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Mia cognata... una fantastica plumper...


di ClaudioGusson
06.06.2013    |    52.059    |    2 9.5
"Il volume a collina della stoffa faceva immaginare una vagina grassa e corpulenta..."
Mio fratello Alberto è sposato con Loredana da cinque anni. Anche lui, come tanti idioti, si è fatto abbindolare dalla bellezza anoressica, ridondante in ogni dove, della televisione e della rete.
Sicuramente, quando si è sposato, di sua moglie non conosceva nulla, nemmeno il suo colore preferito. Forse la misura delle sue tette, credo una quinta abbondante.

Coloro che vogliono leggere l'intera storia potranno andare qui:
http://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.it/2013/05/mia-cognata-una-fantastica-cicciona.html


Loredana, arrivata al quinto anno di matrimonio, forse appagata dalla vita, che gli aveva dato un marito e fatto partorire un erede, si era lasciata andare, trascurando il proprio aspetto fisico.
Il peso del suo corpo era raddoppiato, soprattutto nel giro vita. Insomma è diventata una cicciona.
Mio fratello Alberto è sempre stato un patito della ragazza magra e figa. Quando Loredana ha iniziato a prendere qualche chilo di troppo, il furbastro, invece di cercare di capire che tipo di problema affliggesse sua moglie, ha iniziato a trascurarla cercando ristoro tra le cosce di ragazze più consone ai suoi gusti estetici. Si sa che in giro troie disponibili al dialogo ce ne sono quante ne vuoi, più numerose delle mosche.

Loredana, trascurata dal marito, si è lasciata andare ancora di più, facendosi trascinare in un vortice di depressione senza soluzione, se no quello di rifugiarsi nel cibo.

In famiglia, ero l’unico che aveva capito che mia cognata stava vivendo un disagio psicologico dovuto al fatto che suo marito la trascurava e lei, forse aveva intuito anche che tradiva.
In genere l’aspetto trasandato di una donna è la manifestazione palese di una mancanza di attenzioni da parte del partner o degli amici.

Questo aspetto è importante per capire come si sono svolti i fatti.

Un pomeriggio, mentre ero intento a smanettare negli ingranaggi del motore della mia piccola mini, suona il cellulare.

“Pronto?
“Ciao Claudio! Sono Lory!
“Ciao!
“Scusa se ti disturbo!
“Tranquilla!
“Ho un grosso problema!
“Dimmi!
“si è rotto il rubinetto della cucina e se non fermo l’acqua rischio di allagare i vicini che stanno sotto! Claudio! Aiutami! Sono disperata, non so cosa fare!
“Hai chiamato l’idraulico!
“Di sabato pomeriggio? Quelli sono signori!
“Alberto? Non è lì?
“No! Mi ha detto che doveva accompagnare un amico! Credo che sia andato a Udine!
“A Udine? Ma che cazz… OK, arrivo subito!

Pensavo: “Quell’incosciente! So io dove cazzo è andato! Imbecille! Lasciare a casa da sola una donna fragile come Loredana, con un bambino di due anni!

Dieci minuti dopo ero a casa di mia cognata.

“Dio mio guarda quanta acqua!
“Calmati! Dove è la cassetta degli attrezzi?
“E’ nel ripostiglio! Vado a cercarla!
“No! Ci vado io! Adesso calmati! Stai seduta!
“Va bene!

Per fortuna, non era nulla di grave. Si era allentato un giunto. Mi è bastato serrarlo e il flusso dell’acqua si è interrotto. Ero bagnato fradicio.
Con Loredana abbiamo asciugato il pavimento della cucina.

Loredana indossava una gonna nera e una maglietta rossa. Ogni tanto quando raccoglieva l’acqua con lo straccio, si inginocchiava assumendo la posizione di una superba pecorina. In quei momenti si muoveva senza badare a me. Ogni tanto si piegava talmente in basso con il busto che le cosce si scoprivano tutte mostrando un culo grosso e rotondo. La pelle era bianca e tirata.
Ho sempre avuto un debole per le ragazze ciccione. Perché, mi piaceva pensare che tanta abbondanza di carne mi avrebbe dato maggiori sensazioni. Dentro di me dicevo che erano donne di peso, perché riempivano un letto e le immaginavo come donne da monta.
Cercavo di distrarmi asciugando con il mio straccio, era inutile, quella dannata visione era come la calamita, non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo culo.

Inoltre la sentivo in affanno. Mi faceva venire i brividi perché, mentre strofinava lo straccio respirava forte, come se stesse gemendo. Pensavo al coito. In quei momenti era di una sensualità straordinaria. Poi si alzava con movenze sinuose per andare a strizzarlo nel secchio. Inoltre quando era di fronte a me non potevo fare a meno di dare una sbirciatina al petto. Cristo, non portava il reggiseno, quindi, quando agitava il mocio per terra, si muovevano anche le grosse tette. Era uno spettacolo grandioso vedere quei due provoloni pendenti, oscillare avanti a indietro.

Ad un certo punto si siede sul pavimento della cucina. Con le cosce aperte rivolte verso di me.
Il sangue cominciò a bollirmi nelle vene. Le mutande nere si perdevano tra i glutei paffuti e grossi. La fica era racchiusa in uno spazio ampio. Il volume a collina della stoffa faceva immaginare una vagina grassa e corpulenta.

Non stavo più nella pelle. Il cazzo si era ingrossato e pulsava al ritmo impazzito del mio cuore agitato dall’emozione.

“Magari tuo fratello mi guardasse così! come fai tu ora!
“Scusami! Io non volevo…
“No! Mi piace essere guardata! Non succedeva da anni che un uomo mi fissasse in questo modo!

Dopo fece un gesto che mi lasciò di sasso. Si tolse la maglietta. Le sue grosse tette spuntavano dal petto enorme e bianche. Il respiro si bloccò nella gola e dovetti deglutire per riprendermi dallo shock.
Erano due candide montagne.

“Mi farebbe piacere se mi toccassi!
“Ma, io…
“Lo so che ti piacciono! Non hai fatto altro che guardarle!

Lory, gattonando in ginocchio si avvicinò. Stavo ancora piegato con lo straccio in mano. Non sapevo cosa fare. L’audacia di Loredana mi aveva spiazzato.
Faceva tutto lei. Incalzando nella provocante iniziativa:

Mi prese una mano e l'adagiò su un seno. I suoi occhi verdi mi fissavano in un modo così intenso che mi venne la pelle d’oca.

“Ti piaccio come donna?
“Si!

Sorrise. Sovrappose la sua mano sulla mia e la schiacciò contro il seno. Poi prese a massaggiare.
Aveva una pelle morbida e fresca a causa del sudore. L’umidità rendeva la cute liscia.
Inizialmente era lei a muovere la mia mano, poi preso coraggio ho continuato da solo.

La sua bocca era quasi attaccata alla mia. Fu lei ad avvicinarsi per primo.
Così le labbra si fusero e le lingue iniziarono a danzare. Le sue erano morbide e dolci. Mollai lo straccio e cominciai a far scorrere le mani sul suo possente corpo, poi giù, sul culone e sulle grandi cosce. Quindi, mentre continuavamo a baciarci, azzardai a toccargli la corpulenta fica.
Era calda come la fucina di una fornace. Le cosce erano accaldate dai movimenti che aveva fatto, quando stava asciugando il pavimento, quindi erano tiepide e lisce.
Mi venne naturale pressare il cazzo contro quel caldo scoscio.

“Sapevo che eri in queste condizioni! Ahahah
“per forza! Non hai fatto altro che mettermi davanti agli occhi, tutto sto ben di dio o hhah
“quanto mi piace sapere che ti piaccio mmmm non sai quanto sono felice eee
“Lo so! Lo so!

Oramai il dado era stato tratto. Il gioco era andato avanti e non c’era più possibilità di interromperlo.

Dopo averci scambiato carezze e baci, ci spogliammo frenetici. La sentivo eccitata e vogliosa di far sesso, mentre il suo corpo fremeva tutto.
Sembrava un sogno, avere tra le braccia la donna che poco prima mi aveva provocato e sconvolto i sensi con le sue ciclopiche grazie. Così possente e grande fisicamente rispetto a me.
Mi piaceva stringere un corpo tanto voluminoso. Qualsiasi cosa toccassi, era bellissimo, morbidissimo e sensuale.

Loredana, intanto, con naturalezza si era inginocchiata impossessandosi del mio cazzo.
Lo menava e lo succhiava divinamente.
I movimenti erano delicati e la sua bocca ingorda ingollava il nerbo in tutta la sua lunghezza.
Dall’alto, era uno spettacolo fantastico ammirare le sue enormi tette, che catturavano il mio cazzo stimolandolo come due rulli dell’autolavaggio.
Bella e candida, la mia cognatina; si stava rivelando un portento. Sapeva manovrare la verga con maestria, stimolandola attentamente in ogni particolare, soprattutto lungo le linee della cappella, e, dulcis in fundo, dedicando una lunga leccata ai coglioni che mi faceva venire i brividi alla schiena.

Quando mi sdraiai sul pavimento, Loredana mi venne sopra e ci unimmo subito in un sublime sessantanove. Era un vero e proprio tornando. Devastante per i miei sensi.
Il mio viso era scomparso, totalmente inghiottito dai suoi glutei. Era fantastico accarezzare un culo così grosso, come un enorme mappamondo. Piacevole al tatto. Tutto mi eccitava: Le natiche paffute, le sue tette e anche i suoi fianchi larghi.
Era un gran pezzo di donna che mi sovrastava completamente.

Il mio cazzo continuò ad essere un trastullo tra le sue mani e le sue tette. Lo masturbava piacevolmente con quei due grossi cocomeri strizzandolo come uno straccio.
La sua bocca golosa, di tanto in tanto, lo ghermiva succhiandolo fino alla base.
Era piacevole sentire il calore delle sue tette e della sua bocca, nonché le mani, mentre tastavano con delicatezza i coglioni e spostavano la pelle tirata del cazzo su e giu.
Mi stimolava con soavità, senza tregua.

Io non ero da meno. La mia lingua raspava tra le fenditure della sua grassa fica. Le lebbra erano paffute e chiuse e quelle interne invisibili. Il clitoride appena percettibile.

La nicchia vaginale, era un vero e proprio angolo di delizie. Gonfia e morbida come la gommapiuma.

“mmmmmmmmm si! mi piace eeee mmmmmm è da tanto che non sentivo un piacere simile mmmmmm

Pensai: “quel coglione di mio fratello non deve averla molto considerata negli ultimi tempi. Loredana, con il suo impeto, stava dimostrando di avere una gran fame di cazzo, e anche arretrata! Mi veniva da pensare, che il guasto del rubinetto fosse stato una scusa! Per attirarmi nella sua trappola di mantide religiosa! Forse si era resa conto delle mie attenzioni libidinose e notato che quando la guardavo la scopavo con gli occhi! Una vera furbacchiona! E poi, detto tra me! A quel cornuto di mio fratello gli stava bene!

“ho voglia di prenderlo dentro di me!
“anche io ho voglia di chiavarti!

Continua.... sul divano.....
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Guzzon59
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