconobbi la Sua voce sempre più adirata e minacciosa verso la figlia che aveva deciso di scassare i coglioni.
Ebbi un attimo di malinconia, ma poi passai oltre, come dimostrato il mondo era pieno di uomini.
stavo esaminando quale fosse il posto migliore per scendere in spiaggia, quando il tossicchiare di uno, mi sbagliavo, due motorini al minimo dietro di me attirarono la mia attenzione.
Erano ragazzi che potrei persino definire amici, se solo ne ricordassi il nome: classici inseparabili, forse di uno o due anni più della mia età. Il primo, Marco credo, mi aveva tampinato per un po' di tempo prima di cambiare bersaglio, del resto dovevo avere tredici anni.
L’altro, Gigi credo, mi aveva portato a casa in vespa e avevo sentito il suo respiro modificarsi quando gli avevo schiacciato le tette sulla schiena, anche in quel caso nulla di fatto.
L’intervallo dovuto alle mestruazioni non aveva fatto altro che ingigantire la mia voglia. E il sentire la voce di chi mi aveva fatto godere tanto mi aveva riportato a quel giorno, e come quel giorno mi sarei fatta scopare da chiunque.
In breve ero nuovamente disposta a mettermi nei guai, ogni barlume di ragionevolezza stava sparendo nel gorgo del liquido che fuoriusciva dalle mie cosce. Istintivamente mi toccai, non c’era niente se non nella mia testa.
I ragazzi erano chiaramente a caccia; e io ero disponibile a facilitargli il compito andandomi a sedere sulla canna del fucile.
-Guarda che casino la spiaggia, non c’è un angolo libero. Odio quest’ora-
-E il pieno della stagione, ma se ci si sposta fuori del paese ci sono angoli quasi deserti-
-Eggià immagino, l’isola deserta-
-Deserta non proprio ma ti assicuro che la gente e molto comodina, si assiepa intorno al bar, agli stabilimenti e soprattutto alle docce-
Dopo pochi secondi ero in groppa a uno dei motorini destinazione Isola del Tesoro.
In effetti appena usciti dall’area degli stabilimenti la spiaggia era solo punteggiata da bagnanti, e quando ci inoltrammo in uno sterrato che si distendeva fra gli eucalipti il posto sembrava davvero deserto.
Il mare si frangeva a un centinaio di metri, lasciammo i mezzi e io attesi la loro mossa. Non potevo credere che non ci avrebbero provato, e infatti non restai delusa.
Marco fu il primo a farsi avanti, io risposi alle sue avances e poco dopo anche Gigi mi si era attaccato alla schiena. Sentivo la loro voglia e tendersi i loro membri sotto i bermuda.
Mi esibii nella mia Formula Magica.
-Mettetemi nuda-
Come sempre il pochissimo che avevo indosso era in terra pochi secondi dopo. La lingua a turno dei due passava dalla mia bocca alle tette. Io con un cazzo per mano cercavo di non superare il limite di non ritorno per non ritrovarmi uno spruzzo di sborra e un cazzo moscio per lato.
I ragazzi erano impazienti e cercarono di stendermi in terra, io dalla mia posizione di dominio dato che letteralmente li tenevo per le palle avevo un altro desiderio.
-Fottetemi in piedi, mettetemelo dentro tutti e due-
I ragazzi erano sbigottiti, era già difficile trovare una donna che si facesse fare da due insieme. Ma letteralmente due nella figa era cosa più unica che rara-
Tuttavia l’occasione era tanto allettante che non potevano sottrarsi.
Dal canto mio mi resi conto che la libidine mi aveva fatto straparlare, non sapevo neppure se la cosa fosse possibile.
Marco e Gigi non avevano però dubbi, appoggiarono entrambi i loro membri fra le grandi labbra della figa e cominciarono simultaneamente a spingere, tenendo le aste per meglio orientarli. Alla fine l’operazione fu persino meno complicata del previsto e io sentivo stantuffarmi dentro la vagina le due cappelle che parevano essersi fuse insieme.
Iniziai a gemere con le gambe divaricate per far spazio ai coglioni tese come molle, pochi minuti dopo Marco venne gemendo come un somaro. Sentii il suo cazzo smosciarsi dentro di me in quel momento Gigi sborrò dimenandosi come un tarantolato piantandomi se possibile ancora più profondamente l'uccello nella pancia.
Eravamo tutti e tre sconvolti, per lo sforzo, per l’orgasmo e per il caldo pazzesco.
Ci gettammo in mare nudi così come eravamo, alcuni bagnanti apprezzarono la cosa, qualche altro fece cenni di dissenso, ma la cosa finì li. Giocammo fra le onde e io baciai entrambi con passione.

Sebbene le stazioni di vigili e polizia fossero lontani chilometri le nostre effusioni in tre nudi sulla battigia avrebbero potuto sembrare una provocazione, decidemmo quindi di rientrare nella macchia. Io mi sentivo ancora squassata per l’esperienza provata, ma i due ragazzi erano già di nuovo in tiro, con le cappelle esposte e lucide di acqua di mare. Questa volta non avevo intenzione di esibirmi in cose strane, anzi mi misi a pecorina dicendo.
-Non voglio nemmeno vedere chi dei due mi tromberà per primo, decidete voi.
Il gioco mi eccitava, tenendo lo sguardo basso sentii una delle minchie piantarsi nella figa e rialzando appena lo sguardo apparve l’uccello dell’altro di fronte alla bocca. Mi sentivo come passata allo spiedo da due maschi che in breve finirono la loro performance dentro di me. Era tempo di tornare in paese.
Era tardo pomeriggio e ci fermammo in un chiosco sul mare. Era già quasi ora di Happy Hours, un sintetizzatore riempiva la pista di note caraibiche e il barman i bicchieri con qualsiasi cosa avesse avuto il merito di fermentare.
I miei due campioni, parevano al settimo cielo, di certo non vedevano l’ora di raccontare le loro imprese. Chissà come sarei stata descritta?
Ma notai anche un altro fenomeno; sulla pista si stavano esibendo due ragazze che si dimenavano in modo sinuoso. Una era dotata di tette fenomenali, l’altra era invece alta, esile e sfoggiava dei capelli biondi acconciati in treccine rasta. Vedevo i miei due scopatori completamente assorti; di sicuro uno fantasticava sullo spettacolare effetto che avrebbe avuto lo scioglimento del nodo dietro la nuca al momento della liberazione dei due dirigibili.
L’altro magari pensava alla bionda rasta, spogliata del pantaloncino e del gilet di jeans gettata nuda sul letto sgambettare mentre lui gli si metteva sopra.
Accidenti devo essere malata. Eppure una cosa era inequivocabile, per quanto ti possa fare scopare, inculare, spruzzare di sperma, guardare mentre ti masturbi; non sarà mai abbastanza. Ma questo non è necessariamente un male.
Al tavolinetto a fianco c’è una coppia: lei è fin troppo in tiro per il posto. Tacchi a spillo e vestito di tulle.
Lui le accarezza la coscia e a ogni passata risale un pochino, entro una ventina le sfiorerà la figa.
Ma guarda me, scruta se esiste una posizione in cui possa vedermi i capezzoli. Forse mi immagina in ginocchio di fronte a lui, mentre gli lecco le palle e titillo il frenulo con il pollice.
E’ definitivo sono davvero una porca con un’immaginazione da porca.
A ogni modo questa estate è la mia estate, ho scoperto il sesso, la passione e la lussuria. Questa sera voglio farmi il tipo e sono certa che me lo farò.












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