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Love boat.


di Easytolove
25.01.2022    |    1.164    |    7 8.9
"“è una velista lei”? “diciamo che un tempo lo sono stata”..."
Per decidere di farmi coinvolgere in questa ,per me assurda vacanza con Alberta e la sua nuova compagna, devo essere ormai proprio disperata.
Tutto ha avuto inizio qualche tempo fa, quando insospettita dai continui viaggetti di Mia, ho iniziato ad indagare.
Prima di nascosto ho cercato di controllarle il cellulare, che ha protetto con ogni sorta di password, mentre prima se ne fregava bellamente.
A quel punto se, il motivo pensavo fosse da ricercare nel mio atteggiamento sempre più distaccato, per quello che riguarda la nostra vita sessuale, ho iniziato a sospettare qualcosa di più serio e grave.
Lo riconosco, da qualche mese non avevo più voglia di scopare, è iniziato tutto dopo quella nottata a capodanno, è come se la mia vagina fosse diventata un corpo estraneo, Mia all’inizio qualche volta c’ha provato, ma poi vedendo soltanto apatia e disagio ha desistito.
Ho subito pensato a quella Mariana, ho visto una sua fotografia, è molto bella, pure ricca, se si fosse innamorata potrebbe davvero lasciarmi per sempre, e questo non lo posso tollerare.
Dovevo fare qualcosa, insistere troppo avrebbe potuto scatenare qualche reazione pericolosa, così da una mia amica che lavora in una società di cyber security a cui curo la gestione finanziaria, mi sono fatta installare uno spyware allegato ad una mia foto, che le ho mandato in un messaggio what’s up, e senza che se ne accorgesse ho preso il controllo del suo cellulare.
La sera che ho scoperto che fa la escort, è stato traumatico.
La mia amica mi aveva mandato il file, e con la scusa che fosse partita proprio quella mattina per uno dei suoi viaggi, le ho inviato la foto, con la dedica,
”così mi ricordi in questi giorni in cui sei lontana”.
Proprio poco prima di cena, lo ha aperto, e la vibrazione del mio smart phone, mi ha comunicato, che avrei potuto spiarla inosservata.
Così ho scoperto quello che stava facendo, e che la famigerata Mariana, era si stata la molla che le aveva fatto scattare la voglia di intraprendere questa folle attività, ma che ormai dopo un paio di volte in cui le aveva procurato le prime clienti, si fosse organizzata in proprio.
Nella rubrica c’erano i contatti di almeno una decina di donne, con cui si vede regolarmente, molto spesso facendo combaciare gli incontri, con i periodi in cui anche io mi assento per lavoro.
Si fa pagare tutto, i viaggi, i pernottamenti negli alberghi, e poi in un file, ho trovati i nomi e le tariffe, e sono rimasta basita, non prende mai meno di duemila euro a prestazione.
La cosa che più mi ha sconvolta è stato un video, che una delle sue clienti le ha mandato, in cui si vede lei, nuda e legata sopra un letto, e poi una donna magra con un grosso strap on che le sale sopra, e la scopa con violenza, mentre lei si contorce e gode come una puttana.
Al suo ritorno, quando ci siamo sedute a tavola per cenare, le ho passato il cellulare, ho fatto partire il video incriminato e le ho detto,
“e questo cosa vorrebbe dire”?
Abbiamo litigato in modo furioso, ha cercato di rigirarla dicendo
“tu non mi scopi più e in qualche modo mi devo arrangiare”
Ma è esplosa quando le ho detto,
“quella ti ha dato duemila euro per scoparti, tu stai facendo la puttana”.
Da quella sera non dormiamo più nello stesso letto, si è trasferita in una stanza che avevamo predisposto per gli ospiti, ci incrociamo sempre più di rado, accetto qualunque richiesta di consulenza lavorativa che mi porti fuori casa anche per giorni, lei è sempre in giro, sa che le ho hackerato il telefono, ma se ne frega, ha ulteriormente ampliato il giro delle clienti, probabilmente gode nel farmelo sapere.
Ho rivisto Alberta, con la scusa del vivaio.
Dovevo proprio essere uno straccio, mi ha immediatamente presa da parte, chiedendomi cosa stesse succedendo,se non fossi per caso malata.
E’ venuta a cena la sera stessa, con la sua donna stanno iniziando una relazione vera, si sono separate dai mariti, stanno mettendo a posto un appartamento in un casolare, lei ormai è la vera padrona del vivaio, dipendono tutti dalle sue capacità imprenditoriali, hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
Le ho raccontato quello che si sta succedendo, ci siamo ubriacate, e siamo finite a letto, io per disperazione, lei perché nonostante tutto mi vuole bene, ha detto,
“quando verrà Lucrezia ad abitare con me non lo potremo mai più rifare,tu sei quella che mi ha fatto scoprire quello che in realtà sono, ti vorrò per sempre bene”.
Siamo rimaste per tutto il tempo abbracciate strette, avevo quasi dimenticato la sensazione di quelle grosse tette premute contro le mie, il calore esagerato della sua fica contro le mie cosce,sentirla pulsare dopo aver goduto.
L’unica nota stonata, la delusione che non ha saputo celare, dopo avermela leccata per mezz’ora, senza riuscire a farmi venire.
“Amore tranquilla, è solo un momento strano, vedrai che tornerai a godere più di prima, quando passerà”.
Ci siamo date appuntamento all’aereo porto, destinazione Miami, dove ci imbarcheremo per questa crociera nei Caraibi.
Loro lo fanno per festeggiare allo stesso modo in cui si sono conosciute, la separazione dai mariti e l’inizio della nuova convivenza.
Alberta ha detto che se si sono incontrate,è anche un po’ merito mio, causa la mia decisione di fare quel viaggio con Mia, che ha condizionato gli eventi, e fatto in modo che si trovassero su quella nave.
Sono arrivata in anticipo, arrivo da una trasferta ad Amsterdam, e il mio volo è atterrato qualche ora prima, ho approfittato dei servizi a terra, mi sono rilassata, sono già nella grande sala d’attesa quando le vedo arrivare.
Lucrezia è una bella donna, molto sensuale, sono una coppia davvero bene assortita.
Ci salutiamo con calore, anche se non posso fare a meno di notare un piccolo moto di preoccupazione in entrambe, forse alla prova dei fatti iniziano a temere che la mia presenza le possa in qualche modo destabilizzare.
Le guardo entrambe, sono davvero una bella coppia, Alberta, bionda con quei capelli tagliati quasi a spazzola, e quell’aria vagamente macho, che ha assunto da quando conosce Lucrezia, la cui femminilità è quasi esplosiva, mora, lunghi capelli lisci, provocante, con quelle grosse tette strizzate nel vestito corto e attillato.
“Allora ditemi un po’ che succederà in questa crociera, perché ve lo devo confessare, ancora non ho avuto modo di aprire i file con la documentazione che mi avevate inviato”.
“oh ha organizzato tutto Lucrezia, dai amore, spiega ad Adele il programma della vacanza”.
“ sai, Alberta mi ha raccontato che un tempo avevi una barca a vela, così quando abbiamo pensato di coinvolgerti in questa cosa, ho fatto una ricerca, e ho scoperto questa nave da crociera a vela, e abbiamo pensato che ti sarebbe piaciuta”.
Mi mette in mano un depliant, e il programma che le hanno mandato.
Riconosco la nave del club Mediterranè, naviga spesso nei Caraibi, mi è capitato di incrociarla, nelle crociere a vela che ho fatto, quando al comando della mia barca, mi sono avventurata in questi luoghi.
“bella questa nave, non è la solita crociera con quelle orrende meganavi, brava Lucrezia.”
“si grazie, poi beh c’è un'altra cosa, è una settimana che hanno dedicato all’amore e alla trasgressione, per cui sembra che i croceristi, saranno soprattutto provenienti dal mondo diciamo trasgressivo, naturisti, scambisti, bisex, una roba adatta a noi”.
“voi due siete matte, mi avete coinvolta a mia insaputa in questa stramberia, poi mi spiegherete perché lo fate”.
“Senti Adele, è stata Lucrezia a chiedermelo, se vuoi amore le puoi dire perché l’abbiamo fatto”.
“Innanzi tutto perché so bene che Alberta ha un debole per te, non ha saputo mentirmi e mi ha raccontato di quella notte il mese scorso, so che sei in crisi, voglio essere sicura che le cose tra di voi siano chiarite, e poi perché spero che in questa settimana tu possa trovare qualcuno che ti possa distogliere dal brutto momento che stai vivendo”.


Sto osservando le cinque enormi vele che hanno dispiegato, l’aliseo da sud est le ha gonfiate, con i motori che comandano i verricelli le hanno messe a segno, senza che neppure un marinaio abbia cazzato una drizza, o mollato una scotta.
Ci siamo appollaiate sulle sdraio,in una piscina posta a poppavia della nave, è dedicata ai naturisti, siamo tutti nudi, a queste due piace provocare, si sono incremate, palpate in ogni dove, e ora si sono messe su di un lettino, pomiciano e si toccano, faccio finta di essere da sola.
Alberta mi ha raccontato della notte in cui si sono conosciute, quando lo hanno fatto nella vasca ad idromassaggio, con due ragazzi che le osservavano, mentre stavano scopando.
Mi guardo un po’ intorno, sono tutti quanti nudi, alcune coppie si squadrano, qualcuno tenta i primi approcci. Un paio di lesbiche body bilder americane si stanno cospargendo di crema, e un gruppetto di checche da gay pride si sono buttati in acqua e starnazzano come oche giulive.
Decido che per i miei gusti sia anche troppo, mi è venuta la curiosità di andare in plancia, per vedere Il pannello dei comandi che governa l’andatura a vela di questa strana nave.
Mi metto un pareo che mi ha prestato Alberta e l’unica maglietta che mi sono portata.
La plancia è sul ponte superiore, quasi a prua, da una grossa vetrata si domina il mare, in mezzo c’è un grosso timone, anche se tutte le manovre vengono gestite da una consolle, piena di strumenti e luci, pulsanti e joy stick.
Un marinaio presidia l’ingresso, gentilmente chiedo se sia possibile visitare il posto di comando, e lui molto cordiale mi invita ad entrare,
“si accomodi signora, in plancia troverà il secondo in comando e ufficiale di rotta, Tenente di vascello, la signora Marceau.
Mi avvicino incuriosita, e la signora mi accoglie sorridente,
“Benvenuta, se vorrà le spiegherò il funzionamento e i comandi della nostra nave”.
“Grazie, molto gentile, con vero piacere”.
Quasi subito riconosco i vari strumenti per la navigazione, il gps, con il grandissimo schermo con la carta nautica, il radar, lo scandaglio per i fondali, il pilota automatico con la rotta impostata.
“sarei curiosa di vedere il pannello che gestisce e regola le vele”.
“è una velista lei”?
“diciamo che un tempo lo sono stata”.
“un tempo……..navigare è come andare in bicicletta, quando uno l’ha imparato non lo dimentica”.
Mentre mi dice questa cosa la osservo meglio.
Sotto all’uniforme da ufficiale si nasconde una bella donna, castano chiara, occhi verdi, capelli corti,
pelle scurita dal sole, e resa un poco ruvida, dal salmastro, e dal vento.
Mi spiega il funzionamento, è tutto automatico, un computer con dei sensori in funzione della rotta e della direzione del vento, gestisce e mette a segno le enormi vele.
“stiamo facendo rotta su Sant Lucia”.
Lo dico quasi con distacco, come se fosse normale saperlo,lei mi guarda incuriosita,
“lei ha già navigato in queste acque”.
“direi di si, molte volte al comando della barca a vela che possedevo”.
“ora l’ha venduta”?
“si molti anni fa, sono diventata campagnola”.
Restiamo un attimo in silenzio, osservo la prua che taglia il mare di fronte a noi, peccato che manchi la magia e la sensazione di cavalcare il vento ,che si prova con una vera barca a vela.
“Senta, questa sera, se non ha impegni, la vorrei invitare a cenare al tavolo degli ufficiali, nel ristorante alla carta, del ponte superiore.”
“Volentieri, mi farò prestare un vestito per l’occasione dalle mie amiche”.
“bene allora ci vediamo alle 19.30, vedrà che il tavolo si trova facilmente”.
“Allora Adele ti è piaciuta la sala comandi”?
“Certo, molto interessante,e poi ho rimediato un invito a cena”
“E chi ti ha invitata”?
“Il secondo in comando, nonché ufficiale di rotta e tenente di vascello”.
“da quando accetti inviti a cena da un uomo”?
“…… veramente sarebbe una donna”.
Lucrezia mi guarda quasi incredula.
“Non ci posso credere, se va per un ora e torna dicendo che ha già rimorchiato”.
Ridono come due sceme.
“Mi avevi detto che ha questa capacità quasi incredibile di scopare quasi tutte quelle che vede, ma qui siamo oltre l’immaginabile”.
“insomma è bella”?
“bellissima come solo riescono ad esserlo i marinai”.
“A proposito, una di voi due mi dovrà prestare un vestito decente, perché ho portato solo degli stracci, e il vestito da manager che indossavo non penso che sia adatto”.

La cena è stata molto noiosa, ho dovuto dribblare le battutine sarcastiche dei colleghi di Marceau, forse un pochino troppo calati nella parte dell’ufficiale di marina, o forse indispettiti dalle mie risposte evasive, dalla certezza non esplicabile che sia stata rimorchiata dalla loro collega.
Per fortuna, un gruppetto di sgallettate li ha invitati a non so bene quale evento in una delle piscine, per cui siamo rimaste sole.
“Li devi scusare, ma non mi hanno mai vista con un uomo, per cui si divertono a fantasticare”
Ripenso a quelle due, quando mi prendevano in giro.
Poi improvvisamente le dico,
“Ricordo che qui a Castries molti anni fa c’era una gran vita”.
“Non ricordi male, forse è un po’ cambiata, in effetti potremmo andare a farci un giro. Mettiti qualcosa di adatto, e tra mezz’ora ci vediamo nello specchio di poppa, ci andremo con uno dei tender riservati agli ufficiali”.
Sono scalza, ho messo l’unico pareo che mi sono portata, e la maglietta che ci hanno dato all’arrivo, come regalo di benvenuto.
Marceau ha dei jeans stretti , corti a metà polpaccio, e una canottiera a righe orizzontali.
Saltiamo su di un gommone con due grossi fuoribordo, che vanno immediatamente in moto.
Scivoliamo sulla superficie piatta del mare, passiamo tra le luci rosse verdi dell’imboccatura della rada, facciamo lo slalom tra i catamarani e le barche a vela ormeggiate, e accostiamo ad un pontile, assediato dai piccoli tender ormeggiati.
L’ambiente è all’incirca come lo ricordavo, è soltanto cambiata la fauna, sembrano spariti i vecchi lupi di mare, con i capelli lunghi e le barbe incolte, sostituiti da questa nuova generazione di velisti, tecnologici e seguaci delle mode imposte dai grandi marchi del settore.
Sono rimaste un paio di orchestrine, che suonano gli steel pan, sulla piazzetta in fondo al molo.
“Andiamo c’è un posto gestito da una mia amica che ha il miglior rhum della Martinica”.
La sua amica è una statunitense di mezza età, che è fuggita dal declino del “sogno americano”.
Resta qualche minuto al nostro tavolo a chiacchierare, è magra, bionda e piena di lentiggini, che il sole dei Caraibi hanno ulteriormente ingigantito.
Mi sorge il sospetto che Marceau, si stia ripassando tutta la popolazione femminile sensibile al suo fascino,del mar delle Antille.
Ci raccontiamo, mentre il livello della bottiglia dello strepitoso rhum che la sua amica ci ha servito,scende vertiginosamente, qualche sprazzo delle nostre vite.
Suo padre era Ammiraglio di marina, da ragazza era fidanzata con un suo coetaneo, poi la decisione di arruolarsi, e la lunga relazione con un allieva, sua compagna di corso, durata per qualche anno.
Il tutto nell’assoluto segreto, fino a quando lei, ha dovuto cedere alle pressioni di un matrimonio combinato, famiglie potenti, grossi interessi da salvaguardare.
“La delusione è stata cocente, mi sono congedata, e ho subito trovato lavoro su queste navi da crociera”.
Ora vive alla giornata, “ho alcune fidanzate sparse su queste isole, mi diverto, e faccio di tutto per non innamorami più”.
Le racconto qualcosa della mia vita, gli anni passati in mare, il mio lavoro da analista finanziaria,
“se hai dei soldi da nascondere sono una delle specialiste più ricercate”.
Poi giungo alla parte ultima e un po’ dolorosa, la brutta piega che ha preso la storia con Mia.
Mi guarda con gli occhi sgranati,
“davvero fa la escort, si fa pagare per scopare con delle sconosciute”?
“Sono stata io a creare un simile mostro, per anni l’ho tradita, e tenuta chiusa in una specie di prigione, ora si è risvegliata, è il suo modo di farmela pagare”.
“Domani la nave resterà tutto il giorno alla fonda, se hai voglia ti porterò in un posto che forse conosci, con il gommone da qui ci vuole mezz’ora”.
“Porta anche le tue amiche, le voglio conoscere vedrai che ci divertiremo”.
“verranno di sicuro, senti ti devo dire che si sono messe assieme da poco, une delle due, la bionda con i capelli corti, è stata la mia amante per quasi un anno, te lo dico per evitare qualche malinteso”.
Mi guarda con gli occhi che diventano due fessure.
Stiamo andando a Sandy Island, con il grande gommone che Marceau sta governando con piglio sicuro.
Le due fidanzate si sono coricate sul prendisole a prua, ogni tanto si palpeggiano e si slinguazzano, quasi ignare della nostra presenza.
Mi sono messa su di una piccola seduta di fronte alla timoneria, osservo il mare, cerco di ricordare i paesaggi che avevo memorizzato, quando navigavo lungo quella rotta.
Sandy Island è una piccola striscia di sabbia, disabitata, con poche palme, sembra uno di quegli isolotti del naufrago, per come venivano illustrati nelle vignette di molti anni fa.
Caliamo l’ancora a pochi passi dalla riva, e dopo aver gironzolato per qualche minuto, io e Marceau ci ripariamo all’ombra delle poche palme, mentre le due si sdraiano sul bagnasciuga, Lucrezia si è messa sotto, con le cosce spalancate, Alberta sopra, si stanno strofinando le fiche, ogni tanto qualche onda le sommerge, questa sera saranno entrambe ustionate.
Con un occhio mezzo aperto osservo Marceau, è davvero bella, ha la fica completamente depilata, le tette piccole e sode, un culo strepitoso.
Si volta verso di me,
“quelle due si danno un gran da fare vedo non sei un po’ gelosa”?
“non lo sono mai stata, Alberta l’ho scopata soltanto qualche giorno fa, ma la cosa mi ha lasciata del tutto indifferente”.
“vorresti farlo con me”?
“forse, ma ora è presto, qualche tempo fa ti avrei già scopata ieri sera”
“ah, e sei sicura che te l’avrei lasciato fare”?
“molto sicura, in ogni caso, vedrai che prima della fine di questa vacanza, dentro un letto ci finiremo”.
Alberta come avevo previsto si è ustionata le chiappe, Lucrezia solo un pochino le braccia e le gambe.
Le abbiamo messe all’ombra del tendalino, che Marceau ha aperto, torniamo alla nave costeggiando San Vincent, facciamo piano, mi sono messa al timone, ogni tanto sento che mi sfiora da dietro, è un tocco delicato, se le due innamorate non saranno troppo ustionate, andremo a cena in una specie di guest house, deve cucinano solo piatti creoli, sento che questa vacanza mi sta facendo bene.

Durante la notte la nave ha lasciato la grande rada di fronte a Saint Lucia, e ha fatto rotta verso Barbados.
Per evitare strani malintesi sono andata a dormire su di un comodo prendisole, fuori vicino ad una piscina.
Ho lasciato quelle due da sole, anche se per come sono conciate penso che almeno questa notte avranno difficoltà a strusciarsi come fanno di solito.
Marceau è andata in plancia, ne avrà fino a domattina, quando la nave sarà alla fonda in qualche rada.
Conosco Barbados come le mie tasche, è un rifugio per ricchi annoiati, e nonostante sia un piccolo paradiso, in questo particolare momento non mi attira.
Incrocio Marceau a colazione.
L’ufficiale che avrebbe dovuto coordinare le operazioni di sbarco a terra dei passeggeri, non si sente bene, e lo dovrà sostituire.
Decido di trascorrere le giornata a dormire, in un posto all’ombra, vicino alla piscina principale.
Sono quasi tutti sbarcati, c’è una quiete assoluta, ogni tanto mi rinfresco con una nuotata, sento che sto ritrovando l’equilibrio che avevo perduto, la rabbia per il comportamento di Mia si sta stemperando, inizio a pensare a cosa farò a Marceau quando la trascinerò dentro ad un letto.


Mi risveglio con una brezza tiepida che mi accarezza, i capezzoli , i capelli, la pelle, apro gli occhi, e vedo in lontananza la baia, i tetti colorati delle baracche, che fanno capolino tra le palme.
La grossa amaca, sul terrazzo della guest house dove con Marceau abbiamo soggiornato nell’ultima settimana ci dondola lentamente.
Ieri sera ci siamo addormentate, qui fuori, ho un vago ricordo del sapore della sua bocca, un misto di dolcezza del rhum fatto in casa, e dell’amaro dell’erba che la sua amica creola coltiva nel giardino.
Dopo che l’ho baciata, mi ha fatta godere, con le mani e con la lingua, la grossa amaca ha dondolato, è arrivata anche la sua amica, entrambe l’abbiamo baciata in mezzo alle cosce,poi ci siamo addormentate.
Aspetto che il sole faccia capolino dietro all’orizzonte,cosa succederà sarà una storia tutta da inventare.
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