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incesto

arresti domiciliari


di ALFE2015
23.03.2017    |    9.087    |    5 9.7
"Probabilmente se fossi stato lucido sarei scappato fuori molto velocemente, ma non lo ero, anzi..."
erano passati tre anni dei quattro di domiciliari che il giudice mi aveva assegnato. Il mio corpo aveva subito diversi cambiamenti. I primi mesi erano stati di trasando, non mi curavo di nulla tanto meno del mio aspetto fisico. Mangiavo e dormivo, passavo il più della giornata nel mio letto. Poi la fase della ribalta, iper attività, flessioni, addominali, controllo dell'alimentazione. Dormivo poco e passavo il resto della giornata ad allenarmi in quelle piccole 4 mura domestiche. Vivevo con mia madre, condannata anche lei a prendersi cura di un figlio che non s'era preso cura di se stesso. Non avevamo mai avuto un rapporto idiliaco, l'avevo sempre incolpata di aver riprovato a ricrearsi (in vano) una famiglia dopo la morte prematura di papà. Appena potevo, fin da piccolo, me ne andavo da casa e stavo qua e la da qualche amico, compagna o parente. Diciamo che la vita a trastullarmi da un posto e l'altro, una casa e l'altra aveva partecipato in maniera attiva a coinvolgermi in affari poco limpidi.
fatto sta che anni dopo mi ritrovo costretto nelle 4 mura dove da sempre sono scappato, con una madre che tutto era stata fuorché madre. Attraversavo la fase della meditazione, ordinavo libri zen e sulle varie filosofie orientali, credevo che il tempo sarebbe trascorso più velocemente se preso in una certa maniera. Nei tre anni che mi antecedevano, ovviamente non avevo avuto contatti con nessuna persona esterna fatta eccezione degli agenti di guardia e l'avvocato che ogni tanto passavano da casa mia. la cosa che forze mi turbava di più era essere impossibilitato totalmente di avere rapporti sessuali, carnali e quel che ne concerne. Gli unici attimi di intimità sessuale si limitavano a veloci e sempre più rade masturbazioni sotto le coperte quando capitava di trovarmi solo. Abitavamo in una casa di poco meno di 50 metri quadrati, ai confini della città, una camera, cucina abitabile, saloncino e bagno. Non avevamo Internet ne telefono, l'unica fonte di ispirazione per i miei momenti intimi era l' immaginazione. In camera c'erano due lettini singoli, cambiati sostituti per l'occasione al vecchio matrimoniale che usavano i miei quando ancora vivevamo tutti insieme. Ricordo che da piccolo dormivo sul piccolo divano nel piccolo soggiorno, poi crescendo avevo dovuto desistere, sistemando una brandina vicino il letto dei miei. Ora la situazione era diversa, dormivamo in due lettini singoli, quasi adiacenti, la camera non era molto grande e serviva spazio per il grande armadio. Cosi le mie seghe dovevano incastrarsi nei sempre più rari momenti di solitudine, magari mentre mia madre fosse impegnata in alcune faccende oppure mentre si lavava ed io rimanevo sola nella camera dentro al mio letto. Capitava a volte che la notte mi svegliassi col forte desiderio e molto lentamente mi masturbavo nel buio sotto le coperte facendo attenzione a non farmi sorprendere. In realtà non mi imbarazzava se fossi stato scoperto, anzi, dopo tre lunghi anni di noia ed astinenza sarebbe stato una cosa nuova, diversa, ma comunque evitavo di farmi scoprire. Una mattina mi alzai con una eccitazione fuori dalla norma, sentivo una voglia dentro di me che sapevo che non potevo appagare. Mamma era in cucina che preparava la colazione, io nel mio letto sotto le coperte che nascondevano la mia erezione. Pensai che masturbarmi era l'unica soluzione logica per togliere quella voglia strana. Lo tirai fuori e pensando di avere un po più di tempo iniziai a segarmi lentamente. Mi guardavo intorno cercando di trovare un qualsiasi particolare che potesse ricordarmi vagamente l'aspetto femminile. Sul comò di mia madre c'era il reggiseno che la notte toglieva per dormire. Mi concentrai su quello ed iniziai a fantasticare nel tentativo di avere un orgasmo. Più mi masturbavo più in me si faceva strada l'idea che quel reggiseno poggiato su un comò non fosse di una donna qualsiasi ma di mia madre. L'idea non mi turbava affatto e questo mi incuriosiva e stuzzicava nello stesso tempo. Non avevo un forte legame nel tempo non avevo frequentato molto mia madre, anzi diciamo che per lo più l'avevo evitata. Mi masturbavo e più pensavo alla donna che stava nella stanza accanto e più mi eccitavo. Stavo quasi per raggiungere l'orgasmo quando sentii mia madre dirigersi in camera, mi fermai ed approfittai delle coperte che celavano il misfatto e continuai a stringere il mio cazzo in erezione. Entrò in camera salutandomi quasi scocciata, indossava un pigiama rosa di pile non particolarmente stretto. Non era certo una modella ma non era cosi da buttare, un seno abbastanza grande e qualche chiletto in più depositato però nei punti giusti. Per la prima volta mi concentrai sul seno che sapevo libero e che nel camminare vedevo muoversi. ero eccitato, molto, avrei quasi palesato la mia eccitazione, forse lo stato d'animo e la forzata astinenza che durava anni mi portava a pensieri poco lucidi. Ripresi a muovere lentamente la mano sotto le coperte, mentre lei cercava chissa chè dentro l'armadio. Era di spalle e gli fissavo il culo, coperti da quel pigiamone, l'unica parte che riuscivo a vedere erano i piedi nudi, visto che era scalza per casa come sempre. Pochi secondi, poi afferrò il reggiseno sul comò e se ne andò via chiudendosi in bagno. Neanche il tempo di venire pensai. Mollai il cazzo e mi diressi velocemente davanti il bagno per spiare cosa facesse. Completamente nuda davanti lo specchio mi appariva, si preparava per una doccia. Grandi seni con grandi capezzoli che si muovevano morbidi, culo pieno neanche cosi grande. Le gambe non erano brutte, sembravano lisce senza cellulite. Maniglie dell'amore e un filo di pancetta. Penavo peggio esclamai a voce bassa. Ripresi a masturbarmi mentre osservavo il primo corpo nudo dopo 3 lunghi anni. La mano correva velocemente lungo il cazzo, volevo venire perché sapevo che tra pochi istanti sarebbe entrata in doccia e sarebbe finito lo spettacolo. Purtroppo come prevedevo subito dopo entro nella vasca e chiuse la tenda dietro di se. Ero arrapato, con il cazzo che sembrava esplodere. Non sapevo cosa fare, non volevo farmi una sega in camera, non la solita sega pensai. Preso dall'eccitazione , feci un atto di follia, entrai nel bagno chiudendo la porta dietro di me. "sei tu Ale" mi chiese, Risposi di si e che dovevo usare un attimo il bagno. La cosa era nuova, non succedeva spesso che uno di noi invadesse la privacy dell'altro mentre era in bagno. Non parlava, cosi neanche io. Ero fuori di me, nudo col cazzo dritto nel bagno con mia madre, l'unica cosa che ci separava era una tenda per la doccia. Probabilmente se fossi stato lucido sarei scappato fuori molto velocemente, ma non lo ero, anzi.. ero affuscato dall'eccitazione e da una astinenza fin troppo retratta. tolsi velocemente il calzini e la maglia del pigiama. Rimasi completamente nudo, mentre dentro la vasca dietro la tenda c'era mia madre nel silenzio più assoluto interrotto solo dallo scrosciare dell'acqua che si muoveva sbattendo tra il suo corpo e i margini della vasca stessa. Agii senza pensare, ero fuori di me. Aprii la tenda e velocemente entrai nella vasca insieme a e lei. La sua faccia era quasi spaventata, imbarazzata. Ero nella vasca nudo insieme a lei, con una forte erezione, le gambe a contatto e l'acqua non cosi alta che celava poco e niente del mio sesso. non parlava, cosi io. Mi osservava attentamente. Osservava ogni cm del mio corpo, dagli occhi in giù. "avevo voglia di fare il bagno" dissi rompendo il silenzio "poi è qualcosa di nuovo, non succede mai nulla" aggiunsi. Non rispose, continuava a guardare immobile. Rispondevo ai suoi sguardi, mentre il contatto delle nostre gambe contribuiva alla mia forte erezione. avrei voluto scoparla, prenderla con forza e penetrarla, come se non fosse mia madre la donna che era nuda davanti a me. "Passami il sapone" disse interrompendo l'ammutinamento. Mi allungai dietro di me e presi il sapone, nel girarmi il mio sesso poggiò sulla sua gamba. sentii una sensazione forte di piacere. gli passai il sapone e lei ne prese un po e lo mise nell'acqua. "Puoi posarlo" aggiunse. Mi voltai di nuovo per posarlo e volutamente spinsi ancora una volta il mio cazzo sulla sua coscia. Sentii una resistenza questa volta. Capii in un secondo che c'era complicità. Presi un pò della schiuma che si era formata ed iniziai di mai sponte ad insaponarle una gamba. Non diceva nulla, mi guardava di nuovo in silenzio, ma mi faceva fare. Gli alzai la gamba e afferrai il piede, presi a massaggiarlo. La testa cadde in dietro e si poggiò al bordo della vasca. iniziai un massaggio al piede, il più sensuale che sapessi fare. la vedevo rilassarsi e la cosa mi piaceva. Presi anche l'altra gamba e la portai su di me, con lentezza presi a massaggiare entrambi i piedi che poggiavano sul mio petto. Sapevo che si sarebbe lasciata fare ogni cosa, quindi mi feci piu audace. iniziai a baciarli, poi a leccarli mentre i suoi occhi non smettevano di guardarmi. Li staccai dalla mia bocca e li portai sul mio cazzo che sembrava esplodere. Non fece obiezioni, anzi, lascio mordbide le gambe. Avvolsi i suoi piedi sul mio cazzo gonfio ed iniziai a segarmi. Il ritmo cresceva e più facevo forte più il suo corpo si scuoteva e vedevo i suoi seni morbidi ballare. Non resistetti, esplosi in un orgasmo potente, mentre il suo sguardo non si staccava per un secondo da me e da quello che facevo. Ero esausto, erano anni che non avevo avuto un orgasmo cosi. mi alzai velocemente, presi un asciugamano e tornai i camera. Confuso mi asciugai rapidamente e mi infilai sotto le coperte ancora nudo. Ero soddisfatto certo, ma non riuscivo a capire se fossi spaventato oppure tranquillo. Non sapevo come avrebbe reagito mia madre quando l'avrei rivista. Temevo mi avesse assecondato perché capiva che vivevo una situazione molto particolare, la realtà era che non si era opposto ma neanche partecipato. Mi aveva lasciato fare, soddisfare le mie voglie che sapeva da troppo tempo represse. Pensavo a tutto questo e mi imbarazzava. Sentii la porta del bagno aprirsi e capii che stesse dirigendosi da me per parlare de l'accaduto. Ero turbato, avrei evitato volentieri se avessi potuto. Entrò nella camera ancora in accappatoio, si sedette sul letto a fianco a me senza dire nulla. "non so cosa sia successo, scusa" dissi senza neanche guardarla. Lei non rispose, restò in silenzio a guardarmi. "se vuoi posso dormire sul divano da oggi in poi" Non finii la frase che la sua mano si fermò sulla mia bocca come a bloccarmi le labbra. Non aggiunse altro. Si alzò in piedi e lasciò cadere l'accappatoio. di nuovo nuda davanti a me, fissavo i grandi seni sopra la mia faccia. tra le gambe una linea di peluria che lambiva il suo sesso. il cazzo tornò rapidamente in erezione. Tolse le coperte e scoprì il mio corpo nudo ed il mio sesso in piena forma. puntava dritto verso di lei. In piedi davanti a me, allungò una mano e iniziò ad accarezzare il mio cazzo che si faceva sempre più grosso. Sempre muta, sembrava avesse perso la parola. Cerca di alzarmi, volevo prendere la situazione in pugno ma mi bloccò con la gamba che mi spinse sul petto. "stai fermo" aggiunse. Ero spiazzato ed eccitato. Mi salì a cavalcioni sulla faccia e spinse la sua figa sulla mia bocca. sapeva di pulito. Affondai la lingua dentro di lei, la muovevo con insistenza. sopra di me muoveva il corpo per assecondare il movimento della mia lingua. Pochi istanti, il tempo di estrarre la lingua e ripenetrarla con la stessa ripetutamente con veemenza ed uno orgasmo l'accolse facendo piegare su se stessa, su di me che ero sotto di lei. Non lasciai la presa, continuavo a leccare, ad assecondare il suo orgasmo. Il respiro andava calando, ma non la mia voglia e forse neanche la sua. sdraiata su di me, appogiava la faccia sul mio cazzo e...
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