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trio

Più soldi, please


di Urcaloca
31.10.2017    |    10.787    |    3 7.0
"Vedremo ma non ci contare- Mi diede l’indirizzo e l’orario, le otto della sera dopo..."

I soldi se ne vanno via come l’acqua già di per se, ma se hai certi gusti il dissesto economico è assicurato; avevo preso gusto a frequentare saloni di massaggi. Dopo alcune delusioni con i centri gestiti da cinesi che alcune volte a malapena ti toccavano il cazzo, non si facevano sborrare addosso e per succhiartelo dovevi tornare a pagare, ero incappato in uno studio “fisioterapico “ molto frequentato e condotto da italiane che si facevano indubbiamente pagare, ma erano fighe, gentili e molto accondiscendenti a soddisfare le tue fantasie; nonostante il sesso completo restasse tabu, si potevano comunque passare delle mezz’ore divertenti.
Soprattutto quando era di scena Valeria, sicuro nome d’arte di una ragazza simpaticissima dalle tettine e dalle movenze provocanti. La sua voce era poi una vera armonia, in parole povere mi piaceva e con lei avevo gettato già un bel mucchio di soldi.
Quando entrava, si toglieva il camice bianco, si abbassava gli slip e indugiava con il reggiseno facendoti vedere le tette in un ‘agonia di eccitazione mentre eri a pancia sotto, tutto sembrava piuttosto che una seduta di terapia.
Cominciava a passarti le mani sulle chiappe, poi diceva qualcosa di osceno all’orecchio mentre ti prendeva i coglioni da dietro per poi assumere un atteggiamento professionale fino a quando non decideva di girarti.
Era quello il momento dei desideri: pompino, pioggia di olio con relativo scivolamento corpo su corpo fino all’eiaculazione. A volte la passione mi spingeva a chiedere qualcosa di più coinvolgente, come farmi pisciare in bocca, farmi riempire di sputi mentre mi diceva che razza di merda fossi, torturarmi mentre mi dava dei baci continui senza lingua portandomi alla follia fino a bagnare di sborra le sue dita che poi mi infilava in bocca perché le leccassi.
Ogni volta nel massimo dell’eccitazione la imploravo di farsi fottere, pur di scoparla in quel momento mi sarei venduto schiavo e lei conscia del proprio potere arrestava l’esecuzione della sega o della pompa raccontandomi di quel che aveva fatto al cliente precedente.
Ovviamente il cliente precedente era credo una figura retorica, individuo mitologico con un cazzo oversize e sborrata da idrante. Avrete capito che con una così ero come un topolino davanti al gatto, ogni settimana aveva un modo diverso per intrattenermi e svuotarmi le palle.
Un ennesimo pomeriggio eccomi di fronte al portone del palazzo dove esercitavano Valeria e le sue amiche, avrei voluto sorvolare e tornare a casa, c’ero quasi riuscito ma mentre svoltavo l’angolo intravvidi Valeria entrare nel portone, era dunque appena arrivata.
Fantasticavo di lei fresca di doccia nello spogliatoio del centro, indossare la lingerie più provocante per poi coprirla con un camice, una volta ricordo si era divertita a stimolarmi usando uno stetoscopio con cui mi tormentava le palle, strofinava la parte lucida e fredda sul glande mentre con voce neutra e dottorale mi annunciava che stava uscendo la sborra, che sentiva il rigurgito dei coglioni che si svuotavano .
Al ricordo quasi ebbi un mancamento, non potevo aspettare un secondo di più, mi precipitai allo studio, passai di fronte a una tenutaria che gestiva l’ingresso che mi rivolse uno sguardo gelido. Pensai dovessi essere troppo esagerato anche per quella gente, mentre mi spogliavo nello stanzino feci mente locale, ero stato in quel posto appena due giorni prima, ero a livelli di dipendenza preoccupanti. Ma il cuore mi stava balzando in gola, avevo sentito Valeria dietro la porta scambiare qualche battuta con l’altra ragazza, poi la porta si aprì.
-Ma che sorpresa, ciao amore- Valeria da professionista se aveva avuto una qualche meraviglia nel vedermi non lo dava minimamente a intendere.
Io nudo come un verme mi distesi allargando istintivamente le gambe, il cazzo aveva cominciato a indurirsi.
-Ragazzo se appena appena ti tocco finisce che mi lavi di sborra, girati a pancia sotto e vediamo di calmarti un po’-
Appena ebbi ubbidito, sentii il freddo della crema per massaggi spargersi sulla schiena e sulle chiappe,.
-Brutto porco ti sembra il modo di presentarti appena entrata? Con l’uccello duro, ora vediamo se ti resta così-
E dicendo questo aveva cominciato a massaggiarmi i coglioni per poi mi infilarmi un dito nel culo. Mi torsi come una serpe, lei continuava a rimestare con due dita le mie chiappe mentre con l’altra mano mi stringeva le palle.
-Ti piace, godi, ti faccio male?-
Avevo cominciato ad andare fuori di testa
-Lascia che mi giri, voglio vederti nuda-
-Ancora un po’, lascia che mi sdrai sopra di te, ecco, così senti la peluria della mia figa sul culo?-
Rischiavo seriamente di venire, Valeria se ne accorse e acconsentì che mi voltassi, mentre giocherellando con la crema sulle sue tette mi diede modo di decomprimermi .
-Che figa che sei ti voglio chiavare, ti prego dai, una sola volta-
Lei assunse la consueta aria beffarda
-Guardare e non toccare- Si mise a cavalcioni della mia faccia, rapidamente allungai la lingua ma la figa era già fuori portata, la zoccola sapeva come fare e io ero in sua completa balia.
Cercai di prenderla da lontano
-Cosa fai stasera?- più lontano di così…
-Stasera vedo la mia amante, una bella mora con i capelli a caschetto che ti farebbe sborrare appena si sfila il vestito-
-Come e cosa fate?-
-Ma che domande, fottiamo come porche-
-Solo voi due?-
E ci mancherebbe, io dopo ore di questo lavoro davvero se vedo un cazzo mi metterei a urlare, per carità mi piacciono maschi e femmine, ma veder zampillare sborra decine di volte al giorno…
Si zittì, la strana complicità che si era stabilita fra noi la aveva spinta a parlare in modo fin troppo sincero e ora se ne era pentita. Dopotutto era una professionista e dai maiali come me traeva la sua fonte di vita.
Ci fu un attimo di silenzio che usai per infilarle le dita nella figa, a volte lei non voleva ma oggi c’era qualcosa di diverso.
Mugolò mentre le infilavo un dito nel culo: - E così hai dita in figa e in culo, brutta scrofa, puttana lercia, dimmi se partecipassi anche io all’incontro con la tua amica vacca?-
-Te lo scordi, neanche per tutto l’oro del mondo-
-Per tutto l’oro del mondo non so, ma per ottocento euro?-
Rimase perplessa, la cifra era seria.
--Potrei parlarne con Tina, ma comunque non credo che ci faremmo scopare-
-Qualsiasi cosa, usatemi come bidet o come sputacchiera-
-Attento a quel che proponi, lei è un po’ sadica e di sicurò vorrà farti bere il suo piscio-
-Quel che vorrete maiale e porche- ero del tutto fuori controllo, lei era in ginocchio nuda e iniziai a sputarle in faccia,-
-Si fammi male strizzami i capezzoli, porco lurido vedrai che bel servizio che ti faremo, ti faremo leccare il nostro culo sporco di merda-
Le infilai il cazzo in bocca per farla star zitta, ero in pura estasi sessuale e alla fine le sborrai sulle tette, poi mi inginocchiai dinanzi a lei e le leccai lo sborro dai seni.
Le lasciai i cellulare, chissà se avrebbe chiamato? Per alcuni giorni credetti che quella fantasia non avrebbe avuto seguito, ma una sera ecco la chiamata
-Ciao sono Vale-
-Sono contento della tua chiamata, che mi dici?-
-La mia amica è d’accordo , sempre mettendo in chiaro che la figa non la da-
-C’è sempre la tua-
.Vedremo ma non ci contare-
Mi diede l’indirizzo e l’orario, le otto della sera dopo.
Il posto era centrale e appena entrato lo giudicai indefinibile, un incrocio fra un ufficio, uno studio medico e un atelier di moda.
Ad aprirmi si presentò Valeria, reggicalze tacchi a stiletto e guepiere rossi, qualcosa da svenire, mi salutò dandomi un bacio .
-Che sorca che sei…-
-E non hai ancora visto Tina-
E Tina entrò, semplicemente in slip minimali.
-Scusa ma eravamo già all’opera, spero non ti manchi lo spogliarello, mi sono già fatta leccare la figa da Valeria-
-Nessun problema, del resto sono vostro e fate di me quel che volete-
-Dai Valeria fammi vedere come ti comporti con i clienti, fammi vedere come li mandi su di giri. Ma soprattutto fammi vedere come ti fai pagare-
Era ovvio che dovevo tirare fuori gli sghei , se volevo che il gioco continuasse.
Platealmente infilai i soldi negli slip e lei iniziò a spogliarmi. Di tanto in tanto Valeria commentava diventando sempre più volgare nei suggerimenti.
-Ok ora lo hai messo nudo, comincia a succhiargli i coglioni, e tu guardami, guarda come mi faccio scivolare il tanga alle ginocchia-
Poi si avvicinò e si dedicò alla sorca di Valeria, mettendola nuda con la velocità di un soffio di vento, si esibirono dunque in un sessantanove da brivido
-Ehi tu via le mani dal cazzo, se vuoi usarle toccaci le tette, si così più forte-
Valeria era decisamente su di giri, delle due era sicuramente la più cotta e Tina se ne rendeva conto perfettamente.
-E poi queste merde di uomini che dicono, che fanno?- chiese Tina
-Implorano di scopare, dicono che sarebbero disposti a tutto. Questo poi è un vero ossesso, pensa che una volta quasi non riusciva a spaccarmi il culo in un momento di distrazione, per fermarlo ho dovuto prenderlo a calci nei coglioni-
Ricordavo quella volta, infatti mentre giocavamo ero davvero quasi riuscito a infilarglielo fra le chiappe, ma la avevo pagata cara, molti schiaffi una stretta di palle senza respiro e anche dei calci che mi avevano fatto sborrare comunque come un maiale
Tina prese il cazzo in bocca, era una visione strepitosa osservare il suo culo e la sua schiena mentre accucciata mi scappellava l’uccello con le labbra.
-Ti piacerebbe mettere questo coso dentro di lei? Ti piacerebbe fotterla, farla strillare mentre la penetri da dietro, in groppa, sdraiata?-
Gemevo, gemevo e gemevo
-Beh per altri duecento euro te la faccio chiavare-
Valeria parve stupita e levò la faccia dalla figa.
-Eh si cara mia ho deciso di vederti scopata, e mi prenderò anche i soldi che questo stronzo mi darà per imbottirti di sborra. Siamo d’accordo?-
Valeria pareva contrariata e mise un principio di broncio, ma Tina prese rapidamente la situazione sotto controllo.
-Cosa c’è che non va? Succhi e meni cazzi tutto il giorno, tutti i giorni e ora fai storie. Voglio vederti come ti fotte e mentre ti tromba potrai leccarmi la fica. Allora merdoso ti fai fare una sega o cacci i soldi?-
Era probabile che fosse tutta una messa in scena per spillarmi più denaro, ma io ormai avvinto in quel caleidoscopio di tette, chiappe, fiche, capezzoli e cosce stavo impazzendo, l’odore dei loro corpi mi stava mandando in delirio, avrei dato tutto e anche qualcosa in più per averle, per toccarle, per scaricare tutta la sborra che mi ribolliva nelle palle.
Eravamo a mille euro, con Valeria a pecorina, erano mesi che aspettavo quel momento e la sua figa era lì, pronta ed invitante.
Mentre Tina godeva facendosi leccare fra le gambe io la penetrai godendomi il suo ventre e i gemiti suoi e di Tina che si stava godendo la faccia della sua amica fra le cosce.
Sborrai come una fontana mentre Tina ci insultava e sputava in faccia a tutti e due dando della merda e della troia a Valeria
Vista la spesa effettuata mi venne permesso di vederle lesbicare ancora un po’ e di assistere alle loro pisciate sotto la doccia mentre si lasciavano zampillare il piscio selle mani e sulle tette.
Poi Tina volle che facessi un accurato bidet di figa e culo a tutte e due stando in ginocchio mentre mi strofinavano le sorche sul volto.
A quella vista sborrai di nuovo e lo sperma imbrattò le mie ginocchia. Venni rivestito, ma mi fu impedito di lavarmi e così sporco di sperma e imbrattato di piscio e umori vaginali, mandato fuori dai coglioni.
Mi ritrovai nel buio di quella via semicentrale con vertigini, mille euro in meno e l’affitto da pagare il giorno seguente dopo che gli ultimi soldi erano svaniti in quella mezz’ora di lussuria.
Chissà che valore aveva al cambio corrente la soddisfazione di aver esaudito un capriccio?











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