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Vintage, il fascino del pelo...


di ClaudioGusson
23.01.2015    |    57.479    |    1 8.8
"Rivelavano una personalità del nonno inedita..."
Il parroco stava lodando la figura del nonno e i presenti ascoltavano commossi perché in paese tutto lo conoscevano.

E’ morto felice e pienamente soddisfatto della sua vita terrena.
Per quando mi riguardava, per quello che ha significato per me, non potrei mai dimenticarlo.

Ascoltavo emozionata l’omelia e lentamente la mente tornava indietro nel tempo di circa venticinque anni.
Era l’estate dell’anno 1990, avevo sedici anni ed ufficialmente ero scappata di casa. Perché?

Ecco la spiegazione:

Capitolo primo (scritto da Guzzon59): La fuga.

A liceo, a causa del carattere ribelle, tra le studentesse mi giudicavano la più scalmanata e sovversiva perché facevo incazzare i prof che contestavo per partito preso, e poi ero molto disponibile a scioperare per qualsiasi cazzata.

C’era anche un altro aspetto che faceva di me una ragazza particolare.

Lo ammetto senza alcun imbarazzo: mi piaceva il cazzo
Scopare per me significava esprimere la mia libertà sessuale ed emancipazione femminile, considerato che non possedevo altri talenti.

A quel tempo il sesso era ancora considerato un argomento che riguardava esclusivamente l’aspetto privato delle persone. Non era un argomento che si potesse discutere in pubblico.

Così per principio il sesso lo avevo mondato di tutti quei fronzoli morali che lo relegavano nella sfera dell’intimo, per cui lo praticavo in modo estenuante al solo scopo di dimostrare una personalità disincantate e anticonformista.

Ero anche avvantaggiata poiché essendo una bella ragazza era scontato che fossi io a scegliere.

A quel tempo comunque avevo un ragazzo che consideravo un tromba amico con il quale c’era un patto: sarebbe rimasto al mio fianco con tutti i benefit se avesse tollerato la mia liberta sessuale.
Tuttavia quello che mi faceva più schifo era l’ipocrisia e i pregiudizi che imperavano sovrani e diffondevano ad arte la maldicenza dei compagni di scuola e dell’intero istituto che mi giudicavano una vacca ninfomane.
Apparentemente poteva essere vero ma in realtà non capivano che era il mio modo di essere e l’espressione del mio senso di libertà.

Durante l’estate di quello anno, per motivi che non mi ricordo non andammo al mare, così mi trovai in città a subire una canicola insopportabile in una noia mortale.
In quello stato mentale piatto mi venne in soccorso una amica del cuore e compagna di scuola che per certi aspetti ci univa una spregiudicata affinità, per questo anche lei subiva lo stesso ostracismo venendo assimilata a me per cui il popolo mormorava che eravamo due grandissime vacche, ma chi se ne fregava.

Cinzia, questo era il suo nome, mi parlò di suo cugino e del fatto che gli avesse proposto di passare due settimane al mare. Aveva a disposizione una intera ville a Follonica in Toscana.
Anche lei era minorenne e come me tiranneggiata dai genitori.
Mi confidò che il cugino e una suo amico erano dei grandi fighi e meritavano il nostro interesse, che nel nostro gergo significava che ce li saremmo scopati entrambi.
L’idea mi andava alla grande e senza pensare ai divieti che i miei genitori avrebbero posto riempì lo zainetto del necessario, rubai cinquecento mila lire da un cassetto e raggiunsi Cinzia e insieme ci imbarcammo sul treno per il paradiso marino.

I ragazzi erano maggiorenni e disponevano di una auto.
Erano veramente belli. Nella prima settimana ci godemmo la vita alla grande. Spiaggia, pizzeria e discoteca, poi la sera in casa a fare sesso tutti insieme, con tanto di trasgressive pomiciate tra me e Cinzia.

Quando i maschi erano spompati e ridotti all’osso, spesso continuavamo a stimolarci con sublimi sessanta nove e strusciamenti di fica contro fica, per un piacevole e caldo attrito.

Debbo confessare che in quel periodo ottenevo più soddisfazione a fare sesso con lei che con i maschi.
Fino ad allora non avevo mai incontrato un uomo capace di farmi impazzire dal godimento.

Mi ricordo che facevamo largo uso di bevande alcoliche e di spinelli soprattutto durante le orge a quattro.
Fu così che una sera esagerai con un mixi di alcool e hascisc e ripresi i sensi in piena notte al pronto soccorso dell’ospedale in mezzo a persone in camicie verde e divisa dei carabinieri.

Dopo esser stata dimessa, una poliziotta scortò me e Cinzia fino a casa affidandoci ai genitori che in quei giorni si erano disperati ma soprattutto incazzati neri.
Seguirono ramanzine, cazziatoni e filippiche a raffiche che anticipavano una mortificante prigionia forzata in casa.

Ma non durò a lungo perché una mattina vidi la mamma che stava preparando la mia valigia:

“Che cazzo fai?
“Smettila di rivolgerti a me con quel linguaggio triviale! Cosa abbiamo fatto di male per avere una figlia come te? Ti abbiamo dato tutto! Perché ti comporti così? Bella riconoscenza!

Era inutile risponderle, non avrebbe mai capito le mie ragioni e il fatto che l’affetto non si compra con il denaro.

“Perché prepari le valigie?
“Abbiamo deciso che andrai a stare per un po di tempo dal nonno? Non ti abbandoniamo! Ma non possiamo starti dietro! Tuo padre è una persona impegnata, con una grande responsabilità aziendale che non può trascurare! Io ho i miei impegni universitari e come assistente devo presenziare alle sessioni di esame! Tiziana ti prego aiutaci ad aiutarti! Non ti giriamo le spalle ma abbiamo pensato che il nonno, persona saggia, possa aiutarti a riflettere per farti trovare un senso a questa vita che stai buttando nel cesso! E sinceramente non sapremmo cosa fare per farti capire i disastri che stai combinando per un senso sbagliato di libertà!

La guardai senza rispondere conscia del fatto che mi stavano scaricando dalla loro vita, non mi andava di intavolare una discussione filosofica sulla esistenza che non avrebbe avuto alcun esito in presenza di due posizioni generazionali diametralmente opposte.

Papà mi accompagnò al suo paesino di origine. Il nonno paterno viveva in una casetta tra i boschi. Ricordava la fattoria del nonno di Hide.

Secondo capitolo (scritto da guzzon59): Soggiorno forzato dal nonno.

Il nonno era vedovo da cinque anni, sessanta otto anni suonati ed era completamente canuto.
Un pensionato dei trasporti pubblici.

Alla morte della nonna ristrutturò la vecchia casa di famiglia dove poi si è rifugiato in solitudine ed immerso nella natura.

Quando arrivai lo salutai distrattamente. Non lo feci per cattiveria. Il nonno era l’unico adulto di famiglia che rispettavo perché incredibilmente nonostante l’età riusciva a capirmi o almeno si sforzava. Credo che la sua sia stata la saggezza di un uomo semplice e pratico non corrotto dalla cultura complicata e inconcludente delle discussioni intellettuali sul sesso degli angeli.

Il nonno quando restaurò la casa divise una stanza e l’arredò solo per me. In tanti anni non aveva mai cambiato il mobilio e quindi si presentava con sopramobili e arredo del colore dei manga giapponesi, più adatta ad una bambina di dieci anni. Ma non mi importava un fico secco, pur di stare lontano da quei bacchettoni dei miei genitori poteva servire la causa anche un tugurio.

Il nonno e papà discussero per parecchie ore. Notai che il nonno agitava le mani e lo guardava con espressione arrabbiata. Papà appariva in difficoltà. Sicuramente, come sempre, il nonno aveva preso le mie difese.

Quando vidi l’auto di papà lasciare la fattoria, senza neanche un cenno di saluto, raggiunsi il nonno.

Lo abbracciai forte, gli volevo un sacco di bene e qualche volta mi commuovevo a pensarlo da solo in quella sperduta landa.

Ma col passare dei giorni mi accorsi che non era un anima solitaria e fuggiasca come l’avevo immaginato.

“Tiziana! L’hai fatta grossa stavolta! Non metto in discussione la fuga! Perché con due genitori come i tuoi pure i santi avrebbero perso la pazienza! Ma rischiare la salute con quella robaccia! Perché lo fai?
“Lo so! Ho esagerato! Non so cosa ho! Mi sento insoddisfatta! Sento che mi manca qualcosa! Non riesco a trovare un senso a questa vita! o a qualcosa che mi entusiasmi!
“E’ il male dei giovani di oggi! Viviamo in una società di merda che vi ha tolto persino sogni! E tu però cerca di studiare! Non ti mettere nei guai! E poi, il sesso! Con tutti i pericoli che ci sono oggi! Dovresti fare molta attenzione! Sei una bella ragazza! Non svalutarti per chi forse non ti merita!

Il nonno era così, schietto e l’unico che mi coinvolgeva in discorsi anche di sesso.

“Per me è qualcosa che mi fa sentire viva e libera! Sono i pochi momenti in cui mi sento bene!
“Ma benedetta figliola! Ci vuole moderazione in tutto! Soprattutto nel sesso! Lo sai che è come il miele? Quando ne abusi ti fa venire il vomito!
“ahahahahah mi fai ridere!
“perché?
“Pensavo all’accoppiamento tra il miele e il sesso! Ci vuole una bella fantasia! Ahahah
“ahahha ho capito! Volevo dire che il troppo storpia!
“ahah quando non piace!
“Tiziana per cortesia! Mi hai fatto perdere il filo del discorso!
“Ma nonno! Sei stato proprio tu a dirmi che nelle vita le cose piacevoli bisogna farle con entusiasmo ed impegno! Senza rinunciarci!
“si! va bene! Ma non parlavo di quello! Mi riferivo ad altro! Lo studio per esempio! Al lavoro!
“Non vado male a scuola! Anche se sono la più grande rompiscatole della classe!
“Da questo punto di vista hai preso da me! Sapessi a quanti ho fatto girare la pelle sul lavoro hahahah
“ahahahah nonno! Sono contente di stare un po con te!
“Tiziana ti prego! Approfitta di questo momento per riflettere sulle cose importanti della vita! Sei una bella ragazza e mi sembra un delitto cedere il proprio corpo per un atto che consideri sbrigativamente come espressione di libertà! secondo me è un atto importantissimo perché lo ritengo il più alto momento di comunicazione empatico tra due persone che si desiderano, ma anche che si amano! E tu lo pratichi senza alcuna precauzione sia materiale che affettiva!
“Nonno! Non sono pronta per i rapporti seri! Ma non voglio privarmi di qualcosa che ritengo utile alla mia crescita!
“Tiziana! Sei una ragazzina intelligente! Ma secondo me un po’ confusa! Il tuo corpo e la tua personalità non sono divise ma compongono una unità di spirito e di carne! Se avvilisci una offendi l’altra! Certo non devi privarti di qualcosa che ti dia piacere! Ma essendo un atto che coinvolge una parte di quella unità che è la tua personalità, dovresti secondo me concederti solo a chi ti dia emozioni e sentimenti! Che secondo me sono molto più appaganti rispetto ai semplici piaceri carnali fugaci! Lo dico a ragione veduta perché con tua nonna ho vissuto una intera vita in perfetto equilibrio spirituale e carnale.
“E’ bello ciò che dici! Ma sono confusa nonno! Vorrei essere così! Ma poi ci casco sempre e mi rendo conto che è il mio modo di essere! La mia personalità che si afferma anche di fronte agli altri!
“Sei ancora una bambina! Devi imparare a non tener conto del giudizio degli altri! Il danno lo fai a te stessa! Ora basta con sti discorsi! Sei affamata! Ho preparato uno stufato e qualche dolce che so che apprezzerai!
“oh nonno! Grazie! Ti voglio tanto bene!

Lo abbracciai stringendolo con tutta la mia forza, perché lo sentivo molto vicino a me e sapevo che mi voleva un bene della madonna.

Col passare dei giorni i lavori di campagna e le lunghe passeggiate nei boschi mi dettero una certa serenità ma in me cresceva un disagio che mi faceva sentire in imbarazzo: Mi mancava il cazzo.

Nonostante i bei discorsi che aveva fatto il nonno e la mia volontà di seguire i suoi consigli, in me si agitavano fantasmi erotici incontrollabili che non mi davano tregua e non mi lasciavano dormire la notte.
A volte per lenire il desiderio carnale che saturava ogni cellula del mio cervello mi impegnavo in estenuanti ditalini e masturbazioni che non riuscivano mai a soddisfarmi completamente.
Arrivai persino a utilizzare strumenti a forma fallica, come il manico della spazzola e la sfera di ottone della spalliera del letto, per provare la sensazione di sentirli dentro me come un cazzo. Però mi rendevo conto che la voglia di un cazzo vero, duro e pulsante era il fantasma erotico che turbava maggiormente il sonno e i miei pensieri.

Una volta capitò di assistere alla copulazione della cagnetta del nonno con un cane randagio che si era presentato alla fattoria attratto dagli odori secreti dalla cagnetta in calore.
Vedere il suo cazzo ficcato nelle fica della cagnetta e incastrati uno nell’altro mi fece sballare la testa fino a desiderare di essere al posto della cagnetta. Disperata e con i sensi infiammati corsi in camera a masturbarmi come una pazza bramando persino il cazzo di quel randagio bastardo.

La mia era una vera e propria crisi di astinenza di sesso. Stavo diventando matta. Forse i miei compagni di scuola avevano ragione a dire di me che fossi una ninfomane.

I cetrioli si rivelarono un ottimo surrogato del cazzo. Erano grossi e la superficie presentavano dei piccoli rialzi che servivano al caso mio. Ma poi mi rendevo conto che erano solo oggetti inanimati. Il cazzo vero restava sempre al centro delle mie riflessione e desiderio di sesso. Soprattutto mi mancava un uomo che mi scopasse in modo estenuante e in quelle lande deserte non ce ne erano neanche a pagarli. Erano tutti vecchi contadini bifolchi ed i giovani erano scappati in città.

Dovevo resistere fino all’apertura della scuola.
Nell’attesa trovai anche il modo di moderare quei bollori dello spirito e per combattere i pruriti della fantasia e anche della fica; andavo ad immergermi in un laghetto non distante da casa. L’acqua era fredda e per alcuni minuti abbassava la temperatura del mio corpo accalorato dal desiderio.

Una terapia che iniziai a praticare tutti i giorni e per molte ore.

Una volta capitò di trovare il posto segreto occupato da una famiglia di villeggianti. Che rottura di palle pensai.
Così feci marcia indietro e tornai a casa.

Fino a quel giorno non mi ero reso conto che il nonno avesse considerato come un abitudine il fatto che andassi tutti i giorni al laghetto, quindi non si sarebbe mai aspettato un mio ritorno improvviso.


Capitolo terzo (scritto da guzzon59): La vita segreta del nonno.

Trovare la mia spiaggia privata occupata la considerai una seccatura tuttavia si rivelò anche l’occasione che mi fece scoprire i retroscena inquietanti della personalità del nonno che lui, furbamente, mi aveva celato dietro un apparente maschera di integerrimo vedovo nostalgico della defunta moglie.
Sorrisi quando pensai che mi ero commossa ad ascoltare la sua meravigliosa storia di amore, l’empatia, la fedeltà e tutte quelle cazzate sul rispetto del proprio corpo. Altro che sentimenti e affetto spirituale appaganti! A lui piaceva qualcosa di molto carnale: la figa.

Lo so siete curiosi di sapere che cosa ho scoperto. Andiamo per gradi.

Arrivai a casa incazzata perché non avevo fatto il bagno. Davanti all’ingresso scorsi il motorino del postino, fermo sul cavalletto. Dovrei dire la postina visto che era una giovane ragazza di circa venti cinque anni.

L’avevo vista alcune volte, ragazza dai capelli lunghi e rossi. Non era brutta anzi in quelle lande sperdute faceva anche la sua bella figura.

Quando girai la maniglia trovai la porta d’ingresso chiusa a chiave. Mi sembrava strano a quella ora. Il nonno anche se si allontanava non aveva l’abitudine di chiudere la porta. Quella situazione mi aveva insospettito. Mi domandavo dove fosse andato e cosa strana dove era finita la postina?

Feci il giro della casa per dare un occhiata attorno e fui fortunata perché la porta finestra della cucina era aperta. Entrai ma mi bloccai subito appena sentì la voce alterata del nonno che incitava qualcuno a succhiargli il cazzo.

“Lo sai che sei meglio di tua madre! E pensare che solo un anno fa era lei a venire qui a portare la posta e a prendersi cura del mio cazzo! Ahaha porca miseria ti ha insegnato bene a fare i pompini! Mmmm si mmmmm così mmmm cazzo mmmm

Mi sporsi lentamente e vidi la postina nuda inginocchiata davanti al nonno impegnata a praticagli un pompino coi cazzi! O direi al suo cazzo! E che cazzo!

La prima impressione fu di sorpresa, perché mai e poi mai avrei immaginato il nonno da un punto di vista che per me era assolutamente impensabile.

Il nonno continuava a parlare.

“Quando ti sei presentata il primo giorno al posto di tua madre credevo che la cuccagna fosse finita! Ma poi col tempo ho capito che eri della sua stessa indole: puttana! Una giovanissima troia a cui piaceva il cazzo! Mmmm

La ragazza si stava trastullando con il coglioni ed il cazzo del nonno. Poi si ferma, alza la testa e rivolta al nonno:

“Lo sai che da bambina facevo finta di giocare ma ascoltavo il pettegolezzo delle donne del paese? tutte parlavano di te! Che eri un animale con un grosso cazzo! Le hai castigate tutte o quasi!
“ahahahahh non dimenticare che sono nato e cresciuto qui! Quindi!
“Alcune dicevano che ti piacevano le donne con la figa pelosa! Crescendo ho capito perché in questi cinque anni la mamma curava la sua folta selva e perché veniva spesso qui!
“ahahahha tu sei pazza! Ahah mi viene in mente il giorno in cui ti sei alzata la
gonna e tu, con quella faccina da ragazzetta timida, mi hai chiesto se ti piaceva la tua figa vintage! Porca puttana se mi piaceva! Ed era pelosa e corposa come quella di tua madre! Appena l'ho vista mi hai fatto venire in mente quella delle attrici dei film porno che ho visto in gioventù durante il servizio militare! Il pelo mi ha sempre affascinato!
“ahahahah lo sai che quando ho iniziato a scopare con il mio ragazzo, che adesso è mio marito, spesso pensavo alla mamma e alle donne del paese e a te! Mi piaceva tenere la fica pelosa e a lui non piaceva ma dentro di me pensavo a chi l’avrebbe apprezzata! Così quando mi hanno assunta come postina il primo pensiero fu proprio per te e a come avrei potuto prendere il posto della mamma! E so che ogni tanto viene ancora qui!
“Ma lei lo sa che cosa fai quando mi porti la posta?
“Certo che lo sa! Visto che l’ho sostituita! ahahah E poi a te! Confessati! Non ti dispiace fottere la madre e la figlia hahahah
“ahahah certo che no! Hahah

Quei discorsi mi stavano facendo impazzire. Rivelavano una personalità del nonno inedita. Ma non era finito lì! Perché c’era un risvolto che mi riguardava.

“Vorrei dirti una caso!
“Che cosa?
“Ecco! Quando ho visto arrivare tua nipote ho pensato che per un po non ci saremmo più incontrati! E poi ti confesso che ho pensato a qualcosa di peccaminoso!
“Che cosa?
“Tu sei un malato di figa! Con una ragazza bella come tua nipote che ti gira per casa non ti viene le fantasia di trombarla?
“Ma che idee ti vengono in testa? Sei matta! E’ incesto! Quella è mia nipote? Non ci penso nemmeno! Neanche per l’anticamera del cervello!
“Si! Si! Ti conosco! Appena cominci a notarla nel modo che penso io! secondo me cambi idea! E poi anche lei deve avere una bella figa pelosa! Come piace a te! Ahahahah
“A parte il fatto che l’ho già vista nuda! E non ha la figa pelosa come la tua!

Pensai: “Porca puttana! quel mandrillone mi spia!

Continuò nelle sue farneticazioni erotiche circa l’estetica della figa:

“I giovani di oggi si depilano! Non mi piacciono le fighe senza peli! Mi sembrano quelle delle bambole di gomma! Che cazzo! una donna è sensuale se ha una bella fica pelosa! Madre natura l’ha forgiata così perché stimola i sensi dei maschi e quando la vedi ti viene una grande voglia di chiavarla e anche di immergerci la faccia e impregnarsi dei fluidi secreti dalla fica! Mmmm non mi ci fare pensare!
“ahahah hai visto! Sei un porco! Scommetto che se tua nipote avesse una bella fica pelosa te la tromberesti! Mmmm porco! Ahahah
“Lasciamo perdere questi discorsi! Dai fammela leccare che mi hai fatto venire una voglia!
“ahahahhaha porco stai pensando a me o a tua nipote? Hahahahah

Il nonno la spinse sul divano e si inginocchiò tra le sue cosce aperte. Poi iniziò a massaggiare la fica strapelosa separando le lebbra interne. Quando vide la carne viva si butto con la lingua in quella pelliccia untuosa suscitando il lamenti della giovane postina.

“mmmmmmmm mmmmm si si mmmmmm

Il discorso del nonno mi aveva messo il fuoco nel sangue. Il mio corpo bruciava voglioso di sensazioni simili a quelli che stava provando quella ragazza. Cominciai a masturbarmi con forza strofinando le labbra della fica.

Ero eccitata a vedere il nonno che leccava la fica di quella ragazza e la sua testa bianca agitarsi in mezzo a quelle cosce chiare mi faceva impazzire.
L’apoteosi la raggiunsi quando vidi il suo grosso cazzo, duro e palpitante campeggiare davanti allo sguardo abbagliato della postina e poi puntare dritto contro la fica pelosa della ragazza e sparire dentro.

“Aaaaaaaaaaaa mmmmmmmm dai montami…. Mmmmmm
“cazzo che fica calda che hai! Impazzisco quando vedo il cazzo perdersi tra i peli della tua fica! Non sono maniaco ma amo il pelo! Davanti ad una fica capellona come la tua perdo il controllo! Mmm
“mmmmm fottimi… si cosi mmm più forte mmmmm cazzo mmmmmm sei meraviglioso! Il tuo cazzo è meraviglioso! Mmmmm

Il nonno l’aveva placcata sul divano e la stava chiavando con grande slancio. Tutto mi sembrava incredibile. Il nonno nudo, canuto, che si era trasformato in un ariete folle. E da come batteva si capiva che imprimeva grande forza spingendo il suo cazzo in profondità. Gli effetti di quello impeto causavano le urla di gioia della giovane ragazza. Un canto acuto.

“Aaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmmmm dio godo mmmmm dio godoooooo mmmmmmm

Più la postina gridava e più forza il nonno imprimeva al corpo. Il suo cazzo spariva nella fica pelosa, ridotta ad un ricettacolo oscenamente slabbrato, fino all’elsa.
Ogni volta che cambiavano posizione la ragazza lo spompinava a dovere per tenere in tiro quel cazzo magnifico. Che mi affascinava sempre di più.

In quei giorni di astinenza forzata avevo usato surrogati fallici che di fronte al cazzo del nonno apparivano ridicoli. Mi sentì stupida al pensiero che in quei giorni avessi agognato un cazzo vero, senza sapere che accanto a me ci fosse quel meraviglioso palo che avrebbe soddisfatto ampiamente le mie aspettative sessuali. Quel bastardo mi aveva preso per il culo con i suoi discorseti da nonno saggio; mentre lui si godeva la vita alla grande io mi ero ridotta a deprimenti ditalini. Ma le cose sarebbero cambiate. Quel cazzo doveva essere mio a qualunque costo.

Era questo che pensavo mentre mi trastullavo la fica e guardavo sconvolta dalla brama le evoluzioni di quel grosso cazzo mosso dal nonno.

Le posizioni si alternavano:

Alla pecorina….. mmmmm dio quando avrei voluto essere al posto di quella troia!

A smorza candela… io avrei fatto di meglio di quella sfigata mmmm molto di meglio!

Alla missionaria… dio quando sarebbe stato bello farsi sbattere da quel cazzo supremo e fissare negli occhi il nonno!

Alla fine di quella maratone di sesso la stronza ha preteso che il cazzo del nonno si liberasse del carico di sperma sul suo viso e sulle tette.

Turbata alla radice dei sensi mi allontanai veloce per evitare un incontro spiacevole.

Avevo comunque deciso: Da quel giorno basta con il rasoio! volevo che il pelo della mia fica diventasse fitto e ribelle. Non so che cosa avessi in mente e cosa escogitassi, ma una cosa l’avevo fissa in testa ed era il desiderio di quel meraviglioso cazzo e di farla finita nell’uso dei cetrioli.

I giorni passavano ed il pelo pubico cominciava a riprendersi il suo spazio naturale. Mi guardavo alla specchio e finalmente alla base del mio ventre iniziò ad intravedersi un incipiente fica pelosa. Speravo che piacesse al nonno.

Alla fine il pelo copriva copioso il monte di venere e parte della labbra. Mi sorpresi a vedere che la mia fica pelosa era gradevole a vedersi. Il nonno non era un maniaco ma un vero maschio virile che apprezzava le cose naturali! La mia fica mi piaceva e sarebbe piaciuta anche a lui! Ricordava le fiche pelose dei film vintage, quelli preferiti dal nonno. Ora dovevo trovare il modo di fargliela vedere e desiderare.

Altri incontri con la postina seguirono dopo quello. Ormai il cazzo del nonno era quanto di meglio potessi bramare. Lo desideravo come l’aria che respiravo. Avevo ripreso a ficcarmi in figa qualsiasi cosa di forma fallica per lenire il prurito che mi assaliva quando pensavo al quel cazzo borioso. Dio mio mi sembrava di impazzire. Alcune notte mi era venuta persino la voglia di ficcarmi nel suo letto e violentarlo. Ma volevo che fosse lui a farlo. Perché mi piaceva come trattava le donne: da grandi zoccole.

Il piano ebbe inizio:

Presi l’abitudine di fare la doccia e vestirmi lasciando le porte spalancate. Sapevo che lui mi spiava, perché lo aveva rivelato alla sua puttana. Nell’ultimo incontro le aveva finalmente confessato che mi aveva sorpresa in bagno e che con sorpresa mi aveva visto una folta peluria spiccare tra le cosce. La ragazza lo incalzò subito e lui, dovette ammettere che quel cespuglio lo attirava come la calamita.

Ero contenta di sentire quelle parole, perché voleva dire che il nonno si stava interessando a me. La trappola che gli stavo preparato stava per attirarlo nella rete delle mie brame.

La sera presi l’abitudine di guardare con lui la TV, in quelle circostanze
allargavo le cosce per mostrargli l’incavo vaginale coperto dalla selva oscura. Certe volte quando mi sedevo a tavola tenevo le gambe larghe per offrigli il sublime panorama del mio scoscio straripante di peli. Gli effetti potevo constatarli quando lo sentivo parlare con la sua puttana.

Finalmente confessò che lo avevo turbato a tal punto che per calmare l’eccitazione più volte ha dovuto correre fuori nel bosco a spararsi le seghe altrimenti avrebbe ceduto alla tentazione di entrare e fottermi sul divano.
Lei ironicamente lo incalzava invitandolo ad approfittare perché da buona puttana aveva intuito che lo stavo provocando. Lui le risposte che aveva avuto la stessa sensazione ma che non se la sentiva di azzardare un gesto forse sbagliato, perché aveva paura di una eventuale reazione contraria che lo avrebbe messo in imbarazzo. Poi tagliò corto brontolando che era il nonno e non se la sentiva di approfittare di sua nipote come una qualsiasi puttana.

Sorrisi perché presi coscienza che il grosso pesce aveva abboccato all’amo. Dopo quello che avevo sentito decisi che era arrivato il momento di agire d’iniziativa con atti più espliciti; il pollo ormai era cotto a dovere.

Il nonno conosceva la mia inclinazione libertine e sapeva che ero spregiudicata e incline al sesso facile. Quindi non dovevo fare altro che provocarlo apertamente sul quel campo e lasciare che i suoi istinti animaleschi si scatenassero devastando il mio praticello. Lo avevo in pugno.

Una sera.

“Nonno!

Ero nel bagno.

“Cosa c’è!
“Potresti venire un momento ho bisogno di te!
“Ma tesoro! Non mi sembra il momento adatto!
“presto! vieni qui!

Entrò nel bagno.

“Cosa c’è?
“Guardami!

Sul suo viso comparve un espressione indescrivibile ma non era sorpreso.

continua qui: http://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.it/2014/12/vintage-il-fascino-del-pelo.html

(c'è anche un altro racconto inedito.)

Così va la vita!
Guzzon59

(ho inseriti i capitolo perché mi sono accorto che molti pubblicano le mie opere facendole passare per loro, spero che copiandoli di sana pianta e incollandoli tout court si sputtanino da soli!)
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